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    Cgil "Riorganizzare lavoro settori professionali sanità"

     

     

    Cgil "Riorganizzare lavoro settori professionali sanità"

    25 mag 10 ''Avviare un percorso di discussione con tutti i soggetti interessati, compreso il Governo regionale, per contribuire alla riorganizzazione del lavoro nei settori professionali dell'assistenza sanitaria, sociale, della riabilitazione e prevenzione in un contesto di risanamento e riqualificazione dei servizi socio-sanitari erogati dalle Aziende sanitarie e dagli Enti locali''. E' l'obiettivo che si pone il Coordinamento regionale dei rappresentanti delle professioni sanitarie, costituito dalla Cgil Funzione pubblica. La Cgil Fp, e' scritto in una nota, nelle trattative in corso con il Ministero della Salute, ha affrontato anche ''le problematiche dei professionisti sanitari operanti in Calabria. In particolare - e' scritto nella nota - e' stato posto l'accento sulla necessita' urgente di avviare un tavolo di confronto con le altre sigle sindacali, le varie associazioni professionali e il nuovo Governatore per indicare le potenzialita' e le ricadute positive derivanti da una piena attuazione delle suddette norme di riordino delle professioni sanitarie in un'ottica di razionalizzazione e riqualificazione della spesa''. ''In quest'ottica - prosegue la nota - il Coordinamento delle professioni sanitarie della Cgil Fp intende evidenziare le potenzialita' derivanti da una sana e rigorosa politica di utilizzazione delle figure esistenti. In Calabria sono impiegate 11 mila professionalita' delle quali il 70% e' costituito da operatori appartenenti al comparto sanita' ed in particolare da profili sanitari. Il ruolo e le funzioni delle professioni sanitarie non sono sufficientemente valorizzati. Questo indirettamente deriva in buona parte dalla carenza di organici e in parte dall'incapacita' di procedere alla riconversione di molti ospedali per acuti (39 circa) che, in molti casi, servono a giustificare solo incarichi dirigenziali apicali ma non a produrre servizi alla collettivita'''. ''Le risorse umane - e' scritto nella nota - rappresentando un costo notevole in seno ai bilanci (circa il 65% dell'intera spesa sanitaria) non possono continuare ad essere considerate una variabile indipendente ma devono essere impiegate nel rigoroso rispetto dei previsti standard di qualita'. Il coordinamento ritiene, pertanto, necessario procedere con immediatezza all'applicazione della legge 251/2000 perche' cio' puo' significare la possibilita' di avviare una nuova organizzazione del lavoro; l'erogazione qualificata delle prestazioni domiciliari assistenziali, palliative, riabilitative e sociali; la realizzazione della cosiddetta continuita' assistenziale; l'affidamento e la presa in carico globale del paziente da parte degli infermieri, fisioterapisti, assistenti sociali, operatori socio sanitari, volontari, cargiver; la creazione di una vera integrazione multidisciplinare e l'integrazione socio-sanitaria tra ospedale, territorio, servizi sociali comunali e mondo del volontariato'

     

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