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    Processo Why-Not: dipendente lavorava in segreteria partito

     

     

    Processo Why-Not: dipendente lavorava in segreteria partito. Le accuse di Tursi Prato su intrecci con la politica

    14 feb 11 Era stato assunto da Obiettivo Lavoro per lavorare in uno dei progetti finanziati dalla Regione Calabria, ma poi, in realta', svolgeva le sue mansioni nella segreteria provinciale dei Democratici di Sinistra di Catanzaro. E' questo in sintesi il racconto fatto da Giuseppe Portafoglio sentito stamani nel processo Why Not sui presunti illeciti nella gestione dei fondi pubblici. Nel processo, in corso dinanzi ai giudici del tribunale di Catanzaro, sono imputate 27 persone, tra le quali ex assessori ed ex consiglieri regionali. ''Ero disoccupato - ha raccontato Portafoglio - e mi sono rivolto all'agenzia interinale Obiettivo Lavoro per trovare un'occupazione. Per cercare di velocizzare la pratica mi sono poi rivolto all'allora consigliere regionale dei Ds Franco Amendola, chiedendogli se poteva interessarsi della mia vicenda. Dopo qualche giorno fui chiamato dalla Why Not ed ebbi un contratto per cinque mesi come consulente. Ma in realta' io svolgevo le mie mansioni nella segreteria provinciale dei Ds di Catanzaro''. Il testimone ha poi aggiunto che ''quando Franco Amendola divenne parlamentare, ho smesso di lavorare per Why Not e entrai sono entrato nella segreteria dell'onorevole''. Nel corso dell'udienza del processo e' stato sentito anche il maresciallo della Guardia di finanza Maurizio Gallo, il quale ha raccontato le indagini svolte sui progetti finanziati dalla Regione Calabria e svolti dal Consorzio Brutium. ''Abbiamo acquisito - ha detto Gallo - una serie di documenti del Consorzio Brutium e della Why Not. Ci rendemmo subito conto che in concreto il personale assunto dalla Why Not era gestito direttamente dai dipartimenti della Regione. Addirittura la Why Not chiese ai suoi dipendenti di realizzare un report nel quale spiegavano l'attivita' che concretamente svolgevano presso la Regione''

    Gli intrecci con la politica: I rapporti trasversali tra l'imprenditore Antonio Saladino, ex presidente della Compagnia delle opere della Calabria, e alcuni esponenti politici calabresi del centrodestra e del centrosinistra sono stati descritti da uno dei principali testi d'accusa nel processo Why Not, Giuseppe Tursi Prato, ex consigliere regionale della Calabria dal 1990 al 1995. Tursi Prato, condannato in via definitiva a sei anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione, fu sentito nell'ottobre del 2007 dall'ex pm di Catanzaro ed attuale europarlamentare dell'Idv, Luigi De Magistris, nel corso delle indagini preliminari. Per circa due ore il testimone, rispondendo alle domande dell'accusa e della difesa, ha ricostruito i rapporti tra Saladino, principale indagato dell'inchiesta Why Not, ed alcuni esponenti politici regionali. Tursi Prato conobbe Saladino nel 1991 e da lui ''ho appreso - ha detto durante la deposizione - il sistema che riguardava il lavoro interinale in Calabria''. ''Dopo l'approvazione della legge regionale sul lavoro interinale - ha aggiunto Tursi Prato - vennero concordati i progetti, i costi ed il personale da assumere. Si era creato una sorta di sistema a rete ed ogni assessore regionale, sia nella giunta presieduta da Chiaravalloti che in quella di Loiero, aveva il suo progetto e le sue persone da sistemare. Quello che emergeva era uno spaccato di trasversalismo tra esponenti del centrodestra e del centrosinistra''. Il teste dell'accusa ha poi ricordato anche l'impegno di Saladino in occasione della campagne elettorale per le regionali del 2005. ''Saladino decise di appoggiare Loiero - ha proseguito - nonostante la Compagnia delle Opere fosse schierata con il centrodestra. Secondo Saladino, Sergio Abramo, candidato del centrodestra, non avrebbe vinto le elezioni e quindi si schiero' con Loiero''. Quando Agazio Loiero divenne Presidente della Regione Calabria ci furono, sempre secondo il teste, dei problemi sui progetti. ''Saladino mi disse - ha ricordato Tursi Prato - che Loiero non voleva rinnovare i progetti della precedente giunta presieduta da Giuseppe Chiaravalloti. Di questa vicenda parlammo durante una cena alla quale c'erano tra gli altri, Saladino e l'allora vice presidente della Regione, Nicola Adamo''

    "Sul lavoro interinale - materia di cui si occupa Saladino, aggiunse poi Tursi Prato - e' concentrata la massima attivita', essendo un settore molto utile e redditizio. Utile perche' gli consente di avere in mano la gestione di grossi flussi finanziari, e attraverso questi flussi economici, puo' creare notevoli posti di lavoro. Il posto di lavoro diventa la forza di contrattazione con il potere politico ed istituzionale". Cosi', secondo Tursi Prato, Saladino avrebbe avuto rapporti "d'interesse" col presidente della Regione Calabria di turno, passando dalla destra, con Chiaravalloti, alla sinistra, quando arrivo' Loiero (sia Chiaravalloti che Loiero sono stati assolti da ogni accusa a loro carico, il 2 marzo scorso, al termine dei giudizi abbreviati, ed ora la Procura ha proposto appello). Ma Tursi Prato, rispondendo alle domande dei sostituti procuratori generali Massimo Lia ed Eugenio Facciolla, ha parlato anche dei rapporti di Saladino con altri politici dei due schieramenti, come Franco Morelli e Pino Gentile, o Nicola Adamo e Mario Pirillo (per Gentile e Pirillo e' gia' intervenuto il proscioglimento totale da ogni contestazione). In mattinata erano stati sentiti altri testi, militari della Guardia di finanza che svolsero le indagini, e due ex dipendenti della "Why not", uno dei quali, Giuseppe Portafoglio, ha raccontato di essersi rivolto al consigliere regionale dei Ds Franco Amendola quando cercava lavoro, e poi di essere stato assunto come consulente alla Why not per cinque mesi ma di aver di fatto lavorato nella segreteria provinciale dei Ds di Catanzaro. Il processo, in cui la Regione Calabria e Fincalabra sono costituite parte civile, e' stato aggiornato al 4 marzo.

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