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    Smantellato dai CC traffico di droga dalla Calabria alla Sardegna

     

     

    Smantellato dai CC traffico di droga dalla Calabria alla Sardegna

    21 mar 11 Era in Calabria, in provincia di Vibo Valentia, il "cervello" che coordinava il traffico di cocaina e hascisc verso la Sardegna, passando attraverso una rete che aveva diramazioni in Lombardia. Lo hanno scoperto i Carabinieri della Compagnia di Carbonia che, al termine di tre anni di indagini, hanno eseguito 35 ordinanze di custodia cautelare e 51 perquisizioni domiciliari in tutta Italia. "Si è trattato di una delle più importanti operazioni antidroga effettuate nell'isola - ha spiegato il colonnello Michele Sirimarco, comandante provinciale dei Carabinieri - articolata in tre anni di indagini, partite dall'osservazione dei movimenti attorno ad una sala giochi di Carbonia". Con telecamere e intercettazioni, i Carabinieri sono riusciti a ricostruire la rete dello spaccio e del rifornimento in diversi centri del Sulcis. A gestire gli approvvigionamenti e a impartire gli ordini, secondo l'accusa, erano i calabresi Vincenzo e Bruno Marasco, attraverso il sardo Giovanni Arcieri ed i fratelli Antonello e Renato Mei. Da qui partiva una rete capillare che arrivava sino al piccolo spacciatore. A procurare la merce sarebbe stato, invece, Mario D'Andrea, calabrese trapiantato a Milano dove per gli investigatori avrebbe una posizione di spicco nel mercato della droga. Tra gli arrestati, su ordine della direzione distrettuale antimafia di Cagliari, anche un insospettabile insegnante con problemi di disabilità.

    Operazione contro il narcotraffico tra Calabria, Lombardia e Sardegna. I carabinieri, dopo un’articolata indagine, questa mattina hanno effettuato 36 arresti ed eseguito una cinquantina di perquisizioni a domicilio a Vibo Valentia, Milano, Sassari e Cagliari. Nel blitz sono stati impiegati circa 200 militari. Sequestrati anche 35 conti bancari, beni mobili e immobili. L’organizzazione secondo gli investigatori era specializzata nel traffico di cocaina e hascish. Trentadue persone sono finite in carcere, due agli arresti domiciliari, mentre per altri due indagati è stato disposto l’obbligo di dimora. Le indagini erano state avviate dai carabinieri della Compagnia di Carbonia (Carbonia-Iglesias). Nell’operazione, denominata Déjà vu, sono stati impegnati elicotteri e militari dello Squadrone Cacciatori di Sardegna e unità cinofile. Secondo quanto accertato dai carabinieri, la droga veniva fornita da Mario D'Andrea, calabrese di 55 anni, che viveva a Milano. Era lui che procurava le partite di cocaina da trasportare nell'isola tramite - sempre secondo quanto accertato dagli inquirenti - il corriere F.S. professore di educazione tecnica, invalido a un braccio e per questo ritenuto insospettabile. Il presunto corriere trasportava la cocaina in involucri nascosti in serbatoi di auto che prendeva a noleggio e con le quali ripartiva il giorno dopo la consegna. Chi gestiva il traffico di droga in Sardegna ed era definito la vera "anima" dell'organizzazione era Vincenzo Marasco, 52 anni calabrese. In un primo momento la droga era destinata soprattutto alla Costa Smeralda per poi, in un secondo momento, arrivare nel Sulcis e nell'Iglesiente. L'uomo chiave nel sud dell'isola era Giuseppe Perra, 48 anni di Domusnovas, che, secondo quanto accertato dai carabinieri, ospitava nella sua abitazione trafficanti di droga e, in particolare, Marasco. Da Domusnovas veniva controllato il traffico a Iglesias, gestito da Mauro Pintore, 55 anni, e a Carbonia, dove invece operava Antonello Mei, 46 anni. Gli inquirenti hanno calcolato che sia nel Sulcis che nell'Iglesiente venivano movimentati circa due chili di cocaina al mese. La svolta nelle indagini e' arrivata l'8 ottobre 2008, quando Marasco venne arrestato con un carico di hashish mentre cercava di tornare sulla penisola. Si trattava di 31 chili di di droga dei circa 68 forniti da Hamed Zaroiari, noto Claudio, il marocchino senza fissa dimora sfuggito all'arresto. Marasco aveva avuto problemi a piazzare la droga, perche' ritenuta di non buona qualita'. L'arresto di quest'ultimo provoco' il blocco dell'approvvigionamento di cocaina. Cosi' alcuni componenti della banda - tra i quali il fratello di Marasco e un personaggio di cui non e' stato diffuso il nome, conosciuto in carcere dal boss calabrese e che ha collaborato con gli inquirenti - si rivolsero ad altri fornitori di droga. Tra questi spunta il nome di Antonello Pinna, 50 anni, sassarese, ritenuto un importante fornitore soprattutto di eroina. Altre forniture di droga vennero organizzate, ma con scarsi risultati dal punto di vista quantitativo, sia a Cagliari che a Quartu oltre che a Barcellona. Con l'uscita dal carcere nel maggio del 2009 di Marasco, gli inquirenti, anche tramite controlli e intercettazioni telefoniche, hanno avuto la conferma del suo ruolo chiave nell'organizzazione e messo a punto le indagini che hanno consentito stamane di eseguire l'operazione che ha portato a smantellare la banda. Nell'ambito dell'inchiesta sono stati sequestrati, oltre che alcuni piccoli quantitativi di droga, cinque immobili di proprieta' di Pinna per un valore di circa 2 milioni di euro, e 35 conti correnti bancari intestati ad alcuni componente della banda o a loro familiari e prestanome, il cui ammontare non e' stato ancora quantificato.

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