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    Rientro sanitario, Scopelliti "Aumenteremo tasse". Protestano Molise ed Abruzzo

     

     

    Rientro sanitario, Scopelliti "Aumenteremo tasse". Protestano Molise ed Abruzzo

    13 mag 10 ''Alzeremo le tasse in tutte le Regioni che hanno problemi nel rientrare dal deficit sulla sanita'''. Lo afferma Giuseppe Scopelliti, governatore della Calabria, al termine di una convocazione al Palazzo Chigi nel corso del Cdm dei governatori e dei commissari straordinari delle regioni in rosso per le spese sanitarie. ''Speravamo di poter accedere ai fondi Fas ma i ministri competenti prevedono che sia prima approvato un piano di rientro dal deficit e solo dopo sara' possibile accedere ai Fas'', aggiunge Scopelliti. ''Questo e' stato solo il primo confronto ma ci rivedremo per concordare le procedure dei piani di rientro - sottolinea il governatore calabrese -. Per quanto riguarda la Calabria abbiamo ereditato una situazione difficile, il piano di rientro approvato lo scorso 17 dicembre dall'amministrazione Loiero ad oggi non e' stato ancora rispettato ed il nostro debito e' sconosciuto al punto che abbiamo chiesto alla Kpmg di lavorare giorno e notte per certificarlo. C'e' chi dice che sia 2,1 miliardi ma altri dicono che sia 1,1 miliardi perche' ci sono crediti non quantificati che vantiamo''

    Scopelliti "Debito incerto, Kpmg dia cifre". ''In Calabria non sappiamo neppure con esattezza quali sono le cifre: ho chiesto proprio ieri a Kpmg che ci dia in tempi stretti cifre e conteggi''. Lo ha detto il governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, a proposito del debito accumulato dalla Regione nella Sanita'. Kpmg e' la societa' incaricata in qualita' di advisor di ricostruire i conti della Sanita' calabrese a partire dal 2000 e di certificare il debito. La situazione sui conti, ha ribadito Scopelliti, e' una responsabilita' che va attribuita a chi prima di noi non ha saputo governare la Sanita' ed ha agito spesso per fini clientelari anziche' di assistenza''

    Incertezza su debito. Oscilla tra uno e 2 miliardi di euro il deficit che grava sul settore della sanita' in Calabria. Non c'e' certezza, allo stato, infatti, sull'esatto ammontare del disavanzo alla quantificazione del quale sta lavorando da tempo un advisor, la societa' Kpmg. La societa', nel febbraio dello scorso anno, aveva accertato, sulla base dei dati forniti dal Dipartimento Tutela della Salute della Regione, un ''rosso'' di 1,7 miliardi. Il peso del deficit sanitario, in ogni caso, e' alla base della decisione, adottata dalla precedente Giunta regionale, guidata da Agazio Loiero, di varare un piano di rientro, approvato dal Governo, che si basa fondamentalmente sulla riorganizzazione della rete ospedaliera (con alcuni presidi trasformati in Case della salute) e sul controllo della spesa farmaceutica, con la conseguente necessita' di reintrodurre il ticket. Interventi hanno riguardato anche il personale, con la limitazione del turn over, senza incidere sul mantenimento dei livelli essenziali di assistenza, e la sospensione di alcuni concorsi. Il piano di rientro dal deficit, firmato lo scorso 17 dicembre con i ministri dell'Economia, Giulio Tremonti e della Sanita', Ferruccio Fazio, e che ha ottenuto il via libera del Ministro delle Regioni, Raffaele Fitto, prevede una serie di scadenze di verifica dell'attuazione fino a gennaio 2011

    Disavanzo di 1 mld. Lazio 1,6 miliardi, Calabria e Campania circa 1 miliardo, Molise 110 milioni: totale 3,7 miliardi di disavanzo strutturale. Sono queste le cifre relative alle quattro Regioni interessate da piano di rientro nella sanita'. Cifre rese note dopo la verifica sui conti effettuata nel tavolo tra le regioni e il ministero dell'Economia il 22 e il 23 marzo scorso. Queste somme tengono conto delle perdite 2009 e di quelle accumulate in precedenti esercizi. Per il solo 2009 sarebbe necessario reperire coperture per circa 2 miliardi. Tenuto conto del fatto che a parziale copertura di tali somme sono intervenute, in alcuni casi, misure di fiscalita' aggiuntiva regionale o il ricorso al fondo transitorio, per il solo deficit della gestione 2009 sarebbe necessario reperire un miliardo per la Calabria, 500 milioni di euro per la Campania, 420 milioni per il Lazio e 67 milioni per il Molise. In sostanza, circa 2 miliardi. La verifica, tra l'altro, fu messa in atto - venne spiegato a marzo - nei confronti delle regioni ''potenzialmente interessate all'applicazione della nuova disposizione normativa (scaturita dal nuovo Patto per la salute) relativa alla possibilita' straordinariamente concessa a queste Regioni, di utilizzare fondi Fas per ripianare eventuali disavanzi di gestione 2009, in modo da poter evitare il ricorso a un inasprimento dell'aliquota regionale Irpef e della maggiorazione regionale Irap''

