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    Dompè "Regioni passive rientrino in spesa farmaci"

     

     

    Dompè (Farmindustria) "Regioni passive rientrino in spesa farmaci"

    06 mag 10 ''Le regioni oggetto di piano di rientro devono tornare nell'ambito della spesa in pochissimo tempo, perche' non ci possiamo piu' permettere ritardi''. Cosi' Sergio Dompe', presidente di Farmindustria, ha risposto ai cronisti che gli chiedevano dei tagli alla spesa farmaceutica che potrebbero essere contenuti nella manovra 2011. Dompe' e' intervenuto a Milano a margine della presentazione del Rapporto Pharmintech sull'indotto del settore. Le Regioni a cui si riferisce sono quelle oggetto di piano di rientro, come Lazio, Campania, Sicilia e Calabria. ''Non c'e' e non esiste un problema di spesa farmaceutica - ha proseguito il presidente di Farmindustria. C'e' e va combattuto, e le aziende farmaceutiche contribuiranno ad essere parte della soluzione, un problema di scorrettezza della spesa da parte di alcune Regioni''. ''Pensiamo di fare molto, sia come settore farmaceutico sia come esempio per tutti gli altri settori - ha aggiunto - per andare a lavorare insieme al Governo e alle Regioni per vedere di contenere la spesa li' dove ci sono inappropriatezze''. Dompe' si e' detto ''molto sereno'', anche perche' ''ci stiamo impegnando ad impostare un ragionamento differente, validato da Confindustria e gia' presentato al ministro della Salute Ferruccio Fazio, che sostanzialmente porta il settore a confrontarsi con tutti i principali indicatori internazionali, dove ne usciamo come i migliori in assoluto in Europa sul rapporto qualita'/prezzo e sulla quantita' dell'offerta farmaceutica''. ''Non ci sono tagli che devono uscire dalla manovra - ha ribadito - ma l'impostazione deve prevedere tutte le voci, non solo il farmaceutico, e parlare di tagli e' appropriato solo per le regioni in deficit: ad esempio, la Lombardia non e' un problema. E' impensabile che siamo sempre noi'', si e' riferito al farmaceutico, ''che gia' costiamo il 30% in meno rispetto al resto d'Europa, a pagare per quei settori che invece sono andati a +40%. Noi chiediamo rigore - ha concluso - correttezza e un'impostazione che combatta le inappropriatezze''

     

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