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    Omicidio Greco ad Acri, in appello sentenza ridotta a 15 anni a De Maddis

     

     

    Omicidio Greco ad Acri, in appello sentenza ridotta a 15 anni a De Maddis

    19 apr 11 Si è concluso davanti la Corte di Assise di Appello di Catanzaro il processo di II Grado a carico di De Maddis Camillo Antonio, difeso dall'avv. Vincenzo Adamo, imputato del reato di omicidio volontario aggravato per avere, unitamente a tal Gaccione Pasquale, giudicato con separato giudizio, provocato la morte di Greco Fabrizio di Acri la notte del 28/03/2008. La Corte di Assise di Appello di Catanzaro (Pres. dott. Cosentino, a latere dott. Petrini), in accoglimento della tesi difensiva sostenuta dall'avv. Vincenzo Adamo, ha riformato la sentenza di I Grado, che aveva condannato il De Maddis alla pena massima prevista, in quanto giudicato con il rito abbreviato, di 30 anni di reclusione, concedendo a quest'ultimo le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti contestate, e rideterminando la pena a 15 anni di reclusione. Il De Maddis ebbe a confessare la responsabilità dell'omicidio sin dalle prime battute dell'indagine compiuta dai Carabinieri di Acri e la sua condotta fu oggetto di un accurato accertamento peritale compiuto in I Grado per accertare la piena capacità di intendere e volere dell'imputato al momento del fatto. Il GUP presso il Tribunale di Cosenza, all'esito dell'esame del perito e dei consulenti della difesa e della Pubblica Accusa, pronunziò una sentenza che escluse la parziale infermità mentale condannando il De Maddis alla massima pena prevista, 30 anni di reclusione. Dopo la decisione dei Giudici di II Grado l'avv. Vincenzo Adamo ha rilasciato la seguente dichiarazione "la Corte di Assise di Appello di Cartanzaro, con una valutazione di alto profilo e sensibilità giuridica, ha valutato con la dovuta attenzione, essendo acclarata la responsabilità, la personalità dell'imputato, la sua storia di disagio familiare, lo stato emotivo ed emozionale al momento del fatto unitamente alla incensuratezza ed all' età (aveva 18 anni e 6 mesi al momento dell'insano gesto). La pena così sensibilmente ridotta è il frutto della concessione delle attenuanti generiche, ritenute equivalemti alle aggravanti contestate, nonchè alla diminuizione di un terzo dovuta per la scelta del giudizio abbreviato. Non si può essere soddisfatti quando si celebrano processi del genere, c'è solo da sottolineare l'assoluto scrupolo attraverso il quale questa sentenza tenta di applicare, concretamente, la finalità rieducativa della pena, lasciando margini di speranza al recupero di un giovane che al momento del tragico episodio era avvinto da innumerevoli problemi esistenziali".

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