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    Iniziata la trebbiatura delle terre confiscate di Isola

     

     

    Iniziata la trebbiatura delle terre confiscate di Isola. Coldiretti “La società civile reagisce”

    21 giu 10 Oltre cinque ettari di terreno seminati a orzo e confiscati al clan Arena in Calabria sono stati oggi trebbiati dai volontari dell'associazione 'Libera'. L'orzo, ricavato dai terreni di Isola Capo Rizzuto, sarà venduto e il denaro verrà restituito alla società civile. Alla mietitura ha assistito il prefetto di Crotone, Vincenzo Panico che ha garantito la sicurezza dell'operazione con la presenza delle forze dell'ordine e del corpo forestale dello stato. Pochi giorni fa il fondatore di Libera, don Ciotti, aveva denunciato che l'associazione non trovava nessuno disposto a trebbiare i terreni confiscati al potente clan calabrese. "Tra pochi giorni a Isola Capo Rizzuto si dovrà raccogliere l'orzo seminato dal clan Arena - aveva detto don Ciotti - ma non si trova nessuno disposto a trebbiare, perché la violenza diretta e indiretta del clan si fa sentire tra la gente". Il clan Arena, nonostante i terreni siano stati confiscati ha continuato a lavorarli, aveva spiegato don Ciotti, e ora che è tempo di ararli, dopo che una convenzione con il corpo forestale dello stato e l'Agenzia per i beni confiscati ci ha affidato il presidio dei terreni e delle aziende agricole che sono state tolte alla malavita organizzata, "non si trova chi vi voglia lavorare". Oggi 'Libera' con l'aiuto del prefetto di Crotone è riuscita a raggiungere l'obiettivo. Già lo scorso primo maggio, a Roma, Bologna e Rosarno, nelle piazze in cui si festeggiava la festa dei lavoratori, erano stati distribuiti oltre 100 quintali di finocchi raccolti nei terreni confiscati al clan Arena.

    Don Ciotti. "Tutti insieme si può fare. Con l'apporto fondamentale del Prefetto, del Corpo Forestale, dell'Amministrazione comunale e la collaborazione delle associazioni di categorie in particolare la Coldiretti e delle associazionismo locale e l'Agenzia Nazionale Beni Confiscati, oggi il noi vince sul potere criminale". Lo ha sostenuto don Luigi Ciotti, presidente di Libera in merito all'inizio della mietitura sui campi confiscati al clan Arena di Isola Capo Rizzuto. "Un noi umile - ha aggiunto - attento, ricco della partecipazione e del protagonismo delle realtà del posto. Un esempio concreto di cittadinanza attiva e responsabile per un raccolto di legalità". Il raccolto dell'orzo seminato nei terreni confiscati alla cosca Arena in località Cepa del Comune di Isola Capo Rizzato una volta lavorato sarà primo Orzo della Legalità di Libera Terra. Dopo la raccolta dei Finocchi in località Vermica con il contributo della CIA, il raccolto di oggi è il secondo passo del percorso che prosegue da oltre un anno grazie al coordinamento della Prefettura ed al sostegno di soggetti imprenditoriali che si occupano di produzione biologica, in collaborazione con le organizzazioni agricole verso la costituzione, con bando pubblico, della prima cooperativa sociale di Libera Terra in terra crotonese.

    Coldiretti "Società civile reagisce". “Non doveva e poteva essere un regalo alla malavita organizzata e cosi non è stato, la società responsabile grazie alla sensibilità del Prefetto di Crotone ha reagito e finalmente si è concretizzata la raccolta e trebbiatura dell’orzo sui terreni confiscati alla criminalità organizzata”. Cosi commenta Pietro Molinaro l’inizio delle operazioni a Isola Capo Rizzuto che su input del Prefetto hanno visto impegnata anche la Coldiretti nel reperire la mototrebbiatrice che si attesta quale simbolo di riscatto contro la protervia ed il clima di paura. Non è solo un gesto simbolico quello di oggi–prosegue Molinaro – ma la convinzione che si può fare fronte comune per debellare questo cancro che opprime la società. L’utilizzo ai fini sociali dei patrimoni confiscati ha un valore rilevante e insostituibile: in primo luogo di riaffermazione dell’autorità dello Stato, che restituisce alle comunità locali i beni illecitamente sottratti dalle organizzazioni criminali ed in secondo luogo la promozione di iniziative sociali (educative, culturali, di lotta all’emarginazione, di sostegno alla legalità) ed economiche (attività lavorativa di produzione di prodotti agricoli) volte a ricostruire parte di quel tessuto sociale depauperato dalla criminalità e in territori dove la prossimità fra disoccupazione e criminalità è fattore di rischio per i giovani. Per la l’organizzazione agricola e forza sociale, questo esempio deve diventare cultura stabile, esempio da emulare e crescita della coscienza quindi sono necessari percorsi formativi nelle scuole attuando anche il protocollo d’intesa tra l’Assessorato Regionale Pubblica Istruzione e Cultura stipulato con la coldiretti questo è un investimento che darà sicuramente frutti. “Possiamo ben dire –conclude Molinaro – che da oggi la criminalità è più povera”.

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