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      Ministro Centinaio in Calabria: basta schiavi in agricoltura

       

       

      Ministro Centinaio in Calabria: basta schiavi in agricoltura

      05 set 18 "Da italiano ho sempre detto che non voglio vivere in uno stato dove ci sono gli schiavi, quindi farò di tutto per far sì che non ci siano, né in agricoltura né in altri settori". Lo ha detto il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio, oggi in Calabria, parlando con i giornalisti del problema del caporalato. "Sono dell'idea - ha aggiunto - che se c'è una legge va rispettata. In provincia di Foggia su 33mila aziende agricole solo 4mila hanno aderito al registro delle imprese contro il caporalato, quindi c'è qualcosa che non va o nella legge o nella testa di chi opera nel settore dell'agricoltura. Pensate anche che il caporalato serve a qualcuno, ma non al sistema Italia. In Australia c'è un nostro competitor che si occupa di pomodori che sta facendo pubblicità progresso dicendo di non comprare i prodotti italiani perché non sono etici, perché vengo raccolti dagli schiavi. Questo fa male a tutta l'agricoltura italiana".

      Problema Agea: "Pensate che ci sono pagamenti bloccati dal 2015. Tutto questo perché lo stato italiano è bravo a incassare velocemente le tasse, ma è un cattivo pagatore e non posso far si che il mio ministero sia il re dei cattivi pagatori". Lo ha detto il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio, oggi in Calabria, parlando con i giornalisti. "Credo - ha aggiunto - che il problema Agea sia il problema principale per l'agricoltura italiana. Da quando mi sono insediato ho detto che la risoluzione di questa problematica è all'ordine del giorno e abbiamo istituito una commissione di tecnici specializzati inerenti le ristrutturazioni aziendali, per capire se Agea è in grado di dare la risposta che meritano gli agricoltori italiani. In queste settimane abbiamo iniziato i pagamenti per quanto riguarda la parte delle assicurazioni".

      Stato cattivo pagatore. "Anche Catanzaro è vicina alla mobilitazione annunciata dall'Anci dopo lo stop ai fondi del Bando periferie da parte del governo nazionale. Se nel prossimo passaggio in Parlamento non sarà rivisto l'emendamento inserito del Decreto Milleproroghe, approvato ad agosto dal Senato, ci saranno ripercussioni gravissime anche per l'amministrazione comunale e l'ampio programma di riqualificazione delle aree degradate finanziato con 17 milioni di quota pubblica e per cui è stata già definita la progettazione esecutiva". Lo afferma il sindaco Sergio Abramo a commento dell'iniziativa annunciata ieri dal presidente dell'Anci, Antonio Decaro, che con una delegazione di sindaci è stato audito alla Camera. "Non possiamo che ribadire la scelleratezza di un provvedimento - continua Abramo - che congela le convenzioni firmate tra i Comuni beneficiari e la Presidenza del Consiglio ed in seguito alle quali l'amministrazione ha avviato la progettazione con relativi oneri e spese a carico. Parliamo di interventi che garantiranno una complessiva riqualificazione di servizi e infrastrutture e che cambieranno il volto dei quartieri Corvo, Pistoia, Aranceto e Fortuna migliorando sensibilmente il decoro urbano, la mobilità, la sicurezza e la qualità della vita. Gli impegni assunti non possono essere cancellati con un colpo di spugna, né tanto meno la proroga dello stesso bando periferie al 2020 può rappresentare una garanzia per la programmazione di interventi fondamentali e attesi da tempo che contribuiranno a generare anche un importante indotto economico. Auspichiamo, dunque, che i finanziamenti per i Comuni la cui attività è già in fase avanzata, come quello di Catanzaro, vengano salvaguardati dal Governo". "In ogni caso - conclude Abramo - saremo vicino all'Anci e ai colleghi sindaci dei 96 Comuni beneficiari che hanno prefigurato l'avvio di azioni giudiziarie e gesti eclatanti per difendere i diritti delle nostre comunità".

      Reazioni:

      "La visita del Ministro all'Agricoltura Gian Marco Centinaio è un importante segnale di attenzione verso una regione che, come è noto, lega buona parte della sua realtà e del suo destino economico ed occupazionale proprio al sistema agricolo". Lo ha detto, è scritto in una nota, il presidente regionale di Confagricoltura Calabria Alberto Statti nel corso dell'incontro organizzato a Lamezia Terme, nello stabilimento dell'O.P. Coppi, alla presenza del Ministro. "Al Ministro - ha aggiunto - chiediamo scelte chiare su temi particolarmente avvertiti dagli agricoltori calabresi e lo facciamo con la forza di cui Confagricoltura può vantarsi e cioè quella di rappresentare le eccellenze produttive della Calabria, senza inutili parate e solamente orientati ai problemi concreti. Intanto c'è la questione dei pagamenti paralizzati da un sistema informatico che non funziona e da una burocrazia estenuante, le imprese chiedono più velocità, più certezze ed un aiuto concreto per raggiungere anche l'obiettivo della ristrutturazione finanziaria. E' un lavoro complesso ma siamo certi che ci sono tutte le condizioni per portarlo a compimento; ringrazio il coordinatore regionale della Lega, Domenico Furgiuele, per aver voluto questo nostro incontro ed averlo come concepito come un primo iniziale confronto con chi oggi ha la responsabilità di governare un settore centrale per l'economia nazionale". Statti, che ha consegnato al Ministro a nome di Confagricoltura Calabria un articolato documento, ha anche chiesto interventi normativi che consentano di risolvere o attenuare la problematica degli ungulati "oggi centinaia di aziende sono devastate dai cinghiali, è un'emergenza del tutto fuori controllo; ci propongono i risarcimenti - che peraltro poi non arrivano - ma noi non vogliamo sostegni economici, chiediamo semplicemente una soluzione che sia definitiva". Da parte sua il vicepresidente nazionale di Confagricoltura, Nicola Cilento, ha sottolineato la necessità di avviare il tavolo tecnico ed istituzionale per correggere quanto disposto dalla legge 190 sul caporalato. "La condizione attuale - ha sottolineato Cilento - è più che paradossale, abbiamo una norma nata con il giusto e condivisibile intento di contrastare il caporalato e lo sfruttamento del lavoro nero in agricoltura ma che nella sua formulazione non opera alcuna differenziazione. Oggi una semplice infrazione, una risibile dimenticanza viene equiparata ad un reato vero e proprio quando dovrebbe, invece, essere semplicemente punita con una sanzione amministrativa. La verità - ha concluso Cilento - è che aver associato l'intero sistema agricolo allo spregevole fenomeno del caporalato è stata una scelta scellerata e dannosa a cui occorre, con urgenza, porre rimedio". Tra le richieste avanzate da Confagricoltura c'è quella relativa alla possibilità per le imprese di mettere a disposizione unità abitative per i lavoratori migranti attraverso un piano nazionale che preveda il riconoscimento di un credito d'imposta per le aziende che realizzano e/o ristrutturano moduli abitativi per i lavoratori agricoli migranti.

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