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      Fusione Rossano-Corigliano, reazioni e commenti

       

       

      Fusione Rossano-Corigliano, reazioni e commenti

      23 ott 17 "Non ho mai avuto dubbi sull'esito del referendum sulla città unica Corigliano-Rossano". É quanto afferma, in una nota, il Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio. "I cittadini di queste due importanti realtà - prosegue Oliverio - non potevano perdere un'occasione così importante per la prospettiva di un vasto territorio come è quello della Piana di Sibari. Nasce la terza città della Calabria in un'area, la Piana di Sibari, strategica per la regione, le cui potenzialità di sviluppo sono notevoli. Ora si apre una fase impegnativa che deve essere improntata ed alimentata da spirito costruttivo e da atteggiamenti coerenti con la volontà popolare. Chiusa la fase della campagna referendaria, si apre adesso l'esaltante stagione della costruzione della nuova città della Sibaritide. Il confronto si sposta sui contenuti riguardanti la funzione direzionale della nuova città, il suo assetto urbanistico, l'ammodernamento infrastrutturale, la realizzazione di una rete di servizi qualificata, le strutture e i luoghi della formazione, la qualità della vita, la realizzazione di un programma associativo con gli enti locali del territorio, a partire dai Comuni. É stata scritta una bella pagina per la democrazia calabrese che va salutata positivamente". "Per quanto ci riguarda - conclude il Presidente della Regione Calabria - confermiamo il nostro impegno e pieno sostegno ad un processo che, oggettivamente, rafforza il peso specifico di un vasto territorio e crea le condizioni per una migliore e più efficace utilizzazione delle risorse, in direzione di una visione dello sviluppo più ampia e rispondente ai bisogni di crescita economica e sociale"

      "È un Sì al futuro e al desiderio di scrivere una nuova pagina per un'area che ha tutte le potenzialità per ambire al ruolo da protagonista che le spetta". Lo afferma il consigliere regionale del Pd, Domenico Bevacqua commentando l'esito del referendum svoltosi ieri a Rossano e Corigliano. "Ben prima dell'avvio ufficiale dell'iter - sostiene Bevacqua - ho manifestato il mio assenso alla fusione e, frequentando assiduamente il territorio, ho sensibilizzato sul tema i tanti amici presenti, anche organizzando iniziative capaci di offrire occasioni di discussione e di approfondimento, affinché le comunità interessate potessero recarsi alle urne con la piena consapevolezza dell'opportunità rappresentata dalla consultazione referendaria. Nell'incontro pubblico tenutosi a Corigliano con Viscomi, percepii chiaramente che le condizioni stavano volgendo al meglio. Lessi negli occhi dei tantissimi amici presenti la determinazione a mettersi in gioco per accettare la sfida". "In molti, in queste ore - sostiene ancora Bevacqua - si affannano a mettere il cappello sulla vittoria: non è il mio caso. Il merito del risultato è esclusivamente di tutti quei rossanesi e coriglianesi che, con il loro voto, hanno espresso la volontà di scommettere sulla possibilità, sull'apertura e, in primo luogo, su sé stessi. A noi, classe dirigente, spetta, invece, il dovere di contribuire a non deludere le attese, di porre in essere una politica lungimirante, capace di un rilancio complessivo e organico dell'intera area ionica. Non è stato raggiunto il traguardo: la partita è appena iniziata. E questa partita si dovrà giocare, innanzi tutto, rivolgendosi ai tanti che, per diversi e legittimi motivi, hanno disertato i seggi: la città unica avrà bisogno di un impegno unitario e non potrà esprimere le sue potenzialità senza una comunità convinta e coesa. Oggi non ci sono vinti: ci sono, piuttosto, persone che evidentemente non abbiamo saputo coinvolgere e del cui apporto non si può pensare di fare a meno". "Non saranno i vantaggi fiscali e finanziari - conclude Bevacqua - a decidere della buona riuscita della fusione: la fusione manifesterà le sue autentiche ragioni se saprà produrre servizi migliori per i cittadini e prefigurare l'avvento di quella grande urbe della Sibaritide. Ci siamo spesi per una giusta battaglia: ora, in nome della concretezza, dobbiamo continuare più convinti di prima"

