Fratello sindaco Bisignani scrive al Ministro Maroni "Proteggetelo"

24 giu 10 ''Le scrivo, come fratello e cittadino, non per chiedere, bensi' per pretendere quella tutela che finora e' venuta a mancare". Lo scrive, in una lettera inviata al Ministro degli interni Maroni, Giovanni Bisignani, primario di cardiologia e fratello di Antonio Bisignani, il sindaco di Sant'Agata d'Esaro percosso ed accoltellato da sconosciuti nei giorni scorsi. "Alla luce della nostra vicenda - scrive Giovanni Bisignani - credo che forse bisogna rivedere il 'sistema' di tutela e di indagini che sono stati messi in campo per garantire la liberta' di esercizio e la serenita' dell'attivita' amministrativa. Chi e perche' non vuole che mio fratello amministri? Perche' un gruppo di giovani che rappresenta il nuovo fa cosi' paura?. E' la terza volta che mi rivolgo a lei. Mi sarei aspettato almeno una risposta formale, ma soprattutto una serie di atti che mettessero la parola fine a questa catena di eventi delittuosi ed intimidatori, ma ahime', oltre a non avere avuto risposta, non ho neanche percepito misure efficaci. Sicuramente il dramma di questo giovane sindaco avrebbe richiesto e meritato ben diversa attenzione. Abbiamo avuto un numero cosi' elevato di intimidazioni e di atti delittuosi che ormai non si contano piu' e cio' che prima sembrava un fatto eccezionale e che suscitava sdegno e sgomento, adesso e' diventato fatto di quotidiana ed ineluttabile rassegnazione. Dopo questo ennesimo attentato mio fratello e' diventato, suo malgrado, un sindaco che si colloca ai primi posti nella triste classifica per numero di atti intimidatori subiti. Un sindaco ha il diritto di amministrare e lo Stato ha il dovere di far rispettare la volonta' popolare. Eppure non la sentiamo presente, signor Ministro, e dopo tanti attentati ci sentiamo ancora soli''. ''Voglio ancora sperare -conclude la lettera- come cittadino e come familiare che lei e tutte le istituzioni sapiiate prendere provvedimenti efficaci per tutelare l'incolumita' del sindaco e della sua famiglia e per assicurare i delinquenti alla giustizia, mettendo cosi' la parola fine a questa lunga catena di intimidazioni ai danni di un rappresentante dello Stato''.