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Lettere al Direttore

 

ARCHIVIO

La via ria

Ho grande rispetto e nutro grande amore
per le mie figlie e per la mia signora .
A loro dedico tutta la mia esistenza
ma alcune volte ci vuol tanta pazienza.

Tre donne in casa , non è certo una festa
spesso mi provocano un grande mal di testa
Grida la madre , rispondon le figliole
....tanto riposo è quel che mi ci vuole!

Ed è perciò che ho comprato casa al mare
dove vado i fine settimana a riposare
Per godermi il bel sole e il suo tramonto
l'ho comperata ed in banca .....ho estinto il conto

E accanto casa ,in quel di Cittadella,
ci ho liberato qualche gallinella.
Coccodè, coccodè , che melodie
eran quei canti per le orecchie mie

che quando in casa c'era gran vociare
io andavo tra le galline a ...comandare !
Quel che non riesco a far con moglie e prole
mi riesce bene con le ...ovaiole.

In quel gallinaio io mi sentivo un re
tra un chicchirichì e qualche coccodè
ma oggi che c'è in giro l'aviaria
lo scettro ho perso e addio ...castelli in aria!

La vita è corta e sporca come la scaletta
di quel gallinaio oramai vuoto e muto
credi di comandar ma che disdetta
con l'influenza il sogno va perduto !

Quello che anche io cullavo è già svanito
ritornerò a fare il padre ed il marito
lascio le abitudini nuove e torno alle vecchie...
ho procurato i tappi per le orecchie .
Quel detto antico allor non è sbagliato
"u cani muzzica sempri aru ...strazzatu "

delmo

Legittima difesa: difendersi non può essere reato!

Ritorno al Far West? Giustizia fai da te? Licenza d'uccidere? Per niente affatto. Metterla in questi termini non aiuta a capire nella sostanza il buon senso della legge appena approvata dal Parlamento. A mio avviso si sta facendo troppo terrorismo psicologico inutile. Le energie di coloro che fanno queste critiche dovrebbero invece concentrarsi ad andare a fondo nella questione, ad esempio si potrebbe analizzare il fatto che in passato troppe volte tante persone hanno subito processi ingiusti (che durano anni e quindi ti portano via la salute oltre che denaro...) benchè loro abbiano reagito come hanno potuto in una situazione che di certo non potevano prevedere (è ovvio che se uno sapesse a priori quando viene il ladro farebbe trovare con la polizia nascosta dentro casa). Nello specifico sembra non si voglia comprendere un dato di fatto evidentissimo: il delinquente da parte sua ha il vantaggio che ti coglie sprovvisto ed in quel momento il panico, la paura, la rabbia sono elementi predominanti che non si accompagnano facilmente alla migliore delle soluzioni del tipo "calma e sangue freddo" ma alla necessità di neutralizzare l'aggressore rendendolo inoffensivo. E' per questi motivi che nell'eventuale colluttazione nel tentativo di difendersi non si sa mai come può andare a finire. Ad ogni modo la modifica alla legge di fatto introduce più diritti e maggiore tutela per coloro che si ritroveranno per causa di forza maggiore ad affrontare processi assurdi come è stato finora. Sicuramente parlare di "far west" come fa certa sinistra ostruzionista non aiuta la gente a comprendere i miglioramenti della legge ma al contrario porta a pensare, in modo stupido, che sia più facile la "corsa ad armarsi"... quando invece le norme per il rilascio del porto d'armi non sono cambiate affatto. Anch'io ho alcuni dubbi su questa legge però bisogna anche ammettere che, ad ogni modo, prima sembrava fosse chi subiva una violazione ad esser meno tutelato di chi la commetteva a danno di altri. Il problema, secondo me, è che la difesa dovrebbe essere sempre proporzionata all'offesa, ma a volte (e la cronaca ne è testimone) chi ti "offende" mira ad annientarti pur di rubarti anche semplicemente un portafoglio e se ne frega altamente delle reazioni lecite o anche illecite che il danneggiato potrebbe avere. Bisognerebbe fare in modo che chi subisce abbia più garanzie e non passi da "impiccato" ad "assassino". Inoltre penso che la legge dovrebbe prevedere anche la tutela di chi si ritrova ad essere offeso anche per strada e non solo nell'ambito della proprietà privata visto che molti balordi aggrediscono in gruppi ragazze ed anziani indifesi a volte non limitandosi a rubare ma provocando danni fisici e psicologici (vedi casi di violenza sessuale e maltrattamenti), in questi casi è giusto parlare di "eccesso di difesa"?!?! Spero che grazie a questa nuova normativa i malintenzionati ci pensino due volte prima di violare i diritti degli altri. Se in passato vi sono state reazioni estreme da parte degli aggrediti è pur sempre per colpa degli aggressori, il cui scopo è sempre e comunque di danneggiare il malcapitato, quindi a mio parere la giustizia dovrebbe sempre mirare a tutelare chi subisce ed alzare il tiro contro chi è fuorilegge.

GC - Caltanissetta

Malasanita' a chi rivolgersi?

Il rispetto per chì soffre. Nessuno risponde, nessuno ti ascolta! Denunciamo il menefreghismo dei dottori e iniziamo a dare ai malati un pò di rispetto. Il direttore dell’azienda sanitaria Calabrese in una sua missiva risponde: mi dispiace ma sappiamo che la struttura ospedaliera di Cariati e carente............,
perché non fare qualcosa per migliorare (penso io)
tanto in dialisi … non c'è mica Lui!

Lettera firmata

Una petizione on line per la Riviera dei Cedri

"Oggi è iniziata la raccolta online di firme per chiedere l'istituzione della Riserva marina "Riviera dei Cedri" (Calabria da Tortora ad Amantea) in modo da proteggere la natura di quei luoghi che amiamo così tanto (ma da troppo tempo offesi col cemento...è il momento per noi di fare qualcosa per il nostro mare e la nostra riviera!) e promuovere lo sviluppo finalmente sostenibile dell'area. Firmate anche voi , se come spero vi interesserà 'argomento, e fate firmare... diffondete insomma la notizia tra chi sapete potrebbe aderire. Potrebbe essere una chance unica per la Riviera ed un'iniziativa da imitare per altri luoghi (con iniziative che anche io sosterrei). Potrebbe non servire a nulla, qualcuno potrebbe pensare...ma dopo tutto non costa molto provare...e noi ci proviamo!!
Ecco la petizione: http://diamanteonline.altervista.org/petizioneparcoriviera/pet2.php

Giovanni – Aversa (CE)

Corbelli si interessi anche degli animali randagi

Egregio Direttore,
dopo qualche tempo Le chiedo ancora ospitalità e questa volta per parlare del Presidente dell'Associazione Diritti Civili Franco Corbelli.
In questi giorni si sta interessando attivamente di Padre Fedele Bisceglia,che ho avuto modo di conoscere ed apprezzare per le sue opere caritative a Cosenza e CHE PERSONALMENTE CREDO INNOCENTE NELL'ATTUALE VICENDA GIUDIZIARIA.
Fin quì penso che sia giusto l'operato di Franco Corbelli.
Però un uomo che si occupa di vicende umanitarie,MI MERAVIGLIA COME SIA CONTRO ALTRI ESSERI VIVENTI:GLI ANIMALI RANDAGI,sopratutto i cani,che vagano liberamente per tutta la città e potrebbero costituire un pericolo per gli umani se affamati e assetati.E visto che le Associazioni animaliste cosentine fingono di non vedere, il Signor Corbelli,SE VERAMENTE DICHIARA DI DIFENDERE I DIRITTI CIVILI,dovrebbe difendere e battersi anche per una giustizia animalista così come si batte per una giustizia umana.
ANCHE GLI ANIMALI HANNO GLI STESSI DIRITTI DEGLI UMANI.
Mi auguro che il Signor Corbelli legga questa mia e si ricordi che una sola volta che l'avevo contattato per sapere qualcosa di più sulla sua Associazione e sulla proposta di portarla anche nelle Marche,la risposta è stata palesemente negativa.

Antonio Bruno
presidente Assoc.animalista CHICCO & FUFFI- Ancona

Agricoltura, a rischio oltre 100 aziende.

Era il 2002 quando nell’ambito del Piano Operativo Regionale, venivano presentati, decine di Progetti Integrati di Filiera, i cosiddetti PIF. Era un modo nuovo di affrontare i problemi del settore in Calabria, cercare di mettere insieme uomini, mezzi ed aziende per realizzare delle vere e proprie filiere produttive, dalla produzione alla commercializzazione. Dal 2002 ad oggi solo una parte dei progetti presentati, sono stati realizzati, molti altri languono per inadeguatezza degli apparati regionali o per zoppia della normativa resa operativa. In realtà non tutte le misure del POR sono state attivate, considerato che molte di esse sono interdipendenti il risultato pratico è la solita grande confusione. Certo non tutte le colpe sono addebitabili all´amministrazione regionale, la situazione del credito ed il rapporto banche-impresa, in Calabria è anomalo rispetto al resto del contesto Europeo, ma abbiamo anche il dovere di dire che la classe imprenditoriale regionale, stessa, è il più delle volte, impreparata a gestire i finanziamenti ed i processi di sviluppo ed innovazione. Certo in tutto questo la classe politica regionale ha le sue responsabilità, nell’accelerare o frenare, in relazione o in corrispondenza degli appuntamenti elettorali, un malcostume che affonda le sue radici fin dalla nascita della Repubblica, i tempi poi della burocrazia fanno il resto, La Calabria è una delle poche regioni italiane, che ha un’operatività degli uffici finanziari di 4/5 mesi reali, a parte il lungo black-out Dicembre-Marzo poi ci sono i mesi estivi, Giugno-Settembre, quando poi ci sono appuntamenti elettorali, tutto fermo. In questo non idilliaco quadro generale si muovono gli imprenditori e le loro imprese, che hanno modi e tempi completamente diversi rispetto a quelli del contesto amministrativo regionale, nel quale ambito sono costrette a muoversi. Alcuni PIF, in particolare, che coinvolgono centinaia di aziende, sono in una sorta di incomprensibile "stand-by", da tempo, aziende che operano in settori importanti dell’agricoltura e della zootecnia calabrese, come le carni di qualità certificata, oppure della produzione e lavorazione dei fichi secchi, che soprattutto nella provincia cosentina rappresenta una fonte importante di reddito per le famiglie, nonché la storia di Cosenza stessa, sono in attesa dei decreti di ammissione ai benefici delle varie misure del POR Calabria. Le strategie politiche e le lungaggini burocratiche rischiano di creare un danno rilevante all’economia già debole delle aziende agricole, ma in alcuni casi potrebbero, addirittura, arrecare danni ingentissimi ed irreparabili, come nel caso delle oltre 160.000 piantine di fico dottato, riprodotte e certificate con il supporto dell’ARSSA rilevandone il DNA, che sono in attesa di essere trapiantate nelle 130 di produzione che fanno riferimento a 15 aziende di trasformazione tra cui le più storiche del settore, piantine già pronte e che rischiano di esser perse se non messe a dimora entro il mese di Marzo 2006. A proposito proprio del PIF Fico Essiccato del Cosentino a detta del Direttore Tecnico del Consorzio di gestione del PIF, Dott. Giuseppe Perri, da contatti avuti con l’Assessore Pirillo, lo stesso conferma la volontà della struttura regionale di dar seguito all’emissione dei tanto attesi ed agognati decreti d’impegno per fine mese di Gennaio in modo da poter affrontare gli investimenti e mettere in moto la macchina della produzione. Ci ricorda lo stesso direttore quanto importante sia in termini numerici e storici la produzione di fichi nella provincia di Cosenza, unica al mondo per qualità.
Ci sono processi aziendali nel manifatturiero ma soprattutto nell’agricoltura che il trascorrere del tempo rappresenta occasione irripetibile ed in quando tale cruciale per la vita dell’azienda stessa. Immaginiamo che nel giro di 2/3 anni una pianta o un animale inizia il suo ciclo produttivo, un ritardo di pari durata provoca conseguenze inimmaginabili a tutto il tessuto produttivo, già debole del sistema agricolo regionale, alcune volte sembra riaffiorare dal passato il fantasma della legge regionale 2 del 1988, che diventò un vero e proprio girone infernale per migliaia di giovani Calabresi, e che ha trovato sbocco solo dopo oltre 12 anni, con una sua ricaduta su un residuo, sparuto drappello di giovani tenaci e combattivi ma comunque provati dall’infernale meccanismo politico-burocratico della Regione Calabria, il ripetersi di situazioni analoghe sarebbe oggi intollerabile, nessuno pensi di sottrarsi alle responsabilità, dategli da un ampio mandato popolare.

Giorgio Durante Presidente Calabrialibre e Responsabile CICAS Provincia di Cosenza

Via Pomponio Leto, un quartiere senza voce

Gentilissima redazione,
mi rivolgo al vostro giornale per dare voce ad un quartiere di Cosenza abbandonato da tutti e dalla 6circoscrizione. Il quartiere in questione è Via Pomponio Leto-Via Tommaso Telesio, un quartiere dove gli operatori ecologici non lavorano, dove c'è una fogna a cielo aperto da15giorni ma non si trova soluzione perchè i condomini litigano, dove c'è un piccolo giardinetto che per far pulire bisogna tempestare la circoscrizione di telefonate, c'è un rigoglioso canneto che aspetta la promessa del presidente della 6 di far estirpare le canne definitivamente da1anno, dove c'è una cabina dell'enel(che affaccia su via degli stadi) il cui cancello, nonostante le mie migliaia di tel,è sempre spalancato dando vita ad un bagno pubblico all'aperto e ad un cassonetto dei rifiuti,la strada è tutta rovinata, i tombini che fungono da canale di scolo per l'acqua piovana otturati da erba e terra,ci sono due automobili parcheggiate, di cui non si consoce il proprietario,da un paio d'anni che attendono le promesse dei vigili da1anno di venirle a ritirare...i dissuasori che la circoscrizione ha fatto installare all'entrata del giardinetto attende da1anno il segnale di divieto di sosta perchè è l'entrata per i disabili ma puntualmente le persone che parcheggiano la mattina per andare a Catanzaro bloccano il passaggio...è mai possibile che in una zona compresa tra Piazza Europa e l'uscita autostradale Cosenza sud esista questo degrado?si stanno e si sono spesi milioni di euro per rinnovare Cosenza e noi ancora viviamo come nella vecchio quartiere Gergeri...
grazie in anticipo se pubblicherete la mia lettera
s.a. - Cosenza

Alberelli di Natale a Piazza Bilotti (Piazza Fera)

Egregio Direttore
Le invio questo mail per segnalare ciò che a me personalmente, ma non solo, sembra davvero l'ennesimo sperpero di denaro pubblico nella città di Cosenza. Si tratta di Piazza Carlo Bilotti, ma non per ciò che riguarda il suo restyling, frutto di una scelta che può essere condivisa o meno, ma del fatto che nonostante il periodo di festività sia trascorso ormai da un pezzo, continua ad avere gli alberelli illuminati come se fosse ancora Natale. Questo, almeno, fino a venerdì sera. Non è una ricerca di colpevoli ( in questo momento sarebbe come sparare sulla Croce Rossa), ma almeno ci vorrebbe la decenza di rendersi conto che siamo al 23 di Gennaio.
Grazie
Lettera firmata

Vorrei una campagna elettorale con la gente, con i cittadini.

Dalla campagna elettorale in corso è sparita la vita della gente, In Italia la vittima della politica in questo momento è la verità quotidiana di milioni di persone, con i loro problemi, e bisogni. Nel gran calderone di veleni, inchieste, accuse, sospetti, non c'è tempo e la voglia considerare i problemi dei cittadini italiani, che devono mandare i figli a scuola, anziani con pensioni sempre più assottigliate e sempre più soli, lavoratori dipendenti sempre più in difficoltà, sempre più precari, milioni di cittadini che non c'è la fanno più ad arrivare alla fine del mese. Certo il centrodestra, siccome non ha saputo mantenere le promesse fatte agli italiani, e che la situazione in questi 5 anni di governo del centrodestra, è peggiorato quasi tutto, dai servizi, alla sanità, all'assistenza, alla scuola, alle pensioni, agli stipendi dei lavoratori, ai trasporti ferroviari, alle poste, all'economia, hanno tutto l'interesse a trascinare lo scontro politico ed elettorale, al di fuori dei problemi reali della gente. Rivolgo un sentito e forte appello ai D.S., al centrosinistra, all'unione, ad uscire in fretta dal quel gioco velenoso e penoso, che siete stati trascinati, ve lo chiedo per bene d'Italia, per il bene della gente, per il bene di tutti i cittadini. La campagna elettorale dovrebbe essere fatta con grande intelligenza e rispetto, in mezzo alla gente e con la gente, su temi concreti, dal fisco, per portarlo più equo e per pagare meno e pagare tutti, ci sono troppi evasori, troppo lavoro sommerso, troppa illegalità, dalle pensioni, per renderle più dignitose, che si possa arrivare a fine mese,dalla sanità, per abolire gli odiosi tickes sulle prestazioni, e superare le liste di attesa, rendere la una sanità migliore, e che il diritto alla salute sia garantito a tutti i cittadini in uguale misura, all' assistenza, perché sia istituita quella rete di servizi sul territorio che la legge prevede, a favore delle persone più bisognose, anziani, disabili, handicappati, bambini, per una scuola più qualificata, più efficiente, e che il diritto allo studio sia garantito a tutti i cittadini, trasporto ferroviario che è diventato un vero disastro, incidenti, ritardi, sporcizia, va urgentemente migliorato, per il lavoro insicuro, precario, che ormai non se ne può più, per i giovani e anche per i meno giovani, diventa tutto precario, perfino farsi un minimo progetto di futuro per la propria vita, la sicurezza sui posti di lavoro, va fatto molto di più per prevenire gli infortuni. Certo anche l'illegalità diffusa , la corruzione, è un grosso problema italiano, ma lasciamo che siano le forse dell'ordine, la magistratura,a svolgere il loro compito, il loro dovere, e la gente onesta e per bene come i D.S. non devono avere nulla da temere. Il voto è un grande evento democratico, fate in modo che la gente, arrivi al voto serena, informata correttamente dei programmi, arrivi preparata e libera. Allora cari D.S. cara unione, abbiate più coraggio, date il buon esempio, andate in mezzo alla gente e con la gente, a fare la politica,a fare la campagna elettorale, assieme alla società civile, al volontariato, alle associazioni, fate la vostra parte, il vostro dovere, andate sui posti di lavoro a sentire gli operai, negli ospedali a sentire gli ammalati, nelle università a sentire gli studenti universitari e professori, nelle scuole di ogni ordine e grado per sentire gli studenti e insegnanti, nelle case di riposo a sentire gli anziani e il personale, nei mercati e supermercati a sentire la gente come deve fare la spesa, sui treni a sentire i viaggiatori i pendolari e il personale, andate nelle piazze, in ogni luogo dove ci sia un cittadino da ascoltare, con problemi e bisognoso. Se farete questo renderete alta la politica, alta la democrazia , alta la nostra civiltà, alta la nostra libertà, nell'interesse generale di tutti i cittadini italiani e del paese, e renderete onore alla nostra bella Italia, la gente sicuramente vi premierà.

Francesco Lena - Cenate Sopra (Bergamo)

Circoscrizione San Vito, lascia o raddoppia?

Nella serata di sabato un nuovo triste primato per la VI Circoscrizione, la rapina doppia. Due esercizi commerciali contigui ed isolati su viale Marconi (ex-SS 19 bis) assaltati contemporaneamente nell'incuranza delle decine di clienti presenti. Negozi isolati, come isolati vivono gli abitanti dei quartieri che li circondano, e che per strada commentano a caldo: "magari domani leggiamo che aumentano i poliziotti di quartiere dentro Cosenza"; dicono da sempre "dentro Cosenza", magari riferendosi al "salotto buono" del MAP, quasi a voler esprimere a parole la coscienza del fatto che i loro quartieri sono "off", fuori dalla città. Una cosa è certa, la Circoscrizione San Vito si sta svuotando. Basandosi sul dato statistico universale e quindi incontrovertibile, cioè confrontando gli ultimi due censimenti della popolazione, scopriamo che in 10 anni i residenti della Circoscrizione San Vito sono diminuiti del 27%, a fronte di un calo del 16% di tutta la città. Per capirsi, se tutta Cosenza avesse seguito il trend della sua VI Circoscrizione, la popolazione legale odierna sarebbe di oltre 10.000 abitanti in meno! Ma c'è altro. Chi resta, è sempre più vecchio e si trova sempre più a vivere in un quartiere dormitorio, degradato urbanisticamente e socialmente. Perché da anni qui, da parte delle amministrazioni, non si spende un soldo, e chi rimane, salvo rare eccezioni, è giusto perché non può permettersi di andare via. Quindi, c'è una specie di selezione sociale delle classi più disagiate. Inutile dire che il disagio è compagno di strada della devianza. Fatti: considerando solo la parte alta di via degli stadi (dove esiste ancora un gruppo di vetrine commerciali non sparse), solamente dalla fine dell'estate abbiamo visto chiudere bar, fioraio ed ortofrutta. Una popolazione che vive in quartieri nati in blocco e privi di servizi, vede scomparire anche quei pochi aperti. Il quadro in prospettiva è quello di un quartiere di pensionati che non potranno andare nemmeno a fare la spesa sotto casa. Il contratto di quartiere II, presentato come la futura svolta è uno di quei progetti che, come la storia delle opere pubbliche in Calabria ci insegna, o si incarnano nelle realtà socio-economiche reali del territorio o probabilmente servono più a chi li realizza che ai destinatari. È su queste ragioni che chi gioca sulla pelle della città deve riflettere, per poi prendere formalmente atto del fatto che c'è una parte di questa città del tutto ignorata negli ultimi anni e che non può più permettersi di aspettare. Ci deve essere un impegno solenne e pubblico seguito da fatti. La situazione ha superato i livelli di guardia. Vogliamo politiche etiche di sviluppo delle periferie, e per la Circoscrizione San Vito fra tutte. Politiche fatte di opere concrete e tangibili, con investimenti di risorse finanziare e culturali adeguate ad avere quartieri non migliori degli altri, ma in condizioni di vivibilità pari a quelle degli altri. Vogliamo uscire dalle nostre case per "essere a Cosenza" e non dover "andare a Cosenza", e che si spenda per noi tanto quanto è stato speso in altre zone della città.

Movimento Risveglio Popolare – Quartiere San Vito - Cosenza

La Polti e i posti di lavoro in provincia di Cosenza

Leggo la notizia della chiusura della Polti di Figline Vegliaturo e mi dispiace tanto per chi perde il lavoro. Ma voglio far notare ai politici calabresi ed ai cittadini che la più grande ed importante azienda di Cosenza e della Calabria, La Cassa di Risparmio che ha dato lavoro a generazioni di calabresi da quasi 150 anni per latitanza politica e inettitudine sindacale è stata rubata a Cosenza da Bari. Il fù compagno Demattè allora presidente di Carical e di Caripuglia per salvare la Caripuglia ha fuso in CARIME le Casse di Cosenza, Bari e Salerno. Oggi a Cosenza non resta più niente anche se la sede legale è qui gli uffici di direzione sono a Bari.

Lettera Firmata - Cosenza

Sicurezza dell'Ufficio dove hanno sede le Agenzie delle Entrate e del Territorio

Nel corso degli incontri tra Organizzazioni Sindacali e Parte Pubblica che si sta svolgendo presso il ns. Ufficio e che ha per oggetto la disciplina dell'orario di lavoro e di servizio in occasione dell'entrata in funzione della rilevazione elettronica delle presenze, è emerso una problematica relativa all'eventuale apertura e chiusura dell'Ufficio.
Mi spiego meglio: nel caso si dovesse attuare - come mi auspico si attui - l'orario flessibile - peraltro grande conquista del lavoratore - si porrebbe il problema di come aprire l'ufficio la mattina presto (alle 7,00 oppure 7,30) e come chiuderlo la sera (alle 18,30 oppure 19,00), in quanto l'Agenzia delle Entrate non ha né un custode né, pare sia possibile - per quanto affermato dalla parte pubblica - adottare un sistema di vigilanza per mancanza di fondi destinati a tale scopo.
A questo si aggiunga la pericolosità assoluta di una strada - via Popilia - che per i più sembra essere una filiale dell'autodromo di Monza, per cui, attraversare - non ostante le vistosissime strisce pedonali bianche e rosse - diventa un'avventura sia per gli impiegati che per il contribuente.
Risultato: chi dovesse adottare l'orario flessibile e trovarsi ad uscire entro le 18,30 o entro le 19,00 - cosa consentita dal ns. CCNL - si troverebbe in una situazione di scarsa sicurezza, vuoi per l'assenza di una qualsiasi forma di sorveglianza, vuoi per i suddetti rischi di attraversamento pedonale.
E questo, non ostante che, appena aperto il nuovo ufficio, nel marzo del 2004, la sorveglianza era presente. Adesso, che l'ufficio lavora a pieno regime, a quanto pare, la sorveglianza se la devono fare da sola gli stessi impiegati.
Affermare, che "non ci sono i soldi" per un custode o per una sorveglianza, evince una conduzione politico-amministrativa, che parte dall'alto, totalmente irrispettosa nei confronti dei lavoratori, il cui valore viene ormai misurato come "risorsa", al pari di una qualsiasi materia prima di natura estrattiva (leggi ad es., petrolio o carbone).
Cosa aspettiamo? Che qualche collega venga aggredita da uno dei tanti balordi che girano, o che al front-office qualche utente esasperato lanci bottiglie al vetriolo sui lavoratori? O che qualche aspirante Shumacher ponga fine alle sofferenze di qualche lavoratore-contribuente mentre si reca a fare fotocopie all'edicola di fronte l'Ufficio?
Ai Dirigenti delle Agenzie delle Entrate e del Territorio non si può che segnalare l'urgenza di adottare un valido sistema di sorveglianza, sollecitando, chi di dovere, a stanziare i fondi necessari.
Alle Autorità Locali non si può che segnalare l'esigenza improcrastinabile di dotare la zona di una segnaletica adeguata (semafori, rallentatori e quant'altro).
Nella speranza che quanto ho testè segnalato venga recepito, e nella speranza che, per recepirlo, non si debba attendere qualche infortunio e la conseguente inchiesta e poi si debba dire: "ve l'avevamo detto!!".
Buon anno a tutti.
Firmato:
IL SEGRETARIO DELLA SEZIONE AZIENDALE SALFI DELL'AGENZIA
DELLE ENTRATE DI COSENZA
Giovanni Caputo

A proposito di false promozioni

Il giorno 04/01/06 mi sono recata all'ipermercato sito in Cda Pantoni Montalto uffugo (cs)e ho acquistato due lenzuola di sotto e due coppie di federe allettata dall'invitante cartello di promozione recante la scritta "Più acquisti Più risparmi" indicante lenzuolo euro 6,90 cadauno, lenzuolo euro 5,45 cadauno per l'acquisto di due, lenzuolo euro ... cadauno per l'acquisto di tre, lo stesso per le federe si indicava euro 3,90 cadauno per l'acquisto di una coppia ed euro 3,25 per due coppie. Alla cassa invece alla merce acquistata non è stato praticato lo sconto dichiarato dal cartello della promozione, benchè lo avessi fatto presente ,così pur avendo acquistato due lezuola di sotto le ho pagate al prezzo di euro 6,90 cadauno anzichè 5,45 cadauno e così per le federe. Faccio presente tale fatto non per l'esigua somma pagata ed il relativo risparmio ma per essere tutelata come consumatore .
Distinti saluti
Rosetta Felicetti - Rossano
PS: Sono in possesso dello scontrino fiscale.

Cosa succede all’acqua a Cosenza?

Vorrei sapere cosa sta succedendo alla rete di distribuzione dell'acqua. In poche settimane continuamente viene sospesa l'erogazione, improvvisamente e senza che nessun sistema di trasmissione delle informazioni ne faccia partecipi i cittadini. Non in ultimo il 31 di dicembre è mancata per tutto il giorno ed è arrivata alla mezzanotte. Gradirei avere ulteriori delucidazioni. Grazie

F.A. – Via Popilia – Cosenza

Cara Lettrice,
è una domanda che ci siamo posti anche noi e che giriamo volentieri all’Amministrazione comunale che, ad onor del vero, sta chiedendo lumi alla Regione. Anche qui un nuovo teatrino? Speriamo di no. L’acqua è un bene primario prezioso, ma mai come in questi tempi a Cosenza sta accadendo di tutto e di più. Speriamo nel buon senso degli Amministratori.

Procal, il solito bidone?

