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    Mons. Bonanno s'insedia nella diocesi San Marco-Scalea

     

     

    Mons. Bonanno s'insedia nella diocesi San Marco-Scalea

    03 apr 11 In una grande manifestazione di popolo Monsignor Leonardo Bonanno, per i tanti che lo hanno conosciuto come parroco, "Don Nardino", ha preso possesso della Cattedra della Diocesi di San Marco Argentano Scalea. Accompagnato da due ali festanti di folla il neo vescovo ha fatto ingresso in Catterdale dove, alla presenza di Mons. Salvatore Nunnari, Arcivescovo di Cosenza Bisignano, Mons. Bonanno si e' insediato ufficialmente. L'arrivo nella piccola chiesa dello Scalo e poi su nella Cattederale nel centro storico dei Normanni. A far da cornice i 32 sindaci del comprensorio e tante associazioni e delegazioni delle parrocchie che sono venuti sino a San Marco per salutarlo. Al saluto in piazza del sindaco di San Marco Argentano, Termine, e del Sindaco di Scalea, Basile, la consegna della croce pastorale in oro realizzata da Gerardo Sacco. Poi in Duomo durante la concelebrazione con 150 sacerdoti la lettura della bolla papale che lo nomina Vescovo. "Umile e semplice, prudente e coraggioso" il solco che traccia durante l'omelia per il suo vescovato nel gremitissimo duomo. Fuori tanta gente ma per fortuna c'era alelstito uno schermo gigante sui cui sono passate le immagini della manifestazione. Al termine della funzione in corteo Mons. Bonanno ha voluto salutare la tantissima folla presente.

    Di seguito la Bolla Papale, l'omelia del neo Vescovo, il saluto di Mons. Cono e il saluto dei sindaci di San Marco Argentano e Scalea.

    La Bolla Papale:

    Benedetto Vescovo Servo dei servi di Dio
    al diletto Figlio Leonardo Bonanno, del clero della Sede Metropolitana di Cosenza-Bisignano ed ivi fino a questo momento Vicario Generale e Moderatore della Curia e parimenti Giudice del Tribunale Ecclesiastico Regionale della Calabria, eletto Vescovo di San Marco Argentano-Scalea, salute ed Apostolica Benedizione. Le parole di Nostro Signore, con le quali Egli stesso al beato Pietro presso le rive del lago di Tiberiade affidò il Suo gregge, ogni giorno Ci spingono ad aver cura con grande sollecitudine del bene del gregge del Signore. Dovendosi pertanto provvedere alla Chiesa Cattedrale di San Marco Argentano-Scalea, vacante dopo la rinunzia del Venerabile Fratello Domenico Crusco, ascoltato il parere della Congregazione per i Vescovi, Ci sembra che si faccia ottima cosa se affidiamo la guida della stessa a te, diletto Figlio, fornito di comprovate doti ed esperto delle realtà pastorali. Orbene per la suprema Apostolica Autorità nominiamo te Vescovo di San Marco Argentano-Scalea con i diritti e le obbligazioni. Permettiamo che tu riceva l’ordinazione fuori della città di Roma da qualsiasi Vescovo Cattolico, osservate le leggi liturgiche e dopo aver premesso la professione della Fede cattolica e il giuramento di fedeltà verso Noi e i Nostri Successori secondo i sacri canoni e la consuetudine. Ordiniamo inoltre che queste Lettere vengano a conoscenza del clero e del popolo tuo; esortandoli ad accoglierti volentieri e a rimanere uniti con te. Per te infine, diletto Figlio, invochiamo i doni dello Spirito Paraclito, dai quali sostenuto possa annunziare, ai fedeli affidati alla tua cura, con le parole e maggiormente col persuadente linguaggio dell’esempio, il Vangelo di Gesù Cristo, particolare scuola di verità e di sapienza, di santità e di amore, di giustizia, di libertà e di pace. La Beata Vergine Maria assista benigna anche te e codesta comunità ecclesiale. Dato a Roma, presso San Pietro, il giorno sette del mese di gennaio dell’anno del Signore duemila undici, sesto del Nostro Pontificato.
    Benedetto XVI

    Omelia Mons. Bonanno:

