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      Il Cosenza battuto da Illuzzi da Molfetta, Pescara quasi impalpabile

       

       

      Il Cosenza battuto da Illuzzi da Molfetta, Pescara quasi impalpabile

      15 set 19 Prima di raccontare quanto accaduto oggi allo Stadio Marulla San Vito è bene ricordare quello che accadde lo scorso 15 marzo allo stadio Adriatico di Pesacra dove si giocò la gara Pescara Cosenza e a dirigerla ci fu l'arbitro Lorenzo Illuzzi da Molfetta. Lo stesso arbitro che oggi ha determinato, con suoi gravi errori, la sconfitta del Cosenza. Sia chiaro che scaricare colpe e responsabilità sull'arbitro non è nostro costume ma se due indizi fanno una prova il reiterarli ne fa un'accusa precisa. Il Cosenza nella sconfitta ci ha messo del suo. Ma, ricordando la gara di marzo, allora, Illuzzi al minuto 22 della partita nmon assegnò un rigore netto provocato da Gravillon che, come dismostrarono le immagini, fermò il pallone in area con una mana. Ma non solo questo. Nel finale con il Cosenza che stava dominando la gara ferma sull'1-1 non prese alcun provvedimento su di un brutto fallo su Mungo che finì nella buca della panchina e fece temere il peggio. In campo scoppiò una mezza rissa e l'arbitro non prese nessun provvedimento. Non contento il signor Illuzzi fece continuare la partita per ben altri 7 minuti. Insomma, un disastro. Un precedente che avrebbe dovuto muovere l'Aia a rivedere la sua valutazione e la dirigenza quanto meno a ricusarlo. Ma come sappiamo in Viale Magna Grecia preferiscono profilo basso e silenzio assoluto. Una siituazione che, di sicuro, il selezionatore avrebbe dovuto conoscere e non reiterare mandando di nuovo Illuzzi ad arbitrare il Cosenza. Illuzzi innamorato di Pescara? Può darsi. Intanto il Presidente dovrebbe farsi sentire in Lega e quanto meno ricusare questo fischietto. Certo a frittata fatta serve a poco però a questo punto è importante farsi sentire. Di certo, visto quanto accaduto, la VAR è necessaria come il pane.

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      Per il resto è il Cosenza che deve mangiarsi le mani perchè ancora una volta errori ripetuti, gravi e clamorosi hanno condizionato una prestazione che, checchè se ne dica, c'è stata. Non si può prendere un gol con Galano lasciato libero di tirare dalla difesa schierata. I due centrali a far da belle statuine in una azione partita, addirittura, dal fallo laterale. Che poi il rigore, netto nei primi minuti per il Cosenza, non viene dato, che Di Grazia fa il tuffatore in area per raccattarsi il rigore e i due falli su due contropiede del Cosenza non vengono sanzionati con cartellini che poi sarebbero diventati rossi sono la cornice alla seconda sconfitta di fila dei rossoblù. Ed ora c'è la trasferta di Benevento. Lo avevamo scritto a presentazione calendario, il Cosenza ha un avvio in salita ripidissiama. La classifica ad oggi lo conferma. Un solo gol fatto è la dimensione plastica della legge del calcio: senza far gol non si va da nessuna parte. Per fare i gol ci vogliono gli attaccanti. Tanti giovani e fuoriclasse Riviere hanno bisogno di tempo per crescere ed adattarsi. Non è semplice nell'immediato uscirne fuori. E' il prezzo che si paga per una preparazione che ancora è in itinere per il mercato acquisti terminato in ritardo. Ci vuole tempo e pazienza, ma soprattutto ci vuole una risposta dallo spogliatoio che ora deve passare subito ai fatti. A cominciare da sabato prossimo.

      Per concludere un passaggio sul Pescara va fatto. Un solo tiro in porta ed ha segnato due gol ed ha portato a casa, con un colpo di magia, vittoria e tre punti. Perina non ha fatto fatto alcuna parata mentre Fiorillo in tre occasioni è risultato decisivo. Non tutto è oro quel che luccica. Rispetto alla scorsa stagiona i biancoazzurri ci sono sembrati poca cosa. Nonostante i tanti soldini spesi la squadra di Zauri è sembrata completamente assente. Pronta a chiudere e fare densità a centrocamnpo dove, il Cosenza, ha comunque, nonostante tutto, detto la sua. Bruccini e Carretta in giornata no hanno fatto da contraltare alla prestazione buona di Kanoutè sul piane tecnico, meno su quello tattico. Troppa confusione e un ruolo, quello di play, che non gli si addice. Fin quando ha tenuto Lazaar, il magrebino dalla sua fascia copriva, attaccava e dettava tempi ma non basta. Baez sacrificato in basso con un eccessivo timore reverenziale ha limitato quella spinta solita che le due fasce hanno sempre dato. E' mancata la profondita e la voglia di attaccare l'uomo sulle fasce, Forse ci si è preoccupati troppo nel non prenderle. siamo solo alla terza partita. Siamo sicuri che il Cosenza crescerà. Bisognerà solo dargli tempo. Ma bisogna fare più in fretta possibile. Il camapionato quest'anno non aspetta nessuno.

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