Ormai siamo abituati, la maggior parte degli investimenti finanziati in Calabria, sono dei veri e propri bidoni, dei pacchi, come era uso fare a Napoli nel primo dopoguerra. Ma, attenzione il pacco non è fatto alle istituzioni, come generalizzando ci si vorrebbe far credere, ma soprattutto alla gente di Calabria, ai disoccupati e ai pochi seri imprenditori. Le istituzioni sono spesso colpevolmente distratte e forse pure colluse, a tutti i livelli, da chi istruisce le pratiche, ai valutatori ministeriali o di importanti istituti bancari, agli organi di polizia e di controllo, spesso troppo impegnate a braccare le piccole attività commerciali, per poi calarsi grosse fette di prosciutto sugli occhi davanti ai grandi investimenti, spesso truffaldini. La storia proprio dei grossi investimenti in Calabria è una sequenza impressionante di truffe, dall´Isotta Fraschini alle Ferrari. Capannoni vuoti o pieni di attrezzature ricondizionate pagate per nuove a conniventi aziende del nord, beni di investimento oggetto di diversi contributi, sovrafatturazioni ecc. ecc. la casistica è impressionante per numero e per fantasia criminale. E’ molto facile in questo humus, che si inseriscano attività di pura criminalità, come pure coacervi fatti da professionisti, politici, faccendieri e pezzi dello stato altrettanto criminali. Certo di tutto questo non ne beneficiano la maggior parte dei poveri Calabresi, ma pochi appartenenti ad un mondo associativo tutto da leggere ed interpretare. Noi di Calabrialibre ci interroghiamo sgomenti, aspettando risposte serie dalle istituzioni, ma una domanda su tutte ci tormenta: come sia possibile che mentre su uno stesso territorio alcune aziende insediate con contributi pubblici, che operano in un settore innovativo stanno per essere liquidate, senza aver mai prodotto nulla o quasi, altre stanno per partire, con gli stessi imprenditori e operanti nello stesso settore e pure con nomi assonanti ed affini. Gli organi di controllo che sappiamo hanno varcato le soglie di queste aziende fantasma, hanno accertato che tutto fosse in regola? La magistratura ha dato uno sguardo alle carte, o meglio ancora alle strutture? Ma nessuno si è chiesto come mai un´azienda chiude mettendo in mezzo ad una strada decine di giovani Calabresi, mentre un’altra rinasce a poche decine di metri, sempre con fondi pubblici, con sempre gli stessi personaggi dentro o con prestanomi. Il buonsenso ci dice che qualcosa non quadra, ma possibile che non quadra solo a noi? ai politici che hanno sponsorizzato Procal, quadrava? agli istruttori, ai valutatori, agli organi di controllo quadrava tutto? Nessuno è così ingenuo da crederci, proprio nessuno. E´ venuto il momento di scoprire le carte, che come al solito sono tre, questo è l´unico gioco che un certo mondo professionale, imprenditoriale e politico ormai fa da 50 anni, impuniti, tanto il gioco delle tre carte è solo un gioco, ma purtroppo, non per le vittime. E tra le vittime la prima a cadere è la legalità, poi tutti i Calabresi onesti, basta con le illusioni, questa politica ha portato la Calabria sull’orlo del baratro, allineata con le regioni più povere del Mediterraneo, con un’altissima percentuale di famiglie sulla strada della povertà, molte altre per ora si salvano solo grazie alle pensioni dei nonni. Un meccanismo, quello del sostegno comunitario che ha arricchito solo pochi, e che ha invece depauperato i più, il bilancio di oltre 50 anni di questa gestione, al di là del colore politico è una regione, ultima per gestione dell’ambiente, ultima per reddito, ultima per i servizi pubblici e sanitari, ultima ancora per numero di occupati, e prima solo per numero di analfabeti, ci saranno dei responsabili di tanto sfascio, non sono forse gli stessi che consentono le allegre iniziative economiche oggetto dell’articolo? Calabrialibre propone un workshop al quale sono invitati tutti i politici, vecchi e nuovi per fare un bilancio degli ultimi 35 anni di amministrazione regionale e valutare la ricaduta in termini di rapporto costo-benefici di 35 anni di aiuti governativi e comunitari.

Giorgio Durante Presidente Calabrialibre

Lettera aperta al Sindaco di Cosenza

Cara Sindaca,
in merito a diverse situazioni incresciose che si stanno verificando nella nostra città e non avendo ricevuto risposta dai suoi collaboratori, Le scrivo.
Parto dal MAP (o Mab???), che non è l'oggetto della discussione, ma che tiene legati i diversi "oggetti" delle mie osservazioni. Vengo al dunque.
Da quando il museo all'aperto sta occupando troppe pagine dei giornali, lo stesso è diventato inviso a molti cittadini. Il primo "oggetto" è la video sorveglianza. Capisco la necessità di salvaguardare le opere, ma non capisco come una telecamera possa evitare che una statua possa essere imbrattata, rovinata o peggio ancora agghindata da qualche buontempone. Non credo che un occhio elettronico possa risolvere i problemi, anche di ordine pubblico, il problema si risolve inondando di persone le strade, creando coscienza, iniziative... Non sarebbe forse il caso che quelle centinaia di migliaia di euro fossero utilizzate per creare occupazione "intorno" al Map?
Un'altra situazione che il Map si trascina dietro è la scelta di associare l'inaugurazione della seconda parte del museo ad un evento "culturale" molto discutibile. Come già in molti sanno il 29 dicembre passerà anche a Cosenza la fiamma olimpica, simbolo di pace, tolleranza, giustizia, libertà, solidarietà e uguaglianza tra i popoli e gli individui, in vista delle olimpiadi invernali di Torino. Più che chiamarla olimpica, mi viene di chiamarla ossidrica, leggendo tutto il fardello che il fiaccolone si trascina dietro. Si va dallo sponsor macchiato di sangue, alla distruzione ambientale, alla collusione mafiosa legata ai diversi soggetti che promuovono i Giochi in Italia. Spero che queste cose non le abbia letto solo io. Le Olimpiadi sono strettamente legate ad una incantevole ma alquanto agitata valle, quella di Susa, protagonista in questi mesi per la straordinaria mobilitazione popolare (come quella di Cosenza nel novembre del 2002) per impedire la realizzazione di un'inutile e dannosa opera, il TAV. Come il TAV, il ponte sullo stretto. E noi siamo contro la realizzazione del ponte sullo stretto, oh no?
Un'altra questione, indirettamente legata al Map, è l'inqualificabile azione della mostruosa macchina amministrativa comunale che ultimamente ingurgita tutto ciò che è possibile fagocitare. Mi riferisco alla concessione di uno spazio pubblico indispensabile per le attività sociali che si svolgono nella nostra città ad una società privata. L'ex deposito ferroviario è l'unico spazio della città veramente polivalente e soprattutto al coperto, in quei 360 metri quadrati sono state svolte un'infinità di iniziative: concerti, convegni, dibattiti, scambi, incontri... Mi rattrista vedere che quest'anno il pranzo di Natale non si possa fare in quei locali, la struttura di Padre Fedele sarà sicuramente più attrezzata ma così facendo a mio modesto modo di vedere, l'iniziativa si raggomitola su se stessa, si chiude a riccio. Mi rammarica ancor di più sapere che non potrò dare una mano nell'organizzazione di "Fiera inMensa", che vede migliaia di pasti e calore umano scambiati nel periodo della fiera di San Giuseppe. Le molteplici richieste di spazi provenienti dai migranti non sono state prese in considerazione, allora è vero che i migranti non hanno diritti, neanche nella "citta' dei diritti umani"!?! Spero di essere smentito.
Tutto questo per che cosa? Lungi da me dal criticare l'iniziativa di un caffè letterario, ma se la società deve pagare 1.260 euro al mese, anche questo spazio sarà "privatizzato". E noi siamo contro la privatizzazione, oh no?
Se queste sono le politiche culturali della nostra città, allora mi sento di criticarle per migliorarle e penso/spero che oltre me tanti altri.
Saluti.

Francesco Noto

Mafia e " doppiopesismo " : ma quel pentito è il Vangelo, o un volgare calunniatore ?

Caro Direttore, può lo stesso pentito essere presentato come la bocca della verità, il Vangelo, quando contribuisce a infangare la reputazione di politici del centro- destra ed essere squalificato come un volgare calunniatore, allorchè " canta ", alla Fiorani, contro deputati progressisti ed editori di giornali di sinistra ?
La stessa, doverosa cautela, che il deputato dei DS di Palermo, Lumia, giustamente, chiede alla stampa e ai politici nei confronti delle accuse mitragliate contro di lui dal pentito Campanella, non dovrebbe essere estesa alle bordate contro tutti coloro, da Totò Cuffaro in giù, che vengono, in modo generico, " mascariati " dai collaboratori di giustizia? E, invece, i giornali vicini all' Ulivo hanno sparato titoli e articoloni sulle " confessioni ", che incastrerebbero l' attuale governatore , casiniano, della Sicilia, ignorando o minimizzando le esternazioni di Campanella contro Lumia e contro il principe Carlo Caracciolo, l' editore dell' " Espresso ", per la vicenda relativa alla progettazione di un centro commerciale a Villabate, il paese del boss Provenzano.Oppure, dalle parti dell' Unione, si intende teorizzare una sorta di " doppiopesismo " nei confronti delle accuse e delle propalazioni dei collaboratori di giustizia, a seconda, cioè, del colore politico dei personaggi chiamati in causa ?
E' molto importante che, alla luce della recente bufera su Lumia, si affermi, anche in Sicilia, l' esigenza che la distruzione della credibilità di un politico non arrivi, come accadeva in passato, dopo il solito pistolotto, a orologeria, del pentito di turno e l' immancabile avviso di garanzia per " concorso esterno " in associazione mafiosa. Non ci si può, tuttavia, ribellare alle presunte ingiustizie e chiedere la doverosa cancellazione del " concorso esterno " , il " reato di chiacchiera ", come lo ha battezzato, efficacemente, Giulianone Ferrara, unicamente quando vengono colpiti gli amici e i compagni di partito. E, al contrario, tacere, gelidamente, oppure compiacersi - come quasi quotidianamente fa, sulle colonne dell' " Unità ", il documentato e incisivo Marco Travaglio- quando i sospetti coinvolgono gli avversari politici dell' alleanza prodiana. Il garantismo non dovrebbe essere invocato a corrente alternata. Altrimenti, rischierebbe di somigliare, molto da vicino, al " doppiopesismo ". Grazie, saluti

Pietro Mancini

Venticinque anni dopo il terremoto in Irpinia

Ventitré novembre 1980

Quel tragico ventitrè novembre
correndo e scherzando per le strade,
una bella giornata di festa
avvolta dentro un tiepido sole.

Pensavo fra un mese è Natale
e quanti ricordi di amici e miei cari lontani,
vola il mio pensiero tra loro
rincorrendosi con la luce, il mio cuore palpita e mi dice,
questo giorno non finisce mai.

Vai speranza corri anche tu tra loro
non chiudere mai il tramonto,
e non fermarti a guardare,
fai che la notte non insegua più il giorno
e fermi il vento che mi porta il pianto,
e le grida di aiuto di quella povera gente.

Michele Bortone - Lugano

Smottamento di terreno a contrada Ruggiero e nessuno fa niente da 9 mesi

Egregio Direttore,
sono un Suo lettore e Vorrei segnalarLe un grosso problema che è presente nella mia zona da circa un anno. Si tratta di uno smottamento di terreno che ha portato via un tratto di carreggiata della strada che da Portapiana arriva fino al Bivio di Donnici e precisamente nella zona di C/da Ruggiero che è una frazione di Cosenza é fa parte della prima Circoscrizione. Lo smottamento di terreno si è verificato all'inizio dello scorso mese di marzo a seguito delle piogge cadute in quel periodo è subito ha portato via una carreggiata delle strada creando notevoli problemi alla circolazione sia delle vetture e soprattutto a mezzi più "ingombranti" che vi transitano, maggiormente i bus AMACO e soprattutto gli scuolabus che viaggiano con molti bambini a bordo. Per ben due volte sono state installate delle transenne per segnalare l'area pericolosa ed entrambe le volte sono state rubate da ignoti; altre due volte è stato installato del nastro bianco/rosso, su dei paletti in ferro, che puntualmente è scomparso anche per le intemperie e sono rimasti i soli paletti che rappresentano un ulteriore pericolo per la viabilità. Dopo circa due mesi il Sindaco, dott.ssa Catizone, si è recata sul posto accompagnata da altri funzionari comunali ed ha preso visione delle reale situazione di pericolo ed ha assicurato i presenti circa un veloce inizio dei lavori e che sicuramente il problema sarebbe stato risolto prima dell'inverno. E' passata l'estate, è passato l'autunno ed è arrivato nuovamente l'inverno con le piogge che aumentano le preoccupazioni di noi residenti perché sulla stessa strada esiste un'altra frana in C/da Tenimento che ha interessato la sede stradale e quindi rischiamo di rimanere isolati nel poter raggiungere la S.S. 19. Ritornando alla frana di C/da Ruggiero mi chiedo come nel 2005 un'amministrazione comunale non sia in grado di effettuare un simile intervento tenendo presente che non si è nemmeno effettuata la cosa più urgente per assicurare i residenti: la messa in sicurezza. Ho scattato delle foto che sono a Sua disposizione, nell'eventualità le ritenga utili, nelle quali oltre alla situazione di pericolo compare, purtroppo, anche del materiale di risulta buttato da qualche residente che ironia della sorte ha portato un senso di sicurezza negli automobilisti perché ha delimitato la carreggiata e ha limitato alla vista il burrone creatosi. Spero in una Sua fattiva collaborazione per sollecitare l'amministrazione comunale su un problema molto serio in una frazione che dista solo 7 km dal centro città e da zone nelle quali si stanno investendo migliaia e migliaia di Euro per opere sicuramente necessarie ma non urgentissime.
Cordiali saluti
Maurizio Filice

Internet: Il grande “PACCO” dell´ADSL

Non abbiamo riscontri di come vadano le cose in altra parte d´Italia, ma in Calabria le cose, dal punto di vista della comunicazione ed in particolare di Internet veloce, molto male. Una misurazione che abbiamo effettuato mentre si redige questo articolo (Domenica 4 Dicembre 2005 ore 18.00, centro città di Cosenza, parla di 40 Kbps, il dato preso con il copia ed incolla, la dice lunga sulla qualità del servizio. Per non entrare nel tecnico, dobbiamo considerare che il vecchio collegamento senza ADSL, con il doppino di rame e la classica presa a tre poli viaggiava a 56,6 Kbps. E allora che accade? tutti con l´ADSL? Le offerte sono sempre più incoraggianti ma il servizio peggiora sempre più, una vera e propria truffa. La nostra associazione Calabrialibre insieme ad importanti associazioni di categoria si faranno portavoce di questa battaglia che è anche una battaglia di civiltà. Siamo certi che ciò che accade in Calabria non si ripete in altre regioni più fortunate d´Italia, dove esistono altre reti come ad esempio Fastweb eppure la Sip ora Telecom ha drenato nella nostra regione, ingenti risorse provenienti dalla comunità Europea. Gran parte degli investimenti hanno visto la luce grazie all´intervento dei fondi Strutturali comunitari. Il risultato è veramente deludente, è inutile promuovere continue campagne di promozione del servizio ADSL quando alla fine dei conti il risultato è peggiore di un collegamento normale di 10 anni fa, con quello che si paga e con quello che abbiamo pagato in termini di mancato impiego di risorse comunitarie in altri settori, avremmo diritto a ben altro servizio. Tutti i gestori, pur facendo la guerra dei prezzi, non riescono a fornire un servizio adeguato, per non parlare poi dei servizi alle aziende, dove abbiamo scoperto, che condividono con l´utenza privata le connessioni, pagando peraltro cifre completamente diverse. Capita quindi che al mattino quando la maggior parte della gente è al lavoro la velocità di connessione raggiunge i livelli standard di circa 2000 Kbps per scendere poi nelle ore pomeridiane a livelli del telegrafo di Marconi, in concomitanza con il ritorno a casa sopratutto degli studenti. Tecnici dei gestori, ci hanno confermato che in realtà il problema si pone, perchè il flusso di dati che può trasportare il cablaggio esistente non può reggere la quantità di dati richiesti dagli utenti. In pratica è come far uscire da uno stadio gremito, le persone da un´unica piccola porticina, si crea la ressa ed il conseguente ingorgo. In pratica hanno messo su una vera e propria truffa, hanno venduto lo stesso biglietto a migliaia di persone che non trovano però le poltrone e neppure le sedie. Siamo peraltro certi che in qualche clausola vessatoria, di cui sono pieni zeppi i moduli dei gestori della telefonia italiana, ci sarà scritto che loro non garantiscono l´ampiezza della banda, anche se nelle campagne di promozione ci bombardano con numeri roboanti da 640 Kbps a 12000 Kbps numeri sempre più grandi per un servizio sempre più scadente. Se l´Enel, gestore della fornitura di energia elettrica, dovesse prendere ad esempio, ciò che avviene nella telefonia potrebbe capitare che accendendo una sola lampadina il contatore scatta. Perchè non fornire all´utente di Internet un servizio adeguato a quando promesso e pagato? Allora ci viene spontanea un´altra considerazione, ma i fondi comunitari allora a cosa sono serviti? hanno preso forse la strada che normalmente prendono i finanziamenti in Calabria? Capannoni vuoti, attrezzature inesistenti e niente assunzioni? E tutte le risorse fagocitate dal Piano Telematico regionale, (TELCAL) gestito per anni dalle stesse persone che oggi si candidano a gestire l´innovazione tecnologica nella nostra regione, sono forse servite a migliorare la diffusione dei flussi d´informazione in Calabria? Anche in quel caso quasi 500 Mld di vecchie lire, che non hanno portato alcun beneficio. Per non parlare poi di tutto il polo informatico Calabrese, un fallimento e non solo per modo di dire. A proposito a fine articolo la velocità di trasferimento dati misurata dal sito ufficiale del gestore Telecom visualizzava 85.8 Kbps, è come nell´epoca dell´aviazione moderna attraversare l´oceano a vela, ma forse, è per questo che si dice navigare in Internet?

Giorgio Durante Presidente Calabrialibre
Presidente Provinciale CICAS (Confederazione Artigiani, Commercianti)

Brutte abitudini dei docenti Unical

Salve sono un ex-studente di ingegneria laureato a Cosenza, vorrei raccontarvi quello che succede ed è successo in prima persona alla mia ragazza iscritta al vecchio ordinamento di lettere moderne. Ormai da anni prova a superare l'esame di letteratura latina con il prof. Salemme ma niente da fare eppure è una ragazza che ha sostenuto al posto dei soliti 24 esami previsti dal suo piano di studi ben 31 esami portandosi la media del 28 su 30.
Come dicevo ormai da anni tenta e ritenta l'esame di Salemme senza avere risultati, esame ormai diventato quasi insostenibile sembra quasi che la facoltà spinga i ragazzi a passare al nuovo ordinamento, dico questo perchè ormai quei ragazzi iscritti al vecchio ordinamento non vengono considerati e quando si degnano di dargli qualche esame gli tagliano le gambe, ma cosa ancora + sconvolgente e che i docenti danno la possibilità di fare l'esame ma solo se è l'ultimo esame da sostenere (come è stato il caso di oggi 27/11/05 letteratura latina vecchio ordinamento).
Oggi vi scrivo perché il professor Salemme non è stato presente in questi giorni di esame ma comunque i suoi assistenti hanno continuato a sostenere esami prendendosi la libertà di promuovere o bocciare senza, e lo dico ad alta voce, nessun diritto, perchè da che mondo è mondo un assistente, ricercatore o dottorando che sia non ha possibilità di sostenere esami dato che non ha corsi. Ora posso capire la bravura di questo prof. Salemme che alla veneranda età di 80anni ritiene opportuno dover tormentare gli studenti, ma non concepisco che uno studente venga bocciato da un suo assistente che per farsi bello agli occhi del docente falcia le gambe a tutti senza distinzione e senza criterio alcuno. Queste mie parole possono benissimo essere verificate all'interno dell'università perchè nessuno studente all'interno della facoltà di lettere è in grado di spendere delle parole di elogio verso questo "prof.". Comunque io vi scrivo questa email per un semplice motivo, all'interno dell'università nessun docente si sente in grado o non vuole mettere parola su questa drammatica situazione quindi non resta che far interessare i giornali forse rimasti gli unici super parte, facendo presente che una sessione di esame senza il docente non ha senso è non ha motivo di esistere anche perchè questi assistenti firmano i libretti e fanno firmare i registri, e appena il prof. Salemme è disponibile gli fanno firmare il registro. Spero tanto di essere stato chiaro e che le cosa da dire sono tante e spesso riuscire a raccontare tutto e far capire il problema in poche parole diventa difficile, io cmq rimango a vostra completa disposizione e disponibile a qualsiasi chiarimento, e con la speranza che almeno voi rispetto al rettore, al preside di facoltà, al preside di dipartimento, al ministero della pubblica istruzione mi dite risposta colgo l'occasione per porgere

F.C. Cosenza

Animali e servizi pubblici a Cosenza

Egregio Direttore,
profitto ancora una volta della Sua ospitalità per parlare di una Cosenza a tre dimensioni.
Dopo circa vent'anni sono ritornato nella città dove ho vissuto la mia infanzia e,con molta amarezza ho dovuto constatare che esiste una Cosenza a tre dimensioni,delle quali,solo una leggermente positiva.
Cominciamo dalle NEGATIVITA':
01.- TRASPORTO PUBBLICO: Esiste un'autostazione che tale non può chiamarsi;infatti non vi sono tabelle orarie,biglietteria chiusa nei giorni festivi,SPORCIZIA E IMBRATTAMENTI,tanto da contrastare il nuovo parco bus circolante sia per il Consorzio Autolinee che per l'AMACO.
I disservizi a terra non si contano.
ALTRA PECORA NERA DEL TRASPORTO PUBBLICO DELLA REGIONE:LE FERROVIE DELLA CALABRIA.Il giorno 12 novembre ho fatto un viaggio hobbistico sulla Cosenza-Catanzaro Città.Già il viaggio iniziava negativamente con l'arrivo in Stazione a Vaglio Lise e biglietteria IMPRESENZIATA,tanto che il biglietto l'ho dovuto fare in treno.Poi automotrici vecchie e inquinanti oltre che sporchissime ed interamente grafitate.Insomma UNA VERGOGNA.
Altrettanto si può dire del Trasporto Regionale di Trenitalia:treni talmente sporchi che stando all'interno delle carrozze non si riesce a vedere al di fuori,non solo per l'imbrattamento da graffiti,ma anche perchè sui vetri esterni dei finestrini la polvere è talmente spessa che forma una coltre.
Addirittura anche i nuovi Minuetto comprati dalla Regione Calabria stanno per ridursi alle stesse condizioni.
Mi chiedo come mai nessuno degli Amministratori intervenga contro questo scempio e mi meraviglio anche come gli utenti NON PROTESTINO presso le Aziende responsabili di questo scempio.
In questo campo una stella,seppure anche lei con qualche oscuramento,è l'AMACO.Ben organizzata nell'informazione all'utenza anche con un sito efficiente.
ALTRA NEGATIVITA':GLI ANIMALI.
Certemente i cosentini non vanno d'accordo con gli animali,visto il gran numero di cani e gatti randagi,soprattutto nel Centro Storico.Mi chiedo cosa faccia l'Amministrazione Comunale per queste povere creature abbandonate.Sarei felice di far vivere la signora Catizone e tutti gli Amministratori cosentini in quelle condizioni.Poi,FORSE,si ricrederebbero. I cani,anche se appaiono mansueti,in branco possono creare problemi per le persone.
Per essere breve un'ultima negatività: la Cosenza storica che sta letteralmente morendo.Un Centro Storico che potrebbe essere un vero patrimonio dell'UNESCO lo si sta lasciando alla deriva.
Altra cosa GRAVISSIMA l'indisciplina degli automobilisti cosentini STRAFOTTENTI(mi scusi il termine)ED INDISCIPLINATI più di quelli di altre città, che parcheggiano addirittura in terza fila.
Mi chiedo anche se a Cosenza esistano i Vigili Urbani,visto che in quattro giorni che ho girato e rigirato Cosenza non ne ho visto neanche l'ombra.
Per chiudere: la cosa leggermente
positiva: La zona pedonale di corso Mazzini ed i lavori di miglioramento fatti nella zona della vecchia stazione con la nascita del Centro Commerciale i due Fiumi.

"Un cosentino addolorato"

Nuova toponomastica? Ci sentiamo come degli apolidi.

Abito in via Roma da una vita i miei figli ci sono nati e cresciuti, vorrei dire al signori della giunta comunale che ci sentiamo apolidi nella nostra citta, e nazione, grazie per questo sgradito regalo che rimandiamo al mittente, dicendovi: perchè cambiare via Roma quando ci sono nelle vicinanze della casa del defunto on.Misasi vie appartenenti al primo conflitto mondiale 15/18,tipo via Fiume, Pola, Zara Diaz.ecc,ecc? Spero ci ripensiate nell'interesse della città tutta.

GS - Cosenza

L’elettrodotto non s’ha da fare

Caro Direttore ti porgo il mio affettuoso, come sempre, saluto e consentimi di porgerti i miei migliori auguri e complimenti per il tuo giornale online, "con un pizzico di rammarico per non averti potuto aiutare nella sua realizzazione". Ti scrivo, anche, perché ho saputo che il tuo giornale ospita una lettera in merito all'elettrodotto e poiché io me ne sto occupando da mesi, praticamente da solo, esponendomi in prima persona fino ad essere stato minacciato e maltrattato anche fisicamente, vorrei che tu dessi il giusto e veritiero taglio a questa tragedia che nel giro di breve tempo distruggerà la Calabria, senza lasciarci prendere dal politicuccio di turno che una tantum si getta nell'argomento per ovvi scopi pubblicitari. Il problema è serio e va affrontato con la presenza fisica non a chiacchere ( delibera, opposizione, conferenza) tutte cose belle ed efficaci, se solo fossero vere. Quando era il momento nessuno ha fatto niente, questa è la verità. E' ancora il momento ma ancora nessuno fa niente. Il Comitato per la salvaguardia della Valle del Gruccione sta lottando da mesi, organizzando sit-in, convegni, manifestazioni, proteste, incontri, comunicati dal presidente della repubblica al presidente della regione e a tutti : ZERO. Non solo fanno finta di non sapere nulla e di non considerarci ma non capiscono che chi ne subirà le conseguenze sono i cittadini che li hanno votati, chi gli stà chiedendo aiuto per la Calabria sono i calabresi (ORMAI ESASPERATI). Carissimo Direttore il futuro della Calabria dipende moltissimo da come si procederà in merito all'abbattimento di questo mostro inutile per i calabresi ma è ora che si cominci a prenderne in modo serio coscienza e ciascuno e tutti si adoperino per la soluzione definitiva del problema: non c'é più tempo per dire "ormai, noi abbiamo fatto, non si può fare più niente, " o ancora peggio" rimanere nascosti nei palazzi".
BISOGNA AGIRE!
Ti saluto e ti ringrazio. Se ti fa piacere, fammelo sapere, quanto prima ti invio altre notizie.
Grazie
Franco S. Pascale.
Quanto prima

Caro Franco, come vedi basta solo spedirli gli articoli e i materiali. NuovaCosenza.com è un giornale libero ed è una voce di un sud sempre più lasciato solo che offre il suo spazio alla costruzione di una Nuova Cosenza e di una Nuova Calabria.
Quando vuoi…

No all’elettrodotto Laino-Rizziconi

“C’era una volta la mia valle verde ed ora non c’è più. Un elettrodotto di 380Kv l’attraversa partendo da lontano: da Laino Borgo per arrivare a Feroleto – Rizziconi, quale strumento, dicono, portatore di sviluppo. Ma intanto la mia valle verde viene deturpata ed inquinata, quasi tagliata, da un tracciato aereo di cavi elettrici i cui riflessi solari lasciano il segno creando uno stato di sofferenza per una modificazione irreale del bello, che va ad incidere sul sistema psico – fisico di quelle persone sensibili e attenti, portate ad apprezzare ciò che la natura e il buon Dio ci ha dato, quale condizione integrata per un sistema di vita di alta qualità e serenità”.
Con la realizzazione di questo elettrodotto c’è un problema di deturpazione dell’ambiente e c’è un problema di difesa della salute che nella condizione di attraversamento del territorio del Comune di San Vincenzo La Costa presenta una sua caratteristica ai fini di una regolamentazione normativa di legge non rispettata e che ogni cittadino, ivi residente, è tenuto a denunciarla quale condizione e presupposto essenziale che va nella direzione di tutela del proprio stato di salute.
Anzitutto è il caso di evidenziare che il Comune di San Vincenzo La Costa fin dalla Conferenza dei Servizi del 2001, forte di un deliberato del proprio consiglio comunale, ha notificato il dissenso contrario al suo passaggio sul proprio territorio e, pertanto, non può essere presa in considerazione la norma di legge del “silenzio – assenso”, come è accaduto con le altre amministrazioni comunali coinvolte, ben 59 distribuite su quattro province: 31 nel casentino, 11 nel catanzarese, 5 nel reggino e 12 nel vibonese.
C’è poi la situazione creatasi sul tracciato della strada provinciale Settimo di Montalto Uffugo – San Vincenzo La Costa, i cui cavi creano una situazione di attraversamento riteniamo pericolosa per tutti coloro che giornalmente per ragioni di lavoro e altro sono costretti a percorrere in quanto troppo bassi rispetto all’asse stradale.
Si verificherebbe una esposizione a campi magnetici molto alti; è come sottoporsi a delle risonanze magnetiche nucleari con una durata di pochi secondi necessari ad attraversare i cento metri interessati dalla sua influenza . Può essere considerato il “tunnel del rischio dello stato di salute”, soprattutto per coloro che sono costretti a percorrere questa strada per un minimo di quattro volte al giorno. E’ una denuncia pubblica che si pone in forma di prevenzione sia alla Grtn, responsabile della progettazione, che alla Terna, affidataria dell’impianto, come pure alle autorità giudiziarie e governative del paese preposte alla tutela e alla difesa dei diritti dei cittadini.
Soprattutto nel caso in cui ci si dovesse trovare in futuro di fronte a casi e situazioni di malessere fisico da parte dei cittadini residenti nel Comune di San Vincenzo La Costa, in virtù del fatto che l’Amministrazione Comunale ha detto e manifestato il suo “no” fin dalla prima Conferenza dei Servizi del 2001.
Franco Bartucci

Solidarietà al Sindaco di Sinopoli

Caro direttore,
perché non invitare tutti i lettori, e quante più persone ancora si possano coinvolgere grazie ai potenti mezzi della rete, ad inviare una lettera comune di sostegno al sindaco di Sinopoli, e per conoscenza alle istituzioni regionali e nazionali (pres. repubblica, pres. consiglio, pres. camera deputati, pres. senato, segretari di partito)?
Io già l'ho fatto in privato, ma mi piacerebbe una reazione forte, direi urlata, che solo una iniziativa di carattere collettivo potrebbe significativamente esprimere.
La ringrazio.

