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      M.G. Laganà "Su ergastolo ostativo Italia si faccia sentire in Europa"

       

       

      M.G. Laganà "Su ergastolo ostativo Italia si faccia sentire in Europa"

      16 ott 19 "Mi auguro che l'Italia, sulla questione dell'ergastolo ostativo, faccia sentire la propria voce in sede di Consiglio europeo. Se si pensa di applicare strumenti ordinari alla lotta alla mafia, allora o non si è capito nulla o significa che non c'è nessun interesse a vincere questa guerra". Lo ha detto Maria Grazia Laganà Fortugno, vedova di Francesco Fortugno ed ex deputata del Partito democratico, nel corso della cerimonia di commemorazione del marito a Locri in occasione del quattordicesimo anniversario dell'omicidio. "Ho rispetto - ha aggiunto - di quanto stabilito dalla Corte europea dei diritti dell'uomo sull'ergastolo ostativo, ma sono convinta che gli effetti della sentenza rischiano di essere letteralmente devastanti. E sono d'accordo con quanto affermato dai magistrati in prima linea nella lotta alla 'ndrangheta. Qui rischiamo di mandare al macero decenni di lotta ai clan e non possiamo consentirlo. Mi appello perciò alle istituzioni, ai partiti, nessuno escluso, ai sindacati, alle associazioni antimafia ed alla società civile tutta perché occorre una grande mobilitazione democratica e collettiva. Il messaggio che rischia di passare è terribile. Offende la memoria di vittime innocenti, di uomini e donne dello Stato che hanno perso la vita a difesa della libertà di tutti. E il solo pensiero che, nel tempo, un mafioso che si è macchiato di uno, dieci o cento delitti possa tornare serenamente alla propria vita, mina alle fondamenta la fiducia dei cittadini nello Stato di diritto e il patto stesso su cui si fonda la nostra comunità nazionale. I mafiosi devono rimanere in carcere e l'unico modo per affermare la supremazia dello Stato è quello di prevedere pene certe e durissime. Lo devono capire anche gli altri Stati europei, ai quali va ribadita la necessità di adeguarsi al livello della legislazione antimafia italiana, perché parliamo ormai di un fenomeno globale". "Parlare di questo tema, però - ha concluso Maria Grazia Laganà - non deve distrarci dal nostro obiettivo: comprendere che la lotta alla 'ndrangheta si deve fare sui territori e, come diceva mio marito, è una battaglia dalla quale nessuno si può chiamare fuori"

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