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      Conferenza Regioni su sanità, sindacati: no a taglio spesa

       

       

      Conferenza Regioni su sanità, sindacati: no a taglio spesa

      03 lug 19 "Abbiamo condiviso non sono i timori ma una posizione che considera necessario non solo non tagliare ma aumentare i fondi per la spesa sociale, come era già definito con accordi precedenti e perchè il nostro Paese è sotto la spesa della media europea": lo ha riferito il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, al termine di un incontro con la Conferenza delle Regioni dedicato prevalentemente ai temi della sanità. "C'è bisogno di assumere medici e infermieri - ha sottolineato - abbiamo condiviso la necessità di arrivare finalmente al rinnovo dei contratti della sanità e infine abbiamo convenuto di attivare una serie di tavoli che affrontino altri temi legati ai servizi territoriali, alle liste di attesa, alla non-autosufficienza e ai fondi integrativi". In ogni caso, ha concluso Landini, quello con le Regioni è stato "un incontro utile, da cui emerge la volontà delle regioni e dei sindacati di, non solo difendere il servizio sanitario nazionale, ma di migliorare la qualità e soprattutto di aumentare investimenti e spesa pubblica".

      "La sanità deve essere universalmente degna di questo nome nel nostro Paese, anche perché il Paese sta invecchiando e c'è bisogno di una sanità di qualità. Bisogna che il Patto per la Salute contempli questo, oggi siamo nella condizione che per problemi di turn over manca il personale, nella sanità si pensa di utilizzare medici dell'esercito, e se non si fanno i concorsi e si rimpinguano le piante organiche rischiamo di dover chiedere l'intervento all'Onu". Lo ha detto il segretario confederale della Uil Carmelo Barbagallo al termine di un incontro con la Conferenza delle Regioni dedicato ai temi della sanità. "Bisogna discutere di liste di attesa, cronicità e diritto alla salute in tutte le regioni - ha aggiunto - senza creare condizioni di mobilità. Vediamo se possiamo discutere con le Regioni, e principalmente con il governo, delle risorse che servono per non far diventare questo un problema solo da super ticket che dobbiamo eliminare e differenze che ci sono tra le varie regioni", ha concluso Barbagallo.

      "Questa con le Regioni è stata una riunione molto importante, anche perché si sta discutendo un Patto per la Salute che dovrebbe superare il precedente, che non è stato applicato neanche rispetto a una riga, e c'è necessità di fornire un contribuito delle forze sociali del sindacato confederale a un dibattito che ci vede molto deboli". Lo ha detto il Segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga, al termine di un incontro con la Conferenza delle Regioni, rappresentata dal presidente Stefano Bonaccini e dal coordinatore vicario della Commissione Salute Sergio Venturi. "E' stato messo in campo un audit da parte del Ministero che non risponde alle esigenze di costruire un Patto capace veramente di restituire il diritto alla salute a tutte le aree di questo Paese", ha spiegato Ganga. "Il rapporto tra la spesa sanitaria e il Pil in Italia è al 6,4%, quando l'Organizzazione mondiale della Sanità ci dice che sotto il 6,5% non è garantito il diritto alla salute. E' fondamentale quindi mettere in sicurezza le risorse per garantire questo diritto in maniera uniforme in tutte le regioni. Tra l'altro - ha aggiunto l'esponente della Cisl - la vecchia legge di stabilità metteva a disposizione 2 miliardi che carsicamente appaiono e scompaiono e quindi è necessario fermare questa cifra attraverso un confronto con il ministro Tria e poi iniziare, intorno a questa cifra, a perimetrare quelle che sono le tutele che debbono essere date ai cittadini di questo Paese". "Ci sono molti aspetti su cui noi vorremmo insistere sul Patto per la Salute, ad iniziare proprio da questo universalismo disomogeneo che c'è nel Paese, con le regioni del Sud - ha osservato ancora Ganga - che vedono una mobilità sanitaria enorme: stiamo parlando di 1,1 milioni di italiani che si spostano, per una cifra di 4,1 miliardi, quindi una spesa molto importante che precarizza il sistema della sanità. E' cambiato il quadro epidemiologico e sociale di questo Paese, con pochi giovani e tanti anziani, quindi abbiamo chiesto di intervenire sulla non-autosufficienza con una legge ad hoc".

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