Con un doppio Tutino il Cosenza manda a casa il Foggia a mani vuote

20 ott 18 Doveva arrivare ed è arrivata, la prima vittoria di campionato, proprio contro una cosidettà grande, il Foggia di Kragl e Mazzeo rispediti a casa con due pappine. Mister Braglia confeziona il pacco regalo con un nastro particolare quello color "Tutino" che piglia impacca e manda a casa i satanelli con due gol da attaccante di razza. Il primo una rapina in area sulla parata di Bizzarri al rigore di Maniero. Il secondo un capolavoro d'arte costruito passo dopo passo e concluso con una bordata di quelle che ti lasciano a bocca aperta: "Mamma che gol ha fatto Tutino". Il tecnico toscano a fine gara, mai domo e sempre incazzato, pretende di più dall'attaccante azzurro-partenopeo "Deve guardare solo la porta e infischiarsene di chi viene dietro" sottolineando così l'occasionissima che capita a "Genny" dopo neanche un minuto di gioco. In posizione regolare, solo davanti a Bizzarri, si guarda intorno pensando di essere in fuorigioco e non conclude in porta. "Su queste cose deve maturare" ripete Braglia a fine gara svelando che proprio ieri sera di questo aveva parlato con il giocatore. Un papà, un grande allenatore, Tutino a Braglia lo sta a sentire sempre, anche e soprattutto quando lo "cazzia". Oggi, intanto, ha spaccato la partita, lui e Garritano con Corsi e D'Orazio hanno messo in croce tutto l'apparato difensivo messo su dal tecnico rossonero. Martinelli non è mai riuscito a contenere la furia di Gennaro che ha imperversato sul fronte destro portandoselo a spasso come e quando ha voluto. Anche nell'occasione del rigore che Tutino si è procurato all'ennesima entrata in area da quella parte, è proprio Marinelli a sgambettarlo. Un segno del destino. Il fato vuole che sul dischetto va il rigorista numero uno: Maniero. Lo stesso fato sceglie che il miracolo della respinta di Bizzarri schizzasse proprio nei suoi piedi giusto a dare a "Gennaro quel che era di Gennaro" rigore procurato e gol siglato. Lui nella sua semplicità sorride, va sotto la curva e poi ringrazia il cielo con un paio di baci. E' la sua giornata. Poco prima uno svarione di Saracco regala a Galano la palla del vantaggio foggiano che però, quel fato che si ricorda che al Cosenza non può andare sempre male, spedisce la sfera sui pali e poi lontano dall'area. Sarebbe stato davvero troppo. Un minuto prima del gol, sul taccuino, avevamo 7 conclusioni in porta del Cosenza e una del Foggia. Varchi chiusi e Cosenza padrone del campo. Braglia fa sempre il burbero ma ha ragione da vendere. Ancora una volta la piazza chiacchierona ha alimentato troppe polemiche prima della gara. Lui dal giorno prima della partita dà appuntamento a dopo la partita ed ha ragione. La vittoria sorride per la prima volta in questa stagione dei Lupi in B grazie anche alla mazzata, sempre ad opera di Tutino, che verso la mezzora della ripresa manda in pellicola un film capolavoro: "La sghisciata". Un siluro terra aria che fulmina da due passi Bizzarri. Autori e interpreti Corsi e Tutino. Genny arriva dalla destra, Corsi in area sembra aspettarlo: riceve e gli ridà la palla. Giusto il tempo di stoppargliela e servigliela bollente sull'esterno destro, con i difensori di giallo vestiti ad abbracciarsi perchè non c'hanno capito una mazza. Al rallentatore è facile raccontarla. Ma a velocità normale è una di quelle cose che ti fanno girare la testa. Solo per intenditori di pallone. E Gennaro la testa, oltre che non perderla, la tiene così salda che emette un urlo davanti la Tribuna B che impazzisce. Un gol per settore, il primo alla Sud il secondo alla B abitata dagli eredi dei Nuclei Sconvolti che oggi esponevano lo striscione del campleanno: 1978-2018. Quarantanni d'inquietitudine. In cielo festeggia anche Raf Caputo che oggi sarebbe stato al campo se ieri non fosse volato nei cieli azzurri a fotografare gli angeli. A lui Angelo Corsi ha donato simbolicamente, a nome di tutti, un mazzo di fiori. Prima vittoria stagionale, dicevamo, che arriva nel migliore dei modi. Su di un prato liscio e mordbido come il velluto di un biliardo. Taglio perfetto e pallone che correva come un treno. Anche questo ha il suo peso per una squadra tecnica come il Cosenza che ancora recrimina sulla "vigliaccata" del Verona venuto a rubarsi i tre punti senza giocare la partita. Altro che sportivi. Lo ricorda anche Braglia in conferenza stampa sottolienando il fatto di come con la stessa situazione e Lecce si è giocato e a Cosenza si è dovuto abbozzare ad una prevaricazione studiata a tavolino. Ma c'è una giustizia che se non passa nei tribunali sportivi passa sui terreni di gioco. Statene certi. C'è ancora l'ultimo grado di giudizio. La speranza è sempre l'ultima a morire. Perchè non va giù di ritrovarsi con tre gol sul groppone di una gara persa e mai giocata. Nel frattempo il Cosenza festeggia i tre punti per una gara dominata nel migliore dei modi. Con quel 3-5-2 che ha fatto la fortuna del Cosenza nella scorsa stagione. Il tempo di assaporare la vittoria e rituffarsi, già da lunedì, nel prossimo turno, tosto, contro il Brescia. Avanti Lupi che il cammino verso la salvezza è ancora lungo.

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