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    Il PM chiede 8 anni di reclusione per Padre Fedele

     

     

    Il PM chiede 8 anni di reclusione per Padre Fedele

    22 giu 11 Otto anni di reclusione: è la richiesta di condanna avanzata nei confronti di padre Fedele Bisceglia, accusato di violenza sessuale nei confronti di una suora. La richiesta di condanna è stata avanzata dai pubblici ministeri Adriano Del Bene e Salvatore Di Maio, al termine della requisitoria svolta dinanzi ai giudici del tribunale di Cosenza. I pm hanno chiesto anche la condanna a sei anni di reclusione per il segretario di Padre Fedele, Antonio Gaudio, anch'egli accusato di violenza sessuale nei confronti della suora. La requisitoria dei due pubblici ministeri è durata oltre quattro ore ed ha affrontato tutti gli elementi emersi nel corso delle indagini. Il pubblico ministero Adriano De Bene, ha incentrato il suo intervento sulla personalità della suora, sulla deposizione della religiosa e sulle perizie mediche dalle quali, secondo l'accusa, emergerebbero gli elementi relativi alla violenza sessuale. Il pm ha anche sostenuto che la suora sarebbe rimasta scioccata dalle violenze subite ed aveva paura di Padre Fedele. Nella seconda parte della requisitoria è intervenuto il pubblico ministero Salvatore Di Maio il quale ha incentrato il suo intervento sugli elementi emersi nel corso dell'istruttoria dibattimentale con la testimonianza della suora, della sorella di quest'ultima e delle altre religiose. La sentenza del processo e' attesa per la prima settimana di luglio.

    A cinque anni dal suo arresto arriva la richiesta di condanna a 8 anni per padre Fedele Bisceglia, l'ex frate imputato a Cosenza nel processo per violenza sessuale nei confronti di una suora. L'accusa ha chiesto anche la condanna a 6 anni per il segretario del frate, Antonio Gaudio. Per oltre quattro ore i pubblici ministeri, Adriano Del Bene e Salvatore Di Maio, hanno ricostruito le fasi dell'inchiesta che il 23 gennaio del 2006 culminò con l'arresto di padre Fedele e di Gaudio. Dopo l'arresto padre Fedele fu sospeso a divinis ed allontanato dall'ordine dei frati cappuccini. Durante la requisitoria i due pubblici ministeri hanno sottolineato come la suora, sottoposta ad un forte choc a causa delle violenze subite nell'Oasi francescana di Cosenza, la struttura di accoglienza fondata da Padre Fedele, era impaurita dal frate. Del Bene e Di Maio hanno anche illustrato gli elementi ed i riscontri emersi nel corso del processo ed hanno poi concluso il loro intervento con le richieste di condanna. Alle richieste di condanna hanno assistito Padre Fedele e Gaudio i quali non hanno voluto commentare la ricostruzione fatta dall'accusa in attesa che si pronuncino i giudici del tribunale. I due imputati, però, erano visibilmente turbati. A chiedere la condanna di padre Fedele è stato anche il legale della religiosa, l'avv. Marina Pasqua. "Di lei - ha detto l'avvocato - in questi anni, si è tentato di dire di tutto, anche attraverso una guerra mediatica senza precedenti. Ma quando mai della persona offesa si è fatto simile scempio? Siamo tornati agli anni bui dei processi per stupro degli anni '70?''. "Il delitto di lesa maestà - ha proseguito il legale - è, evidentemente, quello di essere una suora che denuncia, una contraddizione in termini. Quando le cose avvengono nel mondo della Chiesa, occorre abbassare la testa. Quando avvengono nel mondo della Chiesa, tra persone che a quel mondo appartengono, bisogna abbassarla due volte". Ad augurarsi una "giusta sentenza che restituisca valore a chi ha avuto il coraggio di affrontare un percorso processuale così duro ed impegnativo" è il Centro Antiviolenza Roberta Lanzino, che si è costituito parte civile. "Sappiamo bene - hanno sostenuto le donne del centro - come la tentazione del silenzio sia comune a molte donne che subiscono violenza e, ancora di più, poteva esserlo per una suora, ma sappiamo anche che chi usa violenza conta sulla paura e sul silenzio". Il processo, iniziato l'11 marzo del 2008 e svoltosi a porte chiuse, ha visto sfilare sul banco dei testimoni oltre 100 persone chiamate a deporre dall'accusa e dalla difesa. Non è mancato anche qualche colpo di scena come ad esempio quando la difesa di padre Fedele ha sostenuto che il frate non avrebbe potuto compiere le violenze sessuali perché affetto da una grave disfunzione fisica. Nel voluminoso faldone dei pubblici ministeri però sono state raccolte numerose intercettazioni dalle quali, secondo l'accusa, emergerebbero gli elementi che dimostrerebbero l' ipotesi accusatoria. Nel corso degli anni il vicenda di Padre Fedele si è trasformata anche in un caso mediatico che ha portato il frate agli onori della cronaca nazionale. Padre Fedele non si è mai arreso e dal momento del suo arresto si è detto innocente e vittima di un complotto. Proprio nell'ultima udienza del processo il frate aveva detto ai giudici che " in questo processo non è emersa nessuna prova che dimostri le accuse"

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