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    Arrestati a Crotone i presunti autori dell'omicidio nel campo di calcetto

     

     

    Arrestati a Crotone i presunti autori dell'omicidio nel campo di calcetto. La madre del piccolo Domenico "Ringrazio forze dell'ordine"

    23 apr 10 I carabinieri del Comando provinciale di Crotone hanno arrestato otto persone, che sarebbero i presunti autori dell'assassinio di Domenico Gabriele, il bambino di appena 11 anni ferito alla testa con un colpo di arma da fuoco il 25 giugno dello scorso anno in un campo di calcetto a Margherita, nel comune della citta' calabrese. Gli otti sarebbero preunti affiliati del clan Tornicchio di Crotone che ha interessi nella zona di Cantorato. All'epoca dei fatti il piccolo Domenico, morto dopo tre mesi di coma, stava giocando a pallone in un campo di calcetto assieme ad altri quando un gruppo di sicari entro' in azione. Quel giorno rimase ucciso Gabriele Marrazzo (nella foto), 35 anni, obiettivo del commando ma rimasero ferite anche altre nove persone rea cui il piccolo Domenico Gabriele. Nell'agguato altre otto persone rimasero ferite. In prigione gli otto sono finiti con le accuse di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi, munizioni e materiale esplodente, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, furto aggravato e strage. Uno degli arrestati è minorenne. Il raid punitivo è da inquadrarsi, secondo gli inquirenti, nella violenta faida interna al clan Tornicchio a causa dell'emergere della persona di Gabriele Marrazzo che, di ritorno dalla Germania, avrebbe tentato di conquistare la leadership del clan imponendosi con la sua attività. Fatto, questo che gli costò comunque la vita la sera del 25 giugno 2009.

    Gli arrestati: In manette sono finiti Carolina Amodeo di 52 anni, Francesco Benincasa di 46 anni , Vincenzo Dattolo di 26 anni, Pietro Maneli di 21 anni, Andrea Tornicchio di 20 anni, Francesco Tornicchio di 31 anni eLuigi Tornicchio di 33 anni.

      

    Carolina Amodeo - Francesco Benincasa - Vincenzo Dattolo

      

          Pietro Maneli - Francesco Tornicchio - Andrea Tornicchio

    Luigi Tornicchio

    Due gli arrestati che hanno sparato: Sono due gli arrestati che rispondono dell'accusa di strage in relazione all'agguato compiuto il 25 giugno del 2009 su un campo di calcetto a Crotone nel quale fu ucciso Gabriele Marrazzo, di 35 anni, e rimasero ferite altre nove persone tra le quali Domenico Gabriele, il bambino di 11 anni morto dopo tre mesi di coma. Si tratta di Andrea Tornicchio, di 20 anni, e Vincenzo Dattolo, di 26, entrambi ritenuti elementi di spicco del clan Tornicchio. Andrea, in particolare, è fratello di colui che gli inquirenti considerano il capo cosca, Francesco, di 31 anni, detenuto dalla fine del 2008. Andrea, secondo gli inquirenti, in questo periodo, nonostante la giovane età, avrebbe svolto il ruolo di reggente della cosca. La Dda di Catanzaro ha contestato ai due il reato di strage anche sulla base della perizia balistica effettuata da Paolo Romanini (lo stesso che ha lavorato per il caso dell'omicidio di Marta Russo) che ha concluso sostenendo che chi aveva sparato lo aveva fatto nella piena consapevolezza di poter uccidere un numero imprecisato di persone. Nell'agguato furono sparati cinque colpi di fucile fucile caricato a pallettoni. Andrea Tornicchio e Vincenzo Dattolo sono considerati gli ideatori e coloro che hanno messo in pratica l'agguato. La loro presenza sul luogo della strage, secondo quanto si è appreso, é emersa anche dai riscontri dei tabulati dei loro telefoni cellulari che li collocherebbero nella zona della sparatoria all'ora in cui avvenne. Agli arrestati è stato notificato anche l'avviso di conclusione indagini che riguarda 28 persone accusate, a vario titolo di associazione mafiosa, furto, ricettazione, estorsione, porto e detenzione di armi, spaccio di droga, rapina. Nell'avviso di conclusione indagini, il reato di strage viene ipotizzato anche nei confronti di Francesco Tornicchio quale mandante. Tra gli indagati dell'inchiesta figurano anche quattro imprenditori accusati di favoreggiamento in quanto avrebbero negato le estorsioni alle quali erano sottoposti dalla cosca.

