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    Coldiretti “Tolleranza zero su manodopera extracomunitaria”

     

     

    Coldiretti “Tolleranza zero su manodopera extracomunitaria”

    22 apr 10 “Dalle notizie che affluiscono ultima quella di Crotone – commenta Pietro Molinaro presidente regionale dalla Coldiretti Calabria - riscontriamo con soddisfazione che il piano varato dal Governo lo scorso gennaio a Reggio Calabria in tema di controlli sulla manodopera extracomunitaria comincia a dare i suoi frutti”. “L’impatto immediato –continua Molinaro –che avevamo fortemente chiesto all’indomani delle misure governative lo riscontriamo in un sicuro ed efficace aumento dei controlli da parte degli Enti preposti”. La linea della coldiretti senza se e senza ma -conferma Molinaro è quella della tolleranza doppio zero poiché non si può accettare che un settore quale è quello agricolo ed agroalimentare che ha scelto con decisione la strada dell'attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale, al servizio del bene comune, sia vittima - sottolinea - di inquietanti fenomeni speculativi che umiliano gli uomini e il proprio lavoro e mettono a rischio la sicurezza dei cittadini. Sono sempre più convinto –prosegue –che la qualità delle produzioni, dipende dalla qualità e dalla trasparenza dei processi produttivi che devono essere eticamente corretti. La vigilanza nei nostri territori per contrastare il lavoro irregolare in agricoltura ed in edilizia, è un banco di prova per le istituzioni e un segno di grande maturità e discontinuità. Questo aspetto operativo, va nella direzione di evitare infiltrazioni criminose, sfruttamento della manodopera attraverso il caporalato nell’ambito dell’economia sommersa garantendo la tutela del lavoratore. In sostanza per Molinaro interventi mirati e controlli, aiutano le sane imprese agricole ed agroalimentari a non subire concorrenza sleale da parte di chi mette in atto fenomeni illegali e fraudolenti in ambito lavorativo e di conseguenza previdenziale. Devono poi camminare insieme -conclude Molinaro - l’accoglienza da un lato e la linea dell’integrazione dall’altro, incentivando strategie orientate verso progettualità che, nascendo dagli effettivi bisogni del contesto territoriale di riferimento, contribuiscano a rendere le condizioni dell’immigrato sempre meno esposto allo sfruttamento lavorativo e al reclutamento da parte della criminalità.

     

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