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      Sul Milleproroghe è polemica infinita, commenti

       

       

      Sul Milleproroghe è polemica infinita, commenti

      05 set 18 I relatori al decreto milleproroghe hanno presentato un emendamento sui comuni in dissesto finanziario riguardante la ricognizione dei debiti fuori bilancio. Se un Comune o un Ente locale ha presentato o presenterà entro il prossimo 30 novembre 2018 un piano di riequilibrio finanziario pluriennale, per esso la ricognizione di tutti i debiti fuori bilancio sul raggiungimento degli obiettivi intermedi è effettuata dopo l'approvazione del rendiconto dell'esercizio 2018. Inoltre "il mancato adeguamento dei tempi di pagamento dei debiti commerciali non costituisce motivo per il diniego delle riformulazioni o rimodulazioni" previste dal Testo unico degli Enti locali, "fermo restando il rispetto dei termini di pagamento oggetto di accordo con i creditori di cui al piano riformulato o rimodulato".

      "Nella colpevole complicità della deputazione calabrese di Lega e 5stelle si consuma da parte del Governo la gravissima sottrazione ai Comuni dei fondi destinati al recupero delle periferie". Lo afferma la deputata Pd Enza Bruno Bossio. "Non ha sortito, infatti, alcun effetto - prosegue - l'audizione della delegazione di sindaci, guidata dal presidente Anci Antonio Decaro, a Montecitorio nell'ambito dei lavori congiunti della Commissione Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni, e della Commissione Bilancio. Il Governo del disfattismo ha mantenuto la decisione contenuta nel decreto milleproroghe, ovvero quella annullare un investimento importantissimo fatto dai Governi Renzi e Gentiloni, finalizzato al recupero delle sacche più degradate delle grandi città sulla base di un sano principio di rigenerazione urbana ed emersione del disagio. A nulla sono valse le sacrosante ragioni di forma e contenuto esposte dagli amministratori: le convenzioni fra Stato e amministrazioni erano già state sottoscritte, in molti casi erano partiti gli appalti e, sulla base di questi finanziamenti, diversi sindaci avevano impostato la loro programmazione economica. Ora, con un colpo di spugna, rischiano di ritrovarsi con un buco nel bilancio. Sono evaporati 3,8 miliardi, fra investimenti pubblici e privati, per un totale di 96 progetti: 110 milioni di investimenti pubblici solo in Calabria. Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria avevano messo in cantiere progetti che avrebbero finalmente inciso sulle condizioni di pezzi interi di città, finora ingoiati nei 'non luoghi' che sono le nostre periferie e a cui, invece, era stata data un'opportunità di crescita e di emancipazione". "Ciò che colpisce - conclude Enza Bruno Bossio - è non solo l'assenza di qualunque forma di riprogrammazione ma il servile silenzio dei parlamentari calabresi di maggioranza: fino a ieri leoni ruggenti e censori irreprensibili e oggi agnellini belanti sulla pelle dei calabresi e dei loro elettori".

      "Uno scippo ai danni dei Comuni, che pregiudica il principio di leale collaborazione tra le Istituzioni". Il sindaco di Pizzo e presidente di Anci Calabria Gianluca Callipo, è scritto in una nota, "punta il dito contro il Governo per il blocco dei fondi destinati alla riqualificazione delle periferie e rimarca lo sconcerto dei primi cittadini dei comuni capoluoghi di provincia e della città metropolitana di Reggio, che si sono visti sottrarre da Palazzo Chigi circa 103 milioni di euro di fondi statali per progetti che comprensivi delle quote di cofinanziamento ammontano in Calabria ad oltre 192 milioni di euro". "Si tratta di risorse importantissime - spiega Callipo - perché destinate alle aree che più necessitano di interventi di riqualificazione, nel solco di quel progetto nazionale di recupero delle periferie promosso anche dall'impegno in questo senso dell'architetto e senatore a vita Renzo Piano. I fondi ora sono stati bloccati, nonostante le convenzioni sottoscritte con l'Amministrazione centrale dello Stato e nonostante molti Comuni siano già entrati nella fase operativa di progettazione per il successivo avvio delle opere. Un precedente gravissimo per il nostro Paese, perché fa passare il messaggio che in Italia tutto è incerto anche ciò che è definito contratti bilaterali e che quindi dovrebbe essere considerato un dato acquisto e incontrovertibile. Ecco perché riteniamo che la decisione del Governo sia non solo ingiusta dal punto di vista politico e istituzionale, ma anche illegittima. Ci sono obblighi precisi già assunti con la sottoscrizione delle convenzioni e si rischia di innescare una pioggia di ricorsi incrociati di cui nessuno sente il bisogno". "Non intendiamo mollare - assicura Callipo - e insieme ai nostri Sindaci che fanno parte dell'ufficio di presidenza di Anci Nazionale, Mario Occhiuto e Giuseppe Falcomatà, oltre che a tutti i Sindaci interessati, adotteremo tutte le iniziative necessarie per protestare contro questa decisione, nella speranza che il Governo torni sui suoi passi. Intanto abbiamo il dovere di informare i cittadini di quanto sta accadendo, perché saranno loro che vedranno scomparire progetti che erano stati già approvati ed illustrati e che avrebbero potuto risolvere problemi annosi di interi quartieri. Basti pensare che oltre ai 4 capoluoghi di provincia ed alla Città di Reggio, l'hinterland reggino stavano avviando progetti per 101 milioni di euro e sappiamo tutti quanto risorse così ingenti siano importanti per un tale territorio". "Infine - ha concluso Callipo - ritengo utile chiarire, a differenza di quanto sostenuto da alcuni parlamentari in queste ore, che non corrisponde al vero l'affermazione secondo la quale il Governo starebbe togliendo a 96 Comuni per dare a tutti i Comuni. Infatti, il previsto sblocco all'utilizzo degli avanzi di amministrazione degli esercizi precedenti è stato ottenuto a seguito delle sentenze della Corte Costituzionale che considerano illegittimi i vincoli all'utilizzo degli avanzi di amministrazione degli enti locali (sentenze n. 247 del 2017 e n.101 del 2018) e non può essere oggetto, da parte del Governo, di una sorta di 'scambio' con risorse statali già stanziate. Le due questioni sono nettamente e logicamente separate. Il bando periferie è finanziato da risorse statali, mentre gli avanzi sono risorse proprie dei Comuni, come finalmente riconosciuto dalla Corte Costituzionale. Il risultato immediato è quindi solo meno risorse per i Comuni, su un argomento critico e di importanza notevole quale è la questione delle periferie urbane".

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