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Associazioni venatorie: da Regione solo risposte evasive
Associazioni venatorie: da Regione solo risposte evasive 12 mar 18 Abbiamo letto con interesse il comunicato stampa rilasciato dal presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, praticamente alla vigilia delle consultazioni elettorali, in cui si dichiara pronto ad iniziare la discussione “con tutte le associazioni venatorie regionali per la definizione del testo finale della nuova legge sulla caccia”. Il Coordinamento Regionale delle AAVV calabresi non può che essere soddisfatto di questa annunciata disponibilità, soprattutto tenendo conto del fatto che sono ormai ben quattro anni che attendiamo di mettere sul tavolo un confronto continuo, serio e costruttivo con la Giunta sulle tematiche faunistico venatorie. In questo non breve periodo, in cui non siamo certo rimasti immobili ad aspettare, abbiamo ricevuto dalle Istituzioni regionali solo risposte incomplete alle questioni e ai problemi che sottoponevamo alla loro attenzione; problemi peraltro affrontati non in modo organico, ma sull’onda delle diverse emergenze. Un esempio per tutti, tra i più recenti, il Regolamento sulla caccia al cinghiale (entrato in vigore con pubblicazione sul BURC n. 119 del 21 novembre 2017) sul quale ancora attendiamo una risposta, dopo i ripetuti inviti e le istanze da noi rivolte, in ultimo, proprio al Presidente alla Regione, al fine di sanare quelle che sono vere e proprie violazioni di principio, non solo della materia, ma anche e soprattutto di ordine generale (vedasi la nostra ultima istanza di riesame inviata il 20 gennaio di quest’anno). Per quanto riguarda l’annunciata nuova legge sulla caccia, crediamo valga la pena ricordare che un confronto fra le parti interessate si è già svolto e che una condivisione è stata raggiunta da almeno due anni. Il documento scaturito è rimasto però lettera morta e giace evidentemente dimenticato in qualche cassetto della Regione. Se un nuovo confronto deve esserci, per il rispetto istituzionale che da sempre contraddistingue il nostro operare, le AAVV sono pronte a riprenderlo. Per pari rispetto però, chiediamo chiarezza e impegno da parte della Regione a la concreta volontà a pervenire all’adeguamento di un fondamentale strumento normativo che va ben oltre gli aspetti ludico ricreativi della pratica venatoria, andando a interessare la pratica agricola, la gestione faunistica, la tutela della biodiversità e dell’ambiente, la pubblica sicurezza dei cittadini calabresi. Nel frattempo oltre alle sopraindicate correzioni del regolamento sulla caccia al cinghiale, richiamiamo tre criticità cui porre urgentemente rimedio, attivando il confronto: Ricordiamo che l’ultimo incontro tenutosi con il Delegato Mauro D'Acri risale al 20 aprile 2017, ormai un anno fa, e che il documento sottoscritto da tutte le Associazioni venatorie calabresi riconosciute, contenente una serie di concrete e facilmente eseguibili proposte operative per dare impulso e affrontare e risolvere le problematiche del settore è anch’esso rimasto senza seguito. O meglio, è stato seguito dai già ricordati improvvidi commissariamenti degli ATC e da provvedimenti improntati a tamponare situazioni di emergenza e non a risolvere e programmare strutturalmente il sistema caccia regionale. Apriamo una breve parentesi per sottolineare come, in questo panorama di assenza pressoché totale della politica, si debba dare atto per il poco che si è riusciti a fare esclusivamente all’impegno del Dipartimento Regionale Agricoltura, e dell’Ufficio di Gabinetto della Presidenza. Duole lamentare però, che non è più sostenibile che un settore così importante e sempre più gravoso sia affidato a un ufficio e a un Dipartimento che si regge solo su poche unità, pur volenterose. Ci permettiamo di suggerire quindi alla Giunta di rafforzare il Dipartimento con l’incremento di unità di personale motivato e qualificato. Per quanto riguarda il progetto di istituire un Osservatorio Faunistico-Venatorio regionale non possiamo che concordarne sull’importanza, ma non accetteremo soluzioni predefinite soprattutto in relazione alle competenze, che tale organismo deve garantire. Al fine di fornire il migliore contributo su questo punto ed anche sulle questioni, che implicano valutazioni di profilo tecnico e scientifico, ove ci sia la disponibilità della Regione, non faremo mancare il supporto delle nostre strutture tecnico-scientifiche, che in questi anni hanno condotto varie attività di ricerca conseguendo fondamentali risultati anche in Calabria, che hanno contribuito a determinare anche gli ultimi orientamenti dell’Ispra, come ad esempio è avvenuto con al prelievo dei turdidi. Ciò premesso e come sempre dimostrato, le AAVV calabresi porteranno con serietà e competenza, come sempre hanno fatto, il loro contributo alla gestione dell’ambiente, del territorio e della fauna della nostra regione e sono disponibili a ogni sorta di confronto con le Istituzioni regionali, purché da parte di queste ci sia chiarezza e reale volontà di affrontare in modo costruttivo tutte le questioni che saranno poste sul tavolo.
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