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      Cosenza, dalle stelle alle stalle in soli tre giorni

       

       

      Cosenza, dalle stelle alle stalle in soli tre giorni

      09 ott 17 Abbiamo voluto dire la nostra, a mente fredda, dopo tre giorni della penosa sconfitta casalinga contro una “normale” Casertana, per evitare reazioni d’istinto. Di questo ce ne scusiamo con i nostri lettori che, giustamente, hanno protestato sul nostro silenzio. Lo ribadiamo: abbiamo voluto prenderci due giorni di riflessione anche per commentare una partita che tale non è stata. Celebri bocche televisive nazionali, addirittura, l’hanno dipinta come una gara fatta da giocatori che farebbero, oggi, brutta figura anche in Eccellenza. Così come le pagelle volutamente non pubblicate per rispetto ai valori dello sport in cui crediamo fermamente. Il silenzio si è reso necessario anche per raccogliere le idee di una stagione, e la stiamo seguendo tutta, dentro e fuori, che ha, a dir poco, del grottesco. Inutile raccontare la breve storia di queste prime otto giornate. Insomma dopo la vittoria di carattere di Reggio, tutti bravi e tutti nell’olimpo. Venerdi in diretta nazionale quella appena descritta su, una prestazione da banda parrocchiale. Immaginatevi, e l’avete sentita, l’incazzatura di Mister Braglia che, onestamente, come molti altri han fatto, avrebbe voluto lasciare anzitempo la partita. Tradito proprio da quei “senatori” in cui aveva messo in mano le redini della rimonta stagionale. A dire il vero qualche scusa la si può accampare. Tre gare in 6 giorni per quei giocatori che, vista età e preparazione, dovevano guidare la riscossa erano troppe. Poi due gare in tre giorni, fanno fatica a recuperare i giovani under, figuriamoci i lungo corso di 32 e più anni. Nella testa del tecnico il ragionamento scattato sarà stato quello: tanto con l’esperienza sapranno gestire la situazione. Macché. Sembravano una squadra di portalettere, con tutto rispetto per i portalettere, che si preoccupano di consegnare la corrispondenza e stop. Dalle stelle del Granillo alle stalle del Marulla. Gigi perdonaci per l’accostamento ma venerdì sera abbiamo visto Lupi, anzi no, agnelli brancolare nel buio. Pesto. nNonostante i riflettori. Fa tutto il Cosenza. Parte sparato con Baclet che prende subito il palo e poi, sicuri di avere gli aquilotti tra le grinfie, iniziano a passeggiare. Inguardabile il primo gol con Dermaku e Pinna che si scontrano lasciando un normale pallone da spazzare nei piedi di Afageme. Non uno qualunque. La ciliegina arriva su di una innocua punizione di Galli calciata direttamente in porta. Mai dire gol. Baclet sul calcio piazzato si mette davanti Perina a coprirgli la visuale. Ma poi perché lui stava li? Arriva la palla e invece di calciarla apre le gambe e la fa passare in porta. Perina rimane li come un fesso. Due a zero e gara messa nel congelatore per i campani. Mi chiama Attlio al telefono: "non ce l’ho fatta più, me ne sono andato a casa". Come lui avrebbe voluto farlo il tecnico, ma non può. Bene, è finito il primo tempo. Ci sarebbe il modo per reagire. Braglia prova a cambiare spingendo sulle fasce facendo entrare Caccavallo e Statella abbozzando un 3-4-3. Non funziona. I due ancora, ci sembra, non siano nelle condizioni adatte per spingere. Prova ancora a cambiare l’estrema ratio con una sorta di 4-2-4 con Tutino in lizza, ma arriva un eurogol di Carriero che impacchetta il risultato e chiude definitivamente la partita. C’è anche il tempo di un fallo di frustrazione di Tutino che salterà la prossima tra 15 giorni. Ci mancava solo questa. Beata gioventù. La conferenza del tecnico che chiede scusa ai presenti a fine gara è il segnale ad un cambiamento radicale. Azzerati tutti i permessi, tutti in punizione sabato e domenica ad allenarsi. Con buona pace delle famiglie. “Ma non solo le vostre anche la mia soffrirà questa situazione” dichiara Braglia amareggiassimo per una sorta di “tradimento” ricevuto proprio da coloro in cui aveva messo in mano la riscossa di questa squadra. Ed è probabilmente questo quello che gli ha fatto più male. Tradito dai suoi. Parole grosse, le nostre, è vero. Ma quando un uomo di esperienza si affida a dei professionisti che gli si sciolgono come neve al sole nelle mani, bè, c’è davvero tanto da lavorare.

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