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      Guccione "Reddito cittadinanza aumenta assitenzialismo a Sud"

       

       

      Guccione "Reddito cittadinanza aumenta assitenzialismo a Sud"

      27 gen 19 "Il reddito di cittadinanza ha una giusta finalità: chi si trova in una situazione di difficoltà deve essere sostenuto e aiutato. Mi auguro che anche il Partito Democratico riconosca la necessità di avere degli strumenti che vanno nella direzione di garantire un reddito a chi si trova in condizione di povertà. Ma va detto con molta chiarezza che il rischio di assistenzialismo è molto alto se non legato a percorsi di inserimento al lavoro". Lo afferma in una nota il consigliere regionale del Pd Carlo Guccione. "Il decreto - prosegue - è sbagliato e rischia di screditare e vanificare lo strumento stesso. Mettere in campo il reddito di cittadinanza senza che i Centri per l'impiego funzionino produrrà una catena clientelare e, se guardiamo alla nostra regione, si rischia una vera e propria degenerazione. Attualmente in Calabria nessuno dei 15 Centri per l'impiego (Cpi) è in grado di reggere tale impatto. Ad oggi negli uffici del servizio pubblico regionale risultano impegnati 406 operatori che si trovano a gestire circa 1500 disoccupati a testa, contro una media nazionale, secondo gli ultimi dati Anpal (Agenzia nazionale politiche attive del lavoro), di 359 disoccupati per ogni operatore. Come faranno a reggere l'impatto del reddito di cittadinanza? I Cpi, contando al momento sullo stesso numero di dipendenti, già largamente deficitario, si troveranno a gestire un carico di lavoro maggiore, considerando anche che la Calabria è una delle regioni con il più alto tasso disoccupazione. In Calabria si registra già da ora un'aspettativa altissima. In queste settimane persone che mancavano da anni ai Cpi, sono ritornate a iscriversi. Così come professionisti, commercianti, titolari di Partita Iva preferiscono chiudere le proprie attività per essere potenziali beneficiari del Reddito, dando dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro. Il rischio è che tale strumento si trasformi in una semplice Social Card rilasciata dall'Inps. In queste condizioni si arriverebbe a una doppia beffa: l'illusione per migliaia di famiglie di ottenere benefici e l'illusione per tanti giovani di entrare nel mondo del lavoro anche attraverso la figura dei tutor-navigator. La preoccupazione, più che legittima, è che il sistema possa andare in tilt già prima di partire e che non si riescano a mettere in campo tutti gli strumenti che serviranno a garantire il Reddito di Cittadinanza. Ad esempio, nell'articolo 6 del decreto, si fa riferimento all'attivazione delle Piattaforme digitali per condividere le informazioni sia tra le amministrazioni centrali e i servizi territoriali sia, nell'ambito dei servizi territoriali, tra i centri per l'impiego e i servizi sociali. Ma quali saranno i tempi di realizzazione di queste Piattaforme digitali? Non dimentichiamo, tra l'altro, che tutti i Cpi calabresi addirittura sono in attesa da anni non solo di un adeguamento tecnologico delle apparecchiature informatiche, ma il Sistema informativo lavoro denominato Sil-Calabria non è in linea con le cinque banca-dati attualmente presenti nelle cinque province. È evidente che siamo in notevole ritardo sulla tabella di marcia. Il personale dei Centri per l'impiego non è ancora stato potenziato con nuove assunzioni. E in Calabria servirebbero almeno altri 1200 operatori. Così come non sappiamo nulla di quando e come verranno selezionati i tutor-navigator. La Regione non può assistere passivamente al rischio di un fallimento annunciato, vista la fragile struttura del sistema dei Cpi. Urge un tavolo istituzionale specifico tra Regione e Governo. In queste condizioni nella nostra regione il Reddito di cittadinanza si limiterebbe solo a una semplice erogazione di una Social Card". "Al di là delle competenze istituzionali specifiche - conclude Guccione - vanno messe in campo una serie di iniziative finalizzate ad ottenere una reale applicazione del Reddito. Ad oggi il vero primo atto del federalismo differenziato, proprio alla luce delle differenze logistiche, gestionali, organizzative e di carico lavorativo dei Cpi tra regioni del Nord, quelle del Sud e la Calabria, avverrebbe proprio su questa materia. Tale enorme divario tra i vari uffici pubblici del lavoro garantirebbe al Sud un semplice sostegno assistenziale, mentre al Nord uno strumento di vero accompagnamento al lavoro".

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