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    Estorsioni e usura, blitz della Ps, sei arresti

     

     

    Imprenditrice si rivolge alle cosche per risolvere problemi e fare affari: blitz della Ps, sei arresti. Tra loro ex presidente ed ex allenatore del Castrovillari

    11 mag 10 Personale della Polizia di Stato della Squadra Mobile della Questura di Cosenza ed agenti del Commissariato di P.S. di Paola, sugli sviluppi di complesse indagini articolate sviluppatesi anche attraverso operazioni di controllo tecnico – ha rintracciato e tratto in arresto sei persone. Nei loro confronti è stata data esecuzione al Provvedimento di Fermo di Indiziato di Delitto emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, poiché in concorso responsabili di estorsione, nonchè per aver agevolato le finalità dell’associazione per delinquere di stampo mafioso “LANZINO–DI PUPPO- PATITUCCI” con esercizio nel Capoluogo e provincia, nel settore delle estorsioni, stupefacenti usura ed armi. Indagata, per concorso in estorsione, un'imprenditrice di Lucca componente del Direttivo dell'organizzazione imprenditoriale della citta' toscana.

    E’ scatata alle prime ore dell’alba la vasta operazione di Polizia, denominata "1981" condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Cosenza che ha visto impegnate, nel Capoluogo Bruzio e sul versante tirrenico della sua provincia, decine di poliziotti della Questura e del Commissariato di P.S. “Paola”. Nel corso dell’operazione numerose sono state le perquisizioni domiciliari. 6 sono le persone tratte in arresto, fra cui, alcuni esponenti collocabili al vertice delle cosche della ‘ndrangheta di Cosenza - Gli arresti sono in esecuzione ad un Provvedimento di Fermo disposto dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Catanzaro che ha coordinato le complesse indagini, avviate lo scorso marzo, e che vede accusati gli odierni destinatari del Fermo emesso dai PP.MM della D.D.A. di Catanzaro di concorso in estorsione, aggravata dal metodo mafioso, commessa nei confronti di un imprenditore di Amantea (CS) titolare d’un’azienda per l’installazione di sistemi di sicurezza. Nella vicenda è co-indagata, per il medesimo delitto, una nota imprenditrice di Lucca – con incarico nel direttivo di Confindustria Lucca - presso la cui abitazione sono in corso da parte della Squadra Mobile di Lucca perquisizioni delegate dalla D.D.A. della Procura di Catanzaro. Durante la conferenza stampa che si è svolta nella Questura di Cosenza il Procuratore Capo della DDA di Catanzaro dr LOMBARDO ed il Procuratore Aggiunto BORRELLI alla presenza del Questore di Cosenza SCIFO e del Capo della Squadra Mobile Fabio hanno reso noti i dettagli dell’operazione

    Le complesse indagini sviluppate dai poliziotti della Squadra Mobile in collaborazione con il Commissariato di P.S. Paola”, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, sono state avviate lo scorso marzo in seguito alle dichiarazioni rese da un imprenditore di Amantea (CS) al quale gli arrestati intimano - mediante violenza e minacce di morte - la restituzione di alcuni assegni ricevuti quale compenso per una consulenza di lavoro resa ad una nota imprenditrice di Lucca Z.J di 48 anni – anche lei indagata per il reato di estorsione aggravata – nonché ulteriori 33.000,00 euro da versare in favore dei clan di Cosenza. Nella ricostruzione della vicenda cosi come delineatasi agli inquirenti, i primi problemi per l’imprenditore cosentino nascono poco dopo l’interruzione d’una collaborazione lavorativa avviata, nel 2009, con un delle aziende dell’imprenditrice lucchese La donna, nel tentativo di tornare in possesso del denaro reso a compenso della consulenza ricevuta, decide di interessare alcuni amici calabresi con i quali, peraltro, già in contatto per progetti di lavoro da sviluppare - attraverso una seconda Azienda per la lavorazione e produzione di materie plastiche - nella provincia di Cosenza, anche, nel settore dello smaltimento dei rifiuti.

