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    Processo Fortugno: DDA chiede nuova trascrizione colloqui boss Libri

     

     

    Processo Fortugno: DDA chiede nuova trascrizione colloqui boss Libri

    27 giu 11 La Dda di Reggio Calabria ha chiesto alla Polizia scientifica una nuova trascrizione dell'intercettazione ambientale in cui il 13 ottobre del 2005 il boss defunto della 'ndrangheta Domenico Libri parlava con alcuni affiliati alla sua cosca del vicepresidente del Consiglio regionale, Francesco Fortugno, facendo riferimento alla possibilita' che potesse essere ucciso. Omicidio che avvenne in realtà il 16 ottobre successivo. La decisione della Dda, che risale a circa un mese fa e di cui scrive oggi la Gazzetta del Sud, ha lo scopo di chiarire definitivamente il contenuto dell'intercettazione inserita in un'informativa presentata a suo tempo dalla Squadra mobile ma non presa in considerazione dai pm della Dda reggina che indagarono per primi sull'assassinio del vicepresidente del Consiglio regionale perché ritenuta non significativa ai fini dell'indagine. Dell'intercettazione e della relativa informativa della Squadra mobile hanno parlato ieri, nel corso di una conferenza stampa, gli avvocati Eugenio Minniti e Rosario Scarfò, difensori, rispettivamente, di Domenico Audino e Salvatore Ritorto, condannati all'ergastolo sia in primo grado che in appello per l'omicidio di Fortugno insieme ad Alessandro e Giuseppe Marcianò, padre e figlio. Alla polizia scientifica la Dda ha affidato in particolare il compito di "ripulire" la registrazione del colloquio tra Libri e le persone che erano insieme a lui in modo da renderlo totalmente comprensibile e di capire il perché del riferimento a Fortugno. E questo anche allo scopo di avere maggiori informazioni e dettagli sul movente dell'assassinio di Fortugno, attribuito, secondo gli esiti del processo di primo e secondo grado, alla volontà di Alessandro e Giuseppe Marcianò di consentire l'ingresso nel Consiglio regionale della Calabria, con l'uccisione di Fortugno, di Domenico Crea. Quest'ultimo ha però sempre riferito di non essere mai stato a conoscenza del progetto di assassinare Fortugno e per questo non è mai stato indagato.

    E' stato il Corriere della Calabria, il settimanale uscito col suo primo numero il 17 giugno scorso, a rivelare l'esistenza dell'intercettazione delle conversazioni con il defunto boss Mico Libri a Prato. Già il n.1 del settimanale diretto da Paolo Pollichieni segnalava il fatto nuovo e l'esistenza di un'interrogazione parlamentare di alcuni deputati del Pd, primo firmatario Alberto Maritati, mentre nel numero che è andato in edicola il 24 giugno tutta la prima parte era riservata - in riferimento ad una più ampia indagine sui misteri di Reggio Calabria - proprio alla relazione (di cui è stata pubblicata lì'intestazione) dell' ex capo della squadra mobile reggina Salvatore Arena. Il punto di fondo è quello che la Commissione Parlamentare Antimafia - scrive il settimanale - adesso ha deciso di occuparsi della vicenda ed ha aperto un fascicolo sull'intercettazione. Se ne occuperanno Ligotti (Udv) e caruso (Pdl) ma il 'Corriere' riporta anche un dialogo assai preoccupato tra Giuseppe Pisanu e Luigi De Sena sul perché solo ora emerga questa intercettazione. Va, tra l'altro, ricordato come all'epoca dei fatti Pisanu era ministro dell'Interno e De Sena vicecapo della Polizia.

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