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      Oliverio indagato: il dibattito in Consiglio regionale

       

       

      Oliverio indagato: il dibattito in Consiglio regionale

      19 dic 18 "Anche all'esito delle valutazioni condivise con la Conferenza dei Presidenti dei gruppi consiliari, allargata all'Ufficio di Presidenza, abbiamo il dovere verso i calabresi di iniziare la seduta odierna, nell'esercizio del nostro ruolo istituzionale, con una breve riflessione sulla vicenda giudiziaria che ha riguardato il presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio". Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, aprendo i lavori della seduta di oggi della massima assemblea calabrese, con riferimento agli esiti dell'inchiesta "Lande desolate" della Dda di Catanzaro che coinvolge anche il Governatore, sottoposto all'obbligo di dimora nel suo comune di residenza. "Ribadiamo - ha aggiunto Irto - il più pieno e assoluto rispetto del lavoro della magistratura, verso la quale nutriamo la massima fiducia. Nello svolgimento delle doverose attività d'indagine auspichiamo un celere accertamento della verità, attesa anche la delicatezza della funzione istituzionale del presidente Mario Oliverio, la cui storia è sempre stata chiara, e che è stato chiamato democraticamente dai cittadini, alle elezioni regionali del 2014, a svolgere la massima funzione di governo della Regione". "Esprimo un ringraziamento ai colleghi dell'Ufficio di Presidenza, ai Presidenti dei Gruppi consiliari e a tutti i consiglieri - ha sostenuto ancora Irto - per il senso di responsabilità dimostrato in queste ore che, sul versante politico-istituzionale, sono molto delicate e impongono il massimo impegno per portare avanti l'attività di questa istituzione nell'interesse del popolo calabrese. Siamo certi che i lavori della seduta di oggi, il cui ordine del giorno prevede la trattazione di materie delicate, a cominciare dal Bilancio della Regione Calabria per il 2019, si svolgeranno con senso di rigore, di sobrietà e di responsabilità. Sul piano umano auguro al Presidente Oliverio di poter chiarire nel più breve tempo possibile, dinanzi alla magistratura, la propria posizione".

