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      Uil "Non funziona scaricabrile su sanità tra Governo e Regione"

       

       

      Uil "Non funziona scaricabrile su sanità tra Governo e Regione"

      11 apr 19 "Se la sanità è malata la colpa è da addebitare ad un doppio agente di contaminazione. In primis il virus della politica regionale che ha amministrato in questi anni, che per troppo tempo, non è riuscita a governare al meglio uno dei comparti più importanti per i propri concittadini. Non meno determinante nell'accentuare una crisi che appare incurabile pare essere la lunga stagione commissariale che, nonostante la diretta investitura da parte del Governo centrale, non è riuscita a risanare i conti del Servizio sanitario regionale". Lo sostengono, in una nota congiunta, il segretario generale della Uil calabrese Santo Biondo e il segretario generale della Uil Fpl Elio Bartoletti. "La responsabilità, davanti alla consistenza economica e finanziaria del buco di bilancio - proseguono Biondo e Bartoletti - deve essere equamente distribuita tra Regione e Governo che hanno guidato la Calabria e il Paese in questi anni. Non funziona lo scaricabarile fra la politica regionale e quella nazionale. E' arrivato il momento, come sostenuto dalla Uil davanti al tavolo di discussione voluto dall'amministrazione regionale, della pacificazione fra le parti sociali interessate e della riapertura del confronto. A fronte della grave situazione in cui versa la sanità regionale, che pesa sul piano economico e del mancato servizio sulle spalle dei calabresi, dipinta anche dagli organi di stampa e catechizzato dagli organi inquirenti, l'attuale Governo prova adesso a rispondere mettendo mano ad un decreto speciale che, come effetto immediato, dovrebbe portare ad un potenziamento delle funzioni dell'ufficio commissariale e le sue capacità di nomina, controllo e valutazione dei vertici aziendali. Un provvedimento che, a nostro avviso, anche se animato da buoni propositi, non sarà sufficiente a sbrogliare quella matassa intricata, fatta di clientele, corruttele, burocrazia inadeguata e appetiti criminali, in cui si è trasformata questo settore". "Siamo convinti, invece - sostengono ancora Biondo e Bartoletti - che la finalità prevalente debba essere quella di riportare la gestione verso l'ordinaria amministrazione ricorrendo a manager competenti con esperienza nel settore e non invece scelti dalla politica sulla base della fedeltà. Coloro che in questi anni hanno avuto responsabilità nella mala gestio devono rispondere a norma di legge, ma soprattutto non possono essere riproposti a rivestire incarichi apicali alla guida di servizi sensibili per i quali è indispensabile attuare le norme di trasparenza e anticorruzione già ampiamente vigenti. Il Servizio sanitario regionale è una macchina che sta per percorrere l'ultimo chilometro prima della rottamazione. Il sistema è al collasso. I lavoratori lamentano, quotidianamente, condizioni di lavoro e turni insostenibili, nei periodi feriali scattano misure emergenziali con l'accorpamento di reparti anche di strutture appartenenti alla stessa azienda ma distanti fisicamente, fino a provvedimenti estremi, con la sospensione dei servizi di alcune strutture. E' impossibile la piena applicazione del rispetto dei turni di riposo e, nonostante venga effettuato lavoro straordinario oltre le ore massime stabilite dai tetti contrattuali, lo stesso non si riescono a garantire tempi di attesa sopportabili. Per segnare un vero cambiamento del Servizio sanitario regionale è fondamentale non solo controllare, cambiare i vertici, perseguire gli illeciti e ripristinare la legalità; occorre anche, forse prioritariamente, investire risorse in capitale umano, giovane e qualificato, in formazione e innovazione a partire dalla strumentazione; infatti, in quelle aziende in cui si è praticata questa scelta si sono realizzati servizi di eccellenza, dimostrando così che anche in Calabria i cambiamenti sono possibili".

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