    Doccia fredda del Governo- Stop all'utilizzo dei fondi Fas per ripianare i debiti delle regioni nella Sanita': chi non ha i conti a posto, dovra' aumentare le tasse regionali. E' questo il boccone amaro che il governo ha riservato ai governatori di quattro regioni, Lazio, Campania, Calabria e Molise, ricevuti stamani a Palazzo Chigi. Berlusconi non c'era: oggi per un'indisposizione, non ha presieduto neppure il Consiglio dei ministri. C'erano, pero', Tremonti e Fazio: Tesoro e Sanita'. Quanto basta. Le quattro regioni 'nel mirino', tutte e quattro amministrate dal centrodestra e tutte, tranne il Molise, fresche di rinnovo delle giunte dopo le elezioni di fine marzo, sono alle prese con pesanti piani di rientro. Insieme assommano un deficit strutturale, accumulato nel tempo, di 3,7 miliardi di euro e per il solo 2009 hanno bisogno di 2 miliardi: un miliardo per la Calabria, 500 milioni di euro per la Campania, 420 milioni per il Lazio e 67 milioni per il Molise. Ma ora la possibilita' di utilizzare i Fas, fondi europei per le aree sottoutilizzate, cade. Perche' ''i Fas non sono un bancomat'', ha tagliato corto Fazio. Bisogna agire sul fisco, e' la linea dettata dal governo. Una doccia fredda per i governatori. ''E' assurdo, iniquo e incomprensibile'', sbotta Michele Iorio, presidente del Molise, Bene il rigore, insomma, ma ''bisogna chiarire quali sono i diritti del Molise e quali i suoi doveri''. ''Abbiamo gia' le addizionali al massimo - aggiunge Renata Polverini, che guida la giunta laziale - e comunque non riusciremmo a coprire quello che si coprirebbe con il Fas''. Un aspetto, quest'ultimo, su cui ha posto l'accento anche Stefano Caldoro, Campania: ''Qualunque ritocco delle aliquote sarebbe grave e insostenibile: abbiamo la tassazione piu' alta d'Italia. Inoltre non potrebbe mai coprire le risorse del Fas, e coprirebbe meno di un terzo della cifra necessaria'' a risanare i conti. Certo, aggiunge con rassegnazione, ''se questa e' la condizione... Non ho un'altra opzione''. La situazione del debito e' grave anche in Calabria. ''C'e' chi dice 2,1 miliardi, chi 1,1. Ho chiesto proprio ieri a Kpmg che ci dia in tempi stretti cifre e conteggi'', ha ammesso il presidente Scopelliti. Kpmg e' l'advisor incaricato di ricostruire i conti della Sanita' calabrese a partire dal 2000 e di certificare il debito. E non ne e' ancora venuta a capo del tutto. Colpa delle precedenti amministrazioni, dice Scopelliti. Da qui alla fine di maggio sono in cantiere tavoli tecnici tra Regioni e Tesoro per definire la situazione. Chi tira un sospiro di sollievo sono Abruzzo e Sicilia: le soluzione presentate per uscire dal passivo hanno gia' avuto il via libera del governo. ''In Abruzzo non aumenteremo le tasse'', assicura Chiodi. E c'e' anche chi, forte di una situazione piu' stabile, dice che oggi il governo ''ha posto una pietra miliare''. E' il caso di Zaia, il leghista alla guida del Veneto. ''La nostra regione ha i conti a posto'', assicura soddisfatto. E Formigoni dalla Lombardia aggiunge: ''Chi rompe paga'' o meglio ''chi ha i buchi ripiani''.

