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    Operazione dei cc nella Piana di Gioia: 7 arresti

     

     

    Operazione dei cc nella Piana: 7 arresti, 5 ricercati

    07 giu 10 I carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito dodici ordinanze di custodia cautelare nella piana di Gioia Tauro in una operazone denominata "Riconquista". Sette le persone arrestate, cinque quelle tuttora ricercate. L'operazione è stata coordinata dalla Procura di Palmi. Contrasti tra la comunità rom di Rosarno e la cosca dei Bellocco emergono dalle indagini: al momento sono state arrestate otto delle dodici persone, tutte rom, destinatarie dell'ordinanza di custodia cautelare. Le indagini hanno avuto inizio alla fine di luglio del 2009 dopo un duplice omicidio. I carabinieri hanno compiuto accertamenti sulla comunità rom di Rosarno ed hanno scoperto una serie di reati. Alle persone coinvolte nell'operazione sono contestati a vario titolo di reati di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti, ricettazione, estorsioni, porto e detenzione di armi e favoreggiamento.

    Gli arrestati. Le persone arrestate trafficavano in armi, droga e imponevano la tangente per la restituzione delle auto vetture rubate. Così sono finiti in manette il presunto capo della banda degli zingari della 'Ciambra' di Gioia Tauro, Enzo Bevilacqua, 36 anni ed i suoi fiancheggiatori: Armando, Cosimo e Alessandro Amato, rispettivamente di 59, 49 e 26 anni; Lucia Bevilacqua, 56 anni; Giuseppe Tibullo, 36 anni e Pietro Catalano, 28 anni.

    Indagini durate dodici mesi. "Non è inutile ribadire che non si sarebbe potuto eseguire questa inchiesta di particolare allarme sociale senza l’ausilio delle intercettazioni telefoniche ed ambientali". A dirlo è il Procuratore di Palmi, Giuseppe Creazzo nel corso della conferenza stampa. Creazzo ed il comandante provinciale dei carabinieri, col. Pasquale Angelosanto, hanno evidenziato che le indagini sono durante dieci mesi e sono state coordinate dal sostituto procuratore Stefano Musolino. "Grazie ai filmati – ha aggiunto Creazzo – ed alle registrazioni, i carabinieri hanno raccolto prove di quello che era diventata l’abitazione di Enzo Bevilacqua, un vero e proprio supermercato dello spaccio di droga. Abbiamo anche ripreso operazioni di recupero ed interramento di armi che erano nella piena disponibilità della banda. Si tratta di organizzazioni criminali che hanno ormai raggiunto una propria autonomia dalle cosche della ndrangheta, una sorta di patto non scritto degli affari criminali di cui interessarsi". Il procuratore della Repubblica di Palmi, inoltre, ha reso noto che tra le persone colpite da richiesta estorsiva da parte dell’organizzazione criminale, figurano anche due imprenditori edili, i quali, sollecitati dagli inquirenti a collaborare, hanno opposto un netto rifiuto. A loro carico è stato aperto un apposito fascicolo d’inchiesta.

    Il “cavallo di ritorno”. Secondo quanto emerso dalle indagini, gli indagati, tutti appartenenti alla comunitą Rom di Gioia Tauro, si sarebbero resi responsabili di numerosi furti di automobili, mezzi d’opera, ed automezzi pesanti che, senza il tempestivo intervento dei Carabinieri, sarebbero stati restituiti ai proprietari dietro pagamento di un riscatto – l’estorsione con il noto metodo del “cavallo di ritorno” – oppure avviati al circuito della ricettazione o del riciclaggio presso compiacenti meccanici e carrozzieri della Piana di Gioia Tauro. Il listino del “cavallo di ritorno” andava da un minimo di 2 mila euro per riottenere un’autovettura di classe media, come una Volkswagen, a diverse migliaia di euro, anche 7 mila euro, per riavere un mezzo pesante.

    Due imprenditori denunciati per favoreggiamento. Due imprenditori di Reggio Calabria, operanti entrambi nel settore edilizio, sono stati denunciati a piede libero dai Carabinieri per favoreggiamento personale. Nonostante le prove schiaccianti raccolte dall’Arma, che documentano come i due imprenditori fossero stati ricattati dall’organizzazione criminale dei Rom, entrambi invitati a collaborare alle indagini hanno rifiutato di fornire qualsiasi elemento utile, negando perfino l’evidenza. Una circostanza che ha rattristato il procuratore della Repubblica di Palmi, Giuseppe Creazzo, che questa mattina ha partecipato alla conferenza stampa presso il Comando provinciale, alla presenza del comandante provinciale colonnello Pasquale Angelosanto, del comandante del reparto operativo, tenente colonnello Carlo Pieroni, del comandante della Compagnia di Gioia Tauro, capitano Ivan Boracchia, coadiuvato dai tenenti Stefano Santuccio e Gianluca Ceccagnoli. Un rifiuto di collaborare che la dice lunga sull’ombra di omertą che, nonostante i tanto sbandierati “protocolli di legalitą” firmati e pubblicizzati ai quattro venti, continua ad annebbiare la coscienza civile anche di coloro che non hanno nulla a che fare con le organizzazioni criminali.

    Lotta tra comunità Rom. Al centro delle indagini anche i contrasti tra la comunità rom di Rosarno e la cosca dei Bellocco. Secondo quanto è emerso dalle indagini, protrattesi per oltre un anno con il coordinamento della Procura della Repubblica di Palmi, gli indagati, tutti appartenenti alla comunità Rom di Gioia Tauro, si sarebbero resi responsabili di numerosi furti di automobili, mezzi d’opera ed automezzi pesanti che senza il tempestivo intervento dei Carabinieri, sarebbero stati restituiti ai proprietari dietro pagamento di un riscatto - l'estorsione con il metodo del cosiddetto “cavallo di ritorno” - oppure avviati al circuito della ricettazione o del riciclaggio presso compiacenti meccanici e carrozzieri della piana di Gioia Tauro. Alcuni degli indagati sono inoltre accusati di aver gestito un fiorente traffico di sostanze stupefacenti, specie cocaina. Nel corso delle indagini sono stati anche sequestrati due fucili da caccia cal. 12, uno dei quali con canne mozze, rubati nel 2002 in provincia di Reggio Calabria.

     

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