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      La piazza della Cittadella regionale dedicata a San Francesco di Paola

       

       

      La piazza della Cittadella regionale dedicata a San Francesco di Paola

      02 mag 19 Piazza San Francesco da Paola. Da oggi si chiamerà così lo spiazzo antistante la Cittadella regionale di Catanzaro, sede della Giunta regionale della Calabria, dal quale i cittadini hanno accesso agli uffici. La cerimonia di intitolazione e benedizione è stata celebrata da monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, arcivescovo di Reggio Calabria-Bova e religioso dell'Ordine dei Minimi, come San Francesco, assistito da mons. Salvatore Nunnari e padre Gregorio Colatorti, generale dell'Ordine dei Minimi di Paola. "Abbiamo deciso di intestare la piazza principale a san Francesco di Paola - ha detto il presidente della Regione Mario Oliverio - perché era doveroso che la casa dei calabresi avesse l'ingresso principale intitolata al patrono della Calabria. Oggi i calabresi fanno onore al loro Santo e attraversando questa piazza possono considerare ancora più loro questa struttura che ospita tantissimi lavoratori che operano quotidianamente al servizio della loro terra. Viviamo momenti nei quali l'irrisione nei confronti delle strutture pubbliche è diventata quasi una moda. Qui ci sono persone che operano al servizio della Calabria e per loro non poteva esserci miglior protettore del Santo Patrono della Calabria". "Questa scelta - ha sostenuto ancora Oliverio - ha un significato: una Calabria che deve unirsi intorno ai valori fondamentali che sono positivi nella stragrande maggioranza. Non ci sono territori che hanno solo aspetti positivi, la differenza è che la Calabria è proiettata con uno stereotipo negativo che fa prevalere solo quello offuscando gli aspetti positivi che sono invece preminenti. Noi abbiamo bisogno di reagire con orgoglio e di far affermare i valori della calabresità che devono essere concepiti e trasmessi. Parlo dei valori dell'accoglienza, dell'amicizia, del rispetto e della dignità della persona. Solo così è possibile costruire un futuro per questa terra. Chi più di un grande uomo della spiritualità, un grande calabrese può interpretare questi valori. San Francesco di Paola è un santo venerato in Italia e nel mondo. Chi come me per le funzioni istituzionali che ha rivestito ha avuto modo di viaggiare nel mondo può testimoniare quanto sia venerato e sia punto di unità per tutti i Calabresi sparsi nel mondo. Dove c'è un calabrese e una comunità calabrese c'è San Francesco di Paola".

      "San Francesco - ha detto mons. Fiorini Morosini - ha rappresentato la calabresità, con tutto ciò che vogliamo indicare con questo termine: il carattere, i valori, ma soprattutto quella capacità di esprimere se stesso senza vergognarsi. Andando in Francia non si è vergognato di essere contadino, ma pur potendo ottenere dal re quello che voleva ha chiesto solo un fazzoletto di terra perché lo potesse coltivare per ricavare quello che era necessario per vivere e mangiare ed è stata proprio questa identità forte che lui ha manifestato senza cedere alla corte che ha convinto Luigi XI che aveva a che fare con un uomo retto e non con un imbroglione. Per questo ha ceduto a tutto quello che San Francesco gli ha chiesto per garantire la pace in Europa". Il presule si è anche soffermato sulla vita del Santo, rapportandola a quella degli uomini politici di oggi. "San Francesco di Paola é stato un calabrese - ha aggiunto - che in un ventennio, anche se la parola è brutta passatemela ugualmente, ha garantito la pace in Europa ed ha garantito quello stare all'erta da parte degli Stati europei nei confronti della minaccia dei turchi, che stavano per invadere l'occidente. I tempi si ripropongono". Rivolgendosi al presidente Oliverio, mons. Morosini ha riconosciuto "il pensiero che ha avuto nel dedicare a san Francesco di Paola, questa piazza che rappresenta l'unità, con questo simbolico abbraccio della struttura che verso tutti i calabresi, è stata una grande intuizione. Perché colui il quale ha creato ed ha dato alla Calabria un'unità, oggi lo celebriamo in questo luogo che deve essere il segno dell'unità dove si incrociano una piazza e dove si incrociano tutti i calabresi per i quali in nome della calabresità dovremmo rimanere sempre uniti. Discutiamo su tutto, ma quando si tratta di difendere la Calabria e la calabresità, non ci dovrebbe essere né destra e né sinistra, né centro e né periferia, dovremmo ritrovarci uniti, perché se non ci difendiamo nell'unità la gente, la politica approfitterà delle nostre divisioni per schiacciarci". Mons. Morosini ha parlato anche di accoglienza. "Noi - ha detto - non possiamo difendere l'identità chiudendo le frontiere, l'identità cristiana si costruisce nel seguire Cristo che ha posto al centro della sua predicazione l'uomo che è quello che ha fatto san Francesco. Mi auguro che questa piazza possa ricordare a tutti i calabresi e a quei calabresi che ci governano che non possono allontanarsi mai da questo rispetto dell'uomo se vogliamo costruire il progresso della nostra regione".

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