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      Centrodestra Regione: Preoccupa sfida su sanità, ente bloccato

       

       

      Centrodestra Regione: Preoccupa sfida su sanità, ente bloccato

      22 gen 19 "La sfida messa in atto dal presidente della Giunta regionale contro il Governo e la nuova gestione commissariale della sanità, con la nomina dei direttori generali delle Asp ci preoccupa e fa sicuramente partire nel peggiore dei modi questo nuovo rapporto tra le parti". Lo ha detto il consigliere regionale Claudio Parente nella conferenza stampa indetta dalla minoranza di Palazzo Campanella per esprimere le proprie preoccupazioni su quello che è ormai a tutti gli effetti uno scontro istituzionale. Sei i consiglieri presenti all'incontro con i giornalisti: oltre a Parente, Domenico Tallini, Alessandro Nicolò, Gianluca Gallo, Fausto Orsomarso e Giuseppe Pedà. "Sappiamo già cosa ha prodotto lo scontro con l'ex commissario Scura - ha sostenuto Parente - con i risultati devastanti che sono sotto gli occhi di tutti. E non possiamo più permetterci il lusso di sottacere a situazioni analoghe che hanno portato la Calabria in coda a tutte le graduatorie nazionali dei servizi sanitari, ma addirittura a diventare lo zimbello d'Italia anche per i servizi minimi. Non conosciamo le motivazioni che hanno spinto Oliverio a procedere con le nomine. C'era un accordo di collaborazione che non è stato minimamente preso in considerazione, visto il blitz compiuto. Non vogliamo entrare nel merito giuridico di queste scelte, ma non possiamo sottacere la volontà della Giunta che si è arrogata la nomina di ex direttori di aziende sanitarie in spregio ad ogni norma e ad ogni comportamento. In alcuni casi una vera e propria sfida alla figura commissariale, se si pensa che ad alcuni sono stati revocati ben 4 atti aziendali, revocati bandi di concorso e bocciati i bilanci presentati. Scelta che non può essere esibita come obiettivo di programmazione sanitaria". "Inoltre - ha sottolineato ancora Parente - si è voluto far passare queste nomine per esigenza di urgenza. Ma quale urgenza? In quattro anni la Calabria è stata relegata agli ultimi posti in Italia nella sanità". Di "una Regione oggi ancora bloccata" ha parlato Orsomarso, mentre Gallo ha sostenuto che sulla sanità "il governatore ha fallito fortemente, con i numeri del debito che sono esondati e che vanno imputati a carico ed a danno dei tanti direttori generali che non avevano titoli, e nemmeno l'età, per essere nominati, e nuovamente confermati da San Giovanni in Fiore". Nicolò, nel ricordare la richiesta di dimissioni di Oliverio "per fallimento politico" lanciata dal centrodestra fin dal mese di giugno, ha evidenziato la mancanza assoluta di dialogo da parte della maggioranza "soprattutto nell'esame del bilancio che, andate a guardare, corrisponde a logiche territoriali. Siamo solo in sette e non possiamo chiedere ed ottenere la fine della legislatura, nella quale - ha concluso - persino con la scelta degli assessori esterni si è negato alla politica di esprimere la sua volontà". Sulla Zes, annunciata mesi fa con grande enfasi, si è soffermato Pedà. "Oggi è ancora lettera morta", ha detto, auspicando "una rivisitazione della stessa per prendere atto della nuova suddivisione delle autorità portuali in Calabria e l'apertura di uno sportello informativo fisico, non informatico, per imprenditori e associazioni sul reale andamento della Zes". Domenico Tallini, infine, ha auspicato la possibilità di chiudere l'attuale legislatura "mettendo assieme i nostri 7 voti e quelli di chi vuole, all'interno del Consiglio, mettere fine ad una situazione dannosa per i destini della Calabria. L'opposizione c'è sempre stata. Oggi la nostra preoccupazione rispetto alla vicenda di un mese fa, che ha visto finire sotto inchiesta il presidente Oliverio, è ancora più alta. Alla Cittadella vige il fermo assoluto. I direttori generali non firmano nulla. Evidentemente sono abituati ad un regime di input che con l'assenza di Oliverio non esiste più. La conferenza stampa di oggi segna l'inizio di un lavoro per creare l'alternativa al Governo della Regione, ma anche al populismo imperante. È il fallimento di un'idea, e di una gestione a giunta tecnica, che non può andare avanti e funzionare come dovrebbe, con un sistema gestito da San Giovanni in Fiore".

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