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    Arresti Piemonte, Caselli "Consigliere affiliato a pieno titolo"

     

     

    Arresti Piemonte, Caselli "Consigliere affiliato a pieno titolo"

    21 giu 11 Secondo l'ipotesi dell'accusa, il consigliere comunale di Alessandria Giuseppe Caridi (Pdl), arrestato dai Carabinieri, "é stato affiliato a pieno titolo, e non quindi con concorso esterno, nell'organizzazione, anche con una qualifica specifica (picciotto, ndr), superando iniziali difficoltà": lo ha detto il Procuratore di Torino, Gian Carlo Caselli, nel corso della conferenza stampa di presentazione dell'operazione 'Maglio' che ha portato, la scorsa notte, a 19 arresti per 'ndrangheta. Non a caso, il reato che gli viene contestato e' di concorso in associazione mafiosa. "Il problema - ha spiegato il generale Mario Parente, comandante del Ros - era se affiliare formalmente o soltanto avere dei contatti con un uomo politico, un uomo delle istituzioni, che aveva effettuato anche un giuramento per altri, cosa che non sarebbe permessa dal codice della 'ndrangheta''. Il problema è stato superato, ha spiegato ancora Caselli "in base alla regola che anche un politico, se capace di adeguarsi alle regole dell'associazione, può rivelarsi una risorsa per il conseguimento dei fini dell'associazione stessa". Secondo gli investigatori, la sua affiliazione risale a dopo il 2007, quando fu eletto consigliere comunale, ma è precedente alla sua nomina a presidente della seconda commissione consiliare, che si occupa di "politiche e territorio".

    Secondo il procuratore di Torino, Gian Carlo Caselli, non bisogna piu' stupirsi dell'espansione della 'ndrangheta e, piu' in generale, delle mafie al nord. "Stupirsi dell'espansione delle mafie al Nord - ha detto a margine della conferenza stampa di presentazione dei risultati dell'operazione 'Maglio' - è come stupirsi che la pioggia bagna, perché se voglio riciclare denaro sporco lo faccio in un luogo dove c'é benessere e, quindi, è ovvio che lo faccio nel Nord del Paese". Caselli ha citato un'intervista che fu fatta, poco prima del suo assassinio, al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, prefetto di Palermo, dal giornalista Giorgio Bocca. "Dalla Chiesa - ha detto - disse che per certi profili era più facile combattere il terrorismo rispetto alla mafia". In quell'occasione Dalla Chiesa disse, ha ricordato Caselli "che la mafia ormai sta nelle maggiori città italiane, dove operatori economici investono denaro sporco e riciclano in attività di per se stesse ineccepibili, come alberghi, ristoranti, attività economiche e commerciali di vario genere, attraverso le quali consolida la sua presenza e il suo potere". Quindi, ha concluso il Procuratore di Torino, "se questo valeva nel 1982, a distanza di 30 anni, con il cambiamento di molte cose, come l'enorme facilità di circolazione di uomini e donne, non ci si può stupire se la mafia si sia articolata anche fuori delle zone di sua storica origine".

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