    “Rallegrati, Chiesa di San Marco Argentano – Scalea e voi tutti che la amate”.
    Carissimi,
    parafrasando le parole di Isaia richiamate nell’antifona di ingresso di questa quarta domenica di Quaresima, desidero cogliere il significato del mio primo saluto per la nostra santa assemblea, convinti che la Parola del Signore dà senso ad ogni evento della nostra vita Dando inizio, pertanto, al mio ministero episcopale nella diletta Chiesa di San Marco Argentano – Scalea, desidero ripetere a ciascuno di voi il mio saluto “come fratello nel Signore”, così come mi sono presentato il giorno della mia elezione, davanti al padre Arcivescovo Salvatore Nunnari, che la Santa Sede ha posto come Metropolita della provincia ecclesiastica cosentina, una qualifica affatto pleonastica, perché capace di immetterci tra i diversi gradi della gerarchia ecclesiale, depositaria di carismi e di grazie, prima che di vigilanza e di attività di governo, riconoscendo pertanto al Metropolita il ruolo di “Presidenza della Carità”, secondo la nota espressione dei Padri della Chiesa. Rinnovo a Lei, Eccellenza, i sentimenti di devoto ossequio quale Padre e Pastore della Chiesa cosentino - bisignanese, la mia Chiesa Madre, il cui volto pur segnato da rughe e stanchezza, rimane sempre intimamente caro. Un grazie particolare ancora a Lei per avermi voluto accompagnare in questa sede episcopale quale ulteriore segno di stima e di affetto per me. Così ancora una volta da qui al presbiterio cosentino della mia Chiesa Madre, rinnovo la mia cordiale e fraterna amicizia. Devotamente saluto S.E. Domenico Crusco, da oggi Vescovo emerito di questa Chiesa particolare insieme con la gratitudine, che si fa preghiera al Signore per i tanti meriti acquisiti presso di Lui e nella Comunità diocesena, nel corso dei 12 anni di ministero episcopale vissuti a San Marco ed anche per quelli trascorsi nella Chiesa di Oppido – Palmi. Questi miei sentimenti valgano anche per il caro Mons. Augusto Lauro, che durante il suo servizio episcopale in San Marco – Scalea ha lasciato segni indelebili di amabilità, umiltà e zelo apostolico, qualità già conosciute a Cosenza, da quando era assistente diocesano di Azione Cattolica fino a quando ha ricoperto l’ufficio di Vicario generale dell’Arcidiocesi. A voi, presbiteri diocesani, a voi religiosi e religiose, diaconi e seminaristi, desidero rivolgere l’espressione del mio affetto più sincero, che vi raggiunga nelle vostre famiglie di origine e nelle comunità dei fedeli, presso le quali prestate la vostra opera pastorale; mi preme salutare con particolare riguardo il Collegio dei Consultori, il Capitolo Cattedrale, i componenti dei diversi organismi di partecipazione ecclesiale che collaborano per una pastorale organica. Credo che ora un po’ tutti vi domandiate quale sarà il programma o piano pastorale che da nuovo Vescovo desidero proporre alla Chiesa sammarchese. Intendo rispondere con le parole del Papa Giovanni Paolo II nella sua Lettera Apostolica “ Novo Millennio Ineunte”: “ Non si tratta di inventare un nuovo programma. Il programma c’è già: è quello di sempre, raccolto dal Vangelo e dalla viva tradizione. Esso si incentra, in ultima analisi in Cristo stesso, da conoscere, amare, imitare…” (n° 29). Il termine “piano” è andato perdendo valore nel corso di questi ultimi decenni per far emergere la peculiarità delle persone, delle forme organizzative, anche se permane l’esigenza di coordinare l’azione pastorale in una Chiesa particolare. Alla proposta dell’uniformità, per esempio, bisogna sostituire la strategia pastorale della convergenza e cioè: individuare alcune istanze di fondo, presentare alcune mete essenziali, verso le quali orientare il cammino di tutti. Seguendo gli Orientamenti Pastorali dei Vescovi Italiani per il prossimo decennio si dovrà dare particolare attenzione all’emergenza educativa, educando, in primo luogo, alla vita buona del Vangelo, che significa farsi discepoli del Signore Gesù, il Maestro che non cessa di educare ad una umanità nuova e piena. Vogliamo insieme augurarci che le nostre comunità divengano sempre più luoghi fecondi di educazione integrale, come i tanti documenti pastorali già elaborati in diocesi indicano, potendo essi dare ancora tanti buoni frutti anche per il futuro. Così “la Regola di Vita” per il nostro presbiterio diocesano rimane un piccolo prezioso sussidio, perché ogni sacerdote possa arricchire al comunione presbiterale. Ma anche per me Vescovo vale aver ben presente un itinerario di vita che qualifichi la mia identità e la mia missione. Mi propongo di essere quello che un mio professore di teologia, oggi novantenne, vorrebbe per il suo alunno Vescovo: ricco di vita interiore; povero di fatto e di spirito; umile e semplice, senza pomposità esterne e vanitosi esibizionismi; vicino ai sacerdoti da incontrare e ascoltare; disponibile al dialogo con tutti; buono, prudente ma coraggioso quando lo richiede il bene delle anime e delle Chiesa (i compromessi feriscono la giustizia e la verità); rispettoso dell’autorità civile e politica, senza però alcuna forma di servilismo; promotore di una pastorale dinamica e rinnovata con buona dose di fantasia. Questo programma breve ma intenso è frutto di saggezza sacerdotale e di grande libertà interiore. A conclusione desidero ringraziare tutte le onorevoli autorità civili e militari di ogni ordine e grado qui convenute, i signori sindaci dei 32 Comuni della diocesi, con un particolare grato pensiero alle forze dell’ordine ed ai gruppi di volontariato che hanno espletato un inappuntabile servizio. I Santi che abbiamo come nostri modelli di vita, l’Evangelista Marco e San Francesco di Paola, nostri patroni, i Martiri argentanesi, il servo di Dio Agostino Castrillo, ci sostengano nel nostro cammino ecclesiale, secondo il cuore di Cristo e con la materna intercessione di Maria. Il Signore vi benedica tutti e vi custodisca nel Suo amore.

