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Successo delle aziende cosentine al Vinitaly
Successo delle aziende cosentine al Vinitaly 13 apr 11 Più di 4.000 espositori da ventitré Paesi su oltre 92.000 metri quadrati espositivi che con Sol, Agrifood ed Enolitech rappresenta un poker di manifestazioni unico al mondo. Oltre 156.000 visitatori, dei quali 48.000 esteri (+3% esteri sul 2010). Trentatremila buyer e operatori stranieri provenienti da tutti i continenti. Migliaia di giornalisti, italiani e stranieri, accreditati, plotoni di troupe televisive. Il 45° Vinitaly ha chiuso confermandosi la più grande fiera del mondo per il business e la cultura del vino. Anche quest’anno, un’assemblea plenaria degli operatori e degli appassionati del nettare di Bacco, il Vinitaly, ma anche una passerella d’eccezione per i nostri vini. Da tempo ormai, si beve, infatti (e, sempre più spesso, molto bene) anche cosentino. Vantiamo rossi importanti, da invecchiamento e da degustazioni impegnative. E possiamo essere orgogliosi anche noi -ed era ora- di bianchi freschi e leggeri e altri vini lievi, giovani e moderni di ottima qualità. Contiamo grandi vini da meditazione come il Moscato di Saracena e altri passiti e, persino, qualche rosso giovane da portare alla temperatura giusta per felici abbinamenti col pesce. Vini buoni, insomma, a volte davvero buonissimi ma …dobbiamo farlo sapere. Il Vinitaly, giunto al traguardo della quarantacinquesima edizione, è considerato da Giuseppe Gaglioti, presidente della Camera di Commercio di Cosenza “la ribalta ideale, consacrata dai più grandi produttori di tutti i continenti, per i vini cosentini”. Con più di 2000 giornalisti accreditati, oltre 500 dei quali esteri, di cinquanta Paesi, la kermesse di VeronaFiere, oltre ad importante evento commerciale e culturale è un grande festival dei mass media con occhi, taccuini, telecamere e obiettivi puntati sui vini. I vini del nostro territorio stanno per ottenere la denominazione DOP TERRE DI COSENZA e si inteso perciò cogliere in pieno un’occasione propizia come il Vinitaly per farli degustare e apprezzare e per lanciare, senza complessi, la sfida del gusto e dell’eccellenza del “made in Cosenza”. E non basta. La vetrina non riguarda solo il settore enologico e l’agricoltura in genere. Sempre di più, comunicare il vino significa parlare di aree geografiche, e quindi di panorami, profumi, frutti, tradizioni, cultura, e d’altro ancora. Il vino, non solo l’enoturismo in senso stretto (che pure conta già in Italia otto milioni di presenze e sposta ogni anno flussi sempre più significativi), si è dimostrato “fattore trainante” di un territorio, leva efficace per promuovere la stessa gastronomia locale - o prodotti “gemelli”, pensiamo all’olio-, capace di decretare il definitivo lancio di una provincia. Ecco, quindi, che l’ente camerale cosentino non s’è limitato a portare in Fiera le eccellenze enologiche di quattordici selezionate aziende vitivinicole. I successi e le sicure promesse della “Cantina Cosenza” sono stati accompagnati a Verona da una galleria di fragranti extravergini, da conserve alimentari, tipicità dolciarie, golosità ai fichi, al cedro e alla liquirizia, dalla “dispensa Cosenza”, insomma, con le sue eccellenze più ghiotte e genuine. Le cantine Donnici ’99, Chimento, Colacino, De Caro, Feudo dei Sanseverino, Gallicchio, I Greco, Poderi Marini, Re Alarico, Serracavallo, Tenuta del Castello, Terre del Gufo, Terre Nobili e Viola hanno esposto le migliori produzioni e presentato in anteprima le più recenti prove delle loro capacità e le ultime produzioni messe in bottiglia. La presenza cosentina alla rassegna scaligera non è stata, però, una vetrina statica. Tutt’altro. “L’enogastronomia della nostra provincia – spiega Giuseppe Gaglioti – ha trovato a Verona una passerella d’eccezione. Ma è stata una presenza più che mai dinamica. Si sono susseguite, infatti, decine di appuntamenti ed eventi per far scoprire identità, diversità, tipicità e qualità enogastronomiche delle terre cosentine.” Per loro le ventotto aziende cosentine della “Missione Vinitaly”, s’è svolto un programma fitto, messo a punto in collaborazione con l’AIS-Calabria che ha proposto degustazioni, banchi d'assaggio, approfondimenti, confronti e talk-show con esperti e giornalisti del settore, mentre il team dell’Ente camerale ha promosso incontri e “test and buy”, accuratamente preparati con specialisti e buyers stranieri. Tanto per intenderci, segnaliamo appuntamenti-clou, quali il debutto, in anteprima, della nuova Denominazione Terre di Cosenza, “Terre di Cosenza? Yes, we taste it” condotto giovedì 7 aprile (in italiano e in inglese) dalla giornalista enogastronomica Antonella Millarte con Mayumi Nakagawara, giornalista e sommelier, collaboratrice di Winart. L’indomani è stata la volta del talk-show “SuperBianchi & Rosa shocking” con Fabio Turchetti (titolare della rubrica “Il Vino” de Il Messaggero) e Luciano Pignataro (giornalista, “LucianoPignataroWineBlog”, Guida dei vini Slow-food). Per concludere, sabato 9, con Davide Paolini (“Il Gastronauta” Radio24- Il Sole 24ore) e Massimo Lanza (Guida dei vini d’Italia del Gambero Rosso) che hanno condotto “I migliori Rossi delle nostre viti”, degustando e conversando intorno a cinque vini rossi. «Tutti lasciamo il Vinitaly del 2011 soddisfatti» - dice il presidente della Camera di Commercio di Cosenza, Giuseppe Gaglioti. «Abbiamo avuto quest’anno una manifestazione estremamente brillante – aggiunge – che ha dato a tutti notevoli possibilità di contatti, anche alle aziende meno dimensionate. Tocca ora alle imprese cogliere le opportunità che questa fiera ha dato, ma c’è comunque l’impegno dell’ente camerale ad andare ancora avanti ed essere ancor meglio e ancora di più strumento efficiente ed efficace al servizio delle imprese, braccio operativo specialistico nella promozione». © RIPRODUZIONE RISERVATA Cerca con nell'intero giornale: -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca e Attualità "
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