Lettera Firmata – Cerchiara

Gentile lettrice, è stato attivato un blog in modo da poter comunicare immediatamente e direttamente tra i lettori tutte le sensazioni e la solidarietà. SI potrebbe crivere ed abbozzare anche una eventuale lettera collegialmente. Lo spazio è aperto ed è chiamato provocatoriamente con lo slogan dei ragazzi di Locri: “e adesso ammazzateci tutti”. Per scrivere basta premere qui.
Nello stesso forum è anche attivata una sezione per la solidarietà al Sindaco di Sinopoli. Premendo invece qui.

Parcheggi a pagamento ricettacoli di immondizie

Vorrei segnalare lo stato in cui versa il parcheggio a pagamento di piazza Bilotti. Infatti, per una inadeguata pulizia della piazza, tutta l'area destinata a parcheggio e' un'immensa distesa di rifiuti di ogni genere. Le opere di Consagra, fanno da cornice alle cartacce che da tempo non vengono rimosse. A contribuire a tale degrado, oltre all'inciviltà di molti cittadini, anche il cosiddetto volantinaggio selvaggio che trova ospitalita' nei tergicristalli delle auto parcheggiate. Anche tale forma di pubblicità dovrebbe essere meglio controllata essendo la prima fonte di sporcizia della nostra citta'. Le osservazioni di cui sopra riguardano, inoltre, anche il parcheggio posto tra il Viale Mancini e la stazione degli autobus: Infatti la zona in questione, delimitata da via Quintieri, è un autentico immondezzaio a cui si aggiungono le erbacce che fanno da contorno all'area di parcheggio.

C.P. – Rende

Chiusura dell’acqua nei condomini Metropolis

Vorrei segnalare il fatto scandaloso che l'amministrazione comunale ha deciso di chiudere l'acqua senza alcun preavviso a tutti i condomini del metropolis. Ormai è una settimana quasi che non c'è una gocci d'aqcua. Se veramente, come dicono, non sono stati pagati 90000 euro di acqua perche non denunciare l'amministratore del condominio piuttosto che privare di un servizio essenziale più di mille persone? E' evidente che il buon senso non è di casa...

Lettera firmata – Decollatura (CZ)

A proposito della BAU

Egregio Direttore,
sono un iscritto (vecchio ordinamento) alla facoltà di Lettere all'Unical e, dopo aver letto le due missive dei colleghi relativamente ai disservizi della Biblioteca di Area Umanistica, colgo l'occasione per inserirmi in questa querelle. Premesso che sono diversi anni che frequento l'Università e la suddetta biblioteca, mi trovo in totale disaccordo con quanto scrivono i miei colleghi per i motivi che vado ad esplicarLe. Intanto comincio con il fare riferimento alla lettera relativa alle carenze igieniche; queste carenze, ahimè, sono purtroppo presenti in tutta l'Università, in tutti i Dipartimenti ed in tutte le strutture nelle quali esiste un accesso al pubblico o agli studenti, carenze che sicuramente sono da addebitare alla struttura per quanto riguarda il numero ridotto di bagni a disposizione, ma in egual misura anche a noi studenti. Più volte, recandomi nelle sale della biblioteca trovo sui tavoli fazzoletti di carta usati, lattine di bevande, bottiglie d'acqua vuote che sicuramente non lasciano gli impiegati ma che siamo proprio noi a depositare come se il tavolo fosse un cestino di rifiuti; e non solo, nei bagni ormai succede di tutto, da chi fuma a chi si permette di fare "altro" ed in alcune occasioni sono stato anche maltrattato per aver interrotto le effusioni di una coppia di colleghi. Per non parlare del continuo squillare di telefonini al quale seguono lunghe ed animate discussioni senza il benché minimo rispetto di noi che siamo seduti ai tavoli cercando un po' di concentrazione. Per quanto riguarda poi, il discorso relativo agli impiegati voglio dire soltanto che frequento questa biblioteca da qualche tempo e, personalmente, non ho mai avuto modo da ridire sul loro comportamento. Malgrado le continue ed a volte ridicole richieste che provengono da noi stessi, si sono sempre dimostrati cortesi, disponibili e preparati aiutandomi a superare diversi ostacoli con bravura e perizia e, se qualcuno può lamentare "scarsa gentilezza" non credo sia giusto e corretto tacciare le persone di "inettitudine", affermazione grave, inopportuna ed anche gratuita.
Detto questo, egregio Direttore, spero di aver dato il mio contributo, con l'auspicio che, chi scrive, si faccia prima un bell'esame di coscienza.

Cordialmente

Giovanni da Cosenza

In questo coro di pianto io non ci canto

Non ci sono soltanto isole di famosi di Lapo, di Calissano, di Maratona, ma pure isole di nomi ignoti, sconosciuti, disperse in un oceano di solitudine, in un mare di indifferenza che lasciano i loro messaggi, rinchiusi in una bottiglia, alla deriva…

Naufraghi di sogni e ubriachi di bisogni
Siamo tutti una grande famiglia,
Amore passami la bottiglia.
Provochiamoci nuove emozioni
Distogliamo le nostre reazioni,
Non ci vuole mica coraggio
Imbavagliamo quel mostro saggio
E nel silenzio di una notte scura
Regaliamo ad altri la nostra paura.

Cercavamo Alice, quella del paese delle meraviglie, ma è scappata, si sarà persa…Nel bosco, ma non è lì che si aggirava il lupo di Cappuccetto Rosso… Che pasticcio le favole! Surrogati di dolcezza, come casette di marzapane che non hanno bisogno neppure della chiave. Entri bambino, esci ti guardi allo specchio e poi ti ritrovi già grande.

Una clessidra di sabbia e un moto di rabbia.
Soggetti a interminabili attese
Eppur le avanziamo le nostre pretese
Ognuno in fila sulla propria corsia
Ma c’è chi resta e chi va via.
Ti do io la chiave giusta
Apri la lettera, strappa la busta.
Non voltarti indietro
Il ricordo taglia più d’un vetro
E se fa ribrezzo quella faccia
Mettici il trucco perché piaccia
Non ti inchinare alla disperazione
Solo così sarai un campione
Schiva quell’orrido barbone
Che si ripara con un cartone
Non accudir promesse
Son ruote di carri… dimesse.

Ognuno è libero di coltivare i propri desideri, di soccombere ai propri incubi, di annegare nelle proprie paure, salire sul treno dei diritti anche senza biglietto. Solo la vita paga in fondo, alla fine della corsa.

In questo coro di pianto io non ci canto.
Chiudi la gabbia
Respira la nebbia
Sciogli paure inconfessate
In quelle vene bucate.
Ci son mani tremanti che senza carezza
Hanno trovato una nuova ebbrezza
Ho incrociato sguardi muti
Si sono dileguati quegli sconosciuti
Ho soffocato il pianto nel cuscino
Non l’hai sentito? Eppure ero vicino
Sfiniti su un letto disfatto di libertà intatte
Sudati di piaceri inviolati.

(Modesta Cosentia)

Considerazioni di un vecchio scrutatore alle primarie dell’Unione.

E’ ancora vivo il ricordo del giorno, credo nel marzo 2004, in cui, insieme con un’agguerrita delegazione, presentammo negli uffici del consiglio regionale, una proposta di legge d’iniziativa popolare, per istituire in maniera formale in Calabria l’istituto delle primarie. Non se ne fece nulla, non riuscendo a raccogliere le cinquemila firme che servivano per far discutere la proposta al consiglio regionale. Eravamo convinti, che la partecipazione dal basso nelle scelte dei candidati era la maniera giusta per colmare un vuoto diventato negli anni incolmabile, tra cittadino e classe politica. Pensavo di sacrificare una bella giornata festiva, piena di sole, a parlare con il mio presidente di seggio e qualche compagno di sventura, del più e del meno, in un seggio desolato e periferico di Rende. Per fortuna non è stato cosi. La gente è venuta a votare, chiedendoci di farlo anche nel prossimo futuro, segno che la voglia c’è, va solo organizzata ed estesa. La volontà politica del prof. Prodi e di tutti i partiti dell’unione hanno messo in moto un meccanismo tale, che sarà difficile fermare, senza pagarne un prezzo molto alto. Ecco, la posta in gioco fondamentale è proprio questa, avvicinare la politica e per quanto possibile i partiti politici alla comunità al territorio ai cittadini. Dopo l’ultimo fatto di sangue, l’omicidio di Francesco Fortugno, serve il contributo di tutti se si vuole realmente risalire la china. Non basta il lavoro di pochi, anche se capaci e portati, anzi sfortunata la terra che ha bisogno d’eroi. Serve la condivisione, la partecipazione, l’onestà e la generosità.
P.S.: Per la scelta del sindaco di Rende, la prova è andata bene, perché non fare una replica mentre si sente ancora lo scrosciare degli applausi?

Giancarlo Berardi DS RENDE

 

Infrastruttura strategica il Ponte sullo stretto di Messina

Caro Direttore,
Nonostante sia stato individuato il General Contractor, nella Società Impregilo, che dovrà realizzare l’opera, continuano le sterili discussioni ed anche le polemiche che hanno come oggetto la fattibilità o meno del Ponte sullo Stretto di Messina.
Perché, invece, non parlare degli aspetti concreti? Perchè non indicare le ricadute che una siffatta struttura avrebbe sul tessuto socio-economico delle regioni, storicamente in deficit di sviluppo, affacciate sullo Stretto? Ritengo che questi siano i veri argomenti che possano interessare la pubblica opinione e non le antitetiche diatribe della diverse appartenenze partitiche.
Personalmente, sono favorevole alla costruzione del Ponte perché ritengo possa rappresentare una grand’occasione di crescita e di rilancio per l’intero Mezzogiorno (ed in particolare per la Sicilia e la Calabria).
L’opera, per la sua valenza, sarà il fiore all’occhiello nel settore delle infrastrutture del nostro paese al cospetto del mondo intero. Ma il Ponte rappresenta anche il millenario desiderio di avvicinare la Sicilia al resto d'Italia.
Le origini di questo progetto si perdono nella notte dei tempi. Nel corso della storia, tra Scilla e Cariddi, diverse personalità hanno immaginato e sognato un ponte che unisse le due rive dello Stretto.Sono celebri i tentativi dei Romani di costruire ponti di barche per l'attraversamento degli eserciti durante le guerre puniche. Persino l'imperatore Carlo Magno (il primo, dopo gli antichi romani, a sognare un Europa Unita) nel IX secolo giunto in Calabria, notando quanto le due sponde fossero vicine, decise di realizzare una sequenza di ponti sul mare.
Ruggero II (Re di Sicilia dal 1140) fece compiere delle esplorazioni nello Stretto per studiare le correnti e la fattibilità di un ponte tra le due rive. Allora, perché chiudersi a riccio? Perché non seguire il corso della storia?

Grato dell’attenzione, invio molti cordiali saluti.
Enzo Pianelli - Cosenza

16 Ottobre 2005

Carenze igieniche alla biblioteca BAU

Salve,
segue con molto interesse il vostro quotidiano online, mi fa purtroppo piacere, leggere le lamentela riguardo la biblioteca Bau, della nostra bella Università. Purtroppo sono un Utente come il lettore precedente, oltre a ravvisare i problemi già evidenziati (scarsa gentilezza, inettitudine ecc..) vorrei segnalare, anche il fatto che in una struttura cosi grande, con due piani , dove passano centinaia di persone al giorno, siano dotati di 2 bagni per piano, 1 maschile e 1 femminile il più delle volte chiusi o non funzionanti,per non parlare delle condizioni igienico sanitarie. Purtroppo le diverse segnalazioni al personale sono cadute nell'indifferenza generale. Eppure luoghi di cultura, del genere dovrebbero essere un esempio per le nuove leve dirigenziali della nostra regione, ma purtroppo gli esempi sono veramente negativi, grazie del vostro spazio, e continuate cosi.
Lettera Firmata - Cosenza

Bene ha fatto il Sindaco a levare i manifesti

Sono d'accordo sulle motivazione che hanno spinto il sindaco a fare pulizia delle brutture affisse in ogni angolo della città. Ancora meglio sarebbe in questa ottica procedere nell'immediato ridimensionamento di tutta la cartellonistica pubblicitaria che, nati come funghi dimensione 6x3, stanno affogando la città, sono un vero obbrobbio. Signora Sindaco la prego non dia più licenze per la costruzione di questi manufatti, inno al consumismo ed alla maniera meno nobile di caratterizzare una città che si vuole europea.
GB Cosenza

Poca cortesia alla biblioteca BAU dell’Unical

Salve, vorrei dare una testimonianza sulla vita dell'ateneo di Cosenza la famosa funzionale Unical, sono uno studente di questa Università, da molto tempo quindi ho avuto modo di notare nel corso di questi ultimi anni dei seri miglioramenti su trasporti, offerta didattica, le infrastrutture, l'apertura di nuovi corsi, quindi vi è un crescente miglioramento dei servizi e delle offerte.
Ma insieme a tutti i miglioramenti, c'è una cosa che non va purtroppo il personale di servizio, spesso non è idoneo o sufficientemente preparato per le richieste di studenti e visitatori, come il caso della biblioteca di Area umanistica (BAU), dove i servizi offerti sono lasciati il più delle volte alla solidarieta tra studenti, ad esempio ricercare un libro, avere assistenza per il collegamento a internet, ma la cosa che più fa indignare molti studenti sono gli atteggiamenti non molto gentili del personale.
Certi di una vostra segnalazione, vi porgo distinti saluti

Giorgio da Cosenza

La stoffa del sindaco!

In un elegante negozio di corso Mazzini
ha comprato della stoffa l'Evelina
per farsi cucire un bel vestito su misura
degno di un sindaco della sua "statura" .

Ma quella bella stoffa fine e colorata ,
è oramai da un po' di tempo ... logorata
che nei supporter di ieri c'è tanta delusione
nel veder come amministra ... Catizone

A Cosenza ,città dai nobili passati,
ci sono vie e quartieri degradati
Questa Giunta è stata proprio un fallimento
e per promuoverla non basta un monumento

Non basta un "Giano" e manco "una bagnante"
per cancellar quel suo tono arrogante
Non basterà il Planetario o il ponte di Calatrava
per poter dire : in fondo è stata brava !

Non è brava neanche a fare un' addizione
la nostra (vostra) sindachessa Catizone
è convinta che 19 + uno può bastare
perchè il bilancio si possa approvare .

Voleva essere il nuovo che avanza
ma ormai ha perso anche la maggioranza
Per Cosenza la fine ingloriosa è già vicina
se non si dimette la sinnaca Evelina

Delmo

L’On.le Giacomo Mancini meritava la designazione a Senatore a Vita

Caro Direttore,

anch’io sto con l’amico Pietro Mancini, figlio del compianto leader del vecchio PSI e artefice della nascita in Calabria del PSE, On.le Giacomo Mancini, riguardo alla recente riflessione che tocca l’Alto Colle, con riferimento ai criteri della designazione dei candidati al laticlavio senatoriale. Pietro Mancini, giustamente, s’interroga sul fatto: “Perché il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, che bocciò Giacomo Mancini, non nomina mai senatori a vita personalità socialiste e radicali ?”
Personalmente, ero fervente e convinto sostenitore, negli anni in cui un consistente movimento d’estimatori, d’intellettuali, politici, esponenti delle istituzioni ed uomini di cultura, impegnati a livello nazionale, avanzarono la proposta per il laticlavio a vita, quale meritato riconoscimento alla carriera, alla longevità e lungimiranza politica ed al peculiare impegno, riconducibile alla personalità e statura morale dell’On.le Giacomo Mancini.
L’anziano leader, già provato dai malanni ed ancor più dai lunghi ed assurdi assilli psico-fisici, derivanti da farraginosi ed angustianti processi giudiziari che, poi, si sono sono terminati con la piena assoluzione dai fatti contestatigli, trovava la forza, l’intelligenza, la costanza e la puntualità di guardare ai fatti nazionali ed al futuro della Città Cosenza. Non è azzardato affermare che, sotto la sua direzione, la Città di Telesio è risorta e fatta emergere a nuova luce.
Ed era primo cittadino di Cosenza quando il Capo dello Stato gli fece visita in una fase del viaggio presidenziale in Calabria. In quel momento il Presidente Ciampi s’è reso personalmente conto dell’attaccamento, nonostante la veneranda età dell’On.le Mancini, alle istituzioni ed anche del sacrificio umano dell’anziano ex parlamentare, dedito, per diverse ore della giornata, a dare risposte confortanti e serie ai casentini.
Un primo cittadino non comune, insomma, che il giovane Carlo Azeglio Ciampi aveva conosciuto già ai tempi della Resistenza.
Certamente, l’On.le Giacomo Mancini poteva occupare degnamente lo scranno senatoriale,soprattutto per gli inconfutabili meriti politico-istituzionali, quale ex statista, più volte ministro della Repubblica, leader riconosciuto di un partito nazionale, il PSI, meridionalista convinto, decisivo nelle scelte, politico pragmatico ed illuminato, riformista della prima ora. Insomma, un calabrese illustre che, certamente, avrebbe portato nuova luce e nuovo decoro politico-istituzionale fra gli scranni, spesso polverosi, del laticlavio senatoriale della Repubblica Italiana.
Non so se, post - mortem, per uomini di questa portata è possibile “ riparare” in qualche modo. E’ opportuno farlo per i familiari, per la comunità nazionale, che molto ha apprezzato l’impegno originale di Giacomo Mancini, per i tanti socialisti e non che ancora oggi lo ricordano con adamantina stima e molto rimpianto.
Grato dell’attenzione, porgo molti cordiali saluti.
Cosenza, 28 Settembre 2005

- Enzo Pianelli -

 

I boschi del Pollino in pericolo

23/09 Vorrei proporre all'attenzione della Vostra rivista e dei suoi lettori gli articoli apparsi su BasilicataNews del 21 settembre e su NuovaCosenza del 10 maggio e . Tali articoli riguardano il possibile disboscamento di aree all'interno del Parco del Pollino (tra cui anche i comuni calabresi di Papasidero, Mormanno e Laino Borgo come si evince dal secondo articolo) mettendolo in connessione con la temuta entrata in funzione della Centrale Enel del Mercure a Laino Borgo. Insomma qualcuno con la scusa di far rispettare all'Italia il protocollo di Kyoto (e proprio all'interno di un Parco Naturale dove già la natura regna suprema e incontrastata da sempre) potrebbe privare il Pollino e la valle del Lao nella fattispecie del verde dei boschi, dell'aria pulita e dell'acqua pura del Lao. E i problemi ambientali non seguirebbero certo i confini territoriali tra i vari comuni che tramite accordi con l'Enel hanno messo "a disposizione" il proprio patrimonio boschivo né si fermerebbero all'acqua del tratto settentrionale del Lao, dove cioè si chiama Mercure, risparmiando il mare della Riviera dei Cedri dove si trova la foce di questo importante fiume. Sono stanco di chiedere spiegazioni al Parco del Pollino dove molte volte mi hanno fatto sentire la persona più informata su queste tematiche ambientali che interessano però aree per la cui tutela queste persone percepiscono i loro stipendi. Se non si è in grado di portare sviluppo ecosostenibile in un Parco, non rovinare quello che c'è è già molto, senza doversi vendere alla prima compagnia che offre in cambio della natura che Dio ci ha dato non si sa cosa e a chi. Spero che qualcuno di quanti hanno l'autorità e soprattutto le competenze adeguate a riguardo di tali delicate tematiche ambientali possa fornire ai cittadini in agitazione spiegazioni e rassicurazioni convincenti. Svegliamoci tutti per favore.
Dr. Giovanni N. Roviello

Che il verdetto del Giudice Sportivo sia equo

Egregio Direttore,
già altre volte mi ha ospitato e da cosentino ormai lontano da decenni dalla città,mi ha fatto molto male e meravigliato il comportamento di ALCUNI PSEUDOTIFOSI ROSSOBLU,COME L'AGGRESSORE DEL PORTIERE DELL'EBOLITANA,nella partita di domenica scorsa 18 settembre durata solo due minuti.
La sola speranza è quella che il Giudice Sportivo SIA VERAMENTE EQUO.
E' giusto dare gara persa a tavolino al Cosenza,MA SAREBBE ANCHE GIUSTO NON DARLA VINTA ALL'EBOLITANA PENALIZZANDOLA MAGARI DI 3 PUNTI ED UNA LUNGA SQUALIFICA DEL CAMPO.
Il sottoscritto,probabilmente,inoltrerà anche un esposto al Ministro Pisanu sul perchè il campo dell'Ebolitana non è stato dichiarato inagibile,come altri della serie D,mentre al solo Cosenza,IN TUTTA FRETTA,è stato imposto il rispetto della legge.La legge è uguale per tutti,ma così non sembra.
Con la presente vorrei esprimere anche PIENA SOLIDARIETA' E L'INVITO A CONTINUARE PER RIPORTARE IN ALTO IL COSENZA al Presidente Intrieri ed a tutta la squadra,allenatore compreso,sperando che leggano questo messaggio.
Su quanto detto da qualcuno che dietro la sommossa di Eboli ci possa essere UNA REGIA che vuole il calcio cosentino cancellato,personalmente,penso che ci possa essere qualcosa di vero.
Egregio Direttore,nel ringraziarLa ancora una volta per l'ospitalità La saluto distintamente

Antonio da Ancona

Ed è subito ...iella !

"Questa amministrazione è a voi vicina"
così ha esordito la sinnaca Evelina
parlando ai tifosi e alla dirigenza
della squadra di calcio del Cosenza!

"Ohi cchi sciuddru ,cchi ruvina
n'atra vota l'Evelina?"
Ha ricominciato a parlare del pallone?
Ed anche stavolta ... addio promozione !

E' possibile che il recente passato
proprio nulla le ha insegnato?
Vi ricordate quando la sinnaca della città
prendeva posto in curva con gli ultrà?

Ogni partita una grande delusione
quannu c'era aru SAN VITU a Catizone
ca a gente i Panijancu ,i santu Vitu e di Casali
dicìanu in coro: ma chissa porta mali?

Ancora deve tornar a parlare del Cosenza
e già amu persu tri punti in partenza !
tempo fa Le dissi :cara Evelina
statti ara casa e pulizzati a cucina

Ci vengon tolti i 3 punti,sprofonda il viale
unn'è ca ppè daveru porta male?
E voi cosa ne pensate se le diamo il consiglio
di restarsene a casa a crescersi il figlio?
Parli di antifascismo , parli della resistenza
ma per cortesia non parli del Cosenza

Delmo

E sotto l'asfalto di tutto e di più ! W l'ingegneria moderna

Da sotto l'asfalto di viale Mancini
esce " l' uovo di Pasqua " per i cosentini.
Nei tratti venuti giù come fosser cartoni
si ritrova di tutto anche i ... copertoni.

Che grande lavoro , che moderna ingegneria
che è stata sperimentata lungo quella via
Una medaglia propongo per chi ha fatto i lavori
per quei grandi tecnici ..sicuramente i migliori.

Un bitume particolare è stato sperimentato
per fare l'asfalto ... un gran ritrovato
Prodotti eccezionali , davvero eccellenti
di cui bastano 5 cm invece che ... venti (20).

E le pietre di fiume per il sottostrato?
Signori , vi prego ...è un sistema antiquato
La nostra parola d'ordine è ECONOMIA ,
così si è costruito questo gioiello di via .

Il cedimento c'è stato non lo si può negare
ma solo perchè abbiam voluto risparmiare
Abbiamo risparmiato un po qua un poco là
per non fare spendere assai soldi alla comunità

-Ora un dubbio mi assale, mi arrovella la mente
per cui vorrei guardarci ... personalmente.
Chissà che scavando , tra una bottiglia e un copertone
non si trovi anche la moneta rubata a Villa Catizone

Ormai siamo sicuri : quella strada sprofonda
succedeva nella Prima Repubblica,accade ancor nella Seconda
Non sarò stato bravo a scrivere in rima
ma una cosa è sicura : oji si mangia cchiù di prima !

Delmo

A proposito di Bevitori allo stadio e di morti sul lavoro in Calabria

In riferimento alla lettera al direttore che parla dei bevitori allo stadio San Vito vorrei sapere se la polizia ed i vigili urbani faranno i controlli con l'etilometro quelle sere nei pressi dello stadio per proteggere da possibili incidenti gli automobilisti, visto che si appostano sulle strade di campagna con l'autovelox dopo aver messo il cartello del limite di 40Km orari.
Per i morti sul lavoro in Calabria voglio ricordare al nostro amatissimo presidente Loiero che questo è compito suo e non serve andare a Marcinelle dopo 60 anni per piangere quei morti ma bisogna fare in modo che queste tragedie non succedano più e che non serve che i consiglieri ed assessori regionali calabresi vadano al festival del cinema di Venezia ma che pensino alla pulizia dei mari e spiagge di Calabria ed alla moralità degli operatori turistici calabresi per fare in modo che i Villeggianti vengano a trascorrere le ferie in Calabria.
Qui si fa troppa demagogia, chiacchiere e nessun fatto concreto

Angelo da Cosenza

Più alcool, più azzardo, più emarginazione! Dalle Invasioni alle slot-machine.

Davvero una gran bella iniziativa quella del "Festival Drink", che si terrà nella nostra città dal 16 settembre e per tre serate di fila all'interno dello stadio San Vito, oltretutto costretto a subire le ingiurie dei potenti. Il Festival Drink è una tre giorni all'insegna della musica, del divertimento e del "bere". Un comunicato stampa dell'organizzazione del mese di luglio declamava la presenza di grandi artisti sui <>, tra i quali addirittura Francesco Baccini.
Adesso spendiamo due parole per far comprendere a tutti, pubblici oratori compresi, cosa sia questa iniziativa. Per poter entrare nel grande tempio abbisognano 20 euro a serata o comunque, un "vantaggioso" abbonamento permetterà di risparmiare qualcosa, 5 euro. Gli annunciati stand dell'acqua e del latte magicamente scompaiono, per dar più spazio a quelli della <> o del <>, oppure ancora al gran tendone del Casinò in cui saranno ammessi solo i bevitori. Ogni dieci euro di alcool verrà consegnato un buono da giocare alla slot-machine o alla roulette. Insomma più bevi, più giochi, più ti diverti! Senza musica, dato che i grandi mancheranno. Una cosa è certa: all'uscita ci troveremo con le tasche vuote e magari anche qualche debito verso qualche "buon amicone" apparso d'improvviso al nostro fianco, "un angelo dagli interessi d'oro".
Ops, quasi dimenticavamo! L'iniziativa è patrocinata dal Comune di Cosenza. Per una triste coincidenza, lo stesso giorno (il 20 luglio), la Prefettura di Cosenza diramava le istruzioni per la vendemmia del buon vino e il Comune di Cosenza presentava il Centro di formazione giovanile calabrese. Insomma d'ingiuria non viene colpito solo lo "sventurato" San Vito, ma anche tutti gli abitanti della città, che dai pubblici oratori non si aspettavano di certo l'avallo di una insulsa iniziativa quale quella del "Festival Drink".

Un gruppo di cittadini.

Tre cuccioli cercano padrone

ROSSANO (CS) Da circa 2 mesi hanno abbandonato una cagnolina tenerissima, già abituata a non sporcare e che non mangia se non la si coccola prima...non so se sia di razza, somiglia tanto ad un Jack Russell, ha circa 20 mesi, ha partorito da poco 7 cuccioli vivi per miracolo scampati da un incendio...la madre ha avuto problemi ad allattare e se continua a restare fuori e rimane di nuovo incinta è possibile che non ce la faccia ad affrontare un'altra gravidanza.se vi possono interessare lei o uno dei suoi 3 cuccioli rimasti da dare (due maschi e una femmina) contattatemi al mio indirizzo e-mail: sissy_11081999@libero.it oppure al num. 3208443459... ho anche delle foto di lei e dei suoi cuccioli... grazie per l'attenzione!
Serena

Rischio di Epidemia Aviaria in Calabria. Perché non Abolire anche la Caccia ai Volatili ?