    Saluto di Mons. Cono, vicario per la pastorale

    Eccellenza Reverendissima, oggi la Comunità diocesana si ritrova nella Chiesa Cattedrale per lodare e ringraziare il Signore per il dono della Vostra presenza a guida della Diocesi di San Marco Argentano – Scalea. La Chiesa diocesana si è accompagnata a questo incontro, sostenendo con la preghiera la Vostra consacrazione episcopale, ed è stata convocata oggi, ancora nella preghiera, per prepararsi ad accogliervi nella disponibilità dei Figli di Dio che, con maturità, affetto ed entusiasmo colgono nella presenza del Vescovo la serenità per la loro vita spirituale e la gioia di continuare ad operare come Chiesa di Gesù Cristo, in piena comunione con il Vescovo, l’impegno della missione. Nel partecipare al momento di grazia della Vostra Consacrazione Episcopale, abbiamo avuto modo ascoltare con emozione l’intensa omelia del Padre Metropolita che, con una catechesi sentita e ordinata, ci ha introdotto alla preziosità del Vostro ministero episcopale. Inoltre siamo stati incoraggiati a percorre la via della comunione tra le Chiese della Metropolia, richiamando in questo valore, quanto come Chiese di Calabria, è stato celebrato e riflettuto nell’ultimo Convegno Ecclesiale che chiedeva di incarnare maggiormente il valore della Comunione come radice ineludibile per la costruzione della Speranza nella nostra terra di Calabria. La Solenne Liturgia di Consacrazione, ha donato nel Signore, una esperienza visibile di Comunione tra le Chiese di Calabria, per la presenza di tutto l’Episcopato della Regione. Questo appuntamento, nella Chiesa Cattedrale di Cosenza, ci ha permesso di cogliere sul Vostro volto e ancora di più nelle Vostre parole, l’evidente e naturale emozione di chi si prepara ad un passo impegnativo della sua storia di disponibilità alla volontà di Dio, avendo coscienza della fragilità della propria condizione umana. La vocazione di pascere il gregge, cogliendo in questo temine, come destinatari, la nostra comunità diocesana, comporta sempre una maggiore analisi della disponibilità vocazionale e della propria capacità ad amare per come il Signore chiede ai suoi servi fedeli. A questo impegno di servizio, che deriva dal progetto del Signore, come avete fatto altre volte, nel Vostro ministero sacerdotale, avete risposto eccomi. In questa disponibilità totale, gratuita, gioiosa Vi ha guidato certamente la Vostra profonda devozione mariana, ma anche, per come ci avete ricordato, le grandi figure di Vescovi che vi sono state accano nel ministero e alle quali siete stato accanto con la Vostra disponibilità sacerdotale. Al desiderio di incontrarci, nel giorno del Vostro ingresso nella Chiesa di San Marco Argentano - Scalea, come potete vedere, la comunità ha corrisposto con il più grande entusiasmo:
    • Il Presbiterio che ha avuto il privilegio di raccogliersi accanto a Voi già in occasione della Vostra Consacrazione, ed ha vissuto un momento di grazia e di fraternità con il Confratelli della Chiesa Metropolitana di Cosenza – Bisignano, alcuni dei quali anche questa sera hanno voluto condividere con Voi la gioia di questo appuntanto;
    • Le comunità di Vita Consacrata, che affettuosamente accompagnano e sostengono, con la loro preghiera e i diversi carismi pastorali che li caratterizzano, la vita diocesana, dando maggiore forza all’azione evangelizzatrice di questa Chiesa;
    • Le Istituzioni Civili e Militari che con abnegazione sostengono, nella diversità dei ruoli, strumenti e finalità, la realizzazione del bene comune, e operando in piena sinergia concorrono a far vivere nella serenità la vita sociale della comunità compresa nel territorio della Diocesi;
