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    Faida San Luca, latitante tra i 100 piu' pericolosi arrestato ad Africo

     

     

    Faida San Luca, latitante tra i 100 piu' pericolosi arrestato ad Africo

    07 apr 11 Santoro Favasuli, 37 anni, inserito nell'elenco dei cento latitanti piu' pericolosi, e' stato arrestato dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria ad Africo, dopo una lunga latitanza. Deve scontare una pena a 30 anni di reclusione definitivi per l'omicidio di Antonio Giorgi, avvenuto alla vigilia di Ognissanti nel 2005. Uno degli episodi che causarono la ripresa della faida di San Luca, sfociata nell'agosto del 2007 nella sanguinosa strage di Duisburg. Nella faida sono contrapposti ormai da 20 anni il gruppo dei Nirta-Strangio e quello dei Pelle-Vottari-Romeo. La guerra a San Luca, piccolo centro della Locride che diede i natali a Corrado Alvaro, uno dei piu' grandi scrittori del Novecento italiano, comincia nel 1991. E' Carnevale. A innescare quella folle furia omicida che negli anni a venire avrebbe provocato decine di vittime e' uno scherzo mal riuscito: un banale lancio di uova tra due gruppi di ragazzi nella piazza del paesino dell'Aspromonte. Dal lancio di uova alla rissa il passo fu breve. E la rissa fini' in tragedia: il 14 febbraio del 1991 scatto' l'agguato, che fece due morti e due feriti. A perdere la vita furono Francesco Strangio, 20 anni, e Domenico Nirta, 19. Giovanni Luca Nirta e il fratello Sebastiano, invece, pure colpiti, riuscirono a sopravvivere. Da allora ogni anno ha portato le sue vittime, e da San Luca, che resta uno snodo centrale per i traffici di droga, sono stati in tanti a scappare. Il nome di Favasuli era inserito nell'elenco dei cento più pericolosi latitanti italiani.

    Aveva un bunker in casa, in cui ha tentato inutilmente di nascondersi, Santoro Favasuli, il latitante affiliato alle cosche di 'ndrangheta di San Luca arrestato dalla polizia ad Africo Nuovo. Il questore di Reggio Calabria, Carmelo Casabona, ed il dirigente della Squadra mobile, Renato Cortese, hanno riferito che Favasuli contava sulle protezione della moglie e di altri parenti che vivevano con lui e che gli segnalavano eventuali interventi di poliziotti o carabinieri. Ai due ingressi della sua abitazione, inoltre, il latitante aveva fatto piazzare due microtelecamere che gli consentivano di prevenire qualsiasi tentativo di controllo. Al rifugio, di 1,5 metri, si accedeva spostando un mobile in cucina. A nulla sono servite stavolta le precauzioni prese da Favasuli per non essere scovato, disarmato, non ha opposto alcuna resistenza facendo i complimenti agli agenti che sono riusciti a catturarlo. 'Molti africoti subito dopo l'arresto si sono radunati davanti all'abitazione di Favasuli. C'e' stato qualche momento di tensione ma poi tutto si è calmato', ha raccontato il dirigente del commissariato di Siderno, Stefano Dodaro. Negli ultimi anni, ha riferito il questore, sono stati arrestati 31 latitanti nel reggino.

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