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      Sanità calabrese in piazza a Roma: Riformulare Dl Calabria

       

       

      Sanità calabrese in piazza a Roma: Riformulare Dl Calabria

      18 giu 19 'No allo svilimento del lavoro di migliaia di operatori sanitari che lavorano nelle aziende calabresi' e 'No all'ennesimo corpo inferto ai servizi sanitari della regione Calabria'. Con questi slogan hanno dato vita a una protesta in piazza Montecitorio a Roma circa 250 lavoratori della sanità privata calabrese accreditata aderenti alle associazioni di categoria Federlab (l'Associazione di Categoria maggiormente rappresentativa dei Laboratori di Analisi Cliniche e dei Centri Poliambulatori) e Anisap, Federazione Nazionale delle Associazioni Regionali o Interregionali delle Istituzioni Sanitarie Ambulatoriali Private. Nel mirino il decreto Calabria, in discussione in Parlamento, per il quale sono stati ricevuti alla Commissione Sanità del Senato. "Abbiamo letto il Decreto Calabria - spiega Alessia Bauleo, responsabile di Federlab Calabria- e abbiamo scoperto che non c'è niente per la Calabria. Non si parla della questione principale della sanità calabrese: il mancato raggiungimento dei livelli minimi di assistenza. La Calabria è al minimo storico. In particolare questo è particolarmente evidente nel settore della specialistica ambulatoriale, settore fondamentale per la prevenzione e come tale andrebbe potenziato. Esami di laboratori analisi, tac, ecografie, radiografie, per cui vi sono liste di mesi e anche di anni in Calabria. In questa situazione il problema non viene affrontato. Vengono consolidati i tagli già presenti nei precedenti commissariamenti, in particolare quello di Scura. Dove sta il cambiamento? Noi vogliamo che il decreto venga riformulato". "Siamo in piazza per la sopravvivenza - aggiunge Genanfio Lamberti, presidente Fedelab - perché le strutture non possono sopravvivere quando negli ultimi quattro anni hanno avuto una decurtazione di più di un terzo dei fondi, da 66 miLioni e mezzo a 44 milioni". Ha espresso solidarietà alla protesta anche l'Ordine dei biologi. "Oggi tanti colleghi sono in piazza - rileva Pietro Sapia, consigliere nazionale dell'Ordine dei biologi- è un obbligo per noi cercare di portare istanze a favore di questi colleghi".

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