NuovaCosenza.com
Google
su tutto il Web su NuovaCosenza
mail: info@nuovacosenza.com
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .
 

      Condividi su Facebook

    PM Pignatone ai giovani "Importante fare bene il proprio lavoro"

     

     

    PM Pignatone ai giovani "Importante fare bene il proprio lavoro"

    01 giu 11 "Diffidate da quelli che danno risposte semplici a problemi complessi". Si è espresso così il Procuratore Capo della Repubblica di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone, intervenendo al Liceo Artistico "Mattia Preti" di Reggio alla giornata conclusiva del progetto "Eguaglianza 2011 inserito tra le iniziative per il 150 dell'Unità d'Italia. "La nostra è una società estremamente complessa - ha aggiunto Pignatone - Non illudiamoci, dunque, che sia possibile raggiungere risultati attraverso semplici scorciatoie. Le soluzioni, invece, devono essere altrettanto complesse , perché niente si risolve con la bacchetta magica. Ed anche il problema della lotta alla mafia o alla 'ndrangheta - secondo il Procuratore Pignatone - e' un problema complesso e strutturale della nostra società. E' giusto condannare - ha spigato - ma è necessario anche capire il fenomeno altrimenti non possiamo creare gli strumenti adatti per contrastarlo". Pignatone ha ricordato che le mafie sono sempre esistite, "anche se, in questi 150 anni di unità italiana non sono sempre state allo stesso livello di pericolosità. Serve lo studio, tanta fatica, il lavoro. Ci vogliono soprattutto le indagini". Pignatone ha citato una frase di uno dei migliori esperti di mafia, che nel 1983 scriveva che non esisteva in Sicilia una società segreta, gerarchica, legata da tenebrosi vincoli di giuramento, di nome mafia. "Poco dopo arrivarono, Buscetta, il Giudice Giovanni Falcone, i pentiti, che smentirono clamorosamente quello studioso, dimostrando l'esistenza della mafia in Sicilia, appunto, come società segreta, gerarchica e legata da vincoli di giuramento tra affiliati. Credo che lo stesso sia avvenuto in Calabria, dove con l'Operazione 'Olimpia', prima e l'operazione 'Crimine', dopo, le indagini hanno messo sotto gli occhi di tutti la pericolosità di questo fenomeno e la sia diffusione". "Ecco perché - aggiunto - è importante capire bene questo fenomeno. Sapendo che se colpiamo un qualsiasi affiliato, colpiamo l'intera organizzazione, che è come un cancro che pervade la nostra società". Da qui l'appello di Pignatone ai giovani presenti, ma anche alle cosidette "persone perbene" che anche accettano compromessi, o meglio, quando fanno i fatti loro "devono sapere che quel loro gesto si ripercuote anche sugli altri". Citando il caso di alcuni candidati politici che si rivolsero ad un boss per avere appoggio elettorale, Pignatone ha affermato che questo significa "consegnare il futuro della Regione alla 'ndrangheta, e una parte di questo pezzo d'Italia alla 'ndrangheta. E quando questo coinvolge anche voi giovani, si consegna alla 'ndrangheta il futuro di questa terra, si mette a rischio la nostra libertà". "Io non ho la bacchetta magica" ha ancora detto Pignatone riferendosi al suo ruolo di magistrato, ma ha concluso il suo intervento riprendendo un appello contenuto in un documento dei vescovi italiani e da un sociologo laico milanese: "il primo passo per contrastare la mafia è di fare bene il proprio lavoro; dire no alle tentazioni - ha aggiunto Pignatone - non firmare le 'cambiali' che poi si è costretti a pagare. Facciamo tutti, meglio,se possiamo il nostro lavoro". All'incontro, moderato da Iside Russo presidente della sezione reggina dell'Associazione Nazionale Magistrati hanno partecipato il Procuratore di Palmi Giuseppe Creazzo, il magistrato Roberto Garofoli, consigliere del Consiglio di Stato, Don Pino De Masi e Domenico Nasone dell'Associazione "Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie". Garofoli nel suo intervento ha illustrato l'iniziativa nazionale di "Eguaglianza 2011" ed i motivi che l'hanno ispirata. "C'é un nesso fortissimo - ha spiegato - tra unità ed eguaglianza. Non si tratta solo di unità di territorio, ma tra persone. Le diseguaglianze tra persone, quando superano i livelli di tollerabilità attentano la coesione sociale. Ecco perché il tema dell'unità, che nel nostro caso è la chiave di lettura di temi differenti, come quelli della lotta alla mafia, dei diritti umani, dell'immigrazione e dell'integrazione. Vogliamo capire dai giovani - ha concluso Garofoli - e dal confronto con i giovani i motivi della loro delusione verso il servizio della giustizia. Un settore, che in Italia ha bisogno di un piano di salvataggio, e poi di un rilancio e di una riforma". Infine don Pino De Masi che dopo aver ricordato l'inviato della Rai Franco Bruno, ed il suo insostituibile impegno professionale, ha citato don Luigi Ciotti, assente per motivi di salute, che a proposito dell'Unità d'Italia ha affermato che non possiamo limitarci a celebrarla, ma dobbiamo impegnarci a viverla. Costruire una Unità d'Italia ancora incompleta". "E' necessario recuperare il Noi" ha detto don Masi che rivolgendosi ai giovani li ha definiti "figli di una generazione orfana di padri, che anziché accompagnarli, li ha lasciati soli. Per questo - ha aggiunto - non mi sono mai pentito del fatto di aver speso molto tempo con loro. Dovremmo imparare a perdere più tempo con i giovani"

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Cerca con nell'intero giornale:

    -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca e Attualità "

     

     

 


    Facebook
 Ultime Notizie
 

Multimedia


 

Web TV -  Video

 

 
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .

Copyright © 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Registrazione Tribunale Cosenza n.713 del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto
Dati e immagini presenti sul giornale sono tutelati dalla legge sul copyright. Il loro uso e' consentito solo previa autorizzazione scritta dell'editore