Caro Direttore,
ho letto con molto interesse, visto che è un argomento di strettissima attualità che interessa tutti, la riflessione del responsabile dell’Associazione Vas-Calabria, Emilio Quintieri, riguardo alla possibilità che “anche in Calabria potrebbe verificarsi l’epidemia di influenza aviaria attraverso l’importazione di animali cosiddetti da ripopolamento liberati come prede per i cacciatori. Il pericolo si avvicina ancor più direttamente alle nostre case – ha rilevato la Vas - tramite i passeri importati dalla Cina''.
Dobbiamo evitare - ha proseguito Quintieri - che un divertimento sanguinoso e stupido di pochi come la caccia mettano a rischio tante vite umane. E’ ormai scientificamente confermato, infatti, il salto intraspecie del virus dell’influenza aviaria ed il rischio latente è quello di una pandemia, come la ‘spagnola‘' che uccise, negli anni '20, milioni di cittadini europei''.
Concordo pienamente su alcuni aspetti della presa di posizione della Vas, che ritengo opportuna ed importante in questo particolare momento, soprattutto per il caso sospetto d’influenza aviaria su un gabbiano contagiato in Finlandia. Un caso che è rimbalzato nel nostro Paese, con tutto il suo carico di problematicità, proprio nel giorno in cui il Ministero della Sanità s’apprestava a varare i provvedimenti del Governo per contrastare l’influenza dei polli.
Bene il richiamo alla ‘spagnola’ che uccise oltre 40 milioni di persone e si ricorda, ancora oggi, come l’influenza più devastante della storia. Per l' Associazione Vas Calabria, inoltre, sono '' inutili i provvedimenti annunciati dal Ministro della Salute, Francesco Storace, se non saranno attuati provvedimenti immediati di blocco delle importazioni d'animali selvatici vivi e morti d’origine selvatica da tutto l' Est europeo e dalla Cina''. Sono personalmente convinto che l’importazione di animali ad uso ripopolamento faunistico da paesi già fortemente a rischio influenza aviaria è un atto sconsiderato.
Non sono, invece, del tutto inutili i contenuti del “ Piano” della Sanità, perché alcune cose importanti li ha previste, quali:l’impegno di spesa per i farmaci antivirali ( 36 milioni di dosi di vaccino entro dicembre del 2010); l’acquisizione di cicli terapeutici per le situazioni d’emergenza; l’etichettatura obbligatoria delle carni fresche di pollame, con l’indicazione d’origine, allevamento di provenienza, data e lotto dello stabilimento di macellazione, così com’è già avvenuto per i bovini; controlli alle frontiere sui bagagli dei passeggeri; quarantena obbligatoria per uova e pulcini importanti; l’obbligo di registrazione per le aziende di volatili, verifiche serrate sugli animali vivi e sugli alimenti d’importazione, controlli a tappeto dei Carabinieri dei Nas; il progetto di un Centro nazionale per il coordinamento delle crisi in materia di sanità animale, etc.
Quintieri ha poi criticato la Giunta regionale ''per aver approvato il calendario venatorio 2005-2006, così come l’ aveva elaborato l’ Esecutivo Chiaravalloti”.
Il calendario venatorio calabrese - ha aggiunto il responsabile della Vas – così com’è stato varato è illegittimo e incostituzionale proprio perchè la Regione non ha nessun potere per farlo. Quintieri ha concluso chiedendo al Presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, di ''vietare la liberazione di fauna importata dall' Est europeo”.
Osservazione giustissima per un’operazione che non è più procrastinabile, perché non compatibile, sia per ragioni ambientali, sia per le motivazioni di natura sanitaria.
La mia personale convinzione è questa. Il rischio, reale, Pandemia che potrebbe provocare l’influenza aviaria ( i veterinari inglesi ne sono più che convinti, n.d.c.) al quale è esposta anche l’Europa, dovrebbe suggerire ai nostri governanti di vietare, a scopo preventivo, la caccia agli ambìti pennuti selvatici, così com’è già avvenuto in Russia, al fine di evitare la diffusione del virus.
E’ ormai da qualche tempo arcinoto che l’influenza dei polli è una malattia infettiva che colpisce diverse specie di uccelli ( com’è avvenuto, appunto, per il gabbiano contagiato in Finlandia); allora perché non pensare di assumere un simile provvedimento inibitorio dell’attività venatoria anche in Italia ? Ritengo che questo nuovo provvedimento possa meglio completare il “Piano” del Ministero della Sanità, per contrastare il rischio di contagio del virus dei polli nel nostro paese. Uno Strumento, che fa sicuramente tesoro delle linee guida dell’OMS ( Organizzazione Mondiale della Sanità) sulla specifica e complessa materia.
Grato dell’attenzione, porgo cordiali saluti.
27 Agosto 2005
Enzo Pianelli

All’Unical scadenze senza preavviso e senza comunicazione preventiva

Egregio Direttore,
leggo oggi, sulle pagine del Suo quotidiano, una notizia che mi colpisce come uno schiaffo in pieno volto, perché aggiunge la beffa a un danno che ritengo di avere ingiustamente subito.
Testualmente:
"25/08-(G.C.)- L’Università della Calabria rende noto che sono state pubblicate negli albi del centro residenziale le graduatorie provvisorie per l’assegnazione delle borse di studio per i servizi del Centro Residenziale agli studenti iscritti agli anni di corso successivi al primo..."
Da quando mio figlio si è iscritto all’Università, lo scorso anno, QUOTIDIANAMENTE consulto il portale UNICAL, il sito della Facoltà di Ingegneria, le pagine del Suo giornale (come Lei già sa) dedicate all’Università, per essere informato in tempo di tutto ciò che possa riguardarlo, e non solo (anche per un po’ di nostalgia di ex studente dell’Ateneo ed oggi Ingegnere d’Argento). Nonostante tutto, giorno 8 agosto mi collego per caso (“per caso”, giacché ritenevo che prima di settembre, tempo di iscrizioni e – credevo - relative altre scadenze, non ci fosse nulla che potesse riguardare mio figlio) al sito del Centro Residenziale, e scopro con raccapricciante sorpresa che i termini per la presentazione della domanda di borsa di studio per gli anni successivi al primo sono scaduti la settimana prima.
Lo stesso giorno corro all’Università, ma ovviamente non c’è più nulla da fare. L’impiegato allo sportello mi fa gentilmente notare i manifesti ancora appesi fuori (nell’area del Centro Residenziale), ed alla mia obiezione che mio figlio, frequentando Ingegneria e usufruendo dell’altra mensa, non aveva nessuna possibilità di vedere quei manifesti, mi risponde che loro i manifesti, alle facoltà, li mandano, e non possono farci niente se lì non li espongono. Subito corro alla Presidenza di Ingegneria, dove trovo avvisi scaduti ed ingialliti da tempo, ma niente che riguardi la presentazione delle domande per la borsa di studio. Niente avvisi scritti, nessun avviso sul Portale o sul sito della Facoltà, dove pure sono pubblicate informazioni di genere più disparato, nessuna notizia sul Suo giornale, che pure oggi pubblica, invece, “25/08-(G.C.)- L’Università della Calabria rende noto che sono state pubblicate…”. Se uno studente non è già informato delle scadenze (e quindi SA quando collegarsi al sito del Centro Residenziale) o non “bazzica” la zona del Centro, non ha alcun modo di essere al corrente, e così tutti gli sforzi fatti per rientrare nelle condizioni di diritto (leggi: superare in tempo abbastanza esami – cosa non semplicissima in generale ed ancor meno in Ingegneria in particolare) vanno a farsi benedire per una stupidissima stupidaggine. Soldi, data la sua posizione in graduatoria, non ne avrebbe visto comunque, come non ne ha visto al primo anno, ma ora viene anche a perdere l’agevolazione di non pagare le tasse (mica poche!) e di usufruire a tariffa ridotta dei servizi mensa: soldi che escono dalle nostre tasche, ed entrano in quelle del Centro Residenziale e dell’Università. Questo, alla faccia della cortese e amichevole accoglienza del primo anno a base di informativa a largo raggio, servizi di orientamento, lettere di incoraggiamento del preside di facoltà, precorsi, tutoraggi ecc. Così viene spontaneo pensare che questa carenza di informazione non sia tanto da addebitare a mancanze nostre (chi diavolo va a consultare tutti i giorni il sito del Centro Residenziale, perfettamente privo di qualsiasi utilità al di fuori di certe scadenze?), ma ad interessi poco corretti di un’Università che ci accoglie a braccia aperte solo il tempo necessario per guadagnare nuove iscrizioni.
La presente viene inviata, per conoscenza, al Preside di Ingegneria, al Presidente del Centro Residenziale ed all'ufficio stampa dell'Università (visto che il Magnifico Rettore non ha un indirizzo email). Non so a cosa possa servire, ma il rospo, a suo tempo, lo avevo ingoiato e zitto. La inconsueta diffusione di questa nuova notizia, riguardante la pubblicazione della graduatoria, me lo ha fatto rigurgitare.

Ferie e zanzare

Scappano ,van via tutti, ai monti oppure al mare
chi va per divertirsi ,chi va per riposare.
Fugge via il politici e l'amministratore
non si trova un idraulico, è partito anche il dottore.

Non è aperto un meccanico,non c'è neanche un gommista
non si trova un muratore o un elettricista
In questo periodo estivo partono tutti quanti
e partono tanti appelli.... diretti ai commercianti:

-Nella nostra città arriveranno tanti visitatori-
questo dicono in coro la sinnaca e gli assessori
-facciamo che i negozi aperti sian davvero tanti
bar,alimentari , FIORI , trattorie e ristoranti-

-Un piccolo sacrificio a voi tutti chiediamo
mentre , laggiù al mare noi le ... spalle ci sciacquiamo
Dalla città resteremo un poco fuori-
ci dicono all'unisono questi amministratori

RISPONDONO I COMMERCIANTI

Ma se restiamo in città mentre voi siete al mare
ci fate almeno il piacere di cacciare ... le zanzare?
Ce n' era una qui , ora non so più dov'è
"chi granni dispettusu ch'avia d'essa Noè!

Ci assaltano con ferocia , ci seguono in ogni stanza .
Noi in città a soffrire e loro ...vanno in vacanza ?
Ma prima di andare in ferie l' Evelina Catizone
non poteva ordinare una ...disinfestazione?

Zanzare e insetti vari hanno invaso la città
ce ne son davvero tanti in grande quantità.
Ma di tutto questo il Sindaco non si cura
ha fatto la valigia ed è andata in villeggiatura!


Delmo

Perché non installare tensostrutture per evitare i sassi dai cavalcavia?

“Cosa aspettano a installare delle tensostrutture con reti di acciaio sotto le spalle dei viadotti , sospese sulle carreggiate per evitare la follia dei sassi gettati da sconsiderati?”.A scriverlo è, in una lettera inviata alla nostra Redazione, Gaetano La Manna di Trebisacce che con questa geniale idea propone alle autorità competenti una valida soluzione al problema dei massi lanciati dai cavalcavia.

Selezione pubblica per titoli di 100 laureati alla Regione

SPETT.LE Direttore
Buon giorno, sono la dott.ssa Marcella Nucifora, candidata della selezione pubblica per n. 100 laureati presso la Regione Calabria, catanzaro, e in particolare per n. 20 laureati del settore cultura. Avendo ricevuto convocazione per il colloquio della suddetta selezione per novembre, avrei bisogno che qualcuno mi spiegasse, come mai ho letto, all'interno della vostra rubrica on-line, che è stato sospeso a maggio, davanti alla presentazione di alcuni candidati. Ma io non ero stata convocata per maggio. Forse mi sfugge qualche passaggio ed avrei bisogno di sapere con chi dovrei parlare per saperne di più. Colgo l'occasione per ringraziarla anticipatamente.

distinti saluti
dott.ssa Marcella Nucifora (CT)

Gentile dott.ssa Nucifora,
purtroppo le notizie che siamo riusciti ad avere sono frammentarie e sicuramente, sembra, si riferiscono a situazioni diverse. Come lei avrà potuto constatare consultando il sito della Regione Calabria, l'informazione istituzionale, eccetto l'ottimo servizio dell'Ufficio stampa con le comunicazioni degli Amministratori e dei componenti il Consiglio, è ancora molto confusa, se non del tutto assente, e non ha alcuna interfaccia semplice da consultare per gli utenti. Molte volte è da interpretare, se non da scoprire o da decifrare del tutto. Figuriamoci poi quando ci sono di mezzo assunzioni di 100 persone. Probabilmente l'enorme numero di candidati ha dilazionato nel tempo i colloqui. Ma comunque noi cercheremo di indagare in questa direzione per avere più chiarezza e per dare una informazione più corretta ai nostri lettori.

Continua la perdita di liquami alle case minime

Da più giorni una copiosa perdita di materiale liquido sta inondando il tratto di strada all'incrocio tra via Sambiase e viale della Repubblica ! E sono diversi giorni che gli abitanti della zona hanno avvertito la sensibilità di telefonare a vari uffici comunali ,compreso il Comando dei Vigili Urbani , per segnalare quanto si sta verificando e per sollecitare l' intervento dei tecnici e delle maestranze comunali. Alla sensibilità dei cittadini non c'è stato , da parte degli interpellati , una risposta altrettanto sensibile e sollecita. Potrebbe trattarsi della rottura di un tubo dell'acqua ma in alcuni momenti il liquido che sgorga dal terreno è accompagnato da cattivo odore e da acqua scura e i pedoni che attraversano quel tratto ,inevitabilmente rischiano di essere "schizzati" dalle auto in transito. Se si tratta di acqua è un peccato perdere così tanto prezioso liquido senza intervenire . Se invece è liquido da fogna sarebbe doppiamente utile intervenire subito per ovvi motivi facilmente intuibili ! Alla luce di questa ennesima deficienza amministrativa una domanda sorge spontanea : perchè mentre si impiegano in massa con una certa celerità e solerzia , mezzi e personale del Comune di Cosenza per trasportare attrezzature che servono ad allestire il Festival dell'Unità di Potame, non si ha la stessa celerità e lo stesso interesse per risolvere i problemi che quotidianamente affliggono il territorio cittadino?

Marcello Morrone - Cosenza

Ad Arcavacata senza acqua di giorno

Sono un cittadino che risiede a Rende (Arcavacata) zona universitaria. Esercito un lavoro che mi consente di viaggiare spesso e confrontarmi con diverse realtà e con diversi professionisti. Ho sempre esaltato le qualità, il modo di agire e la cultura che regna al "nord" della Calabria. Devo però,segnalare anche alcune banali inefficienze relative alla scarsa gestione della rete idrica. Ho notato, nella piccola cittadina di Arcavacata, la mancata erogazione dell'acqua nelle ore diurne creando notevoli disservizi alla cittadinanza, ma la cosa che mi fa andar fuori di testa è dovuta al fatto che in quelle poche ore in cui questa naturale risorsa è presente si notano, a causa di rotture della rete di conduzione, fiumi di acqua potabile invadere le nostre strade. Tutto ciò e causa di enormi sprechi di risorse ed in alcuni isolati casi di danni a beni immobili generando malcontenti alla popolazione e agli ospiti della piccola frazione. Il tutto è stato abbondantemente segnalato presso gli enti locali (Comune di Rende ed Italgas) che non fanno altro che dare delle banali motivazione e delle false promesse di interventi è proprio il caso di dire che "si stanno perdendo in un bicchiere di acqua".

Lettera Firmata - Rende

Raccolta differenziata a Castrolibero

...E' una vergogna. Le cose prima andavano molto meglio. Voglio fare i complimenti alla "persona" che ha pensato di togliere gli utilissimi cassonetti per la raccolta differenziata (carta-plastica ecc.), e di sostituirli con quella porcheria di cassonetti arancione che servono solo a raccogliere i rifiuti organici (forse sarebbe meglio riempirli di un altro tipo di"rifiuto organico"e buttarlo sulla testa di chi ha avuto questa idea), penalizzando un utile servizio che forse stava iniziando a decollare, ed al quale hanno spezzato le ali per favorire chissa' quale politico (che a sua volta ha dovuto favorire il solito amico di turno nella fornitura di questi obrobriosi cassonetti arancione che bisogna tenere nel cortile di casa propria, respirando il fetore che emenano e togliendoli fuori solo determinati giorni per la raccolta differenziata). Gli altri rifiuti riciclabili, poi, bisogna toglierli fuori solo in determinati giorni della settimana, tenendoseli in casa. Da cittadino volenteroso di avvicinarsi alle civili abitudini nordiste (vedi Venezia, Bologna, Varese ecc...) non era piu' semplice lasciare i tre vecchi cassonetti per la raccolta differenziata (il sottoscritto era fra i primi ad usarli) anziche' complicare la vita alle persone che lavorano, e che devono ricordarsi di lasciare solo in determinati giorni della settimana le buste con la carta, la plastica ecc. depositati vicino ai cassonetti della normale nettezza urbana?
Spero che questo mio messaggio sia passato al sindaco di Castrolibero, facendomi portavoce di quanti la pensano come me'.

Lettera firmata

Già in abbandono la nuova cascata della villa vecchia

Me ne andavo un mattino a passeggiare
ma m’imbattei in sorprese amare…..

Giovedì 28 agosto decido di fare un bel giro in città.Parto alle 10 e 30 destinazione Villa Vecchia.
Qui troverò frescura e un meraviglioso riparo dalla calura!
Credo che sia uno dei posti più belli e suggestivi della città, tra le verdi fronde degli alberi si possono scorgere bellissimi scorci panoramici in più bisogna riconoscere che i nuovi interventi danno a questo posto un tocco in più. La sinfonia dei giochi d’acqua, i bei passaggi in legno…
C’era ancora qualche traccia d’invasioni
Che non turbarono però le mie emozioni
Ma ahi quando giunsi a quei vetri infranti
Quasi ebbi paura ad andare avanti!

Le vetrate della struttura sottostante alla cascata sono praticamente “trivellate” di colpi. Sono le due antine di accesso ai margini del semicerchio che forma il piccolo teatro. Pare che qualcuno abbia tentato di vedere cosa ci sta dietro la scena!…..(vedi foto)
Retrocedo da questo spettacolo vile
E mi inerpico sulla roccaforte antica
Punto dritta al Castello e al suo cortile
Ma l’alta meta non ripagò la fatica!

Sono arriva su in cima alle 11 e 50 e… Sorpresa il cancello era chiuso Come si spiega questo fatto? Forse gli operatori sono in ferie? Ma il mio sconcerto era praticamente nullo di fronte a quello di alcuni visitatori (che non erano del posto!) e avrebbero voluto fare un giro un all’interno e si son dovuti accontentare di una sbirciata dall’inferriata del cancello.
Trovate le vie di contanta cultura
Non è detto che riusciate ad aprir la serratura.
Turisti per caso o per professione
Lanciate il vostro appello a Eva Catizone!

(Modesta Cosentia)

Via Minzoni disastrata

Sono ormai anni che via Giovanni Minzoni, nel cuore della città,traversa di via 24 Maggio, sulla quale si affaccia anche l'Hotel Centrale, versa in condizioni a dir poco vergognose.Buche,anzi, crateri enormi,erba alta ai bordi della strada, strada attraversata quotidianamente da centinaia di macchine. Tutto ciò a due passi da Corso Mazzini e dall'isola pedonale.La situazione è questa da anni e l'amministrazione comunale non se ne è mai interessata, forse troppo impegnata ad inaugurare piazze monumenti per la città.
VERGOGNA

Lettera firmata

Arrivano i catamarani “spazzamare” lungo le coste della Calabria

Caro Direttore,
finalmente una bella notizia. Anche nel bistrattato territorio costiero del Mare nostrum arriveranno i “battelli spazzamare”. Il servizio è stato attivato con un atto istituzionale inderogabile dall’Assessorato all’Ambiente della Regione Calabria, d’intesa con le Autorità competenti, le Capitanerie di Porto ed il Ministero dell’Ambiente, che recentemente ha acquisito nella flotta blu altre 30 unità costiere litoranee che s’uniranno alle 71 imbarcazioni già in opera nelle zone costiere del nostro Paese.
C’è viva attesa, dunque, per questo fondamentale intervento. Lungo le coste calabresi, quelle del Tirreno in particolare, dove da qualche tempo la maggior parte delle spiagge sono catalogabili con la bandiera nera, arrivano i battelli “mangiasporco”. Quest’evento, per la verità molto atteso dai vacanzieri, dai villeggianti e dai turisti, oltre che dalle comunità rivierasche, è scritto in una nota ufficiale dell’Assessore al ramo, “entra nel vivo con l’imminente attuazione del Piano messo a punto per fronteggiare l’Emergenza Mare 2005 . Altra informazione edificante riguarda i lavori per il completamento e la rimessa in funzione d’alcuni impianti di depurazione dimessi da anni, come il depuratore di Longobardi – Fiumefreddo (CS), recentemente riattivato”. Speriamo che sia la volta buona! Auspichiamo che i nostri siti marini siano restituiti alla loro naturale funzione. C’è viva attesa, ed anche soddisfazione, per vedere in azione di pattugliamento, nei tratti di mare antistanti i litorali delle coste calabresi, i potenti catamarani della lunghezza di sei e nove metri attrezzati per raccogliere macroinquinanti, rifiuti solidi e aspirare le chiazze marroni, sottocosta, anche in prossimità della battigia. A questa piccola flotta si dovrebbero aggregare almeno altri due mezzi navali spazzamare del Ministero dell’Ambiente, da utilizzare prevalentemente nelle aree marine protette della regione.
E così che potrà ritornare la fiducia in tantissimi amanti del mare, già da anni delusi dalle pessime condizioni di balneazione delle acque. “I battelli “puliscimare” – secondo fonti dell’Assessorato all’Ambiente – pattuglieranno le coste per tutta la durata della stagione estiva, in special modo nei giorni di maggiore affluenza turistica, ma il Piano “Emergenza mare 2005”, per quanto è dato sapere, comprende anche azioni d’intervento a più ampio raggio, volte oltre che al disinquinamento marino, anche alla pulizia delle spiagge e azioni di sensibilizzazione dei cittadini ( avanti, decisi, con la civicrazia!!!), riguardo alla salvaguardia ambientale e alla tutela delle risorse. Il Piano d’ intervento dell’Assessorato – si legge ancora del documento – ha sancito la piena volontà di “istaurare un rapporto di collaborazione sinergica con le Capitanerie” che lungo le coste svolgono funzioni di prevenzione e di tutela della sicurezza dei bagnanti. Nello stesso strumento non mancano le azioni prioritarie, legate alla difesa dell’ambiente marino e costiero, che nel prossimo futuro il Dipartimento porrà in essere. Ampia disponibilità è stata espressa dai rappresentanti delle Capitanerie di Porto che spesso nella loro attività di prevenzione e controllo della sicurezza in mare, sono costretti a registrare segnalazioni d’ inquinamento marino e criticità ambientali da parte dei cittadini e dei bagnanti. “ Una risposta alle lamentele dei turisti e alle segnalazioni che giungono alle Istituzioni – conclude la nota dell’Assessorato - potrà adesso arrivare dai battelli “puliscimare” che all’occorrenza, su segnalazione delle Capitanerie, si sposteranno sui tratti di mare inquinati”. Il Servizio di pattugliamento dei catamarani, porrà particolare attenzione al disinquinamento delle acque, con la dovuta attenzione alle aree marine protette e alle acque marine adiacenti; attuerà interventi per la difesa del mare e delle zone costiere, mediante la rimozione meccanica e/o l’abbattimento fisico degli inquinanti solidi e liquidi; raccolta in mare, stoccaggio, conferimento, trasporto e smaltimento di materiali, sia liquidi sia solidi; pronto intervento per l’assistenza e il salvataggio di mammiferi marini e tartarughe; addestramento, promozione e divulgazione d’attività finalizzate alla tutela dell’ambiente marino. C’è, infine, un atavico quanto insidioso aspetto che riguarda le prossimità degli sbocchi fluviali, che risultano essere tra i punti più inquinati e che necessitano di un’urgente bonifica integrale. E gli scarichi abusivi d’ogni sorta? E le deprecabili azioni d’imbruttimento sistematico delle aree costiere? E l’incivile atteggiamento di quanti sporcano, impunemente, luoghi litoranei ameni, che sono patrimonio di tutti ? C’è tanto da fare ancora! Ma è necessario non lasciare sole le Istituzioni che possono meglio agire se corroborate dall’impegno costante e consapevole proveniente dalle comunità, dal Volontariato intelligente e dai singoli cittadini.
Grato dell’Attenzione, invio molti Cordiali saluti.

24 luglio 2005 Enzo Pianelli

A proposito del rito funebre negato a Marcellinara !

Pensavo che in tanti avrebbero avuto qualcosa da scrivere e da dire sulla decisione del parroco di Marcellinara ,don Giuseppe Mazzotta , che non ha ritenuto opportuno celebrare i funerali di una giovane donna "rea"di convivere con un uomo separato!
Pensavo che tra tanti personaggi autorevoli , di quelli che magari sono a favore dell'unione fra omosessuali con conseguente adozione di figli, qualcuno avrebbe voluto esprimere un parere sulla questione "incresciosa". Su questa storia di altri tempi che ha lasciato increduli e costernati i familiari della povera Maria Francesca ! Questa vicenda cozza pesantemente con l'umana bontà predicata dal pulpito . Perchè negare una messa funebre ad una giovane donna che ha avuto la sola colpa di amare una persona separata? Quanti funerali vengono celebrati a persone ,donne e uomini che siano non importa, che hanno un amante stabile e vivono con il proprio marito o la propria moglie ed i propri figli?
Quanti funerali vengono, e sono stati , celebrati a boss mafiosi dal grilletto facile che però erano presenti in prima fila nelle processioni religiose del Santo protettore del paese?
Quanti, donne o uomini , personaggi importanti e non , sposati e poi separati convivono assieme a nuove compagne e frequentano la chiesa ?
Quante e quanti si prendono i mariti e le mogli di altri , ci fanno figli, pubblicamente lo dicono ma poi vengono accolti/e in pompa magna dai Vescovi (giustamente) senza che alcuno si scandalizzi?
Anche nella Chiesa la legge viene interpretata in base a chi è il "peccatore"?
Anche nella Chiesa per i potenti si interpreta e per la gente comune si applica ?
Ed è normale che in un paese si applica mentre in quello vicino si fa finta di niente?
Ed è colpa innamorarsi di una persona e crescere con affetto la figlia che questi ha avuto dal matrimonio fallito e finito?A leggere le cronache sembra che la povera Maria Francesca sia stata alquanto sfortunata nella vita. Una grave malattia ne ha determinato la prematura scomparsa. E se nel momento della sua dipartita si fosse pentita del suo "peccato"?
Noi diremo una preghiera affinchè si aprano a Lei le porte del Paradiso e perchè siamo fermamente convinti che :ciò che viene fatto per amore accade sempre al di là del bene e del male!

Marcello Morrone

Autovelox sistematico sulla riva est del Crati

Vorrei segnalare a tutti gli automobilisti che percorrono la strada che da Castiglione Cosentino, costeggiando la riva est del Crati, arriva a Cosenza nel rione Gergeri, che su detta strada prevalentemente nelle ore pomeridiane, i vigili di Castiglione con atto di vero e proprio brigantaggio piazzano sistematicamente un autovelox all'interno di una macchina "trappola" koreana di piccola cilindrata, azzurra, parcheggiata dietro il guard-rail sul lato sinistro della sede stradale per chi va verso Castiglione.
L'autovelox dovrebbe sempre essere ben in vista e servire da deterrente per gli Schumacher locali, non fungere da nascosta e subdola macchinetta frega soldi per risanare i disastrosi bilanci ottenuti dagli amministratori locali. Meditate e non fatevi fregare...

M.F. - Rende

Una pedana per la spiaggia di Fiumefreddo

Da circa 30 anni andiamo in vacanza a Fiumefreddo Bruzio,perchè non è mai stata messa una pedana per la discesa a mare? Anche i meno abili potrebbero usufruire del mare!!!!
grazie

lettera firmata - Roma

L’autovelox a San Fili

I vigili urbani di San Fili, a mo di briganti, si appostano sulla Cosenza Paola prima o dopo la galleria in doppia curva per multare gli incauti automobilisti di passaggio e rinpinguare le casse del cumune di San Fili con proventi forniti non da sanfilesi ma da cittadini di altri comuni. La Stada statale Paola Crotone è una strada di grande comunicazione e traffico e non è onesto che i vigli di San Fili invece di controllare il traffico del loro cumune vadano a pescare in acque di competenza ANAS distraendo gli automobilisti di passaggio e causando pericolo per eventuali frenate improvvise di chi al momento viaggia a più di 70 Kmh.In Italia si reprimono gli incauti ed ingenui cittadini mentre sfaccendati da tutto il mondo possono importunare tutti ai semafori sfruttando anche minorenni

a.c.

Il Ponte sullo Stretto di Messina, una Chiacchiera” o una “Grande e Moderna Infrastruttura Strategica” ?