    • I Laici, con la presenza delle Aggregazioni ecclesiali, ma anche e soprattutto con la semplicità dei cuori di tanti battezzati, persone semplici e buone, che si aprono alla speranza nuova che il dono dello Spirito ha pensato per la serenità della vita spirituale e per affrontare con la Vostra guida le difficoltà piccole e grandi che si accompagnano, alla loro testimonianza ecclesiale, nella vita di ogni giorno. La Comunità diocesana qui raccolta si incontra per esprimere a Voi Ecc.za Rev.ma Mons. Bonanno, la gioia di poter camminare insieme, per trasmettervi in un abbraccio vero e filiale la possibilità di poter camminare a lungo insieme, ma soprattutto per dirvi , con un sincero anelito del cuore, la piena disponibilità ad operare nell’amore verso il Signore, nella disponibilità alla Chiesa, nella docilità al Pastore che il Signore, nel Suo amore misericordioso, ha voluto donarci. Vi viene affidata una comunità antica e nuova nello stesso tempo, come ci è stato ricordato Voi siete il terzo Pastore della ricomposta Diocesi di San Marco Argentano – Scalea (Quo aptius, 1979), che racchiude al suo interno, come in uno scrigno, una ricca e variegata esperienza spirituale formata dalle tante anime che la compongono. Comunità di tradizione Paleocristiana, di tradizione Longobarda, di tradizione Normanna, senza voler trascurare la ricca spiritualità della diocesi di Bisignano che per tanto tempo si è accompagnata in fraternità nell’unica Diocesi di San Marco e Bisignano. Queste molteplici e diversificate articolazioni territoriali hanno arricchito la nostra Diocesi di memorie spirituali orientali e latine. Alla nostra Chiesa diocesana appartengono come un bene fondante le tradizioni spirituali del Patrono San Marco Evangelista, dei Martiri Argentanesi, di San Nicola titolare della Chiesa Cattedrale, del Martire San Daniele di Belvedere, di San Ciriaco Abate in Buonvicino e di San Francesco di Paola, del quale ricorre oggi la memoria liturgica, e che nella sua infanzia soggiornò nella nostra città, da noi venerato quale Compatrono della Diocesi. La preoccupazione che ha accompagnato il lavoro pastorale dei Vostri predecessori, si è caratterizzato per lo sforzo educativo orientato a farci camminare come unica Chiesa nelle diverse comunità parrocchiali che la compongono. Tutt’oggi il riferimento normativo, orientato a valorizzare in chiave educativa e canonica il ricco substrato ecclesiale della nostra terra nella dinamica della Nuova Evangelizzazione, sono gli atti e le norme del Sinodo diocesano (1988/1995), frutto del lungo lavoro portato avanti sotto il ministero di Mons. Lauro. Il suo Magistero ha ridisegnato il tessuto ecclesiale e territoriale della nuova Diocesi, armonizzando il lavoro degli Uffici, delle aggregazioni, uniformando gli itinerari formativi, impostando e orientando tutto lo sforzo formativo alla ricomposizione delle diverse anime della nuova diocesi in una unica comunità. Nel suo zelo pastorale ha avuto sempre al centro dell’attenzione la Comunione, questo valore è stato riflettuto e incarnato mediante gli strumenti progettuali propri della comunità: “… nell’attenzione alla voce del Pastore, nella disponibilità all’ascolto della Parola di Dio, nella condivisione della stessa Mensa Eucaristica” (dal Libro del Sinodo). Mons. Crusco si è adoperato per stabilizzare quanto con il Sinodo diocesano era stato pianificato e impostato, orientando fortemente lo sforzo pastorale in chiave missionaria. La vera novità progettuale, sotto alcuni aspetti, è stata rappresentata dalla volontà di elaborare insieme il cammino da percorrere. Conseguentemente si è lavorato attraverso piani pastorali triennali, rispettando quanto veniva proposto dalla Chiesa italiana negli orientamenti “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”. La Chiesa particolare che vi è stata affidata, è una piccola diocesi e, anche se ramificata in micro - comunità alcune periferiche, può realmente pensarsi e vivere pastoralmente come unica chiesa; nella comprensione più bella dell’essere chiesa, che è quella di stare insieme, camminare insieme non solo nell’idea progettuale ma anche fisicamente. Perciò lo sforzo costante che in questi anni è stato perseguito con