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      Commemorata a Locri la figura di Franco Fortugno

       

       

      Commemorata a Locri la figura di Franco Fortugno

      16 ott 19 "Nel contrasto alla criminalità organizzata non possono esserci tentennamenti di sorta". Così l'ex deputata del Partito democratico Maria Grazia Laganà Fortugno nel suo intervento alla cerimonia di commemorazione del marito, Francesco Fortugno, in occasione del quattordicesimo anniversario dell'omicidio del Presidente del Consiglio regionale della Calabria. La cerimona, che ha visto prima una visita al cimitero e poi la deposizione di una coona nel luogo dell'agguato, è terminata con la celebrazione funebre. "Quello di magistrati e forze dell'ordine - ha aggiunto Maria Grazia Laganà - è un lavoro pericoloso. Un lavoro che miete vittime, come avvenuto pochi giorni fa, quando due agenti di polizia, Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, sono caduti nell'adempimento del dovere. A loro, e a tutti i servitori dello Stato che hanno perso la vita, rivolgo un pensiero grato e deferente; e un abbraccio forte va alle loro famiglie. So cosa stanno provando. Di fronte a episodi come quello di Trieste, abbiamo il dovere di non cedere all'emotività del momento e di essere molto lucidi e razionali. Ci sono state polemiche, nelle quali non voglio entrare, ma quel che mi preme dire è che la lotta al crimine e la sicurezza dello Stato e dei cittadini non possono essere fatti come le nozze con i fichi secchi. Sulla sicurezza non servivano annunci o dichiarazioni, che assomigliavano solo a spot pubblicitari, magari sui social; occorre invece un approccio serio, con più risorse economiche, strumentali e umane e con investimenti veri". "Io mi auguro - ha detto ancora la vedova di Francesco Fortugno - che nelle future leggi di bilancio dello Stato, trovi posto la necessità di investire maggiormente sulle forze di polizia, sulle forze dell'ordine e sulla magistratura. So che il Governo, che ha fatto il massimo per predisporre in tempi strettissimi la nota di aggiornamento al Def , è sensibile anche a questo tema e sono certa che nei prossimi anni ci sarà un'inversione di tendenza rispetto al recente passato".

      "Oggi il mio pensiero non può non andare a Franco Fortugno un figlio di Calabria che ha avuto come faro della sua azione l'onestà. Il 16 ottobre del 2005 la violenza mafiosa ci portava via questo straordinario esempio di uomo delle istituzioni, un esempio da onorare ogni giorno con il nostro impegno per la legalità. Un grande abbraccio alla famiglia". Lo afferma, in una dichiarazione, il senatore di Italia Viva Ernesto Magorno.

      Il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, ha ritenuto "più che doveroso - é detto in un comunicato - rendere omaggio alla memoria dell'amico Franco Fortugno, vicepresidente del Consiglio regionale, barbaramente ucciso a Locri 14 anni fa, recandosi sulla sua lapide prima di partecipare alla Santa messa di commemorazione". "Una figura esemplare per coerenza e correttezza istituzionale - ha detto Oliverio in una dichiarazione - la cui memoria è rimasta impressa in chi lo ha conosciuto e stimato, come uomo e come politico. Ho voluto dedicare al suo ricordo un gesto d'affetto personale, oltre che istituzionale, in attesa che sia fatta piena luce sulle vicende che hanno portato alla sua tragica morte".

      "Franco Fortugno fu ucciso in una giornata di festa e di democrazia. Il suo omicidio provocò uno sconquasso umano, politico e istituzionale che non dobbiamo dimenticare". Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto intervenendo, a Locri, alla commemorazione del vicepresidente dell'Assemblea legislativa regionale, assassinato il 16 ottobre 2005. "Una persona buona, sorridente - ha aggiunto Irto - di cui conservo i ricordi dell'epoca in cui militavamo nello stesso partito. Quella tragica vicenda ha rappresentato un attacco al cuore della democrazia in Calabria, la cui gravità, ancora oggi, richiede a ciascuno di noi una seria riflessione e impone alla politica un solenne patto di ripudio della 'ndrangheta e del suo consenso inquinato. In Calabria emerge ancora oggi la necessità di irrobustire gli anticorpi sociali, politici ed economici contro la 'ndrangheta. Ma gli anticorpi della società si formano partendo dai giovani. Ecco perché apprezzo molto che il ricordo di Franco, di cui il Consiglio regionale è doverosamente parte attiva, si rivolga soprattutto al mondo studentesco". Il presidente del Consiglio regionale ha parlato dell'iniziativa "Leggo per legittima difesa", promossa dal liceo Mazzini, sottolineando "le carenze che, dal punto di vista socio-educativo, continuano a manifestarsi, purtroppo, nella nostra regione. Per farvi fronte, in Consiglio regionale abbiamo investito molto sulla cultura, come strumento di riscatto e di promozione dell'immagine della Calabria. E nell'ultima seduta dell'Assemblea, abbiamo approvato, tra l'altro, una legge volta a favorire la diffusione della lettura in età prescolare. Sono convinto che la sete di conoscenza non sia solo uno strumento 'di legittima difesa' ma anche di affermazione dei valori positivi che si sono tramandati con maggiore rapidità e capillarità da Gutenberg in avanti". "E tutto questo - ha concluso il presidente Irto - ha piena attinenza con la lotta alle mafie, perché una società più evoluta e più colta sviluppa maggiormente lo spirito critico, l'elaborazione del pensiero e il senso di comunità: elementi, questi, essenziali per contrastare efficacemente la sub-cultura mafiosa"

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