Caro Direttore,
a questo punto, anch’io, che i temi dell’ Ambientalismo militante ho sempre accolto di buon grado, condividendone spesso la portata, gli obiettivi sociali e l’azione culturale, incomincio ad avere qualche perplessità nello schierarmi apertamente contro la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Parliamo di un’opera infrastrutturale di grande portata che, probabilmente, rappresenta il più perfetto laboratorio per misurare il grado di capacità realizzatrice ed il pragmatismo reale della classe dirigente nazionale del momento.
Si, provo sempre più difficoltà a sostenere l’inutilità dell’ Opera, allorquando leggo e ascolto le posizioni “pro e contro” la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina.
Non c’è dubbio alcuno che siamo di fronte ad una storia infinita, una gran metafora all’italiana, un sogno antichissimo di grandezza che ha coinvolto, da sempre, monarchi, imperatori, conquistatori e governanti. Una questione complessa e controversa che, seppur trasversale, ha diviso la classe politica e sindacale ed anche la pubblica opinione.
Prendo spunto proprio da alcune recenti iniziative, organizzate per discutere del Ponte, per chiederLe se è giunto il momento di dare credito alla Società Stretto di Messina S.p.A., che è la Concessionaria per la progettazione, realizzazione e gestione del collegamento stabile tra la Sicilia e il Continente, che tramite l’A.D., Dott. Pietro Ciucci, ha sostenuto che i lavori inizieranno il prossimo anno 2006 ( ma non dovevano già iniziare nell’anno 2004 ?). Il Ponte, quindi, sarà una realtà, cioè: “un’infrastruttura moderna e strategica per lo sviluppo, un’opera di grande civiltà”?
Recentemente, però, i Verdi, con in testa l’On.le Alfonso Pecoraio Scanio e tutto lo stato maggiore del Partito calabrese, hanno sostenuto l’esatto contrario di quanto ha dichiarato il Dott. Ciucci, “ che il Ponte sullo Stretto di Messina è solo una presa in giro per i siciliani ed i calabresi, che l’opera è un autentico bluff, che mai e poi mai il Ponte sarà costruito…”. Ed ancora, che l’attuale Governo regionale non “ parlerà del Ponte…”, etc.
Le dichiarazioni dell’autorevole esponente dei Verdi ed ex ministro della Repubblica, in realtà, punterebbero a vanificare anche l’azione della Società Stretto di Messina S.p.A
( precipuamente costituita per la realizzazione dell’ imponente Infrastruttura, n.d.c) che, com’è noto, è disciplinata dal Decreto Legislativo n° 114 del 24 aprile 2003 che ha, inoltre, confermato la Società quale Organismo di Diritto Pubblico. Status, questo, che comporta, tra l'altro, l'obbligatorietà di affidare attraverso gare ad evidenza pubblica tutte le attività inerenti la costruzione ed in futuro la gestione dell'Opera.
Personalmente, per quanto può valere la personale convinzione, pur condividendo le attuali preoccupazioni ed i rischi di diversa natura, che la realizzazione dell’Opera può determinare ed alimentare ( comprese le interferenze del malaffare ), ritengo che alla fine il Progetto del Ponte sullo Stretto di Messina sarà portato a termine. Non si tornerà indietro.
Diversamente, significa anche non dare credito alla Scienza, alla storia della Modernità, all’esigenza di “ rompere” l’epocale isolamento tra la bella terra di Sicilia ed il resto del Continente. Il Ponte, spesso pensiamo dentro di noi, certamente agevolerà il turismo internazionale, il traffico delle merci ed il movimento delle persone. Anche il neo delle paventate catastrofi ambientali, in concreto, sarà rigorosamente ridimensionato, con l’apporto delle tecnologie più avanzate. Questo è l’auspicio di tutti.
Fermamente consapevole che sulla questione Ponte sullo Stretto influisce un’opinione pubblica mondiale, complessivamente non ostile all’Opera; che le carenze oggettive di sviluppo ed i problemi atavici e mai risolti delle due regioni vicine, spingeranno alla realizzazione del Ponte; che l’avveniristica Infrastruttura sarà costruita per garantire ampia sicurezza a tutti, sicuramente impostata con il rigore ed il metro della sostenibilità ambientale. E questo soprattutto grazie alle appassionate battaglie dei movimenti, dei Verdi e soprattutto dei cittadini delle due regioni confinanti che, anch’esse divise sul “ pro e contro” il Ponte, finalmente si potranno incontrare e meglio integrare nello spazio di pochi minuti.
Ed ecco che, finalmente, la leggendaria e sempre agognata unione tra…” Scilla e Cariddi” diventa concreta realtà.
Grato dell’attenzione, invio cordiali saluti.
- Enzo Pianelli -

Brutte analogie

Nei giorni scorsi sono arrivati a Cosenza i primi autobus a metano destinati a rinnovare il parco mezzi dell'Amaco . Ad inaugurare le nuove vetture c'era il Sindaco Catione che ha scelto personalmente il colore rosso londinese che caratterizzerà i nuovi autobus cosentini. Sono passati pochi giorni e Londra è stata colpita al cuore da un attacco terroristico che ha provocato tante vittime !
Uno degli obiettivi dei terroristi?
Un autobus rosso !
Brutta analogia !
Cambiamo colore o cambiamo Sindaco ?

d.m.

Il calcio che conta.........

Caro Direttore, finalmente in questa meravigliosa città si respira aria di uno sport che da alcuni anni è stata frustrata da vicissitudini che tutti conosciamo. Il calcio. Grazie al Presidente Intrieri, oggi possiamo essere fiduciosi delle sue iniziative per il bene del Cosenza Calcio. Finalmente si è messo in moto un qualcosa che conta, Grazie. Ma bisogna ricordargli al sig.Presidente Intrieri che il San Paolo di Napoli ogni cancello verso l'ingresso dello stadio è aperto ad una città che in 70.000 è vogliosa di vedere giocare la propria squadra. A Cosenza è del tutto inutile aprire entrambi i settori delle curve qundo si gioca in serie "D".
Non serve a nulla disperdere quei pochi tifosi o spettatori,quando si possono raggruppare in una sola curva. Signor Direttore, il San Vito per la nostra Serie "D" è immenso. Sarebbe opportuno concentrare la tifoseria tra la tribuna "A" e la curva "sud" per far sentire la voce del tifo in una situazione di distanza che sussiste tra il campo di gioco e le tribune.Gli dia un consiglio spasimato al Presidente Intrieri, per il bene di tutti i tifosi e per la città stessa che da anni vive nella sofferenza e nella speranza che sia l'annata buona. Grazie. Un tifoso.

Sanità a Cosenza

Nella Città dei Bruzi abbiamo un Ospedale
dove poche cose funzionano e molte vanno male
Ha una parte nuova un'altra è un po' antiquata
possiede un nome mistico ,si chiama l'Annunziata

Se ci cammini dentro e lo guardi un poco a fondo
ti sembrerà di essere già quasi moribondo
Forse codesto nome apposta l'han coniato
da lì non esci vivo se non sei miracolato

Quello che vedi là dentro ti fa rabbrividire
non ti spieghi i motivi, non riesci a capire
ci sono molte cose che mettono ribrezzo
se vedi quello schifo e senti quell'olezzo

Se sei amico degli amici, non so se l'ho già detto
riuscirai a trovare almeno un posto letto
Se sei proprio grave e arrivi in emergenza
vedrai che in corridoio farai la tua degenza

Se tu là ci entri sana ne puoi uscir malata
forse per stò motivo lo chiaman l'Annunziata
Se ci si entra malate se ne può uscire morte
e la colpa sarà data alla tua cattiva sorte

Se poi dalla Città ci spostiam non di tanto
in men che non si dica c'è il Mariano Santo
e qui con qualche Prece e qualche Padre Nostro
avremo la fortuna di trovare almeno un posto

Se poi nella dispensa girano i topolini
a me ritorna in mente Duilio Poggiolini
ma forse a quel signore è meglio se non penso
se no mi torna in mente persino Di Lorenzo

Io allora mi incazzavo, i nervi mi prendevan
quando quei lestofanti il sangue si vendevan
Vendevano sangue infetto quei due mascalzoni
e non avean pietà di chi facea le trasfusioni

Ma mò dall'argomento non voglio andare lontano
perciò ritorno in tema ...spostiamoci a Rogliano
entro in quel paesotto,c'è una strada lì che sale
lo vedo in lontananza ...è quello l'Ospedale

Ospedale Santa Barbara si chiama questo plesso
ed io per mia fortuna qui non ci vengo spesso
Do solo una sbirciatina senza guardare a fondo
e mi sembra di essere davvero al terzo mondo

i nostri governanti pensan solo a spartire
e negli ospedali calabri si rischia di morire
nominano direttori e primari tra parenti ed amici
cosicchè in futuro ne avranno benefici
non nominano per meriti e per capacità
pensan sempre a lottizzare ...anche la sanità.

Intanto nei nosocomi non c'è manco un cerotto
e se ne trovi uno hai vinto un terno al lotto
manca cotone , alcol e molte medicine
son proprio tempi brutti per i malati cosentini

ora un appello faccio :vi prego, per pietà
non fatemi morire per malasanità
Vorrei viver molti anni ,non certo centinaia
ma lasciatemi morire ....soltanto di vecchiaia!

Delmo

L'euro funesto e la lira rimpianta !

Nel mezzo del cammin di nostra vita
la cara e vecchia lira ci ha lasciato
ha preso un treno in corsa ed è partita
di lei solo il ricordo ci è restato !

Cara liruzza mia perchè l' hai fatto?
Con te arrivavo quasi a fine mese
ora sto diventando mezzo matto
mi devo limitare... con le spese !

Se entro da un fruttivendolo qua in città
e compro un po' di frutta e un'insalata
"quannu vaju ara cassa ppè paga'
mi fannu na rapina... a mano armata!"

Con l' euro siamo proprio rovinati
son aumentate le tasse e le bollette
i prezzi sono più che raddoppiati,
ahi voglia di aspettare ...il ventisette

Vado girando un po' rincitrullito
tra i banchi pieni di un supermercato
vi giuro che ancora io non ho capito
quanto è che costa un etto d' affettato.

Con quanta nostalgia ora ricordo
quel Caravaggio e il magico Bernini
le mani ,se ci penso, già mi mordo...
come era bello averli a me vicini!

Cara liruzza ti invio ora un messaggio
che recita un famoso e vecchio adagio,
lo affido al vento così lo riceverai
"il primo amore non si scorda mai"!

Delmo

Quanto vale quel viale ?

Da quando sullo scranno più elevato
ha posto il suo seder la Catizone
pure il viale da poco inaugurato
crolla come se fosse fatto di cartone

Sprofonda oramai da qualche mese,
si apron buche enormi in quantità,
sembra il viottolo di un piccolo paese
e non la strada di una grande città !

Geologi , ingegneri e costruttori
professionisti colti e illuminati
architetti e direttori dei lavori...
che opera "maestosa " hanno creato.

E pensare che dalla Calabria in val Padana
ancora oggi ammiriamo monumenti
che resistono dall'epoca romana
quando non c'eran mezzi e né cementi

Cosenza è città dal nobile passato
e viale Parco è il suo... fiore all'occhiello
ma quel fiore appena nato e già " ammusciato "
mentre poteva essere vivo e bello.

Anche il più distratto oramai se n'è accorto
viale Mancini è proprio un mezzo ...aborto .
La strada è chiusa ,quel fiore s'è appassito
vi mando un gran saluto... ed ho finito !

Delmo

Il silenzio della stampa locale.

Grazie signor Direttore. Il suo giornale, è stato l'unico ad ospitare la notizia della scomparsa del dr Vittorio Russo per "opera" di un anonimo funzionario di Private Banker CARIME. Il silenzio di questi giorni sulla stampa locale, totale, negando la notizia è inquietante. Come inquietante è stato il silenzio dei vertici CARIME alle lettere del dr. Russo che in questi ultimi mesi sono partite numerose dal suo computer. La dipartita ci fa sentire più poveri perché era una persona speciale come poche. Grazie ancora.

Paolo Apa, Cosenza

Vittorio se n’è andato con la schiena dritta

Cosenza 10 giugno 2005 ore 14:30
Nell'area Private Banker della BANCA CARIME di C.so Mazzini Cosenza, hanno eliminato con la nota di merito con data 29 aprile 2005 "appena adeguato" il Dr Vittorio Russo. Vittorio è stato colto da malore non appena il superiore ha consegnato la nota. Soccorso da colleghi e portato al pronto soccorso dell'ospedale dell'Annunziata di Cosenza, ha lottato tra la vita e la morte nel reparto di rianimazione. Il dirigente CARIME, latore della nota di merito si è reso subito irreperibile partendo immediatamente per Lamezia e poi per Milano. Vittorio non mollare.
Cosenza 11 giugno ore 11:45
Il Dottor Vittorio Russo è stato dichiarato clinicamente morto. Vittorio se n’è andato “tenendo la schiena dritta”.

Paolo Apa Cosenza

Diritto alla vita per le persone con gravi disabilità

Intervengo sul tema del diritto alla vita e alla salute delle persone con gravi patologie, a titolo personale, in qualità di padre di un ragazzo con disabilità.
Con l’occasione del referendum è aumentata finalmente l’attenzione dell’opinione pubblica sullo stato di milioni di persone in difficoltà estrema, spesso invisibili ai più, per la cura delle quali si potrebbero ora utilizzare cellule staminali embrionali.
Secondo il rapporto stilato dalla commissione di studio nominata nel 2000 dal ministro Veronesi e presieduta dal premio Nobel Dulbecco è possibile stimare, sebbene in via del tutto preliminare, che l’utilizzo di cellule staminali possa portare a sviluppare metodiche cliniche per il trattamento di numerosi pazienti che, tenendo conto anche delle patologie di origine cardiovascolare, si avvicina ai 10 milioni di individui.
D’altra parte le sole persone con disabilità, secondo una indagine dell’Istat, rappresentano circa il 5% della popolazione italiana.
Per chi vive giornalmente il dramma della disabilità è difficile pensare che si possano mettere sullo stesso piano i diritti di persone con gravissime patologie e i diritti di embrioni soprannumerari, conservati nei centri per la fecondazione assistita e destinati comunque ad essere eliminati.
Da sottolineare che in base all’art. 32 della nostra Costituzione, la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività.
L’equiparazione di un ovulo fecondato con la persona d’altra parte è in contrasto con numerosi principi affermati nel nostro ordinamento:
- Secondo il nostro codice civile la capacità giuridica, cioè l’idoneità ad essere titolare di diritti e di obblighi, si acquista soltanto con la nascita;
- La legge n.194 del 1978 consente l’interruzione della gravidanza fino al 3° mese. Pertanto oggi in Italia ha più diritti l’ovulo appena fecondato in provetta, non ancora impiantato nell’utero, quindi ancora al di fuori dell’unico contesto in cui può svilupparsi, di un feto a stadi ben più avanzati di sviluppo;
- La nostra legge consente l’uso della spirale e della pillola del giorno dopo, che impediscono all’ovulo fecondato di impiantarsi nell’utero, provocandone l’espulsione;
- Il criterio per determinare la fine della vita umana è la morte cerebrale, cioè la cessazione delle funzioni del sistema nervoso centrale. L’embrione allo stadio di sviluppo nel quale viene utilizzato per la ricerca, entro i primi 14 giorni, non ha ancora traccia di un sistema nervoso centrale.
E’ da sottolineare che la ricerca sulle cellule staminali embrionali è permessa in 32 paesi del mondo, pur con notevoli vincoli e bandendo in ogni caso la clonazione riproduttiva, finalizzata a far nascere individui con lo stesso patrimonio genetico di un altro.
Oltre a paesi asiatici come la Cina e la Corea, anche alcuni paesi occidentali hanno di recente autorizzato ricerche sulle staminali.
In Svizzera, ad esempio, la legge fissa precisi limiti alla ricerca e prevede un'autorizzazione preventiva da parte delle autorità e, soprattutto, il consenso delle coppie interessate.
In California il referendum approvato lo scorso 2 novembre permette di destinare alla ricerca con le staminali 300 miliardi di dollari dello Stato in 10 anni. La città di Los Angeles ha promosso la costituzione di un Parco Biomedico e Tecnologico, prevedendo un investimento di 500 milioni di dollari, che potrebbe generare oltre 8.000 posti di lavoro.
In Inghilterra la legge che regolamenta la ricerca scientifica con le staminali embrionali e che permette la clonazione terapeutica e' del 2001. La prima autorizzazione a condurre esperimenti di questo genere e' stata però rilasciata nell'agosto del 2004, per la cura del diabete. Nel febbraio 2005 è stata ottenuta la seconda autorizzazione per contrastare le malattie che colpiscono i motoneuroni.
In Spagna, in attesa di una nuova legge sulla ricerca biomedica, annunciata entro il 2005, è stato approvato dal Consiglio dei ministri un decreto legge dell’ottobre 2004, che consente ai genitori di donare per finalità scientifiche gli embrioni creati prima del novembre 2003. Intanto il Centro di Medicina Rigenerativa di Barcellona sta per presentare un progetto di ricerca con le cellule staminali embrionali per riparare il cuore.
In Francia la legge approvata la scorsa estate autorizza per cinque anni la ricerca sulle cellule staminali e la loro creazione a partire da embrioni congelati (pari a 120.000 in Francia).
Se in questi paesi si dovessero individuare cure in grado di far camminare persone paralizzate, di riparare lesioni cerebrali o di ridare la vista ai non vedenti, c’è da chiedersi se in Italia sarebbe ancora in discussione l’uso delle cellule staminali.
E’ necessario, pertanto, aumentare gli investimenti in ricerca anche nel nostro paese, non solo per accrescere la competitività delle imprese, ma anche per migliorare la qualità della vita delle persone più in difficoltà.
E fin quando la ricerca non avrà dato i risultati sperati, bisogna evitare che per effetto della crisi economica si rimettano in discussione nel nostro paese i diritti delle persone con disabilità, tagliando ulteriormente i fondi a loro riservati, come se si spendesse già troppo per queste persone.
E’ da sottolineare, al riguardo, che la nostra Costituzione, all’art. 3, prevede che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale ed è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli, che limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana.

Vincenzo Gallo

Lettera Aperta Contro la Chiusura dell’ Unità Operativa di Terapia Antalgica INRCA - Cosenza

La penosa quanto controversa vicenda riferita all’annunciata chiusura dell’Unità Operativa di Terapia Antalgica dell’INRCA di Cosenza ( Istituto di Ricovero e Cura a carattere scientifico di valenza nazionale), ha prodotto largo sgomento e tanto malessere, in primo luogo tra gli sfortunati ospiti della peculiare struttura sanitaria bruzia, costretti a sottoposti alla terapia contro il dolore, derivante da neoplasie in stato avanzato.
Il disagio per il quasi smantellamento della predetta Struttura ha determinato viva preoccupazione nella parte più attenta e sensibile della pubblica opinione, del mondo dell’informazione, di ambienti sanitari e d’amministratori locali.
Mi compiaccio per la coerente e saggia presa di posizione dell’assessore alla Sanità di Palazzo dei Bruzi, Dott. Roberto D’Alessandro che, per primo, da sanitario attento prestato al pubblico mandato, ha lanciato un accorato appello per evitare il peggio e per consentire l’apertura di un dialogo-trattativa con i responsabili nazionali dell’INRCA.
Un dialogo, si spera, che dovrà essere corroborato da azioni sinergiche ti tipo istituzionale e sostenuto dalle attive Associazioni ed Organismi che operano nel campo della Prevenzione e Cura delle neoplasie, atto a far recedere dalla drastica decisione i vertici dell’importante Istituto Sanitario di Ricerca. Una realtà che da sempre ha costituito un punto di riferimento d’eccellenza per le particolari prestazioni sanitaria su tutto il territorio nazionale. La brutta notizia, relativa al pesante ridimensionamento della speciale struttura contro il dolore, ha fatto subito pensare all’organizzazione sanitaria cosentina dei primi anni Ottanta, quando i malati terminali dovevano, poveri cristi, compiere tra malessere fisico e psicologico, oltre ai disagi di tipo organizzativo, i cosiddetti “ viaggi della speranza”, sballottati in altri Presidi sanitari del Centro e Nord d’Italia e, spesso, anche all’estero. In quegli anni nasceva a Cosenza, per volontà e piena disponibilità di un drappello di cittadini, desiderosi d’impegnarsi nel Volontariato intelligente, puro, di tipo socio- assistenziale e culturale, la sezione cosentina della Lega Italiana contro i Tumori, sorta con quel punto di riferimento entusiasmante nella persona del Presidente storico, Avv. Francesco Martire. Quante battaglie ed iniziative, ricordo, sono state portate avanti anche per perorare la causa dell’ istituzione a Cosenza di Unità di Terapia Antalgica, per “ l’umanizzazione delle strutture sanitarie pubbliche”, per far avanzare la cultura della prevenzione sanitaria nelle Scuole, sul posto di lavoro, nelle famiglie, etc.
Ma la notizia è ancor più raccapricciante per una strana coincidenza.
La pesante decisione del ridimensionamento della predetta Struttura INRCA è coincisa con il periodo in cui gli Ospedali offrono ampia consulenza sul problema della terapia del dolore. Da qualche anno, infatti, a fine maggio, si celebra in Italia la “ Giornata nazionale del Sollievo”, ideata dal Prof. Umberto Veronesi ( quando era Ministro) e dedicata ad aiutare chi soffre a combattere e sconfiggere il dolore. L’iniziativa si tiene sotto il patrocinio del Ministero della Salute, d’intesa con le Regioni, Province e l’Associazione nazionale “ Gigi Ghirotti”. Quest’anno la manifestazione è stata incentrata sul rapporto ‘medico-paziente‘. Mi dichiaro anch’io contrario, per quello che un semplice ma convinto pensiero e un più che decennale bagaglio di militanza attiva possono valere per la causa, alla chiusura della vitale e strategica struttura sanitaria dell’INRCA. In quest’occasione, rivolgo un appello forte delle Istituzioni regionali (tutte) per un organico e consapevole intervento teso ad evitare che si consumi, sbrigativamente, un salto nel buio nella Sanità calabrese.
Grato dell’attenzione, porgo cordiali saluti.
Cosenza, 29 Maggio 2005
- Enzo Pianelli –
Socio Fondatore e già membro del Direttivo della
Sezione di Cosenza della Lega Italiana contro i Tumori

Poveri ma non troppo !

E' di questi giorni la notizia che la Guardia di Finanza avrebbe denunciato un centinaio di persone che avrebbe usufruito dei "buono fitto" ,ossia di aiuti economici erogati dalla Regione e distribuiti dal Comune alle famiglie in difficoltà. Più volte negli anni scorsi ci siamo interessati a questo fenomeno abbastanza diffuso ,più volte abbiamo invitato il Comune a rendere noto il criterio con cui venivano erogati questi contributi e chi ne beneficiava. Più volte abbiamo criticato questa amministrazione comunale per il suo comportamento intollerante verso famiglie costrette ad occupare qualche alloggio comunale o verso coloro,per ultima la famiglia Iuso ,che chiede un aiuto per potere vivere in una abitazione decente . E' evidente allora che quello che si può chiedere ed ottenere senza alcun controllo comunale viene negato a chi palesemente ma onestamente e dignitosamente si vede costretto a ricorrere alla stampa per ottenere il diritto alla casa .Ed arrivano gli elogi dell'amministrazione comunale alla Guardia di Finanza per avere scoperchiato il pentolone dei falsi poveri. Ma il Comune non dovrebbe fare qualcosa in più prima di erogare questi fondi? Basta dichiarare di stare in affitto ed avere un reddito basso per usufruire dei buoni fitto? Troppo semplice e si sa che l'occasione fa l'uomo .... povero!

Marcello Morrone

Il calcio a Cosenza

Egregio Direttore,
anche il Campionato di Serie D è finito ed i due Cosenza si sono salvati,ma ora cosa succederà?Il calcio a Cosenza continuerà su questa squallida via dove ognuno vuole prevalere sull'altro A DANNO DELLO SPORT?
I proclami osannanti del signor Chiappetta che addirittura voleva la Serie A in pochi anni,dove sono finiti?
E' chiaro,che anche quelli del signor Chiappetta,non erano proclami di chi vuole veramente bene ad una squadra di calcio e vuole veramente farla risorgere.
Ora il titolo sportivo del glorioso Cosenza 1914,morirà per sempre o andrà per un pugno di spiccioli a qualcuno come il signor Intrieri che col FC è stata una sola questione d'interessi. Perchè allora non ha fatto l'allenza col Chiappetta allorquando questi lo chiedeva?
Insomma,ci sono parecchi interrogativi da sciogliere,sperando che vadana sciolti positivamente ed in fretta.
Purtroppo per Cosenza non ci sono uomini come Gaucci che per avere il Napoli avrebbe fatto follie. Mi chiedo perchè Gaucci non si compri il Cosenza e lo porti in Serie A,visto che Cosenza è anche una città delle dimensioni di Perugia,all'incirca.
Certamente chiunque comprerà il titolo,si spera sia una persona ambiziosa e l'augurio che io faccio è quello che al timone della squadra possa ritornare una persona che in passato ha già guidato la Società facendogli raggiungere anche la Serie B:Antonio SERRA.
Anzi attraverso Nuova Cosenza.com un appello:Signor Serra vogliamo riportare questo Cosenza ai tempi in cui Ella è stato Presidente? Si ricorda i nostri colloqui telefonici allorquando c'era da scegliere ogni anno l'allenatore? Allora vivevo in Emilia ed oggi nelle Marche.
Grazie Signor Serra per ciò che vorrà e potrà fare per ridare una grande squadra alla nostra città.

Antonio BRUNO da Ancona

La Costituzione minacciata da una maggioranza senza principi

Celebriamo quest'anno il sessantesimo anniversario del 25 aprile. Questa data che precede di pochi giorni altre due date basilari per la democrazia italiana, quella del Primo maggio, festa del lavoro, e quella del Due Giugno, festa della Repubblica ha assunto nel nostro Paese un valore profondo.
La Costituzione, compimento di quelle gloriose giornate, espressione dei valori democratici ed antifascisti, patto di cittadinanza fondato sul lavoro, sul ripudio della guerra, sull'equilibrio dei poteri e sulla garanzia di una vita civile e politica, é oggi seriamente minacciata da una maggioranza senza principi.
Il presidente Scalfaro, all'uscita dalle consultazioni per il nuovo Governo, si é autorevolmente e fermamente richiamato a questi valori. E Giorgio Bocca, in un suo articolo, giorni fa: « la celebrazione del 25 aprile può avere quest'anno un unico senso, quello del '45: rimettere in piedi il Paese. Se siamo ancora in tempo.».
Il popolo italiano, da Sud a Nord, nelle elezioni regionali ha reagito, infliggendo alla destra una sconfitta di proporzioni vistose. Si è finalmente innescato un meccanismo di disincanto dal populismo berlusconiano e si aprono ora grandi responsabilità.
L'attenzione e l'attesa sono molto forti, bisogna creare o ricreare nuove forme di convivenza attraverso una grande coesione sociale. I passi futuri sono molto delicati; sarebbe sbagliato se si giudicasse consolidata la vittoria elettorale, perché tra Berlusconi ed il suo elettorato si é instaurato in questi anni un rapporto devozionale più che un rapporto politico ed è reale il pericolo che l'abbandono di oggi non rappresenti ancora abiura e ripudio definitivi di quel rapporto.
Se questo vale in generale, ancor di più vale nella nostra regione. Qui, più che altrove, il sistema di potere si fonda sulla grande personalizzazione della politica.
Quando l'economia va male c'é bisogno di ritornare alla politica, ma mai come in questi momenti i partiti devono essere riportati a sedi di discussione e analisi, di acquisizione attenta della domanda che proviene dal basso per riproporla nelle sedi istituzionali di governo.
La nuova maggioranza regionale è attesa ad un severo banco di prova: saper coniugare l'efficacia delle politiche con la scelta delle priorità, avvicinare le istituzioni al territorio, aumentare la fiducia amministrativa, dotarsi di strutture autonome di conoscenza per evitare o ridurre al minimo indispensabile le consulenze, altro scandalo del passato che non deve diventare tentazione per il futuro, controllare trasparenza e legalità.
I brutti ricordi non sono purtroppo svaniti. Sono quanto meno sgradevoli, per fermarci alle decisioni più eclatanti del quinquennio decorso, il ricordo dei monogruppi consiliari, del concorsone, dell'aumento delle indennità ai consiglieri regionali ormai negletta. La scelta dei componenti della nuova Giunta diventa allora essenziale per la credibilità futura dell'alleanza.
Infine il rapporto con l'Università, che rimane di primaria importanza, non risolutivo -però- né di delega assoluta. L'Università è cosa seria, è patrimonio di tutti i calabresi, non può essere usata, come purtroppo appare oggi, per la carriera politica di nessuno.
Cambiare quindi profondamente lo stile e la sostanza della politica per consolidare la vittoria elettorale. Dopo sessantanni è il "vento del Sud" a soffiare contro l'asse del Nord della cosiddetta Casa delle libertà.
Incrociamo le dita e speriamo ardentemente che la classe politica che ha vinto le elezioni, nel Paese e in Calabria, si dimostri all'altezza dell'arduo compito di "vincere" la vittoria.