linearità, è stato quello di incarnare nel territorio la proposta formativa ecclesiale, coinvolgendo nell’elaborazione del progetto tutta la comunità, attraverso gli organismi di partecipazione a questo preposti, compresi come soggetto della proposta formativa. Questa dinamica della corresponsabilità, per come viene raccomandata dal Concilio Vaticano II°, è orientata al coinvolgimento dei battezzati nel rispetto della diversità dei ministeri e dei carismi, in tutti gli ambiti della vita ecclesiale: … nella tensione a cogliere e valorizzare la chiesa quale casa e scuola di comunione. Punti qualificanti e caratterizzanti la Vita Pastorale della Chiesa particolare a Voi affidata sono: 1. Prima di tutto il Clero diocesano, giovane, numeroso, sereno da sempre vive con gioia attorno al suo Vescovo in una disponibilità sincera a servire la Chiesa. Qualificante frutto, derivato da una rigorosa impostazione formativa per la crescita del Clero alla quale ci si è dedicati con una attenzione particolare, è stata la formulazione della Regula Vitae per il clero diocesano. Sostenuto dalla preghiera dei giovani mediante il Progetto Tabor, negli anni, sono emerse, insieme a molte esperienze di maturità umane ed ecclesiali, anche molte esperienze di fragilità umana con la conseguente esigenza della valorizzazione della persona e della figura del sacerdote e delle anime consacrate. Il Presbiterio nella sua vita di comunione attorno al proprio Vescovo è stata sempre una presenza capace di costruire speranza, nella matura coscienza di essere totalmente al servizio del Vangelo all’interno della Chiesa. 2. La vita di comunione tra le Parrocchie incarnata nella dinamica delle Unità pastorali. Intese non come riqualificazione canonica del territorio della Diocesi, ma come strutture pastorali che, nell’aggregazione progettuale delle parrocchie limitrofe, orientano ed educano alla comunione ecclesiale e alla sinergia dei carismi, sia le relazioni tra i Presbiteri sia la vita e l’impegno dei Laici. 3. Nell’ambito della formazione dei giovani e degli adulti si è dato particolare valore alla Parola di Dio, operando stabilmente attraverso l’Apostolato Biblico, in questo modo si sono diffuse e stabilizzate, in molte comunità, la prassi della Lectio divina e dei Centri di Ascolto della Parola, da cogliere quali strumenti ordinari di crescita spirituale e di Evangelizzazione. Una particolare attenzione viene dedicata al mondo giovanile e al lavoro ordinario delle Aggregazioni, sostenuto nella spinta propulsiva della Missione Giovani. L’altro valore formativo sul quale si è operato, secondo quanto la Chiesa ci chiedeva per la loro riqualificazione, è stato il rinnovamento degli Itinerari di Catechesi per l’Iniziazione Cristiana in chiave Catecumenale, nei quali viene sottolineata la centralità della Parola di Dio nella vita del Cristiano, il coinvolgimento attivo delle Famiglie e la centralità della Liturgia nella crescita dei fanciulli dei ragazzi e degli adolescenti da far sperimentare attraverso la prassi ordinaria della Mistagogia. Questi valori, che presentiamo all’inizio di questa nuova fase della nostra storia diocesana, sono stati vissuti attorno alla Mensa dell’Eucaristia. Sia dal punto di vista formativo, sia da quello rituale e spirituale, questo dono della presenza del Signore e stato sempre al centro dei momenti più significativi della nostra vita diocesana. Anche questa tappa così importante della vita diocesana la vivremo, con la presenza di Vostra Ecc.za, nelle tre Vicarie che la compongono. Avrà modo così di abbracciare, la comunità diocesana in occasione dei Congressi Eucaristici, nei giorni 8/9/10 aprile. Vivremo così, insieme a Voi e attorno a Voi quanto l’Eucaristia dona e insegna: ringraziare Dio. E’ questo un atteggiamento che nasce dalla coscienza della gratuità con la quale Dio, nella Sua bontà, si accompagna e sostiene da sempre la Chiesa. E’ questo valore dell’amore gratuito di Dio che il Santo