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    Tenta di impiccarsi con la convivente poi l'accoltella per dissanguarla

     

     

    Tenta di impiccarsi con la convivente poi l'accoltella per dissanguarla

    13 ago 10 Il Giudice per le indagini preliminari ha convalidato il fermo eseguito dai Carabinieri della Compagnia di Taurianova nei confronti di Claudio Lustrì, un operaio trentenne di Varapodio che lunedì aveva accoltellato la compagna A.I., cameriera ventinovenne di origine bulgara. Tutto era cominciato lunedì mattina verso le 10, quando Lustrì, appena rientrato dalla Puglia, dove aveva trascorso un periodo per motivi di lavoro, ha convinto la convivente a seguirlo in una zona isolata di campagna, con il pretesto di aiutarlo a cercare un portafogli smarrito. La donna ha seguito il marito in campagna. Giunti in un grande uliveto, per la giovane bulgara è iniziato un dramma che non ha nulla da invidiare alla peggiori fantasie cinematografiche. L’uomo, preso da un raptus di follia la ha selvaggiamente ingiuriata, picchiata e seviziata, mentre al tempo stesso preparava due corde, con cui ha formato due cappi, assicurati ai rami di un ulivo al margine di una profonda voragine. L’intenzione era di uccidere la donna, per poi uccidersi a sua volta. Ma Lustrì non si è fermato a questo: prima ha inferto una coltellata all’addome della convivente, con l’intento di farla dissanguare lentamente. Mentre la donna si indeboliva sempre più, lui la invitava a raggiungere l’albero ed a mettere la testa nel cappio, ma la giovane, ormai non aveva più forze per spostarsi. Le torture e le sevizie sono andate avanti per quasi cinque ore, finchè Lustrì, forse ravvedutosi dopo aver parlato al telefono con qualcuno, ha desistito dal proprio intento criminale. Per i Carabinieri, l’allarme è scattato alle ore 16:00 circa, quando la donna è giunta al Pronto Soccorso di Polistena in gravi condizioni, accompagnata dal padre del proprio compagno. La ragazza presentava lesioni da taglio e numerose contusioni. I primi elementi raccolti hanno permesso di individuare in breve l’autore delle sevizie: il compagno della donna, che era già noto agli operatori. Infatti, già da mesi, tra Lustrì e la compagna, che hanno due figli piccoli, vi era un forte conflitto, dovuto al deterioramento dei rapporti di coppia, che aveva già richiesto l’intervento dei Carabinieri di Varapodio. In occasione di uno dei tanti litigi, ai primi di febbraio, i militari avevano arrestato Lustrì che, invitato in caserma, mentre si trovava in sala d’attesa, si era scagliato con violenza sui Carabinieri. Grazie alle ricerche immediatamente avviate, Lustrì è stato subito dopo rintracciato e fermato presso l’abitazione di alcuni suoi parenti a Varapodio. Gli accertamenti e i riscontri seguiti all’evento delittuoso, hanno permesso agli inquirenti della Compagnia di Taurianova di chiarire i contorni della vicenda, sottoponendo Claudio Lustri al fermo di polizia giudiziaria con l’accusa di lesioni gravi e sequestro di persona. L’uomo è stato tradotto presso il carcere di Palmi, dove si trova tuttora recluso. Tutti i riscontri confermano che il delitto trova origine nella patologica e morbosa gelosia del giovane nei confronti della compagna. Da mesi la coppia stava affrontando la questione della separazione, a seguito di vari episodi di violenza. Quello di lunedì, secondo Lustrì doveva essere “il chiarimento finale” con la propria compagna. Grazie ai Carabinieri, la vicenda ha fortunatamente avuto un epilogo ben diverso.

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