      "A Rossano e Corigliano si è espresso un voto di civiltà. È stata sconfitta la paura della modernità e non hanno prevalso ataviche rinchiusure municipalistiche". Lo sostiene, in una nota, la deputata del Pd Enza Bruno Bossio commentando la vittoria del Sì nel referendum per la fusione dei comuni di Rossano e Corigliano Calabro. "La nuova città - prosegue - sarà un punto di forza per l'intera Calabria. Inevitabilmente costituirà un polo attrattivo e fortemente produttivo per la crescita sociale ed economica regionale. La nuova città avrà anche una forte identità storico~culturale; sarà, di fatto, una capitale magnogreca ed è destinata ad avere una centralità ed una funzione strategica nell'ambito regionale. Mi auguro che quanto si è registrato tra le due più importanti città della Sibaritide possa essere da esempio per avviare anche il processo di unificazione dell'area urbana cosentina". "Il voto di ieri - dice ancora la deputata del Pd - unisce e non divide. L'impegno per promuovere la città unica sull'asse Cosenza-Rende-Unical dovrà essere profuso nel segno della emulazione e non della competizione. Una forte sinergia tra le due potenziali nuove città sarà una convenienza non solo per i territori interessati ma per la modernizzazione del sistema istituzionale regionale e meridionale".

      "Mentre il nord sciupa denaro pubblico mettendo in discussione l'unità di questo Paese qui al Sud Rossano e Corigliano dicono si alla fusione perché solo l'unione può davvero determinare la forza e il futuro di un territorio, della nostra regione, del Paese tutto". É quanto afferma, in una dichiarazione, Stefania Covello, parlamentare del Pd e responsabile nazionale Mezzogiorno. "Ci apprestiamo a scrivere una nuova pagina - prosegue Covello - che porterà di certo futuro e speranza in un territorio per troppo tempo ignorato dalla politica. Le potenzialità che esprimono questi due grandi centri urbani sono conosciute a tutti, è arrivato il momento di capitalizzare questo patrimonio. A noi il compito di governare questo processo. Lo dobbiamo ai cittadini di Corigliano e Rossano, troppo penalizzati in passato, che con il loro Sì hanno chiesto di contare di più".

      "Il referendum plebiscitario e la fusione tra Corigliano e Rossano accelerano un percorso che, nei fatti, è già realtà". E' quanto afferma il presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci. "Quando oltre 12 mila cittadini - sostiene Iacucci - decidono, autonomamente, di andare a votare e prendere posizione sul loro destino e quello della loro città è sempre un fatto da tenere in considerazione. Al di là dell'esito e delle diverse posizioni, questo territorio, questa gente e questi amministratori hanno preso per mano la loro identità e, non a caso, già dopo qualche ora ho ritenuto presenziare, attivamente, in questi luoghi. Vicinanza, partecipazione e cittadinanza attiva sono i fili conduttori del cammino politico di tutti noi".

      "I cittadini di Rossano e Corigliano Calabro - sostiene Antonello Barbieri presidente di Fccn, Coordinamento nazionale per le fusioni - hanno scelto la strada della fusione con coraggio e lungimiranza, lo hanno fatto con entusiasmo e partecipazione, l'affluenza alle urne è stata considerevole, la prevalenza dei Sì, schiacciante. Siamo in presenza di un evento storico che, siamo convinti, sarà un punto fermo per il ripensamento della geografia amministrativa dell'intero Paese. Il risultato calabrese, infatti - prosegue Barbieri - sarà un volano per tutti quei comuni che ancora oggi non hanno avuto la lungimiranza di intraprendere il percorso verso la Fusione. Fccn accoglie questo risultato con entusiasmo e si congratula con le decine e decine di attivisti calabresi, veri artefici di questo risultato".