Edoardo Simonetti

Le potenzialità della Calabria

Caro Direttore,
Vorrei evidenziare, ad ogni buon fine, le rilevanti ed esclusive potenzialità della Terra di Calabria, l'antica terra Bruzia, per una seria riflessione su direttrici inconfutabili di sviluppo che potrebbero determinare un modello sostenibile nei processi economici del territorio che, nel rispetto dell'ambiente e delle storiche direttrici dell’economia rurale, alimenta reale valore aggiunto e fattore di benessere per le popolazioni locali.
Partiamo "dall'industria del Sole": l'ecoturismo marino e costiero ( la Calabria è titolare di oltre 700 km di costa, dove si possono svolgere attività ecocompatibili, quali: la pescaturismo e l'ittiturismo e le attività legate alla marinicoltura), quello delle aree interne e montane, molto ricercate per i giacimenti eno-gastronomici e per scoprire le radici della cultura materiale.
E' un mondo tutto da riscoprire, in termini di sviluppo eco-sostenibile e produttivo. Il Boscoturismo", è un'altra componente da sviluppare in una Regione a giusta ragione considerata il Gran Bosco d’Italia. Che dire, anche, dell’Agriturismo che occorre meglio organizzare e valorizzare e delle nuove opportunità scaturenti dal Bed and Breakfast.
Questa pratica, potrebbe rappresentare la fortuna d’intere comunità montane della mia regione che, con circa 600 mila ettari di bosco misto, guardando alla multifunzionalità di questa notevole risorsa, ne indicano una delle regioni forestali più importanti d'Europa. Senza considerare il turismo scientifico, culturale, religioso e termale, di cui la punta estrema dello Stivale, ma cuore e culla del Mediterraneo, è particolarmente predisposta. Ed il turismo strettamente connesso alle peculiari risorse naturali ed ambientalì ?
E' tutto da realizzare, con ben tre Parchi nazionali ( Sila, Pollino e Aspromonte) e decine di Riserve naturali integrali e biogenetiche, che custodiscono rarità botaniche, microfauna e specie animali rarissime. Nel ricco e variegato Mosaico di risorse da valorizzare di questa bella ( ma scarsamente considerata) Terra è incastonato un tassello altrettanto raro e particolare: il paniere dell'agroalimentare d'eccellenza, che evidenziano la Calabria quale punta di diamante delle produzioni tipiche, di nicchia, Dop, Doc e Igt nei diversi segmenti produttivi dell'agro-zootecnia regionale.
Naturalmente, questo che ho voluto tracciare è solo un " Mosaico" approssimativo delle ingenti risorse naturali e territoriali di una Terra che, oggi, nell'era del liberismo sfrenato e della globalizzazione, che tutto tenta di omogeneizzare, potrà autorevolmente concorrere a far diventare il Bel Paese, con le sue inespresse e sottoutilizzate risorse eno-gastronomiche, storico-culturali e ambientali, una meta ambita per un turismo moderno, intelligente e sostenibile.
Con un’organica pianificazione d'interventi su queste direttrici di sviluppo, equanimemente distribuite sul territorio nazionale, si potrà tentare di riequilibrare i gap di sviluppo che all'attualità esistono tra le diverse regioni d'Italia.
La nostra Terra, che non è seconda a nessun'altra realtà per peso ed influenza storica ( è stata la Patria di Campanella, Mattia Preti, Telesio, Alvaro, Seminara, Cilea, ma anche di Repaci e La Cava, tanto per indicare alcune delle figure più eminenti di calabresi, non può continuare a restare ultima in tutto e derelitta cenerentola tra le Regioni del Sud Europa. Ricordiamoci, infine, che la risorsa più importante di questa terra è quella umana, i giovani in primo luogo, tutta da valorizzare nell’interesse della crescita moderna di un’entità geografica che occorre riscattare da tante ingiustizie al più presto.
Grato dell’ attenzione invio cordiali saluti.
- Enzo Pianelli -

Che confusione a Cosenza

La cultura del " lasciar fare" non giova ad una città come Cosenza, divenuta, negli ultimi tempi, teatro di innovazioni minimaliste come quelle di piazza Luigi Fera. Infatti, il posizionamento di quattro sculture, di un dubbio valore artistico, su prismi luminosi di foggia " monumentale ", non capite dalla gran parte della popolazione e, forse, neanche da coloro che ivi le hanno collocate, ha sottratto un notevole numero di posti macchina al parcheggio libero.
La cittadinanza, indifferente, ha lasciato fare, ed hanno lasciato fare anche le istituzioni come la V Circoscrizione preposta a tutela dei diritti dei cittadini.
Come se non bastasse, al primo intervento è seguito il secondo: negli ultimi giorni è stata infatti modificata una corsia di uscita per il parcheggio a pagamento, con il solo risultato di sottrarre ulteriormente n° 8 posti macchina; e poi mercoledì il terzo, con la trasformazione in linee blu delle poche soste libere di via Rodotà.
I cittadini residenti si chiedono ora: cosa succederà ancora attorno a questa sfortunata piazza, dedicata con tanto di targa ad un sedicente "mecenate" della nuova storia cosentina.
Forse è proprio vero: quì si fa confusione tra civiltà e progresso.

Lettera firmata

Lettera aperta a S.E. il Prefetto

Ill.mo Signor Prefetto
87100 Cosenza
e p c
Spett/le Municipio
Alla c.a. del Sindaco
87030 San Vincenzo la Costa

Spett/le ANMIC
Spett/le Redazione disabili.com
Spett/le La Famiglia Cristiana
Spett/le Gazzetta del Sud
Spett/le Il Quotidiano
Spett/le La Provincia
Spett/le Striscia la notizia
Spett/le Mi manda Rai 3
Spett/le Club San Vincenzo la Costa
Toronto - Canada
Spett/le NuovaCosenza.com

Oggetto: Atto di specificazione ex L. 241/90.

Ill.mo Signor Prefetto,
Le voglio raccontare la mia storia, ferita dalla irresponsabilità e dalla inefficienza del comune di San Vincenzo la Costa (CS). Sono un cittadino di anni 54 che, da tre anni, a seguito di un ictus cerebrale, non può svolgere le normali funzioni quotidiane in ambito motorio e fisico, previa commissione medica Asl e Tesoro, dichiarato invalido con accompagnamento.
Il 14 febbraio scorso, a seguito di un articolo pubblicato dalla Gazzetta del Sud in data 01/02/2005 (allego copia), mia figlia si recò c/o gli uffici comunali, per avere chiarimenti in merito al servizio offerto, aggiungendo la disponibilità di un eventuale contributo economico.
Il funzionario preposto le suggerì di redigere corretta domanda al fine di usufruire del servizio gratuito, perché io fossi accompagnato c/o la struttura dell'Asl sita in c/da Serra Spiga di Cosenza, per usufruire di cicli di fisioterapia specifica; nella domanda dovevano essere specificati i giorni e le ore esatte del servizio.
La richiesta fu regolarmente presentata e accettata dall'assessore preposto.
Dopo pochissimi giorni il servizio non fu fatto secondo il programma stabilito per le seguenti motivazioni: rottura dell'automezzo, cause meteorologiche dovute a neve, servizio improvviso offerto ad altre persone. e tutto senza alcuna comunicazione, a tempo debito, per poter supplire alle impossibilità del Comune.
La persona preposta - professionalmente e umanamente irreprensibile - più volte non poté arrivare in orario stabilito in quanto non le era stato preventivamente firmato l'ordine di servizio, oppure a causa del mezzo di trasporto privo di carburante.
Un altro motivo - per me ancora incredibile - fu il gesto dell'assessore al bilancio, che pur presente una mattina al Comune, si rifiutò di firmare l'ordine di servizio, indispensabile per uso dello stesso. Non riesco a capire la perplessità dell'assessore, visto che tutta la Giunta Comunale promuove il suddetto servizio: altrimenti perché farlo pubblicare?
Nella mia umiliazione mi chiedo: - Perché il Sindaco sospese il servizio, senza avvisarne l'assessore preposto che alle mie lamentele è rimasto stupefatto di quanto accaduto, soltanto per il mio caso? Come mai non ho ricevuto la minima comunicazione né scritta né verbale?
La sospensione del servizio da parte del Comune - da me personalmente continuato con mezzi occasionali - mi ha causato danni psicologici rilevanti riscontrati dall'equipe dei terapisti fin dal primo incontro avvenuto dopo la negatività del servizio pubblico.
Nel 2005 dopo la costituzione della Carta dei Diritti in ambito Europeo - chiede come possano verificarsi episodi così mortificanti per la dignità di un padre, che lotta quotidianamente nello stile dei valori che fanno della sofferenza fisica un mezzo per testimoniare la sublimità e la grandezza dello spirito umano.
Con espressa istanza, quindi, di provvedere al ripristino del servizio di cui devo fruire, poiché, in caso contrario siffatta discriminazione verrà perseguita a norma di legge.
Il sottoscritto chiede l'autorevole intervento di Sua Eccellenza, con il Sindaco di San Vincenzo la Costa, affinché, risolva il più presto possibile questo problema, per me e la mia famiglia, diventato gravoso.
Con osservanza.
P.A.C.

Non una rondine in cielo per questa primavera !

Inizia per Cosenza una nuova primavera
con l'arrivo delle statue in quel di piazza Fera
Cosenza città europea?E' ormai cosa antiquata
oggi siam città d'arte ! ...o è tutta na "stronzata"?
Con questa novità davvero eccezionale
la città dei Bruzi diventa...mondiale

Un museo all'aperto è davvero grande evento
...tra marmitte rumorose, clacson e inquinamento
Si preparino i cosentini all'arrivo di turisti
che saran numerosi come non si è mai visti
ci son tante prenotazioni e nei prossimi mesi
giungeran "paulitani, rositani e rendesi"

Ma chi dobbiamo ringraziare per la grande operazione
se non Carlo Bilotti ed Evelina Catizone?
Disse il mecenate alla bionda ragazza
<<se io ti do le statue mi intitoli quella piazza?>>
<<Io quei monumenti li sogno tutte le notti
cosìcchè piazza Fera diventerà piazza Bilotti>>

Non è quindi un regalo alla nostra città
ma solo un baratto per ... l'immortalità!
Per alcuni ora siamo "Cosenza la dotta"
per tanti altri invece "Cosenza mignotta"
Non c'è rondine in cielo ad annunciar la primavera
per chi ha cancellato per sempre PIAZZA FERA

delmo

Il podestà e il burani procaccino

In un lancio d'agenzia il senatore Gentile così si esprime: "Ho fiducia nell'onorevole Burani Procaccino - conclude Gentile - che da straordinario presidente della commissione infanzia ed adolescenza sta svolgendo un ruolo di mediazione con la societa' civile: sono certo che sapra' guidarci alla definizione di un testo ancora migliore''. Secondo il senatore Gentile, inoltre, nella Legge dell'Affidamento Condiviso bisognerebbe inserire Perdita Podesta' per Gravi Reati.
L'onorevole Gentile non sa che ormai da tempo la potestà genitoriale viene chiamata responsabilità? Del podestà procaccini o procaccino invece non si sente alcuna nostalgia, sarebbe bene cancellarlo e farne a meno.

Paola Pedrotti - Bolzano

Lettera aperta a Carlo F. Bilotti

Gentile Sig. Bilotti,
sono un emigrante cosentino del terzo millennio. Ho un'istruzione universitaria e possibilità di lavoro in Calabria. Tuttavia, ho scelto di andare all'estero per migliorare le mie competenze. Spero così di tornare presto in Calabria e aiutare la mia regione a "crescere" trasmettendo le mie conoscenze ad altre persone.
Amo la mia regione e la mia terra e per lei sono pronto a questi quotidiani (piccoli) sacrifici. Ho seguito da lontano la vicenda delle sue magnifiche "donazioni" alla città di Cosenza. Non mi pareva vero che qualcuno amasse così tanto la propria terra da diventarne Mecenate...
Una caustica poesia di Marziale definiva ironicamente un suo personale mecenate come capace di "un grande atto d'amore". Mi piace, romanticamente, pensare che il mecenatismo possa invece essere realmente così. Amare la propria terra, donare una parte della propria vita per migliorarla. I valori che i miei nonni mi hanno insegnato forse esistono ancora...
Scopro invece che nel terzo millennio gli emigrati "di ritorno" arrivano per "donare" in cambio di qualcosa...qualcosa che forse non conoscono più: la Storia.
Un atto d'amore è per definizione GRATUITO...mai un ricatto. Mai un figlio aiuterebbe un genitore solo dietro compenso...il genitore forse non leggerà il nome del figlio su alcuna targa in nessuna piazza, ma ne serberà sempre nel cuore l'ammirazione e l'orgoglio!
Non vedo l'ora di poter ammirare le opere di Consagra, è vero. E le ammirerò in PIAZZA FERA. Perchè per noi cosentini quella rimarrà sempre e solo il luogo che ci cullava quand'eravamo ragazzini.
E poi penserò a lei...e penserò che se lo avesse fatto davvero di cuore sarebbe diventato la persona più amata e stimata della città. La città aveva bisogno di un gesto d'onore, di un esempio vero per i vari profittatori di turno ed i loro viscidi tentacoli.

Un atto d'amore non si dimentica...non servono scritte su un muro per ricordarlo...tutti si sarebbero ricordati di lei, benedicendola.
Ma mi dispiace, ha perso una grande occasione di dimostrare quanto amore davvero abbia per questa città.
sinceramente,

Angelo

Toponimi: Lettera aperta al Sindaco

Egregio signor Sindaco,
le scrivo su sollecitazione di molti cittadini che mi chiedono le ragioni per le quali a Cosenza vengono repentinamente cambiati i nomi a Piazze e strade senza consultare quantomeno i consiglieri comunali,se non i residenti.
Piazza Fera viene cambiata in Piazza Bilotti,Corso d'Italia in Corso Luigi Fera,Viale Trieste in Via non ricordo cosa,e così di seguito.
Ritengo doveroso ricordarle che qualche mese fa il Prefetto le ha inviato una lettera nella quale le consigliava di non creare ai cittadini disagi e disservizi attraverso cambiamenti dei nomi strorici di strade e piazze,che,secondo una legge in vigore,possono essere cambiati solo previo parere del Ministrero degli Interni e della Soprintendenza ai Beni culturali.
Il Sindaco di una Città capoluogo non può infischiarsene delle leggi e degli interessi dei cittadini,sacrificandoli ad una sorta di baratto seppure per ottenere importanti monumenti.
Siamo stati d'accordo nella operazione di ubicazione delle statue,anche se sarebbe stato più opportuno adeguare i luoghi predisponendone il miglioramento,prima della installazione dei monumenti.
Quello che però è insopportabile è il cambio di denominazione di luoghi che rientrano nella memoria storica dei cosentini.
Piazza Fera continuerà a chiamarsi così nonostante sia stato cambiato il nome forzatamente.
Per il resto vedremo chi ha ragione e chi ha torto in questa amara vicenda.
Sarà il TAR della Calabria a stabilirlo con una sentenza!

Fabrizio Falvo Consigliere Comunale di Cosenza

Il Consigliere Provinciale Barile e Paolo Di Canio

Egregio Direttore,
leggo con molto sgomento ed anche scandalo,la nota con la quale l'Assessore Provinciale Barile si schiera con Paolo di Canio per la multa avuta in seguito al gestaccio ed al saluto romano,vicenda nota a tutti.
E' scandaloso quanto l'Assessore dichiara che ormai non c'è libertà d'espressione e che poi ai no-global si concede tutto.
Non voglio scendere sul discorso politico altrimenti dovrei dire cose che probabilmente sarebbero censurate sul comportamento della CDL in Italia e nelle varie regioni.
Ormai il calcio e' uno sport che dovrebbe essere abolito,anche perche' ci sono troppe persone che si dichiarano tifosi ed osannano in continuazione i vari Paolo di Canio che ci sono sulle scene calcistiche. senza queste persone, tutti i calciatori "griffati", finirebbero per chiedere l'elemosina.
Comunque,l'ultima cosa,ancora piu' scandalosa e' quella con la quale l'assessore si dichiara disposto a pagare o a contribuire al pagamento della multa di Paolo di Canio. evidentemente l'assessore e' un benestante per pagare le multe di chi in un anno guadagna forse e piu' di quanto incassano tutti i lavoratori della regione calabria. si guardi indietro l'assessore e se proprio vuole tirare di tasca dei soldi aiuti tanti poveri e tanti bisognosi,oltre che animali abbandonati nei gattili e nei canili,bisognosi di cure e di cibo.
Nel ringraziarLa Le porgo distinti saluti

Lettera firmata

Inefficienze per la raccolta differenziata nel centro storico

Neanche pochi metri da dove è stata presentata la Mostra della Collezione Bilotti si è levata una educata protesta nei confronti del problema rifiuti che attanaglia il centro storico. Non si sa per quale motivo, la raccolta differenziata non ha i relativi bidoni raccoglitori distribuiti adeguatamente nel centro storico. Di questo se ne lamenta una nostra lettrice che ci scrive: “Da anni cerco di fare la raccolta differenziata, ma da quando abito al centro storico di Cosenza, precisamente nel rione "Massa" Sant’Agostino, sono costretta a cercare nei posti più lontani i rispettivi bidoni per i rifiuti. Mi rivolgo al vostro giornale direttamente per risolvere questo problema che osservo di grande segno di civiltà. Pure pagando puntualmente le dovute tasse (salatissime e assurde comparandosi alle città del nord che spendono molto meno e hanno la raccolta dei rifiuti efficace) per la spazzatura mi vedo costretta a spostarmi lontano per trovare i valorosi bidoni per la raccolta. Cosa devo fare come cittadina per avere questo servizio? Vi assicuro che lo spazio per la disposizione di bidoni sono idonei, sarebbe un beneficio per tutta la comunità, poiché siamo serviti di farmacia, negozi commerciali e scuole, ma con semplici bidoni di raccolta mista.”. La parola, ora, all'Amministrazione comunale.

Lettera firmata

Fonti energetiche alternative: Occorre una svolta

Caro Direttore,
seguo da tempo, sulla stampa, l’interessante quanto vivace dibattito, sui pro e i contro l‘utilizzo delle fonti energetiche alternative da preferire rispetto a quelle tradizionali. Faccio riferimento, in particolare, al possibile sviluppo delle centrali eoliche, fotovoltaiche ed idroelettriche – è stata eslcusa dalla discussione la straordinaria potenzialità delle biomasse - che seppur trovando puntuale riscontro nella predisposizione oro-geografica e idro-territoriale dell’Italia, da più parti sono considerate non compatibili con l’estetica del paesaggio e con la tutela dell’ambiente.
In proposito, intendo fare specifico riferimento alla nostra regione, che presenta un’invidiabile, perché costituisce un’eccezione, configurazione geografica nel bacino del Mediterraneo, essendo titolare di circa 800 km di coste, racchiuse tra due mari; d’ampie zone collinari e montane; di un Gran Bosco tra i più importanti d’Europa, con i suoi circa 600 mila ettari di vegetazione superiore e ben tre Parchi nazionali (Aspromonte, Sila e Pollino); di una cospicua rete di bacini idrografici e di laghi artificiali, etc.
Nonostante tutto questo gran patrimonio di risorse naturali, la Calabria presenta rilevanti gag di sviluppo proprio in settori strategici dell’economia regionale, nel caso specifico si registra la mancanza di una moderna politica energetica.
Sono a conoscenza che i relativi impianti di centrali eoliche, fotovoltaiche, idroelettriche e quelli per le biomasse sono realizzati secondo un protocollo ed una tecnologia avanzatissime che tengono conto, prima di tutto, del VIA
( Valutazione Impatto Ambientale).
Inoltre, tutta la programmazione degli interventi risponde, rigorosamente, alla programmazione di uno sviluppo sostenibile. Ecco perché non sono d’accordo con quanti, sbrigativamente, si pongono su posizioni ostili alla diffusione di queste nuove fonti energetiche, favorendo la stagnazione di un processo che è bene che vada avanti, nell’interesse dell’economia e delle popolazioni.
In conclusione. Ben vengano queste innovazioni nel Mezzogiorno ed in Calabria, poichè altre storiche iniziative-panacea (si pensi alla puntuale chimera dell’ industrializzazione ) o non attecchiscono o, una volta realizzate, dopo qualche anno, puntualmente, se ne registra lo smantellamento.
Il trincerarsi, spesso, su posizioni precostituite di un ambientalismo estremo – ne sono convinto da ambientalista – il più delle volte non agevolano la soluzione degli annosi problemi, soprattutto delle aree in difetto di sviluppo del nostro paese, che in Calabria sono, ancora, tantissimi.
Grato dell’attenzione e molti cordiali saluti.
10 Marzo 2005

Enzo Pianelli

Cosenza città europea ?

Me ne andavo un mattino a lavorare
quando ho sentito un tizio bestemmiare
bestemmiava con tanta foga e dalla cadenza
ho capito ch'era uno di Cosenza

Avia scassciatu a machina , u cristianu
dintra a na buca vicinu a Portachjianu,
c'era finitu ccuri roti davanti
e moni jiestimava ...tutti i santi.

Un prete che si trovava da li a passare
gli disse :<<vi volete confessare?>>
<<padre mi autoconfesserò questa sera
che vado a letto e dico una preghiera>>

-Da quando sullo scranno più elevato
ha posto il suo sedere l'Evelina
in questa città dal nobile passato
pure le strade vanno alla rovina

ohi quante buche, Madonna quante fosse,
ce ne sono a volontà ... piccole e grosse
Da viale del Re al viale MANCINI
ce ne son certe ca... paranu piscini

Ci sono buche che sembrano crateri,
in una ci son finito oggi e in un'altra ieri,
non si preoccupa nessuno "di 'ntippà"
ohi cumu è cumminata mali sa città!

Con questa amministrazione comunale
le cose vanno sempre e ancor più male
e io gli dico in faccia chiaro e tondo
Città europea o da ...terzo mondo ?-

fiamma tricolore –Cosenza

Lettera aperta a Monsignor Salvatore Nunnari.

Monsignor Nunnari,
al Suo arrivo nella nostra città ha trovato ad accoglierLa una grande folla.Tanti fedeli e tante personalità. Volutamente cito per prima i fedeli e ancor più volutamente li differenzio dalle autorità. I fedeli erano lì ad attenderLa perchè avevano il desiderio sincero di vederLa , conoscerLA e darLe il benvenuto nella città dei Bruzi e nella Sua nuova Diocesi. Tante autorità erano invece lì perchè... dovevano esserci. In tutti i casi , comunque, si è trattato di una bella accoglienza.Da quel giorno Lei con la Sua semplicità , ha già "catturato" le simpatie dei cosentini . Da subito è intervenuto in dibattiti pubblici su questioni delicate quali la violenza e l'usura. Temi sicuramente importanti da cui la Chiesa non può esimersi di intervenire per fare sentire la Sua autorevole voce. Anche Monsignor Agostino ,nel corso del suo mandato è spesso intervenuto in dibattiti su argomenti scottanti ma mai ,nonostante i nostri ripetuti inviti , ha inteso dire una parola su un'altra questione che noi riteniamo delicata :le aperture domenicali delle attività commerciali a Cosenza . Da più tempo la Fiamma tricolore ha intrapreso una "crociata" contro gli ipermercati e contro le aperture dei negozi nei giorni festivi, auspicando un ritorno all'antica nel senso che vorremmo che le domeniche ritornassero a diventare giorni festivi e di riposo,da dedicare a Dio ed alla famiglia. Purtroppo , oggi , dall'arrivo degli Ipermercati nella nostra Provincia tutto questo non è più possibile. Il consumismo sfrenato genera sfruttatori e dove ci sono sfruttatori è chiaro che si generano sfruttati .Tante famiglie non si trovano riunite nemmeno nei giorni di festa .I genitori che lavorano in questi category Killer , ed hanno figli che vanno a scuola,non riescono a trascorrere assieme a loro neanche la domenica . A loro , in cambio del misero stipendio , viene negata questa gioia.E le famiglie si sfaldano !
Don Nunnari, non pretendiamo che Lei risolva questo delicato problema, non è compito Suo !
Ma sarebbe per noi cosa gradita sapere il Suo pensiero su ciò. Padre Agostino (non ne abbiamo mai capito il motivo) non è mai intervenuto su questo argomento anche se più volte da noi sollecitato a farlo!
Lei , monsignor Nunnari , cosa ne pensa delle aperture domenicali dei negozi e degli Ipermercati?
Grazie per la risposta !

Francesco Di Donato

"Che disastro le strade di Cosenza

Cosenza città europea? Le aspirazione non sempre corrispondono a realtà, anzi, per dirla tutta, talvolta la realtà tradisce la fantasia.
La strada è lunga, tortuosa e soprattutto “piena di buche”. Certo ai più sembrerà che stia usurpando un argomento già abusato in questi giorni. Eppure è inevitabile come le voragini che mi vedo costretta a dribblare ogni mattina quando percorro le strade cittadine. Non c’è via che non abbia qualche falla e, di volta in volta ci si trova di fronte un triplice problema: salvaguardare in qualche modo il proprio veicolo, la propria incolumità ed evitare di scontrarsi con altri automobilisti. Se poi piove, e i crateri diventano pozzanghere, capita pure di fare la doccia ai pedoni. Una sorta di “benedizione” che viene subito ricambiata!
Ora se non si provvede a ripristinare il manto stradale per i cittadini, lo si faccia almeno per quei nomi illustri a cui le strade sono dedicate e intitolate (oggi per esempio si è voluto rendere omaggio a Paul Harris, fondatore del Rotary International). Il rispetto dei luoghi dovrebbero essere indice anche del rispetto per la memoria…. Su viale parco Giacomo Mancini è da tempo che si sono formati diversi stagni e piccoli fiumi a regime torrentizio. Non si starà esagerando a dare mano libera alla natura?
Ma forse in questo periodo si è troppo impegnati ad ultimare l’isola pedonale su corso Mazzini. Speriamo soltanto che quando l’opera sarà terminata i pedoni non saranno costretti a raggiungere l’isola sulle gondole!
Cosenza 23 febbraio 2005

Lettera Firmata

I figli di Totò Riina...

Episodio gravissimo quello che ci è accaduto questa mattina in Tribunale, all'ingresso nell'aula della Corte d'Appello, dove si svolgeva il processo “No Global”. Siamo stati richiamati e invitati, da un agente di pubblica sicurezza a rilasciare un documento d'identità, per la schedatura che siamo costretti a subire ogni volta che c'è l'udienza. All'atto della copiatura dei documenti, nel corridoio del Tribunale, siamo stati seguiti da un agente di polizia, che farfugliava qualcosa nei nostri confronti. Quel qualcosa rispondeva a: “Chi vi credete di essere? I figli di Totò Riina?”. Ripresi i documenti per rientrare in aula, senza rispondere alla provocazione, siamo stati aggrediti fisicamente dall'agente per ben due volte. Il tutto si è svolto davanti allo sproporzionato numero di poliziotti, carabinieri e digos presenti. Non sembrava vero, sembrava l'episodio di un film. Eppure nessuno di loro ha visto niente! Oltre al cospicuo numero di forze dell'ordine, c'erano anche dei “civili” (in tutti i sensi), che avendo assistito all'abuso, sia fisico che verbale, sono intervenuti per chiedere il motivo di tale irruenza. La “lista dei civili”, per fortuna, era composta anche dagli avvocati del collegio difensivo dei tredici imputati, che sono intervenuti per tutelarci suggerendo anche le vie legali.A freddo, pensiamo di poter dire di essere stati coinvolti da quel clima provocatorio ed intimidatorio, che comunque era già palpabile nelle precedenti udienze e che avevamo osservato con stupore. A questo punto alcune considerazioni sono quantomeno d'obbligo.Ci sembra veramente eccessivo, nei numeri e nell'arroganza, la presenza di forze dell'ordine, il cui numero non si registra nemmeno nei processi di mafia e corruzione. Tanto che, in uno dei più grossi svoltisi a Cosenza, e per giunta in un'aula bunker, è stata persino possibile la fuga di un imputato già agli arresti. Sarebbe quindi più opportuno che tali dispiegamenti vengano utilizzati in situazioni ben più “impegnative” di un processo i cui gli imputati sono rei di dare voce a quanti nella nostra società vivono ai margini e senza una prospettiva di vita migliore. A questo punto ci pare che l'azione di questa mattina, metta in luce il tentativo sistematico e subdolo di criminalizzare la gente, non solo per reati inesistenti, seguiti da motivazioni accusatorie che fanno sorridere anche la magistratura, ma anche per la semplice solidarietà che viene portata a persone, con cui condividiamo le stesse speranze di una società basata sulle fondamenta dell'uguaglianza, della democrazia e della pace fra i popoli.
Cosenza 23 febbraio 2005

Christian Tucci e Francesco Noto

Per una Città più Ordinata

Caro Direttore,
Le scrivo perché, da più tempo, ho maturato la convinzione che la nostra Città stia ripiombando nel caos. Mi limito, solamente, ad evidenziare il disordine che caratterizza il traffico urbano, la cui mobilità, spesso, è messa a dura prova dai soliti comportamenti egoistici degli utenti della strada che, con l’utilitaria, quasi, quasi, vorrebbero accedere nel salone del barbiere, nel supermercato, nel negozio d’abbigliamento… Non parlo delle doppie e delle terze file per l’auto in sosta e per quelle che sono lasciate in barba al seppur minimo rispetto del Codice della circolazione.
Il continuo rimaneggiamento della geografia del traffico urbano, poi, riferito agli accessi ed ai divieti delle arterie urbane, che cambiano continuamente, unitamente ai lavori interminabili ( cantieri aperti da sempre), su bretelle importanti di raccordo con le aree periurbane ( vedi il Lungo Crati), non fanno altro che rendere più difficile la vita a quanti devono giornalmente confrontarsi, per necessità ed altro, con la città capoluogo.
A me appare sempre più un’altra dimensione urbana, la Città cui molto ha cercato di realizzare, negli anni recenti, il compianto Sindaco Giacomo Mancini, anche in termini di vivibilità ed opere di civiltà.
Sembra che sulla città non ci sia più un occhio vigile, un’attenzione diuturna sulle problematiche d’ordinaria gestione. Chi interviene, ad esempio, sul caotico e diffuso ambulantato d’ogni sorta, condotto senza alcun criterio igienico-sanitario ? Dove stanno le autorità locali ? Chi vigila per assicurare tutela e garanzia per i consumatori che, pare, hanno tanta smania di rifornirsi sui marciapiedi ?
Ma la nota dolente che intendo segnalarLe più di tutte, caro Direttore, è la progressiva precarietà e pericolosità di molte sedi stradali di Cosenza.
Non è azzardato definire la città di Telesio, come la “ città – gruviera”. Una sorta di rete stradale-colabrodo, sempre più insidiosa, dove, giornalmente, poveri cristi d’automobilisti rovinano le proprie autovetture e molti indifesi pedoni ricevono addosso schizzi maleodoranti d’acqua sporca. Non c’è posto salvo, ormai, e le buche minacciose sono sempre più profonde, soprattutto nelle zone dove il traffico è più sostenuto.
Ma è possibile che non si può intervenire su quest’indecenza?
Non percorrono la città gli Amministratori di Palazzo dei Bruzi e le altre autorità presenti in Città ? Non è che, com’è consolidata tradizione, l’operazione della riparazione delle buche viene riservata, con l’intento di voler apparire efficienti, nell’imminenza delle prossime elezioni amministrative regionali ?
Come cittadino, come utente e come operatore dell’informazione non posso che essere indignato e fortemente deluso per l’acuirsi della peggiore indifferenza su una Città che, per altri Settori d’attività, ha raggiunto importanti standard europei di civiltà e modernità !
Grato dell’attenzione, invio molti cordiali saluti.