    In Calabria, gli uomini incaricati dalla donna, trovano il modo di avvicinare la vittima alla quale in un primo incontro, avvenuto il 22 febbraio 2010 gli intimano con forza di non porre all’incasso i due assegni da 10.000,00 euro ciascuno, ricevuti dall’imprenditrice indicata, quell’occasione, come persona “vicina” ad esponenti dei clan della ndrangheta di Cirò Marina. Il forte interesse al recupero di quel denaro è motivato in ragione ed in previsione di importanti affari da concludere in Calabria con la stessa imprenditrice. In un secondo incontro, avvenuto in un parcheggio nei pressi dello svincolo autostradale Cosenza nord, lo scorso 4 marzo, la vittima – all’ennesimo rifiuto da lui opposto alla restituzione del denaro- viene colpita al volto con un pugno, nonchè esplicitamente minacciata di ben più gravi conseguenze fisiche nel caso in cui, peraltro, non avesse provveduto a consegnare ulteriori 13.000,00 euro per i clan di Cosenza interessati al recupero del denaro dell’imprenditrice ed alla risoluzione immediata della vicenda.

    In un successivo incontro, avvenuto, dopo qualche giorno, all’esterno di un Bar di Amantea (CS) la vittima viene avvicinata da alcuni esponenti di primissimo piano delle cosche della ndrangheta di Cosenza ed Amantea riconosciuti dai poliziotti della Squadra Mobile e del Commissariato di “Paola” che, a distanza, osservano la lunga conversazione. Nella circostanza il SURIANO ed i PIROMALLO non perdono l’occasione di rinnovare le forti minacce nei confronti della vittima al quale rappresentate serie conseguenze nel caso in cui non si fosse “piegato” a tutte le loro richieste, in quel caso compromettendo un affare al quale interessate le cosche della ‘ndrangheta di Cosenza e di Cirò marina (KR). Bisogna restituire l’assegno alla signora non lo vogliamo ripetere più. E’ questo il senso delle conversazioni avute con la vittima per costringerla alla restituzione del denaro. La vittima in un ulteriore incontro avvenuto lo scorso 30 aprile, nei pressi della Stazione F.S. di Paola viene costretta e consegnare - ad uomo incaricato dal MARRELLI - alcune cambiali per l’importo di 4.333,00 euro emesse in favore di J.Z.. Le minacce, tuttavia, non cessano cosi come documentato nel corso di ulteriori indispensabili servizi tecnici intanto predisposti dalla Squadra Mobile di Cosenza e disposti dalla D.D.A. di Catanzaro. Nello sviluppo delle delicate indagini si è andato quindi via via meglio definendo il contesto mafioso delineandosi sempre con maggior nitidezza le responsabilità penali degli odierni indagati nei cui confronti la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro ha ritenuto indispensabile intervenire in maniera incisiva con l’emissione del Provvedimento di Fermo questa notte eseguito nel Capoluogo ed in Amantea dai poliziotti della Squadra Mobile e del Commissariato di Paola.

    In manette sono finiti: Mario Piromallo 43 anni di Cosenza, legato al clan Lanzino, Francesco Suriano 31 anni di Paola, commerciante incensurato nipote del boss di Amantea Tommaso Gentile, Raffaele Zingone 47 anni incensurato, Marcello Marrelli di 47 anni di Montalto Uffugo, imprenditore nel settore dello smaltimento rifiuti ed ex presidente del Castrovillari, Franco Germano 47 anni di Cosenza, ex allenatore del Castrovillari e del Corigliano, Raffaele Speranza di Cosenza 42 anni incensurato.

    Franco Germano - Marcello Marrelli - Mario Piromallo

    Raffaele Speranza - Francesco Suriano - Raffaele Zingone

     

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