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    Morte Bergamini, Procura Castrovillari riapre inchiesta

     

     

    Morte Bergamini, Procura Castrovillari riapre inchiesta

    29 giu 11 La procura di Castrovillari ha deciso di riaprire l'inchiesta sulla morte di Donato Denis Bergamini, calciatore del Cosenza Calcio, che aveva 27 anni quando morì il 18 novembre 1989, oltre 22 anni fa, in circostanze mai chiarite, investito da un camionista secondo la verità giudiziaria ora messa in dubbio dalla decisione. A riaprire il caso è stato il procuratore capo Franco Giacomantonio che gestirà il fascicolo coassegnato al suo sostituto Larizza Catella, rubricando l'ipotesi di reato per omicidio volontario contro ignoti. Da quanto si è appreso la procura ha riaperto il fascicolo collegandolo ad una indagine del 1994, in cui fu la questura di Cosenza a chiedere accertamenti che poi si arenarono. Ora invece la procura di Castrovillari si è mossa sulla richiesta della famiglia di Donata Bergamini e del loro legale Eugenio Gallerani che avevano presentato richiesta formale di riapertura dell'indagine sulla base di nuovi elementi raccolti in quasi due anni di accertamenti privati. "Siamo estremamente soddisfatti che dopo quasi 22 anni sia arrivato questo risultato atteso dalla famiglia, e frutto di un notevole lavoro premiato ora con questa richiesta: la riapertura dopo 22 anni e mezzo dalla morte di Denis Bergamini e con ipotesi di omicidio volontario è un grandissimo risultato". I familiari di Bergamini, la sorella Donata e il padre Domizio hanno accolto la notizia con commozione. "Finalmente hanno capito che i motivi c'erano per pensare che Denis non si é ucciso ma è stato ucciso" ha detto Donata, che come il papà Domizio non ha mai creduto alla tesi che Denis fosse rimasto vittima di un incidente o si fosse tolto la vita gettandosi sotto un camion sulla statale Jonica nei pressi di Capo Roseto Spulico. In quasi due anni di indagine privata il legale della famiglia ha raccolto elementi che avrebbero messo in luce contraddizioni e incompatibilità della ricostruzione tecnica dell'investimento, con nuovi rilievi tecnico scientifici e fotografici, e con conclusioni medico-legali sul corpo del giovane calciatore che mettono in dubbio la verità giudiziaria offerta al processo. Processo che portò nel 1992 alla assoluzione del camionista accusato di omicidio colposo. Invece di procedere con una autonoma riapertura della inchiesta il procuratore capo Giacomantonio ha preferito inoltrato la richiesta al gip, che dovrà o meno accoglierla. "Credo occorra fare un passo alla volta - ha spiegato l'avvocato Gallerani - la riapertura del caso è già un risultato enorme". Dal punto di vista tecnico giuridico, ha aggiunto, "é la prima volta che avviene, poiché nel '94 non ci fu richiesta formale di riapertura, ma si tratto' di una iniziativa autonoma della questura di Cosenza. Dopo la sentenza definitiva del 1992, che attestò che Donato Denis Bergamini morì suicida, punto e basta, nessun atto formale venne eseguito per ipotizzare altri scenari". Ora, per il legale, la procura potrà chiedere una nuova perizia medico-legale e nuovi accertamenti tecnici per confutare o meno l'ipotesi di omicidio volontario. La tesi della famiglia è infatti che Bergamini sia stato portato ormai cadavere nel punto in cui venne trovato, sulla Statale Jonica.

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