Lettera firmata

 

Troppe buche a Cosenza

Egregio direttore,
pare proprio che l'amministrazione comunale di Cosenza sia molto interessata all'apparire come città d'arte e di cultura: una pretesa alquanto legittima, se non fosse che, oltre a questo, anzi, prima di questo, andrebbero curati anche aspetti legati a situazioni di minore valenza artistica e culturale, ma non per questo meno importanti e urgenti. Mi riferisco allo stato pietoso in cui versano alcune strade della città (per esempio la zona di Bosco De Nicola), del tutto prive di un assetto asfaltato omogeneo e sempre più ospitali verso buche piccole e grandi.
Occorre attendere l'ennesimo incidente, o, peggio, la prossima disgrazia?

Lettera firmata

Disagi causati dalla neve, le responsabilità sono dell'Anas

Egregio Direttore,
innanzitutto apro questa mia con una semplice risposta al lettore che si rammaricava che la coincidenza per Cosenza non ha atteso l'Eurostar,nonostante che i viaggiatori diretti Cosenza avessero avuto assicurazione dal Capo che la detta coincidenza avrebbe aspettato.
Evidentemente,il lettore non è al corrente,che da quanto le FS sono state divisionalizzate,la regolamentazione della circolazione è di esclusiva competenza di RFI e non di Trenitalia ed io che sono il responsabile provinciale di un'associazione di utenti nelle Marche è dovuto battagliare parecchio per ottenere che nella Stazione di Falconara Marittima alcuni interregionali o regionali diretti verso Pesaro-Bologna attendessero l'arrivo dell'Eurostar o degli interregionali provenienti da Roma se questi viaggiavano con pochi minuti di ritardo.Questo,perchè molto spesso,si verificava ADDIRITTURA che mentre l'Eurostar entrava in Stazione o mentre i viaggiatori ne stavano scendendo, l'altro treno partiva.Quindi le lamentele vanno fatte e vibratamente ai Responsabili della Stazione di Paola di RFI.
L'altra cosa riguarda il maltempo di questi giorni e gli automobilisti e camionisti rimasti bloccati per tre giorni sull'A3.
Qui devo dire che noi meridionali abbiamo il culto dell'improvvisazione,sopratutto dalla Campania in giù.Perchè non è assolutamente possibile che con queste condizioni atmosferiche ci si metta in viaggio senza catene e senza gomme da neve.A parte il fatto che sono giorni che si dovrebbe stare solo in casa SE NON VI SONO EMERGENZE IN ASSOLUTO.Il riferimento va anche ai viaggiatori che in pullman erano diretti Roma.Dico io,per queste persone erano necessario avventurarsi? Non potevano aspettare il miglioramento del tempo o anzichè il bus usare il treno senz'altro più sicuro?Anche se per le linee ferroviarie vi sono stati ugualmente disagi,ma i treni hanno circolato.
Per finire in questo caso ritengo che la responsabilità dei mancati soccorsi SIA DA ATTRIBUIRE SOLAMENTE ALL'ANAS e bene è stato fatto a chiedere le dimissioni del Responsabile ANAS nazionale,MA SOPRATUTTO DI QUELLO PER LA BASILICATA E CALABRIA.
Qui mi fermo è la ringrazio ancora una volta per l'ospitalità che vorrà concedermi.

A.B. Ancona

Continuano i disservizi per i viaggiatori FS alla stazione di Paola

Egregio Direttore,
desidero far presente un episodio accaduto mercoledì sera, che è testimone ancora una volta della situazione di assoluta illogicità che regna in Trenitalia, per la gestione del tratto Paola-Cosenza. Il treno Eurostar 9377 di mercoledì 26/1/2005 è partito da Roma con 30 minuti di ritardo (18.15 anziché 17.45), e lungo il tragitto il ritardo accumulato è cresciuto, fino a toccare la punta di un'ora: fin qui, nulla di strano, perché, si sa, sono cose che possono capitare, per una serie di ragioni, tra cui il maltempo, non imputabili a Trenitalia. Per chi, come me, doveva arrivare a Cosenza, c'era l'incognita sulla coincidenza da prendere a Paola, che sarebbe dovuta partire alle 23, quindi fuori tempo utile per il nostro arrivo (l'Eurostar doveva arrivare alle 22.09, per cui, con il ritardo di un'ora, sarebbe arrivato alle 23.09). Poco dopo Belvedere, però, veniamo avvertiti dall'altoparlante in treno che la coincidenza per Cosenza avrebbe atteso il nostro arrivo e sarebbe partita non appena il treno fosse arrivato a Paola: tutti i cosentini presenti, allora, compreso il sottoscritto, hanno avvertito i propri familiari pregandoli di non muoversi da casa, anche a causa del maltempo e della tempesta di neve che impazzava sulla Crocetta. Alle 23.10, l'Eurostar è giunto alla stazione di Paola. Ma qui, ecco la beffa, l'ennesima per chi viaggia abitualmente su queste tratte: il treno per Cosenza, che avrebbe dovuto aspettarci, in realtà era già partito, non alle 23, ma alle 23.05, e molto probabilmente vuoto. A noi, non restava che attendere la corsa successiva, a mezzanotte, quindi quasi un'ora dopo. Qualche protesta e molti mugugni, anche a fronte dell'assoluta assenza di interlocutori locali di Trenitalia: quelli che erano scesi dal nostro treno erano più allibiti di noi viaggiatori, poiché chi aveva dato l'avviso sull'Eurostar sosteneva di aver avuto conferma da Paola che il treno per Cosenza avrebbe atteso i viaggiatori dell'Eurostar. Ad ogni modo, la situazione non è degenerata, sicuramente per l'educazione dei presenti e per l'ennesima (conseguente ma utile?) tolleranza verso quello che è un assoluto disservizio. A questo punto, credo sia lecita la domanda: "Ma la logica abita ancora nella Stazione di Paola?". Mi pare infatti assurdo far partire un treno vuoto invece di aspettare un minuto in più per evitare che un centinaio di viaggiatori, già reduci da un ritardo di un'ora, debbano attendere ancora, con le condizioni atmosferiche di mercoledì sera (vento, pioggia e grandine, e temperatura poco sopra lo zero) un treno-navetta che li porti a destinazione: e non nel paesello sperduto, ma nella città capoluogo. I politici che intendono chiedere un consenso ai cosentini per le prossime elezioni regionali riflettano seriamente anche su questa assurda situazione.

F.C.

Rassegnamoci, il calcio a Cosenza è morto.

Egregio Direttore,
leggo l'articolo,senza firma o meglio "lettera firmata" che parla del Cosenza FC ed in generale del calcio a Cosenza suppongo del 22.01.2005.
Chi scrive è un cosentino lontano da moltissimi anni dalla città di origine e rimasto legato solo alla squadra di calcio.Ma purtroppo anche questa E' STATA DISTRUTTA. BISOGNA RINGRAZIARE IL SIGNOR PAGLIUSO - ED ANCHE CARRARO - DELLA FINE DEL CALCIO A COSENZA.
Il vecchio Cosenza 1914 NON HA TROVATO NESSUNO DISPOSTO AD ACQUISTARLO PER POI RILANCIARLO NEL CALCIO CHE CONTA.Ormai il calcio a Cosenza E' MORTO E SOLO UN MIRACOLO POTREBBE FARLO RITORNARE IN VITA.MA,purtroppo,i miracoli non sono così frequenti.A COSENZA CI VORREBBE UN GAUCCI,ma il Luciano PENSA SOLO AL NAPOLI. Ma se ci fosse qualcuno che gli farebbe l'offerta chissà!!
Certamente neanche Padre Fedele,come Presidente,SI E' DIMOSTRATO ALL'ALTEZZA DI RISOLLEVARE LE SORTI DEL 1914. Io NON SONO NESSUNO,SONO UN SEMPLICE PENSIONATO CHE COMUNQUE AVEVO LANCIATO AL SIGNOR PAGLIUSO LA PROPOSTA DI GUIDARE UN NUOVO COSENZA,MA NON HO AVUTO MAI RISPOSTA.Ho lottato anche da solo con la Magistratura inviando esposti contro Carraro e portandoli a conoscenza anche degli avvocati Lubrano,ma pure qui SILENZIO ASSOLUTO.
Allora viene proprio da pensare che il calcio a Cosenza in modo particolare E' SOLO UNA QUESTIONE D'INTERESSI PERSONALI.
Mi dispiace per i tifosi,ma è meglio che anche loro facciano come me mettendosi cuore e anima in pace,perchè anche se si dovesse trovare un grande e serio imprenditore,tipo Gaucci,ci vorranno molti anni per risalire la china.
Per chiudere dico a tutti i tifosi:RASSEGNIAMOCI:IL COSENZA ED IL CALCIO A COSENZA E' PURTROPPO MORTO.

Un tifoso dalle Marche

Fortitudo Cosenza S.r.l.: una luce in fondo al tunnel?

Sembra essere passato un secolo dall’estate del 2003 quando, a seguito della nascita del Cosenza FC, il tifo rossoblu si ricompattò e si schierò dietro quell’ormai famoso striscione: “MEGLIO LIBERI ALL’INFERNO CHE SCHIAVI IN PARADISO”. Tutto ciò, mentre in un angolo, dimenticato da quasi tutti, si consumava la tragedia del glorioso Cosenza Calcio, vittima degli intrighi del mondo pallonaro e di tanto altro.
Spirito di rinascita, voglia di riscatto e desiderio di affrancare la propria fede calcistica dall’odiato padre-padrone, fecero sì che i Cosentini riversassero tutto il loro amore sulla neonata squadra. Un entusiasmo immenso, pervase la città: il fuoco che ormai da anni covava sotto la cenere, si riaccese e tornò ad illuminare e riscaldare la Città dei Bruzi. Quanti sogni, quante speranze in quel periodo! Ben presto, però, tutte le aspettative andarono deluse: nessuna promessa di chiarezza, trasparenza e pulizia venne mantenuta.
Anzi! In questo anno e mezzo di vita in seno al Cosenza FC se ne sono viste di tutti i colori: via vai di giocatori, dirigenti, allenatori, direttori sportivi e chi più ne ha più ne metta. Intrallazzi politici, giochi di potere, incompetenza, interessi economici hanno frenato la crescita del Giovane Lupo ed hanno fatto perdere alla gente quell’entusiasmo che aveva riportato allo stadio 10.000 persone.
In un così breve lasso di tempo se ne sono combinate più in seno a questa società che in 90 anni di storia del Vecchio Lupo il quale, nel frattempo, è ritornato a vivere, anche se non si sa bene a che fine e con quali aspettative.
E così, come se non bastasse quello che era già successo, ci si è ritrovati con due squadre a militare nello stesso girone della serie D, e con pochissime persone che hanno ancora la forza e la voglia (forse, sarebbe meglio dire il coraggio) di parlare di calcio.
La gente, stanca di illusioni ed umiliazioni, disorientata dalla presenza di due compagini che portano lo stesso nome, gli stessi colori sociali, nella quasi totalità, ha deciso di farsi da parte. Del resto, come dar torto a chi ha deciso di starsene a casa? Da una parte e dall’altra si gioca a chi sbaglia di più; in entrambi i casi si vive alla giornata, commettendo errori ed orrori senza soluzione di continuità: di chiarezza e programmi? Nemmeno a parlarne.
Adesso, dopo un anno e mezzo di tira e molla, si è finalmente riusciti nell’intento di trasformare l’AS COSENZA FC in FORTITUDO COSENZA S.r.l.
Si è trattato di un parto lungo, travagliato, reso difficile dalle diatribe interne alla società stessa e, sicuramente, ostacolato in mille modi da chi aveva (e, magari, ha ancora) mire diverse ed obiettivi personali da raggiungere. Perchè, diciamolo chiaramente, non tutto quello che è accaduto (e che ci si augura non accada più) all’interno dell’Effeccì è frutto dell’ingenua incompetenza dei dirigenti. Riesce, peraltro, difficile vedere degli affermati imprenditori nei panni degli scemi del villaggio che, abbagliati, almeno inizialmente, dalla prospettiva di costruire la fantomatica Cittadella dello Sport, hanno buttato via denaro a piene mani, circondandosi di cortigiani infidi e traditori, pronti ad abbindolarli e circuirli.
Sicuramente, l’inesperienza e l’improvvisazione sono stati pagati a carissimo prezzo, ma non bastano queste soltanto a giustificare tutto ciò che è accaduto.
Sotto c'è tanto altro, anche se è difficile, se non addirittura impossibile, discernere cosa sia realmente successo: ognuno ha la sua verità, i suoi colpevoli da additare.
Certo, è indubitabile che alla base di tutto ci sia il fatto che il Cosenza FC è un boccone appetibile ed appetito da molti che, pur di impossessarsene, magari a costo zero, non hanno lesinato colpi bassi ed intrallazzi, infischiandosene altamente di danneggiare l’immagine della città e di ferire i sentimenti di tante persone. A ciò si aggiungano gli innumerevoli “errori interni” ed il quadro prende forma o, meglio, la frittata è fatta.
Adesso, con la costituzione della S.r.l. e l’ingresso di “nuovi” soci, si intravede una luce in fondo al tunnel: che sia l’alba di un nuovo giorno o un fuoco fatuo ancora è presto per dirlo.
Comunque, i dirigenti vecchi e nuovi della Fortitudo Cosenza S.r.l. si mettano ben in testa una cosa: CCA’ NISCIUNO E’ FESSO! Se vogliono la fiducia, la stima e l’affetto del POPOLO ROSSOBLU dovranno guadagnarselo ponendosi ed attuando programmi seri. Non basta cambiare denominazione, bisogna che cambi da subito quel modo di agire confusionario che ha contraddistinto finora la breve esistenza di questa società. Se è arrivato veramente il momento della tanto auspicata svolta LO DIMOSTRINO CON I FATTI, iniziando col fare pulizia in casa propria, eliminando le mele marce e dimostrando a tutti che, stavolta, l’obiettivo è davvero quello di riportarci dove ci compete.
FORZA LUPI!

-Lettera firmata-

La nomina del ministro leghista Calderoli poco credibile ed impropria

Caro Direttore
Si sta esagerando e non poco con le prese di posizione e le assurde polemiche, spesso orientate contro i lavoratori idraulico-forestali di Calabria, una forza lavoro di ben 11 mila unità, il cui destino, com’è noto, è stato affidato dall’Esecutivo nazionale nelle mani di un ministro-commissario della Repubblica, il leghista Calderoli. Un autorevole esponente della Lega Nord chiamato a “ rimettere ordine nel settore Forestale “ ? E’ una scelta poco credibile, soprattutto perché “ impropria” perché “scippata” al titolare del MiPAF che è il Dicastero competente, retto dal ministro Gianni Alemanno, che in Calabria è presente e che ben conosce i complessi problemi di questa martoriata regione del Mezzogiorno d’Italia. Una realtà tra le più importanti d’Europa per copertura, qualità delle essenze forestali ed ampiezza del Gran Bosco d’Italia, con i suoi circa 600 mila ettari di estensione che sono un sicuro ombrello protettivo per una terra che vanta anche oltre 700 km di coste, una terra fortemente interessata all’insidioso processo della salinizzazione dei suoli e,quindi, della desertificazione.
Mi considero tra quelli che giudicano questi bistrattati lavoratoti di Calabria una vera ed autentica risorsa umana e professionale e non come spesso si sente dire “ un peso sociale “ , “ fonte di sprechi”, cui spesso si associano dichiarazioni del tipo: “ l’inutilità dei lavoratori forestali calabresi, tacciati semplicisticamente di parassitismo, etc,”.
Coloro i quali tutto questo affermano rinnegano un capitolo importante della storia socio-economica di una regione, antica terra degli Enotri e della Selva Brutia, che oggi, proprio grazie all’azione ed alla presenza costante dei forestali sul territorio, è meritatamente definita “ giardino d’Europa nel Mediterraneo”.
Anch’io sono fermamente convinto che queste “ sentinelle dei boschi” potrebbero fare molto di più per la cura del verde e dei bacini idrografici, ma è la classe dirigente politica, tutta, che andrebbe solennemente posta sotto un severo e ferreo giudizio della pubblica opinione. Interrogarli sul perché, in tempo utile, non sono stati approntati ed approvati adeguati piani- programmi di riordino forestale, sull’assenza di progetti avanzati per la valorizzazione del bosco ai fini d’incoraggiare il turismo ambientale ed il “ bosco-turismo”, sulle azioni rivolte alla difesa della biodiversità della foresta e sull’incentivazione dell’utilizzo delle masse legnose ai fini di produrre energia pulita.
Questi sono i veri nodi del non decollo della filiera del legno in Calabria e non “ il peso dei forestali” , una forza viva e coinvolgente, sempre pronta alla sfida per concorrere a realizzare una Calabria produttiva e non assistita.

Grato dell’attenzione e molti cordiali saluti.

- Enzo Pianelli –

Affidamento Condiviso per la salute dei Figli dei genitori separati

Spett.le Redazione,
dopo aver letto alcuni articoli apparsi pochi giorni fa su alcune riviste, riguardanti possibili dubbi sull'esigenza dell'approvazione e dell'applicazione della nuova proposta di Legge, più nota come P.d.L. 66, sull'Affido Condiviso dei figli nelle cause di separazione giudiziale e non, vorrei avere la possibilità di esporre la mia posizione, sia personale che come referente del Ge.Fi.S. - Genitori di Figli Sequestrati - Comitato Senza Scopo di Lucro, il quale da anni si batte per il rispetto dei Diritti di entrambi i Genitori nei casi di separazione e affido dei minori, la cui attività è visionabileall'indirizzo internet: http://xoomer.virgilio.it/geni_e_figli .
Innanzi tutto occorre precisare che, allo stato attuale, l'affidamento dei figli è concesso ad un solo genitore (in genere alla madre) nel 90% dei casi di separazione, nonostante le innumerevoli, e sempre crescenti, richieste dei padri ad avere almeno l'affidamento congiunto.
E' oltremodo vero che, allo stato attuale, l'Affidamento Congiunto è previsto dalla Legislazione italiana, ma di fatto esso non è quasi mai applicato, nonostante venga sempre più richiesto dai padri nelle cause di separazione.
Già questo fatto di per se stesso rappresenta una presa di posizione ingiusta nei confronti di uno dei due genitori, ma peggio ancora nei confronti dei figli, coinvolti loro malgrado nella separazione. Infatti non bisogna mai dimenticare che i figli sono di entrambi i genitori ed essi vogliono bene ad entrambi, senza distinguere chi paga regolarmente l'assegno di mantenimento o chi perde la casa.
La differenza nei loro confronti la fanno quei genitori che, attraverso le loro affermazioni, sminuiscono il genitore non affidatario soltanto perchè non paga regolarmente l'assegno di mantenimento o perchè è andato a vivere dalla loro nonna, dato che non ha nemmeno i soldi per permettersi un'altra casa in affitto, o perchè convive con un'altra donna che gli vuole magari più bene di quella che lo ha cacciato di casa.
QUESTE sono le affermazioni che convincono i figli a non voler più avere a che fare con i padri, e di questi casi ne abbiamo una notevole varietà, tutti documentati e dei quali potrete prenderne visione nel suddetto nostro sito internet.
Per ciò che riguarda la psicologia, che ultimamente sembra essere tanto in voga e che in effetti stà rovistando, a volte anche troppo pesantemente, nei rapporti familiari, è univoca nel precisare che i rapporti tra i figli ed entrambi i genitori devono essere paritari, soprattutto per il fatto che i figli, indipendentemente dal loro sesso, hanno bisogno di entrambe le figure genitoriali, dato che è dalla presenza costante di entrambe che formeranno il loro carattere.
E' scientificamente provato infatti che, seppure in tenera età, i figli apprendono da entrambe le figure genitoriali e si forgiano il loro carattere anche con la vicinanza del padre, il quale rappresenta per loro la sicurezza, così come la vicinanza della madre.
Allora perchè non si deve applicare l'affido Condiviso ?
Quanti sono oggi i padri che curano i propri figli facendogli il bagnetto, cambiandogli il pannolino, vestendoli, dando loro da mangiare e curando il loro ombelico appena nati o seguendoli durante i compiti scolastici e gli impegni sportivi?
Sono moltissimi.
Allora perchè, se le donne hanno raggiunto la parità dei diritti nell'ambiente lavorativo, politico, religioso e sociale, i padri non possono avere un pari trattamento nei casi di separazione ed affido dei minori?
Tanto più che la realtà della condizione femminile in Italia, come nel resto del mondo occidentale, è divenuta quella della donna/lavoratrice/madre, ovvero uguale a quella dell'uomo/lavoratore/padre.
Allora dove stà la differenza ?
Forse la differenza si trova nel fatto che oggi si vuole far pagare alla figura maschile i secoli di sottomissione da parte dell'altrosesso ?
Allora dove sono finite le lotte femministe per la parità dei Diritti tra Uomo e Donna?
Proprio per supportare ulteriormente quest'ultima considerazione vorremmo portare a conoscenza dei lettori e delle lettrici che una famosissima femminista americana Wendy Mc Elroy si è apertamente schierata a favore dei movimenti per la pari genitorialità al fianco degli innumerevoli movimenti maschili che stanno denunciando il non rispetto dei Diritti dell'Uomo, come si può agevolmente leggere nel nostro archivio dedicato alla Stampa Internazionale.
Come è successo in passato per le Donne, le quali hanno, giustamente, manifestato un loro disagio, nonostante tutti pensassero che andava tutto bene per quei tempi, se ora ci sono dei Padri che si lamentano attraverso continue manifestazioni, articoli di giornale, trasmissioni dedicate all'argomento "Disparità di trattamento nelle cause di separazione ed affido minori", qualche ingiustizia e disagio sociale ci sarà veramente !!
Perchè fare della filosofia spicciola, minimizzare, chiudere gli occhi e le orecchie ed aprirle soltanto quando si hanno fatti di sangue dove la madre uccide i figli con i sistemi più barbari, come metterli in lavatrice, strangolarli, affogarli, accoltellarli, buttarli dal terrazzo ed altri ben archiviati nella nostra raccolta di articoli di giornale dedicati all'argomento "Separazioni" e liberamente consultabile nel nostro sito internet.
E' anche giusto affermare che gli uomini in alcuni casi uccidono le donne a seguito delle separazioni ed affido dei minori, ma lo fanno perchè sono estasiati dalle lungaggini burocratiche delle cause di separazione e soprattutto dal fatto che tanto sono ben consapevoli che quando compariranno davanti al Giudice, quest'ultimo nel 90% dei casi deciderà a favore della madre e l'uomo/padre diverrà soltanto una macchina da soldi con, nella realtà dei fatti, più nessun diritto sull'educazione dei figli.
E diverrà per giunta un "Senza Casa".
Occorre infatti far notare che tutti gli "Uomini/Mostri", , che hanno messo in atto l'omicidio nei confronti della ex coniuge, e più raramente nei confronti dei figli, prima della separazione erano rispettabilissimi cittadini/lavoratori/amici/padri attaccati ai figli ed alla Famiglia.
Ovviamente ad esclusione di coloro che soffrivano già di conclamati problemi di salute mentale e per questo erano in "osservazione" da parte delle Istituzioni preposte.
Non è inasprendo ulteriormente le pene per i coinvolti che si eviteranno questi fatti di sangue, e neppure aumentando la presenza di Istituzioni che si intromettono all'interno dei nuclei familiari e delle scuole, che si otterranno migliori risultati.
I problemi, in questo caso, vanno affrontati alla base, ristabilendo cioè le parità dei Diritti tra i Genitori, anche se non più coniugi, per il bene dei loro figli e, di conseguenza, della futura società, indipendentemente dalle ideologie politiche di coloro che sono chiamati, per volontà del popolo sovrano, a legiferare.
L'affidamento Condiviso tende a ristabilire le funzioni genitoriali responsabilizzando entrambi i genitori, e soprattutto ridando le figure genitoriali ai figli onde evitare che, appena raggiunta l'età di 10-13 anni, gli stessi cadano nella depressione e nella sfiducia verso il prossimo, che l'affidamento monogenitoriale ha loro trasmesso.
Ricordiamoci sempre che aldilà delle belle parole, che spesso riempiono la bocca degli "addetti ai lavori" che le pronunciano, nonchè le affermazioni che, secondo alcuni, dovrebbero essere prese per oro colato, soltanto perchè chi le ha pronunciate, magari, ha una Funzione Pubblica di notevole potere, c'è il futuro dei Figli.
I Figli rappresentano il Futuro della nostra società italiana. Distruggendo la sicurezza della Famiglia e dei Figli verrà distrutto il futuro della società, e di questo già ne stiamo avendo le prove tangibili.
Con la speranza di aver potuto chiarire la posizione dei Genitori non affidatari italiani e, soprattutto, dei loro Figli porgo i miei più distinti saluti.
Fausto Paesani - cell. 3478473605 - Ge.Fi.S. - Genitori di Figli Sequestrati- Comitato Senza Scopo di Lucro
http://xoomer.virgilio.it/geni_e_figli

Perchè soltanto attraverso l'Informazione si combatte l'Ingiustizia!!

Confusione sull’affidamento condiviso

Gentile direttore,
nell'area "attività" del sito dell'on. diessina Beatrice Magnolfi,
link al sito leggiamo un comunicato, firmato dalla stessa assieme all'on. Marcella Lucidi, che vuole essere una sentenza contro il testo di legge 66 "dell'affidamento condiviso".
Le due motivano la suddetta opposizione partendo dalla seguente considerazione:
"Il testo modifica alcuni articoli del codice civile e del codice di procedura civile, prevedendo il modello del cosiddetto "affidamento condiviso" in sostituzione di tutte le altre soluzioni attualmente contemplate dall'ordinamento (affidamento monogenitoriale, alternato o congiunto)".
Niente di più inesatto.
Il progetto di legge 66 infatti non sostituisce le odierne forme di affido congiunto e alternato con alcunchè, ma aggiunge ad esse un nuovo modello di tipo bigenitoriale: il cosiddetto affido condiviso.
Inoltre l'affidamento monogenitoriale non viene escluso ma delimitato al caso che sia stata accertata l'inidoneità di un genitore con un provvedimento ai sensi degli articoli 330 e 333 del Codice Civile.
Ci si chiede che valore possa avere un documento che parte da considerazioni completamente inesatte?
Zero o .. zero?

Giuseppina C.

Turismo in Calabria?
No grazie, il pedaggio è troppo costoso

Spett.le Redazione,mi chiamo Fabrizio, vi scrivo anche a nome di amici per un piccolo sfogo. Noi non siamo Calabresi ma almeno due volte l'anno ci piace visitare la vostra bella regione per fare turismo in moto e questo è il quinto anno ormai. Normalmente non si viaggia da soli siamo sempre non meno di tre moto. La nostra domanda è: possibile che ogni volta che ci si muove sulla famigerata ss106 si debba subire agguati dagli autovelox perfettamente occultati? L'ultimo è stato dalla Polizia Municipale di Amendolara per fortuna solo a due di noi che viaggiavano alla "folle" velocità di 74 km/h. La sanzione? 144 euro e due punti in meno sulla patente (ovviamente a moto). Possibile che sia stata reinserita la tassa di transito per ogni comune che si attraversa? E quanto dobbiamo mettere in preventivo per venire due volte l'anno? Spiacenti ma a queste condizioni conviene andare all'estero, almeno anche se si spende uguale non si perdono i punti...
Grazie.
Lettera firmata

Smaltimento dei rifiuti e non aumento delle discariche

Caro Direttore,
trasmetto nota sulla questione rifiuti in Calabria redatta sulla base dei dati agli atti della Commissione bicamerale d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e dell'Ordinanza del marzo 2004 n.2873 del Commissario Delegato pe l'emergenza ambientale pubblicata dal BUR del 16.04.2004.
La stessa nota trae spunto dagli interrogativi al centro del convegno svoltosi di recente nel comune di Pianopoli dove la società ECOINERTI s.r.l. di Vercelli intende costruire una discarica di rifiuti speciali.
Mario Pileggi, geologo.