      "Il giorno dopo il voto, il dato che più interessante che risalta agli occhi non è la vittoria del Sì alla fusione nei due comuni, ma l'elevato tasso di astensione. Anche a Rossano, a maggioranza favorevole alla fusione, non hanno votato il 55% degli aventi diritto, mentre a Corigliano il dato sale al 67%". E' quanto si afferma in un comunicato del Fronte della gioventù comunista di Cosenza. "Questi dati - prosegue il comunicato - dimostrano come non vi sia stata una partecipazione di massa a questa decisione epocale, ma fra le masse popolari essa è passata nell'indifferenza generale, dimostrano come la classe politica, soprattutto quella coriglianese, non è in grado di ascoltare le esigenze delle masse, in una terra martoriata dalla disoccupazione e dal lavoro nero, di dare una risposta ad esse, dimostrano come questo referendum sia stato uno scontro prevalentemente interno alle classi medio-alto delle due città, ora pronto a spartirsi il bottino. Le masse popolari di certo però non hanno votato non perché avessero capito che la fusione è nell'interesse dei padroni, ma perché non è stato fatto uno sforzo maggiore per coinvolgerle e soprattutto perché il grande assente nel dibattito della fusione è stato il tema del lavoro, trattato solo marginalmente dai comitati per il Sì".

      Il 22 ottobre Corigliano e Rossano hanno detto sì alla fusione. E' nata la città unica, dall'unione di due tra i più importanti e popolosi centri dello ionio cosentino che, insieme, assommeranno ora un totale di circa 80 mila abitanti". Lo afferma, in un comunicato, il consigliere comunale di Cosenza, Enrico Morcavallo. "Probabilmente, l'anno prossimo - prosegue Morcavallo - il comune di Casali del Manco, nato dalla fusione di Trenta, Spezzano Piccolo, Casole Bruzio, Pedace e Serra Pedace, avrà il proprio Consiglio comunale eletto direttamente dai propri cittadini elettori. Entrambi i casi, ancorché molto differenti per territorio e numero di abitanti, rappresentano due pagine di buona politica, in quanto le rispettive assemblee elettive hanno saputo recepire le indicazioni delle associazioni e dei cittadini rivolte al superamento delle logiche campanilistiche ed all'inaugurazione di una stagione più moderna e feconda per la vita delle loro comunità. Nei mesi scorsi, si sono svolti diversi incontri tra i Sindaci di Cosenza e Rende ai quali hanno fatto seguito riunioni tra i segretari comunali dei due Enti per definire gli aspetti tecnico-amministrativi inerenti i procedimenti da seguire la costituzione del Comune unico. Sembrava che finalmente, dopo anni di discussioni, anche nell'area urbana ci si accingesse a passare dalle parole ai fatti, anche perché nel mese di maggio la Giunta municipale di Cosenza approvava una delibera rivolta ad iniziare il procedimento di fusione con il comune di Rende. Abbiamo dovuto, invece, registrare con rammarico che ai numerosi annunci ed interviste dei Sindaci dei due comuni non hanno fatto seguito le conseguenti e necessarie decisioni amministrative".

      "Il voto popolare a favore della fusione di Corigliano e Rossano è molto positivo perché rappresenta un passo fondamentale e decisivo per la nascita della città più popolosa della provincia di Cosenza, la terza della Calabria". Così Giacomo Mancini, già parlamentare socialista. "È evidente - aggiunge - che il nuovo comune attirerà nuovi flussi di finanziamenti pubblici e con essi di investimenti privati, che, in prospettiva, sposteranno gli equilibri verso la Sibaritide, che anche grazie agli interventi infrastrutturali che saranno realizzati, potrà diventerà la realtà trainante quantomeno della Calabria settentrionale. Ecco perché il risultato del voto di domenica deve essere da pungolo e da stimolo per gli amministratori di Cosenza e dell'area urbana cosentina per mettere da parte ritrosie e consentire ai cittadini di esprimersi in tempi rapidi sulla possibilità di far nascere una sola e grande città". "L'unione fa la forza, si sarebbe detto un tempo. C'è da augurarsi - conclude Mancini - che lo si comprenda anche tra chi guida le nostre comunità".

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