Dura solo 10 mesi sindacatura Barile a San Giovanni in Fiore

26 gen 11 E' durata poco piu' di nove mesi l'esperienza di governo del Pdl in uno dei comuni piu' ''rossi'' della regione, tanto da meritarsi l'appellativo di Stalingrado della Calabria. A sancire ufficialmente la fine dell'esperienza di Antonio Barile come sindaco di San Giovanni in Fiore, e' stato il Prefetto di Cosenza che oggi, prendendo atto delle dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali, ha disposto la sospensione del Consiglio in attesa dello scioglimento. Nei prossimi mesi il Comune dell'Altopiano Silano, dove la maggioranza in Consiglio comunale era del centrosinistra, sara' guidato da un commissario prefettizio, in attesa di nuove elezioni. A dare la spallata decisiva alla poltrona di Barile sono stati i provvedimenti previsti nel piano di rientro del debito sanitario con la chiusura del punto nascita ed il possibile ridimensionamento dell'ospedale cittadino. Provvedimenti che hanno spinto 13 consiglieri di centrosinistra, ma anche due di centrodestra, entrati in rotta di collisione con il loro sindaco, a dichiarare chiusa l'esperienza Barile e ad annunciare le proprie dimissioni. Ieri l'ultimo tentativo di evitare lo scioglimento, con una folla a presidiare l'ingresso del Municipio per impedire fisicamente ai dimissionari di andare a consegnare le loro lettere. Qualche spintone, insulti, ma alla fine, i consiglieri dimissionari sono riusciti ad entrare, protetti dalle forze dell'ordine, dando il via alla fine della Giunta Barile. Oggi il Prefetto ha preso atto delle dimissioni con la nomina del commissario, mentre e' ancora viva la polemica pe i fatti di ieri. ''In un Paese civile e democratico come l'Italia, non e' assolutamente ammissibile - dicono in una nota congiunta sottoscritta da Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Legambiente Sila, Adifa, Aism, Assopec 'Un sorriso per gli emigranti', Avis, Auser e Consulta donna di San Giovanni in Fiore - ne' tanto meno giustificabile che un gruppo di consiglieri comunali, nell'esercizio democraticamente consentito dalla legge, di esprimere formalmente la volonta' di dimettersi, debbano essere tenuti per diverse ore in ostaggio perche' non e'condivisa la loro scelta''.