Padre Benedetto XVI, nella Caritas in Veritate, sottolinea quando incoraggia alla comprensione della diversità che intercorre tra il vivere la vita comunitaria e il costruire la vita di comunione. Verso dove camminare? Gesù Cristo è il Signore della storia, Lui dona la salvezza ad ogni uomo, Lui è il Maestro, verso di Lui dobbiamo orientare i nostri passi. Con il nuovo piano pastorale per la Chiesa che è in Italia, i nostri Vescovi, ci chiedono di: Educare alla vita buona del Vangelo. Oggi siamo riuniti accanto a Lei, pronti a vivere, seguendo il Vostro esempio e il Vostro insegnamento, la sequela di Cristo. Lui certamente troverà i modi e l’occasione per restituire a tutti l’intimità e la serenità che solo Lui riesce a dare. Ritengo di poter esprimere la disponibilità di tutti a continuare a spendere totalmente se stessi nella gratuità verso coloro che il Signore ci affida. La Vostra presenza è il dono che il Signore ha voluto mettere come guida della nostra Diocesi. Siamo chiamati perciò a vivere insieme ed a trasmettere i valori della vita buona del Vangelo. Ci guiderà a far comprendere l’importanza dell’essere e dell’armonia, a concorrere e a far cogliere in ogni altro, il bene prezioso del quotidiano di Dio vissuto attraverso il fratello da amare e da accompagnare incontro al Cristo. Anche nella nostra diocesi si va articolando e diffondendosi il relativismo etico e morale, soprattutto nelle giovani generazioni. Questo fenomeno determina una lenta e graduale disaffezione al sacro e alle sue forme. Altra manifestazione del relativismo etico è rappresentato dalla disgregazione della famiglia; le separa¬zioni familiari, di fatto o legaliz¬zate, ed i divorzi sfociano di frequente in ricomposizioni di ulteriori nuclei familiari di fatto o in matrimoni civili. Il mondo sociale è percorso dal dramma della disoccupazione e dell’emigrazione dei giovani. Si avverte vivo il bisogno di ripartire in modo sempre nuovo, dando centralità della persona umana, riflettendo il va¬lore che l’uomo ha davanti a Dio, prescindendo dalle cose che fa o possiede. E’ importante intensificare l’attenzione ai linguaggi ed alla mediazione culturale, per far di¬ven¬tare l’annuncio della fede anzitutto comprensibile, non dimenticando la neces¬sità della testimo¬nianza personale e comunitaria per tenere alto il livello della proposta cristiana. Si avverte una viva esigenza che la Chiesa formi ad un vero impegno “politico”, inteso come ser¬vizio ed esercizio della carità verso la società degli uomini, vissuto nella prospettiva della pro¬mozione del bene comune. Il Signore ci chiede di guardare avanti con fiducia. La vela gonfiata dallo Spirito Santo che è presente nel Vostro stemma, lascia presagire, per la Barca sempre in lotta con i marosi della vita, una traversata veloce anche perché è illuminata dalla Stella che è la Vergine Santa, la Vostra presenza quale guida sicura, ci incoraggerà a continuare ad essere, come Comunità cristiana, un vero dono della grazia di Dio per la nostra Diocesi. La certezza che deve accompagnarvi e sostenervi in ordine alla consolazione spirituale e alla gioia ministeriale è che il popolo cristiano, a Voi affidato, è profondamente affezionato alla Chiesa ed esprime con naturalezza e serenità l’appartenenza alla comunità dei credenti. Sarete sostenuto proprio dalla radicata devozione alla Santa Madre di Dio, vissuta in tutte le comunità parrocchiali con i titoli più diversi, e in particolare con il titolo più venerato della Vergine Incoronata del Pettoruto. Verso il Sacro Monte da secoli i nostri battezzati orientano i propri passi cercando conforto nella Vergine Santa, quel conforto che anche noi invochiamo per la Vostra persona e per la Santità del Vostro ministero in mezzo a noi. Possa, la Vergine Maria quale Madre di misericordia, accompagnare sempre il Vostro ministero, con la certezza e la gioia di poter vivere insieme nella pace, la piena disponibilità al progetto di Dio.

