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    Sindaco di Riace apre le porte ai profughi della Libia

     

     

    Sindaco di Riace apre le porte ai profughi della Libia. Immigrata "Li c'è il caos"

    23 feb 11 ''Siamo pronti e disponibili ancora una volta a dare il nostro contributo davanti al rischio di un nuovo esodo di esseri umani in fuga dalla guerra e dalla miseria''. Domenico Lucano, sindaco di Riace, il centro della Locride in cui sono stati accolti negli ultimi anni centinaia di immigrati, in una dichiarazione , esprime la volonta' di non tirarsi indietro di fronte all'emergenza di un possibile arrivo in Italia di migliaia di profughi provenienti dalla Libia. Sono decine le famiglie di immigrati di varie etnie approdati negli anni sulle coste italiane a bordo delle carrette del mare che hanno trovato una casa ed un lavoro nel centro storico di Riace, raccontato anche in un film di Wim Wenders. ''Come possiamo dire di no - aggiunge il sindaco Lucano - davanti ad una richiesta di aiuto da parte di essere umani che cercano di affrancarsi dalla fame, dalla miseria e, in questo, caso dalle violenze inaudite''. ''Bisogna dire, pero' - afferma ancora Lucano - che i fatti che stanno accadendo in Libia non sono altro che gli effetti collaterali che si pagano a politiche mirate a fare accordi commerciali con chi, come noi sappiamo, per i racconti appresi da molti nostri ospiti, faceva vivere i migranti provenienti dal Corno d'Africa, in attesa di imbarcarsi per la Sicilia, in condizioni inumane, con le donne costrette a prostituirsi''

    Immigrata: li c'e' il caos. ''Ho sentito al cellulare mio marito Daniel che vive in un quartiere di Tripoli e mi ha detto che li' c'e' un caos totale e tanti cadaveri per la strada. Non si puo' uscire dalle case, manca l'acqua, comincia a scarseggiare il cibo e la corrente c'e' a fasi alterne''. Elen, eritrea, e' una delle donne approdate a Riace, in Calabria, da qualche anno dopo avere lasciato il proprio Paese, attraversato il Sudan, e raggiunto la Libia da dove si e' imbarcata per l'Italia. ''Daniel mi ha detto - aggiunge in un italiano stentato - che ci sono morti per le strade e la situazione e' davvero molto difficile. Lui sta chiuso in casa ma la cosa non potra' andare avanti per molto''. ''Da mio marito che ho conosciuto in Sudan dove lui era arrivato qualche tempo prima di me - continua Elen - mi sono dovuta forzatamente separare proprio in Libia dove siamo arrivati assieme. Sono riuscita a imbarcarmi solo io mentre lui e' stato fermato dalla polizia e si e' adattato a lavorare come meccanico. Da tempo, pero', Daniel aveva manifestato l'intenzione di venire in Italia e per questo qui stavo facendo le pratiche per il ricongiungimento. Adesso non so cosa succedera'. Laggiu' la vita e' diventata impossibile''

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