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    Smantellata dai CC rete internazionale di hacker. Arresti anche a Cosenza

     

     

    Smantellata dai CC rete internazionale di hacker. Arresti anche a Cosenza

    20 lug 10 E' una delle più grosse organizzazioni criminali mai individuate nel settore del hacking, della contraffazione di carte di credito e delle truffe via internet quella che emerge dall'indagine 'Match Point' dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma e che oggi ha portato all'esecuzione di arresti. L'organizzazione, gestita da un pregiudicato calabrese ex collaboratore di giustizia, aveva messo in piedi un colossale giro di affari grazie all'alleanza con gruppi di hacker russi specializzati nel furto di dati informatici, mediante intrusioni sui server di importanti società finanziarie, e nella gestione di un florido mercato clandestino di informazioni riservate su carte di credito e conti correnti in favore di organizzazioni criminali operanti in tutto il mondo. Il gruppo criminale attivo in Italia acquistava su chat criptate i dati necessari per falsificare carte di credito, documenti d'identità, buste paga, atti societari, con cui venivano svolte decine e decine di truffe on line e a danno di istituti bancari ed esercizi commerciali. Tra i cittadini truffati, anche molti utenti della rete internet alla ricerca di case di villeggiatura per la stagione estiva. L'operazione dei carabinieri è tuttora in corso su varie località del territorio nazionale (Roma, Pisa, Cosenza e Siracusa) e ha portato all'esecuzione di 19 misure cautelari personali. La banda era stata già colpita nel maggio scorso con l'esecuzione di altri 23 arresti.

    L'operazione, avviata nel dicembre 2008, ha permesso di far luce su un gruppo composto da elementi della criminalità calabrese ed esperti hacker, i quali avevano dato vita ad una vera e propria organizzazione criminale con base a Roma e connessioni in diverse regioni italiane. Il gruppo agiva grazie a consolidati legami con organizzazioni criminali russe e ucraine specializzate nel furto di codici di carte di credito (mediante intrusioni informatiche sui server di importanti società finanziarie) e nella successiva commercializzazione di tali dati sensibili attraverso la rete internet, con chat e sistemi di messaggistica criptati. L'organizzazione italiana era solita acquistare tali codici (con costi variabili tra 20 e 100 dollari a codice in base alla tipologia di carta di credito e conseguentemente al limite di spesa ottenibile) per contraffare carte di credito da utilizzare in ingenti spese per l’acquisto di prodotti vari presso negozi di lusso e centri commerciali, prodotti che venivano poi rivenduti ad una rete consolidata di ricettatori operanti a Roma e in Calabria. Considerato il notevole volume d’affari (con ordinativi di codici illeciti dai 30.000 a 50.000 euro per volta), al fine di evitare che i movimenti di denaro necessari per acquistare i codici in est Europa potessero destare sospetti, gli indagati utilizzavano vari prestanome operanti in diverse località italiane, i quali effettuavano versamenti di denaro ai complici esteri mediante sistemi di money transfer. Ulteriore modus operandi dell’organizzazione criminale era basato sull'effettuazione di truffe su siti di aste on line; gli indagati simulavano la vendita di prodotti hi tech mediante aste on line, ricorrendo a identità false al fine di eludere i sistemi di controllo antifrode dei gestori dei siti in questione, e si facevano versare dai vincitori delle aste, anticipi di pagamento su carte prepagate (fittiziamente intestate a soggetti terzi vittime di furto d’identità) senza poi fornire la merce oggetto della transazione. Tale metodo è stato utilizzato anche per eseguire truffe mediante falsi annunci di affitto di case in luoghi di villeggiatura, con conseguenti numerosi raggiri in danno di decine e decine di utenti della rete internet in vista della stagione estiva. I diversi nickname utilizzati dagli arrestati erano ormai divenuti tristemente famosi sul web, oggetto di discussione su vari forum e su siti specializzati dove si metteva in guardia gli utenti da possibili truffe. L'operazione odierna costituisce il seguito di quella eseguita lo scorso 18 maggio quando, i Carabinieri di Roma arrestarono 23 componenti dell’organizzazione, sequestrando i laboratori clandestini utilizzati per la contraffazione delle carte di pagamento. I riscontri acquisiti durante le perquisizioni eseguite a maggio in 11 regioni italiane e nuove risultanze investigative, hanno consentito di accertare numerosi nuovi episodi delittuosi e di identificare nuovi soggetti operanti per conto dell’organizzazione e quindi destinatari della misura cautelare eseguita nella mattinata odierna. Tra questi vi sono un gruppo di soggetti che agivano stabilmente quali ricettatori della merce ottenuta dall’organizzazione attraverso gli acquisti con le carte di credito false. In totale, sono state 42 le Misure Cautelari Personali emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma, Massimo Battistini. Rilevanti anche i sequestri effettuati: apparecchiature professionali per la contraffazione della carte di pagamento (stampanti termografiche, tessere plastiche e materiale tipografico, software professionali); oltre 500 carte di credito già clonate e più di un migliaio di codici rinvenuti sui vari supporti informatici sequestrati.

     

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