    Saluto del Sindaco di San Marco, Termine

    Eccellenza Reverendissima,
    desidero assicurale il benvenuto a nome mio personale, di tutti i Sindaci della Valle dell’Esaro e dell’Alto Tirreno cosentino che hanno accolto con i migliori auspici la sua Nomina a Vescovo di questa diocesi di San Marco Argentano Scalea. Eccellenza, ci tengo a dirle che la gente di questo territorio ha sempre avuto un’alta considerazione del lavoro e della missione del Vescovo. Credo che, nel rispetto delle rispettive competenze, si possa lavorare insieme in vista del bene comune. Sono certo che potrà avere nei sindaci di questo territorio dei validi interlocutori anche per realizzare progetti di comune interesse. Da parte nostra, come vede, troverà sicuramente un clima gioioso e accogliente come è tipico della nostra gente. I sindaci del territorio, per manifestarle questi sentimenti di riconoscenza e gratitudine per avere accolto questa nomina, hanno voluto farle dono di una croce pettorale, creata per l’occasione dal famoso orafo calabrese Gerardo Sacco. Al suo interno è riportato il suo motto episcopale: ECCLESIAM DILIGERE; quattro santi significativi per la nostra diocesi: San Marco Evangelista, Patrono della diocesi; San Francesco di Paola, Compatrono della stessa; San Daniele da Belvedere e San Ciriaco da Buonvicino. Questi santi possano intercedere per lei e per il suo incipiente servizio perché sia ricco di larghe benedizioni. Sono anche a chiederle di starci vicino perché il momento che stiamo vivendo è davvero difficile: la congiuntura economica e finanziaria, le tante situazioni di difficoltà impongono l’idea di dover camminare insieme, sia pure con diversità di compiti. Saperla come nostra guida e sostegno, ci aiuterà a saperci non soli nell’impegno di responsabilità che il popolo ha voluto affidarci. Noi abbiamo lavorato per il cambiamento di questo comune e mentre cerchiamo di dare ad ogni cittadino la possibilità di autodeterminarsi, le chiediamo di non lasciarci soli. Dobbiamo essere noi a risolvere i problemi, ma ci aiuta molto saperla accanto a noi. Le chiediamo di camminarci accanto in uno spirito di sana e fruttuosa collaborazione istituzionale. Eccellenza mi permetta ancora di darle un Benvenuto particolare a nome della cittadina che rappresento. Questo paese, quello di San Marco Argentano, e i suoi abitanti l’accoglieranno sempre in festa, come si deve ad un successore degli apostoli e ad un uomo di Dio. Nella configurazione della nuova diocesi lei costituisce il terzo vescovo e prima di Mons. Crusco lei ha avuto un illustre predecessore, nella persona di Mons. Augusto Lauro. Mons. Lauro che, come primo vescovo della nuova configurazione della diocesi, proveniva sempre dalla stessa Arcidiocesi di Cosenza. Questa cittadina conserva in modo indelebile il ricordo di Mons. Lauro che, come il suo predecessore Mons. Crusco, hanno sempre tenuto l’episcopio aperto. Con entrambi è stato sempre possibile dialogare e costruire insieme. Per i cittadini di san Marco l’episcopio è stata una casa sempre aperta per la speranza e noi così guardiamo al nuovo Pastore che, come Padre spirituale di questo territorio, possa farci sentire la sua voce e il suo sostegno. Sono certo che il suo spirito di servizio e l’attenzione alle difficoltà così come alle risorse della nostra gente ci aiuteranno a stabilire una sempre più proficua collaborazione per tutto il tempo che il buon Dio vorrà donarci. Sappiamo he il suo servizio nella Arcidiocesi Cosentina l’ha visto, tra i numerosi impegni, soprattutto come parroco, inserito nel contesto sociale e civile di quella gente e sono certo che la nostra gente, unitamente alla sua vasta esperienza ci aiuteranno a stabilire una facile intesa. Più di ogni altra cosa però ci tengo a dirle, fin da ora, che questo comune sarà la sua casa e noi ci sentiamo onorati di poterla accogliere e avere tra noi. Benvenuto Ancora Mons. Leonardo.

