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    Presidenza conferenza Regioni lotta Formigoni - Errani, voto slitta al 27

     

     

    Presidenza conferenza Regioni lotta Formigoni - Errani, voto slitta al 27

    20 mag 10 Molti elogi a Errani, affermazioni a doppio taglio, nessuna investitura. Di ufficiale, solo un rinvio di una settimana: dovrebbe essere il 27 il giorno decisivo per il rinnovo del presidente della Conferenza delle Regioni. Oggi dalla riunione dei governatori per scegliere il successore di Errani, il cui mandato è scaduto, è arrivata una fumata nera, ampiamente prevista. Cosa si profila ora? Di fatto in partita ci sono principalmente due nomi: quello dello stesso Errani, con l'ipotesi di un bis che resta alta; e quello di Formigoni. Riconfermati governatori a marzo, in Emilia e Lombardia, sono entrambi considerati figure di garanzia. E tutti e due sono in gioco. Ad armi pari. Non in un clima di scontro, ma in una partita politica importate, all'indomani del voto e nel pieno del dibattito sul federalismo. Ad assicurare che giovedì prossimo "avremo il presidente della Conferenza" è stato lo stesso Formigoni. Insistendo su un concetto: "La Conferenza deve confrontarsi col governo sapendo di non essere né una controparte né uno zerbino". Errani, dal canto suo, alla domanda se sia disponibile a un nuovo mandato, ha risposto: "Io ho dato". Un passo indietro? "Ho detto quel che ho detto: cioé che in questi cinque anni, ho dato". Ma poi in serata, utilizzando a pieno il ruolo che ancora riveste, ha chiesto un incontro urgente a Tremonti e Fitto sulla manovra. Tra lui e Formigoni, sulla carta, c'é poco scarto. Anche perché il ministro Calderoli ha caldeggiato l'ipotesi di una riconferma di Errani e quindi le due regioni leghiste, Veneto e Piemonte, potrebbero esprimersi in questa direzione, se si andasse a una conta. Magari in cambio della commissione Sanità della Conferenza, che farebbe gola proprio alla Lega. Non è un caso che Formigoni abbia ricordato a Calderoli che "il presidente lo scegliamo noi", le Regioni. Oggi tra l'altro si é sciolto anche il nodo della candidatura di Mercedes Bresso, ex numero uno del Piemonte, alla presidenza del Comitato delle Regioni Ue: un segnale di distensione, visto che era stato il Carroccio a mettersi di traverso. E Bresso ha ritirato i ricorsi sulle regionali. La Conferenza, però, vuole evitare il voto formale sul presidente, che sancirebbe una spaccatura, e arrivare a una decisione unanime. Errani, è chiaro, non si autocandida. Semmai devono essere gli esponenti del Pdl a convergere ufficialmente su di lui dandogli un mandato forte. L'idea di una continuità, non spiace a nessuno: oggi era un mantra che tutti i governatori ripetevano. Ma senza mai fare nomi. Perché continuità, in questo caso, significa soprattutto continuità di strategie. E non esclude un cambio al timone.

     

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