    Stangate per le ragioni in rosso. Una mini stangata di 60 euro per l'addizionale Irpef che pagheranno tutti i contribuenti. Alla quale va aggiunto un aggravio l'Irap, l'imposta pagata da chi ha un'attivita' produttiva, che sara' ancora piu' pesante: per un lavoratore autonomo l'aumento viaggia sui 45 euro ma per le societa' di persone sarebbe in media di circa 130 euro, per le grandi imprese potrebbe essere a tre zeri. Il ''conto'', se per un cittadino simplex si fermerebbe a 60 euro, potrebbe salire a poco piu' di 100 per un lavoratore autonomo e a circa 190 euro per una piccola impresa. E' questo il risultato dell'aumento ''automatico'' che potrebbe scattare nelle 4 regioni che, non riuscendo a riportare in equilibrio i propri conti sanitari, potrebbero ora dover adeguare le due loro maggiori imposte: Irap e addizionale Irpef.
    IL PATTO PER LA SALUTE: L'ultima legge finanziaria contiene infatti il 'Patto per la Salute''. In caso di disavanzo sanitario scatta aumaticamente un aggravio dell'addizionale regionale Irpef di 0,30 punti percentuali e dell'Irap di 0,15 punti percentuali. Per chi sfora sulla Sanita' non vale piu' il blocco dell'addizionale Irpef e nemmeno il tetto all'Irap che e' del 4,82% e che ora potra' quindi salire al 4,97%. Le regioni che potrebbero essere interessate all'aumento sono Calabria, Campania, Lazio e Molise.
    ADDIZIONALE IRPEF: L'imposta viene pagata da tutti i contribuenti residenti nella regione e si somma alle normali aliquote applicate dal ''fisco statale''. Poiche', in base alle ultime dichiarazioni dei redditi, gli italiani indicano una media di 18.677 euro di reddito, l'incremento di 0,30% percentuali significa un rincaro di poco inferiore ai 60 euro. Tutte e quattro le regioni interessate applicano un'aliquota che e' ora dell'1,40% e che quindi salirebbe a 1,70%. Le altre regioni, invece, non potranno variare le loro aliquote, ''congelate'' dalle ultime finanziarie. In gran parte delle regioni si paghera' cosi' lo 0,9% (Basilicata, Bolzano, Friui, Sardegna, Toscana, Trento, Valle d'Aosta) mentre in altre rimarranno aliquote differenziate in base al reddito. Ad esempio in Lombardia lo 0,9% fino a 15.4993 euro, dell'1,30% tra questo importo e i 30.987 euro, 1,40 sopra questa soglia. IRAP: L'Irap e' l'imposta che si applica alle attivita' produttive che hanno sede in una specifica regione. Non si applica sul ''reddito'' ma sul ''valore aggiunto'', non consentendo di scaricare alcuni costi, come quelli del lavoro o di eventuali indebitamenti. In pratica e' pagata da tutte le imprese e dai lavoratori autonomi. Anche sull'Irap le regioni ora nel ''mirino'' sono quasi tutti al livello massimo previsto del 4,82%: cioe' del 3,9% dell'aliquota ordinaria, ai quali si aggiungono 0,92 punti percentuali. Il ''tetto'' pero' non vale per chi sfora la sanita' e quindi per Calabria, Campania, e Lazio si potrebbe arrivare a quota 4,97%. Il Molise, che e' al 3,9% potrebbe salire al 4,05%. L'aggravio dipende molto dal livello del valore aggiunto: per le persone fisiche l'imponibile era di circa 31.600 euro e quindi l'aggravio di 0,15 punti percentuali potrebbe aggirarsi sui 45-50 euro, per poi salire ai 130 euro delle societa' di persone che in media hanno un valore aggiunto imponibile di 85.580 euro. Ovviamente per le societa' di grande taglia l'aumento potrebbe diventare una stangata: per le societa' di capitale, un imponibile medio di 727.000 euro si tradurrebbe in 1.050 euro di Irap in piu'.

    No a fondi Fas per Lazio, Campania, Molise e Calabria. Il consiglio dei ministri ha stabilito che Lazio, Campania, Molise e Calabria non potranno accedere ai fondi Fas per la copertura del deficit sanitario a causa dei loro bilanci della sanita' in rosso. ''In considerazione del mancato raggiungimento degli obiettivi previsti dai piani di rientro e dagli equilibri di finanza pubblica - si legge nella nota di palazzo Chigi - il Consiglio ha concordato circa l'impossibilita' di esprimere l'intesa prevista dall'articolo 2, comma 90, della legge finanziaria per il 2010 e di non potere pertanto consentire alle Regioni Lazio, Campania, Molise e Calabria di utilizzare le risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate, relative ai programmi di interesse strategico regionale, a copertura dei deficit del settore sanitario''. Alla discussione del provvedimento, si legge nel comunicato, hanno partecipato i Presidenti delle Regioni interessate.