    I provvedimenti notificati stamani costituiscono la prosecuzione delle indagini che il 25 settembre scorso portarono all'arresto di 14 presunti affiliati alla cosca Tornicchio, tra i quali vi sono i sette raggiunti oggi dal nuovo provvedimento. L'operazione di settembre aveva portato all'identificazione dei presunti responsabili dell'omicidio di Michele Masucci, un operaio di 34 anni ucciso il 29 novembre del 2007 a Strongoli con alcuni colpi di fucile alla testa mentre si trovava al lavoro nello stabilimento dell'azienda Biomasse Italia. Anche in quel caso, secondo quanto emerso dalle indagini, il movente sarebbe stato un contrasto all'interno della cosca Tornicchio. Il clan, secondo l'accusa è dedito alle rapine, ai danneggiamenti, alle estorsioni ed al traffico di armi e droga. La cosca Tornicchio opera nell'area di Cantorato, al confine tra i comuni di Crotone, Strongoli e Rocca di Neto ed è strettamente legata alla cosca Giglio di Strongoli da cui sostanzialmente deriva.

    La madre del piccolo Domenico: "Questa mattina mi sembra di vedere la città piena di speranza. Per questo ringrazio le forze dell'ordine, che ci sono state vicine anche con umanità, ma avrò pace solo dopo il processo e la sentenza". A dirlo è stata Francesca Gabriele, mamma del piccolo Domenico, il bambino ucciso in un agguato a Crotone mentre giocava a calcetto, commentando l'arresto dei presunti assassini. "Questa - ha aggiunto - sembra una giornata di festa, tutti chiamano al telefono, vengono a casa contenti perché iniziano a credere nella giustizia. Anche io ci credo, l'ho sempre fatto, anche nei peggiori momenti di scoraggiamento, ma avrò pace soltanto dopo il processo, quando sentirò la sentenza di condanna. La giustizia deve essere fatta fino in fondo, mio figlio deve avere giustizia". "Mi consola - ha detto Francesca Gabriele - vedere Crotone così entusiasta, almeno la morte del mio bambino sta scuotendo le coscienze, forse servirà perché le cose cambino finalmente". "Ora - ha aggiunto il padre di Domenico, Giovanni Gabriele - continuiamo con più coraggio ad aspettare giustizia, la condanna di chi ha sparato. Intanto diciamo grazie alle forze dell'ordine e ribadiamo che ci costituiremo parte civile".

    Uno dei feriti si suicidò. Una delle otto persone rimaste ferite in occasione dell'agguato compiuto a Crotone su un campo di calcetto, nel quale morì un bambino di 11 anni, si è suicidato il 28 ottobre 2009 nella sua abitazione. Sulla sua morte sono in corso accertamenti da parte della polizia, anche se gli inquirenti ritengono che non vi sia un legame tra il suicidio e la strage. Il particolare emerge dalla richiesta di emissione delle ordinanze di custodia cautelare fatta dalla Dda nei confronti dei due presunti autori della strage. L'uomo, Felice Vetere, di 26 anni, rimase ferito da un pallettone all'avambraccio sinistro e giudicato guaribile in 30 giorni. Agli investigatori che lo sentirono subito dopo la sparatoria, l'uomo indicò approssimativamente il luogo da cui erano partiti gli spari. Successivamente riferì di avere avuto la sensazione di avere visto dei bagliori provenire dallo spazio destinato ai parcheggi ed un altro provenire dal terreno intorno ad uno dei campi.

    La lettera del boss. ''Caro amico Cecé tu devi fare solo una cosa. Devi andare da Pierino e gli devi dire che nel Cantorato c'é già chi deve dirigere, la mattanza, ricordati che io e te quando siamo insieme, trema la terra, e canta la lupara e dichiarata guerra". A scriverlo, dal carcere dove è detenuto, è Francesco Tornicchio, il boss dell'omonima cosca, in una lettera inviata al fratello Andrea ed a Vincenzo Dattolo, i due giovani arrestati per la strage del campo di calcetto a Crotone nella quale è stato ucciso anche un bambino di 11 anni. La lettera è stata scritta il 18 luglio 2009, meno di un mese dopo l'omicidio di Gabriele Marrazzo, vero obiettivo dell'agguato perché, secondo l'accusa, imponeva il pizzo ad alcune imprese del quartiere Cantonato di Crotone, in cui operano i Tornicchio, per conto di un'altra cosca, quella dei Comito di Rocca Di Neto, comandata, per gli investigatori, da Pietro Corigliano, il "Pierino" della lettera. "Devi dire solo - prosegue la lettera di Francesco Tornicchio - lì ci siamo io, che sei tu e Francesco Tornicchio, e nessuno al mondo deve venire a imporre le regole sociale. Perché noi non andiamo a Rocca di Neto a fare quello che stanno facendo loro. Tu mi hai già capito, amico mio, al capannone ti devi fare dare ottocento euro al mese e da Giancarlo fatti dare altri duecento euro in più, gli non fa quello, che dico amico mio fai, come faccio io, falla suonare. E quando vai devi fare il mio nome, mi manda Francesco Tornicchio e vuole quello che è suo, nella nostra zona ci siamo noi, non scordarti mai. Ora ci sei tu e mio fratello, e se qualcosa reagisci, sempre con il mio nome". Affermazioni che secondo l'accusa testimoniano come, dopo la strage e la morte di Marrazzo, i Tornicchio tornano a estorcere denaro alle imprese della zona chiedendo, anzi, un aumento della tangente. In un'altra lettera, sempre successiva alla strage, Francesco Tornicchio scrive al fratello ed a Dattolo: "dopo quello che c'é stato lo sai come hanno paura di voi". Un'affermazione, sostengono gli inquirenti, che "lega esplicitamente l'azione consumata in danno di Gabriele Marrazzo il 25 giugno 2009 e la necessità di far comprendere ai rocchitani che le cose dovevano cambiare, mettendo loro paura, attraverso un'azione eclatante, quale è certamente stata quella del 25 giugno 2009".