      "Non possiamo fare finta che in questi giorni nulla sia successo". Lo ha detto il capogruppo della Cdl Gianluca Gallo intervenendo, in Consiglio regionale, al dibattito dedicato agli esiti dell'operazione "Lande desolate" che vede coinvolto il presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio. Pur dando atto al presidente del Consiglio Nicola Irto, che sulla vicenda era intervenuto in precedenza, di grande "compostezza istituzionale, per l'invito rivolto all'assemblea di dar seguito all'esame di punti importanti nell'interesse dell'intera Calabria", Gallo ha invitato tutti, "fermo restando - ha detto - il criterio costituzionale di presunzione d'innocenza e il rispetto che si deve alla Magistratura per il lavoro svolto", ad un atteggiamento "misurato. Noi non chiediamo al presidente Oliverio le dimissioni. Sarebbe opportuna, invece, una serena riflessione. Su questo argomento non facciamo speculazioni. Le dimissioni al presidente le abbiamo chieste più volte e su altri argomenti, perché riteniamo che ci sia un totale fallimento dell'azione di governo di questa Giunta e del presidente la cui responsabilità principale è stata quella di non essere stato in grado in questi anni di garantire una maggioranza unita, che oggi forse si ritrova unita per questioni estranee alla sfera politica". Per il capogruppo dei Democratici Progressisti Giuseppe Giudiceandrea "ancora una volta un presidente eletto dal popolo viene inibito parzialmente. Per Oliverio non c'è un provvedimento di arresto e di inibizione delle funzioni. Il presidente è stato relegato nella sua San Giovanni in Fiore, nella speranza che il Tribunale della Libertà, che è stato già chiamato in causa, metta fine a questa situazione che è incresciosa per i calabresi e non tanto per colui che l'ha subita". Giudiceandrea ha ricordato, poi, che "da questa parte mai si è pensato di puntare il dito su chi ha delle vicende di carattere personale che vanno risolte in altri luoghi". "Non sono qui - ha detto Carlo Guccione, del Pd - per chiedere le dimissioni del presidente Oliverio. Su queste questioni ero e rimango garantista. Il garantismo non deve valere solo per sé stessi, ma deve avere soprattutto per gli avversari. È questo il punto politico. Obbligo del presidente è quello di difendersi nelle sedi opportune. C'è un precedente, che dimostra che si è stati garantisti a fasi alterne. Tempo fa in quest'aula si giustificò l'epurazione di una Giunta per aprire una fase nuova. Io mi opposi. Non è compito della magistratura aprire fasi nuove. Lo pretesi allora per me e per gli altri, lo pretendo anche per il presidente Oliverio. E chi pensa che in politica ci si possa dimenticare anche le storie personali, di quarant'anni di frequentazioni, di scontri, di amicizia, di scontro politico, si sbaglia. Per me contano. Oggi contano". "Oggi i nodi vengono al pettine - ha detto ancora Guccione, che ha assicurato la sua partecipazione al voto sui provvedimenti urgenti in discussione - e così sui rifiuti siamo in piena emergenza. La sanità è in una situazione allarmante. C'è il rischio che la chiusura di questa legislatura venga anticipata. Non solo per le vicende giudiziaria, ma anche per l'incapacità politica a portare avanti quel progetto che ci siamo dati". "C'è un giudizio politico - ha sostenuto il consigliere di Ncd Sinibaldo Esposito - che non è altro che la voce dei calabresi. È un fallimento a 360 gradi di questa maggioranza". Esposito, ha ribadito ed espresso "grande stima" per gli assessori tecnici della Giunta. "State Lavorando con grande responsabilità - ha detto - ma vi ritrovate senza una guida politica. Una giunta fatta dalla politica, oggi, avrebbe avuto la capacità di traghettare l'esecutivo in una fase così delicata fino al completamento del lavoro della Magistratura". Domenico Bevacqua (Pd) nel manifestare apprezzamento per il comportamento della minoranza "e soprattutto del collega Guccione - ha detto - in un momento di difficoltà così oggettiva", ha richiamato tutti al senso di responsabilità "per il ruolo svolgiamo" facendo appello all'approvazione del bilancio "occasione per rilanciare l'azione politico-amministrativa e ritrovare quel clima di serenità che finora spesso è mancato. E' nostro dovere - ha sostenuto Bevacqua - esprimere solidarietà, e rispetto verso il presidente Oliverio che, sono certo, riuscirà a smontare le accuse a suo carico. E lasciare a lui la decisione se continuare o meno il suo mandato". Domenico Tallini (Forza Italia), che ha concordato con Carlo Guccione sul fatto che "nessuno può essere garantista a fasi alterne", ha parlato di "momento importante per il Consiglio regionale. Al presidente Oliverio - ha detto - auguriamo che possa dimostrare la sua estraneità ai fatti che gli sono stati contestati e che possa superare la tempesta mediatica che si è abbattuta sulla sua figura. Contestualmente esprimiamo massima fiducia nella magistratura che sta portando avanti delicate indagini con la massima severità e massima serenità". Da Giuseppe Aieta (Pd) è giunta una difesa del presidente Oliverio. "Non mi preoccupo - ha detto - di contestare l'azione della magistratura. Inaccettabile che il presidente Oliverio, uomo rigoroso che ha combattuto una vita, venga associato ad una ditta amica della cosca Muto. Conosco il presidente. Lo conosco fin dagli anni in cui uccisero Giannino Losardo nella mia città, per le sue battaglie contro quella cosca e tutte le cosche della Calabria. Sono sicuro e convinto - ha concluso Aieta - che il presidente chiarirà la sua posizione".

      "Noi - ha detto Vincenzo Pasqua (Misto) - non possiamo temere l'azione della magistratura, perché non abbiamo nulla da nascondere. È una nostra precisa responsabilità e un nostro dovere riappropriarci di un ruolo che abbiamo ormai smarrito. Oliverio affronterà la sua vicenda nelle sedi competenti. Nessuno, qui, vuole assumere posizioni, ma rimane il fatto - ha sostenuto ancora Pasqua - che se avessimo dovuto seguire l'indicazione che dallo stesso Oliverio è provenuta per i fatti che sono stati ricordati, allora, pur non condividendo, dovremmo dire che il presidente si dovrebbe dimettere". Il capogruppo del Pd Seby Romeo, pur ammettendo di aver espresso perplessità in conferenza dei capigruppo sulla richiesta di dibattito per la vicenda che coinvolge il presidente Oliverio, ha riconosciuto che "la discussione segna un punto di grande maturità dell'Assemblea regionale calabrese, a partire - ha sottolineato - dai colleghi che siedono nei banchi della minoranza, per l'equilibrio, il tono, il contenuto dei loro interventi. Ma c'è un punto - ha sottolineato Romeo - che non può essere eluso. Il Consiglio regionale si riunisce, oggi, per discutere documenti fondamentali per la vita della Regione, in assenza del presidente Oliverio. Quella sedia è scandalosamente vuota. È stato impedito ad un uomo innocente, trasparente, con una storia indiscutibilmente prestigiosa, di esercitare il suo mandato, per un fatto inesistente, l'accusa di abuso di ufficio".

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