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      Pedà: istituire osservatorio sulla sclerosi multipla

       

       

      Pedà: istituire osservatorio sulla sclerosi multipla

      12 dic 18 Istituire un osservatorio regionale che serva a monitorare l'applicazione del percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) per la sclerosi multipla e a raccogliere quanti più dati possibili sulla reale situazione di questa patologia. È la proposta, avanzata ieri durante i lavori della Terza Commissione Sanità dal coordinatore dell'Aism Calabria e dai direttori delle Aziende sanitarie provinciali, avallata dal consigliere Giuseppe Pedà in un comunicato. "Pedà - è detto nel comunicato - nel riprendere il modello virtuoso emiliano, ha rimarcato l'importanza di creare uno strumento in grado di portare all'attenzione degli amministratori l'effettiva condizione delle persone con sclerosi multipla nella gestione della propria patologia, dall'esordio alle fasi più avanzate, in modo da riuscire a superare le inadeguatezze ed apportare i dovuti miglioramenti ai servizi di supporto. Potrebbe essere un primo importante passo - ha sostenuto Pedà - verso un sistema che veda lavorare in sinergia tutti gli attori istituzionali, sociali e sanitari impegnati nel sostegno alle persone che soffrono di questa patologia. Insieme al presidente Mirabello ed ai colleghi componenti della Terza Commissione ci adopereremo per approfondire la tematica e contribuire a realizzare un reale miglioramento della qualità della vita di queste persone, possibile solo attraverso una rete tra i diversi centri clinici, un'efficace accesso a trattamenti e cure e un'adeguata applicazione dei percorsi di presa in carico e riabilitativi che devono essere concretizzati in una chiave di integrazione socio-sanitaria". "Pedà, nel corso dei lavori - è detto ancora nel comunicato - ha insistito sulla necessità di risolvere al più presto un'altra grave problematica: la mancanza in tutta la regione di un reparto di neuropsichiatria infantile. L'occasione per sollevare quest'altro inammissibile deficit è arrivata con l'audizione del responsabile del centro di riferimento dell'Asp di Cosenza per la diagnosi e la riabilitazione dei disturbi specifici dell'apprendimento (Dsa); della rappresentante dell'associazione di volontariato 'Potenziamenti' e di un'insegnante della scuola primaria per valutare eventuali modifiche o adeguamenti alle linee guida sui Dsa. Dai confronti dei dati delle indagini ministeriali con i dati clinici si è giunti alla conclusione che in Calabria mancano ben 8mila diagnosi di Dsa, ciò vuol dire che la nostra regione è all'ultimo posto per rilevazione. Al momento, l'Unità semplice di neuropsichiatria infantile dell'azienda sanitaria di Cosenza sembrerebbe essere l'unico centro pubblico della regione che ha l'onere di effettuare le diagnosi e la presa in carico dei Dsa, anche per i cosiddetti giovani adulti. Si è quindi convenuti sulla necessità di trovare il modo per attuare quanto già contenuto nel documento ufficiale della Regione; far sì che ci siano dei protocolli operativi e che tutti quanti gli attori interessati alla tematica facciano quanto di loro competenza, a livello di indicazione nazionali e regionali. Nell'evidenziare il problema sia dell'attuazione che della standardizzazione di un protocollo unico, il consigliere Pedà ha auspicato che l'Ufficio scolastico regionale 'dia impulso a tutti i dirigenti scolastici e, a cascata, agli insegnati per poter attuare i contenuti delle linee guida' rimarcando 'la necessità impellente di rilanciare e portare avanti la battaglia già avviata dal Garante per l'Infanzia, Antonio Marziale sul reparto di neuropsichiatria infantile: una gravissima mancanza che lede i diritti fondamentali dei minori'".

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