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    Truffa alla 488, azienda confiscata dalla Finanza nel lametino: 13 denunce

     

     

    Truffa alla 488, azienda confiscata dalla Finanza nel lametino: 13 denunce

    18 feb 11 Il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Catanzaro, al termine di una complessa ed articolata attivita' di indagine nel settore del contrasto alle frodi al bilancio nazionale ed all'Unione Europea, ha sequestrato un imponente complesso aziendale che avrebbe dovuto realizzare, sul territorio lametino, sofisticate apparecchiature elettromedicali, fra cui elettrobisturi. Le indagini, coordinate dalla procura della Repubblica di Lamezia Terme, avrebbero individuato un disegno criminale finalizzato a percepire indebitamente ingenti finanziamenti pubblici, per un importo complessivo di oltre sette milioni di euro, da parte della "Sifo Hospital s.r.l.", titolare dell'opificio sequestrato, e di altre societa' collegate, tutte riconducibili alle stesse persone fisiche individuate e denunciate dai finanzieri. A conclusione delle indagini, sono state denunciate 13 persone , responsabili, a vario titolo, dei reati di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso ideologico e materiale, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e, infine, bancarotta fraudolenta poiche', nel frattempo, la "Sifo Hospital s.r.l." e' fallita in circostanze giudicate sospette. sono stati anche segnalati 2 soggetti giuridici, ritenuti responsabili degli illeciti previsti. Grazie all'intervento delle Fiamme Gialle e dell'autorita' giudiziaria, degli oltre sette milioni richiesti ne sono stati erogati effettivamente 2.265.479,62 euro. Gli indebiti finanziamenti richiesti appartengono a diverse tipologie (patti territoriali del lametino, legge 488/92 settore industria e settore ambiente, legge "Sabatini" ed agevolazioni per l'imprenditoria giovanile), tutte tese, in sostanza, alla realizzazione di importanti interventi strutturali finalizzati allo sviluppo socio-economico dell'area territoriale lametina. Gli artefici della frode, per cercare di distogliere l'attenzione degli organi di controllo, avrebbero inoltrato a diversi enti erogatori numerose richieste di differenti tipologie di fondi pubblici, cercando di ottenere, di volta in volta, importi non particolarmente elevati al fine di non destare sospetti. La metodologia criminosa adottata si basava su un sofisticato meccanismo di frode, ideato e posto in essere dai responsabili della societa' beneficiaria dei contributi, imperniato sulla predisposizione didocumentazione non veritiera. Tramite l'intervento di fornitori compiacenti e' stato creato ad arte un vorticoso "giro" di fatturazioni per operazioni completamente o parzialmente inesistenti, accompagnato da fittizie movimentazioni bancarie, finalizzato all'unico scopo di creare, di fronte agli enti erogatori, una platea di costi inesistenti, da ripianare attingendo ai contributi pubblici. Sarebbe stata anche accertata la copiosa utilizzazione della tecnica criminale del fittizio apporto di "mezzi propri", inutilmente camuffato con una serie di transazioni commerciali e movimentazioni bancarie apparentemente del tutto regolari. Peraltro, - sottolineano i finanzieri - l'opificio sequestrato non ha mai prodotto effettivamente le complesse attrezzature elettromedicali per le quali era stato progettato, essendosi "imitato ad eseguire effettivamente e saltuariamente, come emerso dalle indagini, semplici lavori di assemblaggio di mobilia varia (in particolare, sedie per ufficio) ovvero di carpenteria metallica. La procura della Repubblica ha chiestoe ottenuto dal g.i.p. l'emissione del provvedimento di sequestro preventivo dell'opificio di proprieta' della "Sifo Hospital s.r.l." e dei beni dei principali artefici della ingente truffa, fino alla concorrenza di 2.265.479,62 euro, esattamente pari all'importo complessivo dei contributi pubblici indebitamente ottenuti

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