    Il saluto del Sindaco di Scalea

    A nome mio personale, dell’intera Amministrazione e della Comunità che rappresento, porgo un affettuoso benvenuto al nostro nuovo Vescovo Mons. Leonardo Bonanno, d’ora in avanti rappresentante ufficiale e soprattutto guida apostolica della Diocesi Scalea-San Marco Argentano. Com’è storicamente noto, la nostra è una Diocesi fortemente connotata da una profonda fede cristiana ed è ben fiera di affidarsi alla Sua guida pastorale. Guida a cui tutti noi facciamo riferimento, con lieta devozione, quale fonte di energia spirituale e ispiratrice di fiduciosi propositi, soprattutto in questo tormentato momento storico. Un periodo scosso quotidianamente da eventi politici e circostanze umanitarie che provocano smarrimento ed incertezza nella nostra dimensione esistenziale. In realtà abbiamo bisogno di guardare al futuro con ottimismo, partendo da quelle piccole cose che contraddistinguono la nostra Comunità, da sempre spinta da un sano spirito solidaristico ed attenta alle richieste delle fasce più deboli della nostra società, maggiormente bisognose di attenzioni e protezione sociale. Una comunità ricca di profondi contenuti che si sono rivelati in passato, e che si rivelano ancora oggi, in tutta la loro forza e costanza, soprattutto nei difficili momenti di malessere sociale, rimuovendo dalla nostra coscienza la prospettiva di dover essere costretti a chiudere completamente le porte al benessere ed allo sviluppo economico della nostra terra. Penso che ancora oggi abbiamo bisogno di tenere ben saldo il legame alle nostre antiche tradizioni, traendone la forza necessaria affinché con il nostro impegno e la nostra caparbietà possiamo imprimere la giusta direzione alle necessarie trasformazioni. Voglio concludere questo mio breve saluto a Lei, Eccellenza, esprimendo le mie più profonde felicitazioni per l’alto Ufficio che Si accinge a presiedere formulandoLe l'augurio per un proficuo lavoro. Voglio ricordare a tutta la comunità parrocchiale della nostra Diocesi che solo l’unione e l’impegno sinergico potranno rendere il nostro territorio pronto ad accettare le continue sfide che la realtà ci impone sapendo che anche la Chiesa, attraverso l’operato dei suoi ambasciatori, è sempre al nostro fianco, arricchendo di forza propulsiva le nostre energie fungendo da vettore, spirituale e morale, per le nostre giuste scelte di prospettiva. Un caloroso abbraccio, con deferenza, a Mons. Domenico CRUSCO che nello svolgimento dei compiti dell’Alto Ufficio Pastorale che ha presieduto, è sempre stato, con affettuosa disponibilità, vicino alla nostra comunità cristiana sostenendo appieno tutte le iniziative religiose della nostra Diocesi e le celebrazioni ufficiali promosse dai nostri Comuni, lasciando nella nostra memoria collettiva una traccia degna di essere ricordata non solo per l’importanza della veste ecclesiastica ma per la sua calorosa vicinanza.

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