INTERVENTI PER LO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI E NON L'AUMENTO DELLE 696 DISCARICHE PER LA VALORIZZAZIONE DEL PREZIOSO PATRIMONIO DI RISORSE NATURALI E GEOAMBIENTALI DELLA CALABRIA

Il convegno e gli interrogativi sulla recente autorizzazione ad una società di Vercelli di aprire una discarica di 500 mila metri cubi nel centro della regione e nel contesto di un territorio ad alto pregio geoambientale nel comune di Pianopoli della provincia di Catanzaro, richiamano all'attenzione la questione più complessiva dei rifiuti in Calabria.
In tale contesto appare evidente come la realizzazione di una discarica di dimensioni paragonabili ad una collina artificiale, alta 50 metri ed estesa dalla base alla vetta dieci mila metri quadrati, di rifiuti speciali provenienti da fuori regione assuma una rilevanza non limitata nei confini comunali.
L'idea del contesto si ottiene tenendo conto sia della realtà geoambientale e della localizzazione delle preziosissime e specifiche risorse naturali disponibili nella regione, sia dei dati agli atti della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Dati come quelli contenuti nella Relazione approvata dalla stessa Commissione nella seduta del dicembre scorso, e dove, tra l'altro, si legge: "Nei 409 Comuni calabresi sono stati censiti ben 696 siti potenzialmente inquinati di rifiuti con volumi superiori ai 250 mc.. Le discariche dotate delle opere necessarie a prevenire l'inquinamento sono appena 39 (5,6%) e il 63% delle discariche è ubicato a meno di 150 metri dai corsi d'acqua. Dati allarmanti soprattutto per il grave inquinamento del suolo e delle acque sotterranee e del concreto pericolo, sotto l'aspetto sanitario, per le comunità interessate.
Si riscontrano nella regione un elevato numero di siti utilizzati per lo smaltimento dei rifiuti, spropositato rispetto alla popolazione residente - una discarica ogni 2974 abitanti - il che induce ad ipotizzare possibili coinvolgimenti, nel passato, di smaltimento di rifiuti pericolosi provenienti anche da altre regioni o dall'estero con l'inserimento della criminalità organizzata, sempre tempestiva nell'utilizzare tutte le opportunità per diversificare i propri illeciti interessi.
Le situazioni di degrado ambientale, riconducibili al disinteresse di molte delle amministrazioni locali, hanno favorito, certamente in passato, ma sussistono tuttora i rischi, le ecomafie e le attività di operatori senza scrupoli, che hanno inquinato terreni e canali con i residui delle proprie attività (settori agroalimentari, frantoi ed edilizia), come è stato ampiamente relazionato dal Corpo Regionale della Forestale e dalla Capitaneria di Porto di Gioia Tauro."
Nella citata relazione si legge anche che "il Commissario delegato ha approvato un piano di bonifiche per le discariche, prevedendo una classificazione dei 696 siti censiti per tipologia dei rifiuti smaltiti e per pericolosità. Delle 696 discariche del piano bonifiche, redatto dalla struttura commissariale, 58 risultano attive, 636 dismesse, 17 in costruzione."
In base al rischio sono stati classificati:37 siti a rischio marginale; 261 siti a rischio basso; 40 siti a rischio medio. I siti ad alto rischio sono aree con enormi volumi di rifiuti, costituiti da grosse discariche dismesse, per lo più a ridosso di corsi d'acqua ed a breve distanza dalle foci di fiumi e canali, con danno ambientale in atto ed elevato rischio per la salute delle popolazioni interessate. In particolare: 240 discariche sono utilizzate solo per R.S.U. (non viene esclusa però la presenza di rifiuti urbani pericolosi); 4 discariche sono costituite da rifiuti speciali pericolosi; 5 discariche sono costituite da rifiuti ingombranti; 4 discariche di inerti e materiale da demolizione. Il resto è rappresentato da discariche utilizzate per smaltire R.S.U., rifiuti ingombranti, materiale da demolizione. Due delle quattro discariche utilizzate per smaltire rifiuti speciali pericolosi sono abusive. L'amianto è molto diffuso sul territorio ed in forme non molto concentrate; i tempi per un adeguato intervento di bonifica saranno pertanto inevitabilmente lunghi e costosi.
La relazione sottolinea come non sono da trascurare i comportamenti incivili di molti abitanti che hanno disseminato sul territorio materiale di ogni tipo, soprattutto inerti ed amianto, derivanti da demolizioni e dall'attività di ristrutturazione edilizia. E che l'utilizzazione di aree non idonee alla localizzazione delle discariche, anche a ridosso di canali, torrenti o ai margini di alvei fluviali, in terreni senza recinzione ed impermeabilizzazione del sottofondo, privi di impianti di canalizzazione delle acque piovane e della raccolta del percolato, hanno provocato gravi ripercussioni sotto l'aspetto ambientale ed igienico-sanitario. Le discariche abusive si trovano soprattutto sul territorio pianeggiante, e cioè nella ristretta fascia delle pianure costiere e nelle vallate fluviali che separano le catene montuose principali.
Sempre nell'ambito dell'attività della commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti, il 20 novembre scorso, nell'audizione del commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Calabria, Giuseppe Chiaravalloti, e del responsabile unico del procedimento per l'emergenza rifiuti in Calabria, Giovan Battista Papello quest'ultimo ha dichiarato: ": " Con riferimento ai rifiuti speciali preciso che da noi non c'è una grandissima produzione di questo tipo di rifiuti e ci sono alcuni impianti di trattamento." Per uno di questi impianto abbiamo un problema, che stiamo affrontando con risorse regionali, nel comune di Locri, dove una vecchia fabbrica di trattamento di rifiuti speciali è fallita: siamo andati sul posto e abbiamo trovato di tutto; quindi c'è stata necessità di un intervento urgente di bonifica. Ci sono alcuni impianti per il trattamento di rifiuti speciali o discariche di categoria 2B o 2C; non c'è in Calabria una grandissima produzione. C'è stato qualche problema con alcune aziende, a volte sottoposte a misure da parte delle forze dell'ordine o delle procure, ma le notizie che abbiamo noi (che sono, però, di natura prettamente amministrativa, non avendo capacità di incidere dal punto di vista dell'indagine penale) sono abbastanza tranquillizzanti. "In generale, dai dati di cui disponiamo risulta che siamo importatori di rifiuti speciali che vengo trattati, più che produttori di rifiuti speciali che vengono esportati".
L'inesistenza di necessità e urgenza a realizzare discariche in particolare nei territori del settore centrale della regione, viene ribadito più volte nella citata relazione del luglio 2003 dove si afferma: "Le motivazioni che inducono a ritenere ormai conclusa e non più prorogabile l'esperienza del Commissariato straordinario e dei poteri delegati per la gestione del ciclo dei rifiuti in Calabria sono riconducibili alle seguenti considerazioni: .Il sistema Calabria centro è stato già ultimato ed è in funzione"
La mancanza di necessità ed urgenza di discariche appare più evidente se la situazione calabrese è inquadrata nel contesto nazionale. Infatti, il numero di discariche censite in Italia è di 6.286:se questo numero viene diviso per il numero delle regioni si ottiene circa 315, il numero di discariche che ogni regione avrebbe se il totale fosse ripartito in parti uguali. Ma la distribuzione delle discariche, come la distribuzione di tanti altri indicatori, è a svantaggio della Calabria dove di discariche ne sono state censite 696, più del doppio della teorica ed equa ripartizione.
Va precisato che non si può fare come la Regione Veneto che ha tentato di dotarsi di una legge per impedire di far entrare rifiuti da fuori della stessa regione.
Va tuttavia considerato che i dati sulla quantità e localizzazione delle discariche non sono separabili dai fenomeni d'inquinamento delle acque ed in particolare di quelle marine. In proposito va evidenziato il rilevante aumento dei divieti di balneazione che, rispetto all'inizio di maggio, si è registrato alla fine della stagione balneare 2004. Va tenuta presente lanche a fonte degli stessi, e questo anche in considerazione del fatto che c'è sempre qualche amministratore comunale o regionale distratto che, dopo la pubblicazione del nostro rapporto sullo stato di salute del mare predisposto sulla base dell'esame dei dati ufficiali della regione si affretta a dichiarare l'inesistenza o l'irrilevanza dell'inquinamento, lasciando intendere, a qualche lettore pure distratto, che la nostra analisi dei dati di fonte regionale sia un commento a risultati di altre analisi delle acque, diverse da quelle ufficiali.
Così come va considerato che l'area dove la società di Vercelli vuole depositare una collina di rifiuti speciali oltre che ben visibile dal finestrino degli aerei che atterrano all'aeroporto di Lamezia Terme è un'area posta al centro della Calabria in un contesto geoambientale unico in tutta la catena appenninica, tra i due mari che bagnano i golfi di Sant'Eufemia e di Squillace separati dal più stretto lembo di rocce con impressi i segni che testimoniano nascita ed evoluzione di tutta la storia geologica d'Italia.
È un'area di un contesto ambientale sempre abitato dall'uomo con testimonianze archeologiche di tutte le età ed a partire dal Paleolitico: nella zona centrale del territorio di Italo che ha dato il nome a tutta la Nazione, e, secondo il prof. Armin Wolf dell'Università di Francoforte, nella zona centrale del ricco territorio dell'evoluto popolo dei Feaci descritto da Omero.
È un'area al centro della regione con la più alta disponibilità di sorgenti naturali e falde idriche con acqua potabile d'ottima qualità e tra le migliori d'Europa.
Considerare tutto ciò, la sismicità e le caratteristiche idrogeologiche dei terreni che caratterizzano l'area è doveroso ed utile per evitare interventi dannosi e favorire la valorizzazione del territorio al fine di migliorare la qualità della vita di chi ci vive. Per tal fine occorre tener conto anche delle più realistiche ed avanzate indicazioni per risolvere il problema dei rifiuti come , ad esempio, i dai dati contenuti nel Sustainable Use of Resources in Europe a cura del Coordinamento Europeo degli Amici della Terra con il Patrocinio della DG XI dell'Unione Europea; ed in particolare i dati contenuti nel "Rapporto Italia" che, tra l'altro, evidenzia come: "L'aumento della quantità di rifiuti prodotti dalla moderna civiltà dei consumi è dovuto principalmente a metodi di produzione inefficienti e ad un abuso di energia e di materiali. Un forte impegno nella prevenzione, un elevato rendimento del recupero e del riciclaggio, l'affermarsi di un mercato dove le materie recuperate si integrino di nuovo nel ciclo produttivo sono azioni che riducono i rifiuti e, contemporaneamente, il prelievo di risorse naturali; un elemento, questo, molto importante per l'Europa e particolarmente per l'Italia, che è povera di materie prime. Il metodo dello Spazio Ambientale, che fissa precisi obiettivi per la riduzione dell'impiego di materie prime nei paesi industrializzati in periodi determinati, rappresenta uno strumento efficace per una politica di riduzione dei rifiuti, inserita in uno scenario di sviluppo sostenibile. Applicando il metodo dello Spazio Ambientale, gli Amici della Terra hanno calcolato che uno sviluppo sostenibile del sistema economico italiano comporterebbe, entro il 2010, una riduzione del fabbisogno di materiali del 25%.
Le politiche ambientali del nostro paese stentano ad integrare la gestione dei rifiuti con l'uso razionale delle risorse e con sviluppo sostenibile. Certamente, un governo settoriale può essere più agevole e meno impegnativo in termini di rispetto degli obiettivi fissati. Ma in questo modo si priva la politica dello sviluppo di elementi essenziali di innovazione di sistema e non si danno indicazioni valide per orientare in modo eco-efficiente gli investimenti.
La speranza che le iniziative più avanzate già adottate in molti altri paesi europei costringeranno l'Italia ad accodarsi, sia pure in un secondo tempo, non è consolante. Anche perché è prevedibile che, ancora per lungo tempo, occorrerà fronteggiare le emergenze, pagando un alto prezzo in termini di degrado ambientale, di costi sociali, di riduzione della qualità della vita e di perdita di competitività del sistema produttivo in uno scenario di crescente mondializzazione dei mercati."
Ignorare tutti questi dati e continuare a fare come gli struzzi favorendo l'aumento delle discariche può portare gli stessi "struzzi di Calabria" ad infilare la testa non più nella preziosa terra della regione ma nei rifiuti speciali provenienti da fuori regione.
Geologo Mario Pileggi presidente Amici della Terra Lamezia Terme

Nessuna polemica tra Rende e Cosenza

Caro direttore,
apprendiamo da organi di stampa del clima che si respira nelle due città, dove sta crescendo una impensabile e incredibile lotta tra rendesi e cosentini. Come discendenti di Virgilio e Paucezio ci sentiamo in dovere di difendere lo spirito di appartenenza alla nostra città.
Il tutto nasce da una rivalità calcistica.
Il Rende dopo anni di anonimato nel calcio dilettantistico ritorna a pieno titolo nei campionato professionistici, il Cosenza Calcio, invece, anche con i suoi 90 anni di storia, si ritrova, a torto o a ragione, nei campionati dilettantistici. Bisogna dire che questo sta nelle regole del gioco.
Quello che non riesco a capire è il perché si vuole svilire una storia millenaria come quella della gloriosa Arintha, solo per dare risalta alla figura della storica Cosenza.
Come rendesi, e come associazione la quale porta il nome Rende, desideriamo far capire che dire “Rende è Cosenza” è profondamente sbagliato, per due motivi.
In primo luogo l’Area Urbana è una cosa, l’unione è un’altra.
I cittadini rendesi e cosentini lavorano insieme, parlano insieme, mangiano insieme nei ristornati rendesi e poi trascorrono il resto della serata nel centro storico cosentino, ma questo non vuol dire che siamo in presenza di una città unica. Se dicessimo questo peccheremmo di scarsa riflessione, e si arriverebbe ad una sorta di cretinismo che vuole che il pesce grande mangi quello piccolo.
In secondo luogo così si arriverebbe a distruggere il lavoro condotto da uomini che hanno amato e continuano ad amare Rende, sempre e contro tutto.
Ritornando al principio della nostra discussione, crediamo che il Rende Calcio sia un patrimonio della rendesità, che i cittadini rendesi porteranno avanti sempre e con coraggio.
In queste ultime settimane, contro la tifoseria e la società di C.Menotti si sta disputando un vero e proprio gioco al massacro da parte di giornalisti che vorrebbero le fusioni delle società perché il Cosenza è il Cosenza.
Io rispondo a questo dicendo che Rende è Rende, e che il Rende è il Rende.
Signori giornalisti chiedo di non alimentare questo fuoco distruttivo tra due cittadine che devono collaborare e crescere insieme, ma non lottare l’una contro l’altra.

Rende 26 ottobre 2004

Luca Lombardo, Presidente dell’Associazione “Rende Giovani”

Al Teatro Rendano succede che ……

Come faccio da oltre 20 anni mi sono recata al Botteghino del Teatro Rendano per il rinnovo, per me e per la mia famiglia, degli abbonamenti per la prossima Stagione Lirica 2004.
A parte ogni e qualsiasi considerazione sulla circostanza per cui si va a rinnovare un abbonamento completamente “Al buio” nel senso che non è dato conoscere il cast di ogni rappresentazione ( dal Direttore di Orchestra, all’Orchestra, ai Cantanti, al Regista, allo Scenografo etc.) dal momento che ad oggi si è sforniti del cartellone, fatto molto grave se si pensa che dopo l’incendio del Petruzzelli a Bari, il nostro Teatro di Tradizione è uno se non il più antico del Meridione, ma il fatto più grave è stato quello del momento del pagamento.
Infatti, al botteghino, dove, nell’era della comunicazione mediale mancava anche un computer con un programma consono alla visualizzazione della pianta del Teatro ed alla verifica dei posti dei vecchi abbonati, mi sono sentita dire che potevano accettare il pagamento in contanti o con assegno tratto sulla Banca CARIME.
Avendo sempre pagato con assegno della mia Banca, in assenza di un posse per la Carta di credito o similari, ho chiesto di parlare con Direttore, Dott. Annarita Callari, la quale in presenza di testimoni, mi comunicava che il Direttore della Carime di Via XXIV Maggio, dove, per chi non lo sapesse, ha sede la Tesoreria dell’Ente – Comune di Cosenza, le avrebbe comunicato che per l’accredito di ogni assegno di Banca diversa dalla Carime, il Comune si sarebbe dovuto fare carico di una spesa di € 25,00!
Ora va bene che gli Istituti bancari non sanno più come oberare i correntisti, ma questo è veramente troppo soprattutto perché la gente, per giunta qualificata parla con troppa facilità non pensando che chi ha di fronte è titolare di conto corrente né più e né meno del Comune di Cosenza!
In questo modo se veramente le Banche arrivassero a tanto non sarebbe meglio ritornare ai tempi del Baratto?
Ovviamente il mio amore per la lirica in particolare e per il teatro in generale mi hanno fatto sottostare, e recatami nuovamente il giorno dopo ho pagato in contanti, ma ancora più meravigliata mi sono sentita dire che mi avrebbero rilasciato una ricevuta e che avrei dovuto provvedere al ritiro degli abbonamenti dopo il 22 ottobre prossimo!
Il mio senso civico, il mio spirito campanilistico e soprattutto l’amore che nutro per la mia città natale mi hanno spinto a scrivere, aggiungo solo che non vorrei essere mai smentita dal direttore della Carime, mentre alla Dirigenza del Teatro Rendano suggerisco: “Ha nelle mani l’amministrazione di un bene prezioso, non renda i pochi piaceri della vita dei dispiaceri, o meglio delle cose spiacevoli “.

Cosenza 11 ottobre 2004

Avv. Daniela Mascaro

Nella foschia.

E' quando c'è foschia, cala la nebbia, quando il silenzio rimbomba, che si attivano i manovratori nei palazzi per progettare la violenza sul territorio, cementificando ulteriormente la nostra città. Viale Mancini ha mutato la geometria della città, però il cemento e i cartelloni pubblicitari spuntano come i funghi. Gli interessi dei gruppi di potere di sempre! Ci sono solo loro, o quasi, nella programmazione triennale, da 361 milioni di euro, della città che sta cambiando volto. Fino ad oggi non c'è stato alcun caso, nella nostra area urbana, di riconversione di strutture preesistenti in spazi pubblici liberamente fruibili dai cittadini; solo la Casa delle Culture ed un timido recupero dei locali dell'ex stazione ferroviaria, al momento però non inserita in un programma chiaro a tutti (anche alla luce del ticket). E pensare che si ipotizza la costruzione di un grattacielo tipo "pirellone" ai piedi del futuro ponte di Calatrava! Non è accettabile, non è possibile sempre e solo abbattere, demolire e innalzare nuovi edifici fatti di tondini, cemento, sabbia e sfruttamento della manodopera. E la sostenibilità di cui tanto si parla, di cui anche la nostra amministrazione è promotrice, che fine ha fatto? Il messaggio che deve passare è "no alla cementificazione, sì alla riconversione". Beninteso, se c'è da utilizzare il cemento che lo si utilizzi, ma con parsimonia! Considerando il problema del degrado e abbandono dell'area, l'occupazione pacifica che noi precari sociali di questa città stiamo mettendo in atto oggi, non deve essere considerata un'azione illegale, bensì fondamentale per sottrarla alla speculazione edilizia e restituirla alla collettività. La nostra azione vuole riportare il dibattito pubblico su temi concreti: la qualità della vita, la lotta alla cementificazione, l'urgenza di rimuovere l'amianto che provoca il cancro ai polmoni. Non possiamo permettere che questioni come il nome da dare a piazza Fera, o il trasferimento delle "aquile" di piazza Kennedy, dirottino l'attenzione generale dei cosentini. Chiediamo che in questa, come in altre aree, siano previsti spazi di uso sociale e collettivo. Rilanciamo progetti di gestione partecipativa della città, che vadano al di là delle chiacchiere. Costruire la nuova officina sociale della città, questo è l'obiettivo. Una struttura viva in cui non si facciano solo concerti di musica per "gente strana", da mettere a disposizione della gente del quartiere, dei lavoratori, dei disoccupati, degli studenti, dei migranti, dei giovani, dei pensionati per ritrovarsi, discutere insieme dei propri problemi, socializzare, creare, suonare, mangiare, ridere, organizzarsi e lottare in difesa dei propri bisogni e delle proprie condizioni di vita.
Cosenza 9 ottobre 2004

FEDERAZIONE DEI SENZA NOME

Lettera aperta al Sindaco sui mille problemi dell’ultimo lotto di via Popilia

Lettera aperta
Il sindaco di Cosenza non finisce di stupire quando afferma che “l’episodio di martedì ci dà l’esatta misura di come si sia superato il livello di guardia e genera uno stato di tensione e di allarme di fronte al quale tutti, istituzioni in testa, dobbiamo reagire energicamente”.
Stupisce poiché è puntualissima nel prendere le distanze da fatti criminosi ma nell’agire pratico nulla fa se non invocare pateticamente una ‘reazione energica’ da parte di quelle istituzioni di cui ella stessa fa parte.
Oltre due anni fa invitavo con due lettere l’attuale sindaco a monitorare lo stato di abbandono e di abusivismo in cui versa l’ultimo lotto di via Popilia, dandole “l’esatta misura” della vulnerabilità di questo popoloso quartiere e descrivendo dettagliatamente le aree a rischio: aree in cui le aiuole pubbliche sono state arbitrariamente recintate e di fatto diventate proprietà privata dei rom, ma anche degli alloggi Aterp deturpate dalle baraccopoli e da lavori esterni mai autorizzati. Per non parlare di una scarsissima attenzione rispetto al territorio dove oltre ai pusher impazzano le auto ad alta velocità e gli schiamazzi pomeridiani e notturni della cosiddetta “famazza urbana”. Lettera morta; da allora nulla è successo se non quel oggi è desolatamente sotto i nostri occhi: via Popilia è diventata terra di nessuno dove regnano incontrastati i rom ospitati con la premessa che dovevano integrarsi e che non si sono mai integrati. Non è sufficiente togliere dall’isolamento urbanistico un quartiere se poi non si è capaci di porre rimedio all’isolamento morale.
Sappia il sindaco, giacché non s’è accorta, ma lo sappia anche il prefetto, qualora non vi sia stato nessuno ad informarlo, che il livello di guardia in via Popilia è stato ampiamente superato, che il controllo del territorio da parte delle istituzioni avviene in e da siffatti contesti. I crimini che si sono consumati negli ultimi tempi sono anche, anzi, direi soprattutto, il frutto della inadempienza istituzionale. Via Popilia non è stata mai un isola felice, ma non vi si trovano solo delinquenti arroganti e trafficanti di droga. In via Popilia vi abitano anche famiglie e persone per bene, dignitose e per questo degne di rispetto; vi sono giovani che si guadagnano da vivere onestamente e che nonostante le mille difficoltà quotidiane, frequentano con profitto le scuole e l’università, gente insomma che nella cosiddetta società civilizzata ha fatto una scelta di campo. Di giudizio. Ha fatto una distinzione tra il bene e il male. E invece per tutta risposta siamo spesso costretti a serrare i nostri figli in casa per timore delle contaminazioni.
Reagisca energicamente il sindaco, trovi il coraggio e ritagli un po’ del suo prezioso tempo per dedicare attenzione in via Popilia, cominciando a spazzare quei contesti di abusivismo e di illegalità, ma senza convocare tavoli sulla sicurezza di cui tutti siamo stufi.
Non ci vuole “la zingara” per sapere che il problema dell’illegalità diffusa esiste e va affrontato. Affrontato di petto e autorità, certamente insieme alle forze dell’Ordine, che espletano il loro dovere, di già, con diligenza e ottimo spirito di servizio, talvolta rischiando la vita, come è accaduto al giovane carabiniere. Anche i pattugliamenti sono da potenziare e non di poco, magari introducendo i poliziotti di quartiere. E' risaputo che non è sufficiente invocare la presenza dello Stato se alle parole poi non seguono i fatti. Al costo di intimorire. Al costo di vedersi sotto pressione. L’educazione alla legalità comincia col far rispettare i diritti più elementari. Ecco le risposte concrete che i cittadini aspettano.
Questo è un appello nella speranza che stavolta non rimanga lettera morta.

Federica


(La lettera aperta è stata inviata a: Al Signor Sindaco di Cosenza dr.ssa Eva Catizone e Al Prefetto di Cosenza Dott. Diego D’Amico e per conoscenza
Al Signor Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, Al Ministro dell’Interno On. Giuseppe Pisanu, Ai Membri della Commissione Parlamentare Antimafia On. Angela Napoli, On. Antonio Gentile, Al Procuratore della Repubblica di Cosenza Dott. Alfredo Serafini, Alla Direzione Distrettuale Antimafia Dott. Eugenio Facciola, Ai Consiglieri Comunali di Cosenza, Ai Consiglieri Provinciali di Cosenza, Ai Consiglieri Circoscrizionali di Cosenza, Al mondo politico tutto Ai Cittadini, Ai Mass Media con la preghiera di voler tenere viva l’attenzione)

 

Con le colombe spostato un simbolo della città

Che tristezza vedere le colombe di Piazza Kennedy imbracate e pronte per essere, oramai, portate via dal loro luogo naturale. Prende il volo un simbolo della nostra città, un monumento che ha scandito per decenni la vita di Cosenza e sotto il quale si sono intrecciate migliaia e migliaia di storie: appuntamenti, discussioni, amori, confidenze di generazioni e generazioni di cosentini. “Ci vediamo a Kennedy”, “Piazza Kennedy? Quella con le colombe”: quante volte, tutti noi, abbiamo pronunciato queste frasi a volere identificare un punto di riferimento. Dopo il mitico Manna (ma quello è un discorso legato all’economia), va via anche l’altro simbolo di una piazza per decenni punto di aggregazione della città, dove noi giovani parlavamo con gli amici dei nostri problemi, delle nostre ansie, dei nostri progetti; dove si parlava di tutto e si ci confrontava in un’epoca in cui, ancora, la tecnologia non aveva stravolto abitudini e ritmi. Le colombe vanno via non per essere sottoposte ad un restilyng e poi tornare ma, ahimè, per una decisione unitaria, dittatoriale, del Sindaco che, non curante delle lamentele e delle proteste di un’intera città, tira diritta per la sua strada non pensando che, scelte palesemente impopolari come questa, rimangono ben impresse nella mente dei cittadini i quali (questa si che è democrazia!), hanno dalla loro il diritto-dovere del libero voto. Volano via le colombe di Kennedy, verrano posizionate all’inizio di viale Giacomo Mancini (che errore l’indicazione del suo successore!) perché così vuole il Sindaco! Lasciano in tutti noi un vuoto che non è solo fisico e visivo ma, soprattutto, affettivo e di ricordi. Ma in questa città, purtroppo, c’è chi a queste cose non guarda suscitando, personalmente, grande compassione.

Cosenza 25 agosto 2004

ROBERTO BARBAROSSA

Incredibili politiche vessatorie della Telecom

Caro Direttore,
vorrei con la presente segnalare quanto accaduto ad un’anziana signora di Dipignano, N.I., che da quasi due anni sta combattendo una dura e lunga battaglia legale contro il gestore della telefonia fissa italiana. La storia mi è stata riportata, con dovizia di particolari e documenti, da un amico avvocato al quale la signora si è rivolta dopo che, da quasi due anni, si vede praticamente vessata e chiamata più volte a dovere pagare una bolletta esorbitante ma, soprattutto, non relativa alla sua, effettiva, utenza telefonica. Ad inizio del 2003, la simpatica vecchietta, trova nella sua cassetta postale la consueta bolletta che, però, riserva un’inattesa quanto spiacevole sorpresa: pur essendo a lei intestata, si riferisce ad un numero non suo presentando un importo da pagare di gran lunga superiore a quello abituale ed agli effettivi consumi della signora. Iniziano le proteste nei confronti dell’operatore che, nonostante ripetute assicurazioni, disattiva l’utenza. Dopo qualche mese, finalmente, la questione si ricompone e l’anziana signora può riprendere ad utilizzare il telefono per lei molto importante vista l’età avanzata. Quando tutto sembra essersi definitivamente risolto, nel mese di febbraio di quest’anno, la storia si ripete con le stesse, precise, modalità. Ecco che, N.I., decide di rivolgersi ad un legale per fare valere i suoi diritti e potere, nuovamente, utilizzare la linea telefonica. La battaglia (perché di questo si tratta) sta ancora andando avanti con tutto ciò che ne consegue. Può capitare anche questo nella nostra Italia: vedersi addebitati dei consumi non propri e doversi affidare ad un valente avvocato per vedersi riconosciuto un sacrosanto diritto.

Cosenza 22 luglio 2004

Lettera firmata

 


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