    PG DDA Lombardo "Decisive intercettazioni". ''Conoscevamo già il contesto in cui è avvenuta la strage ma non chi fossero gli autori, individuati anche grazie alle intercettazioni ambientali". A dirlo è stato il procuratore di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo, illustrando l'operazione che ha portato all'arresto dei rpesunti autori della strage compiuta sul campo di calcetto a Crotone. Lombardo ha riferito che, in una conversazione con il figlio Francesco, la madre dei Tornicchio, parlando della strage, affermava che "la legge sa chi è stato, ma non ha le prove". Il procuratore aggiunto Salvatore Murone, dal canto suo ha evidenziato che "non è usuale vedere contestato il delitto di strage; questa gente ha sparato all'impazzata e i colpi hanno raggiunto dieci persone, di cui due rimaste uccise". "Questa - ha detto il comandante provinciale dei carabinieri di Crotone, Francesco Iacono - è un'operazione a cui tenevamo molto, anche come uomini e come cittadini, che ci ha consentito di dare una risposta ad un crimine efferato. I killer non hanno esitato a sparare nel mucchio pur di colpire una sola persona". Il comandante del reparto operativo Luigi Di Santo, ha fatto riferimento al "copioso rapporto epistolare tra Francesco Tornicchio, detenuto, e i suoi familiari e adepti" avvenuto dopo la strage e prima dell'operazione "Apocalypse now" del settembre scorso nel corso della quale furono arrestate 14 presunti affiliati ai Tornicchio.. Lettere dalle quali emerge chiaramente la volontà di supremazia sul territorio. E, a proposito dell'operazione "Apocalypse now", Di Santo ha spiegato che "si è voluto mettere in sicurezza i soggetti coinvolti, scongiurando eventuali risposte di analogo tenore".

    Gip Catanzaro: L'agguato per uccidere Gabriele Marrazzo, nel quale fu ferito mortalmente anche il bambino di 11 anni Domenico Gabriele, fu deciso perché la famiglia Tornicchio "aveva necessità di riconquistare la piena supremazia sul territorio di competenza, supremazia minata da Marrazzo che, agendo in nome e per conto di un'altra cosca operante nel confinante comune di Rocca di Neto, aveva praticamente escluso i Tornicchio dall'azione estorsiva in danno dell'impresa Maneli". Lo scrive il gip distrettuale di Catanzaro nell'ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti dei due presunti responsabili, Andrea Tornicchio e Vincenzo Dattolo. "Accettare la cosa - prosegue il gip - poteva significare dare il là ad una graduale presa di possesso di quel territorio da parte del sodalizio dei cosiddetti rocchitani". Le responsabilità della strage ai campi di calcetto, avvenuta in un luogo poco distante da contrada Cantorato di Crotone, dove operano i Tornicchio, erano già state individuate nell'inchiesta che portò, nel settembre scorso, all'arresto di 14 presunti affiliati alla cosca. Gli arresti hanno consentito ai carabinieri del Comando provinciale di Crotone di acquisire maggiori e più definite risultanze a carico degli indagati. Il minorenne arrestato stamani, invece, è risultato estraneo all'agguato, ma è accusato di partecipazione all'associazione mafiosa, di furto, detenzione di armi, estorsioni, e di numerosi episodi di detenzione e cessione di sostanza stupefacente, rapine e danneggiamenti. Le indagini, alle quali ha collaborato un pentito, Vincenzo Marino, si sono basate molto sulle intercettazioni, soprattutto dei colloqui in carcere di Francesco Tornicchio, considerato il capo della cosca, con la madre Carolina Amodeo ed i fratelli Luigi e Andrea, grazie ai quali continuava ad impartire ordini anche dal carcere.

    Ministro ALfano: Arresti rendono giustizia. ''Mi auguro che con gli otto arresti di oggi siano stati assicurati alla giustizia i presunti assassini del piccolo Domenico, la cui vita è stata spezzata a soli 11 anni da killer di 'ndrangheta che, per portare a termine il loro fine omicida, non hanno esitato a fare fuoco anche su un bimbo che giocava a pallone''. Lo afferma, in una nota, il ministro della Giustizia Angelino Alfano. "Esprimo apprezzamento - conclude il Guardasigilli - per il lavoro dei magistrati della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, che hanno seguito con costanza e professionalità un'inchiesta così delicata e difficile, nonché per l'operato dei Carabinieri del comando provinciale di Crotone che hanno portato a termine con successo l'operazione"

     

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