    Fine maggio tavoli tecnici tesoro-regioni. Sono previsti entro la fine di maggio una serie di tavoli tecnici tra il Ministero dell'Economia e le Regioni in 'rosso' nella sanita' per esaminare le possibili soluzioni. Lo hanno indicato gli stessi governatori a margine della Conferenza delle Regioni. Il governatore del Molise, Michele Iorio, ha detto che per la sua Regione l'incontro e' fissato per il 19 maggio quando, ha detto, ''dovrebbe essere convocato anche il Lazio''. Stefano Caldoro, governatore della Campania, ha invece indicato la data del 18 maggio, mentre per la Calabria il tavolo, secondo quanto riferito dal presidente Scopelliti, l'incontro dovrebbe tenersi il 26 maggio

    Ministro Fazio "Fondi fas non sono bancomat". No del governo all'utilizzo dei fondi Fas per le aree sottosviluppate per quattro regioni, Campania, Lazio, Molise e Calabria, che dunque potrebbero, per ovviare a questa mancanza di fondi essere costretti ad alzare le tasse. La spiegazione del no governativo arriva dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio, che a margine di un incontro spiega: ''Il governo ha ritenuto di non dare il via libera alla richiesta di utilizzo dei fondi Fas per ripianare il deficit di quattro regioni. La motivazione e' che queste regioni non hanno dato garanzie ai tavoli di monitoraggio sia per quanto riguarda la certezza dei conti sia per quanto riguarda il fatto di avere avviato di processi di riqualificazione della rete assistenziale''. Non dando questo tipo di garanzie, specifica il ministro, ''si e' creata una situazione tale in cui non si puo' consentire di utilizzare i fondi Fas come un bancomat. In altre parole questi fondi devono essere utilizzati non certo per ripianare il deficit ma solo nel momento in cui le Regioni avranno dato concrete dimostrazioni di voler avviare processi di risanamento''. Fazio ha infine ricordato che per tre regioni, Campania, Lazio e Calabria, ''le responsabilita' non sono evidentemente degli attuali governatori ma dei governi precedenti''

    Iorio (Molise) "Iniquo aumento tasse". ''Ci e' stato chiesto di aumentare le tasse: e' assurdo, iniquo e incomprensibile''. Lo ha detto a margine della Conferenza delle Regioni il governatore del Molise, Michele Iorio, spiegando le richieste che il Consiglio dei ministri ha posto oggi alle Regioni alle prese con il deficit nella sanita'. In sostanza il governo avrebbe chiesto a Molise, Campania, Calabria, Lazio di alzare le addizionali regionali.

    Chiodi (Abruzzo) "Noi a posto, no ad aumento tasse". L'ipotesi di un aumento delle tasse legato al deficit sanitario non tocca l'Abruzzo che ha gia' superato il tavolo di monitoraggio del 17 aprile. Lo ha specificato il governatore Gianni Chiodi, spiegando a margine della Conferenza delle Regioni che nella convocazione di Abruzzo e Sicilia in Consiglio dei Ministri oggi c'e' stato un errore. ''Noi - ha detto Chiodi - abbiamo gia' recuperato tutto il passivo''. Chiodi ha anche specificato che la convocazione da parte del Consiglio dei Ministri ha riguardato il Lazio, la Campania, il Molise e la Calabria. ''Nei mesi scorsi - ha aggiunto Chiodi - alcune Regioni avevano chiesto di recuperare parte del deficit utilizzando i fondi Fas. Noi come Abruzzo abbiamo deciso di non farlo. Ora il governo ha chiesto esplicitamente che per coprire il rosso le Regioni non utilizzino i Fas ma aumentino le addizionali regionali. Io ritengo che per questa via si aiutino i commissari e i presidenti di Regione''. Chiodi ha ammesso che l'incontro odierno tra Governo e Regioni interessate ''deve essere stato molto duro''. E ha anche ricordato che nei mesi scorsi era stato lo stesso Governo a dare alle Regioni la possibilita' di usare i Fas.

    E' iniizata verso le 10.30 a Roma la riunione con le Regioni con il deficit sanitario e a rischio commissariamento. I governatori e commissari straordinari delle sei Regioni sono a Palazzo Chigi "per comunicazioni relative al rientro". Nella sede del Governo, tra gli altri, sono presenti i presidenti di Lazio, Campania e Calabria, Renata Polverini, Stefano Caldoro e Giuseppe Scopelliti. La governatrice del Lazio, Renata Polverini, è accompagnata dall'assessore al Bilancio Stefano Cetica.

     

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