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      Seicento sindaci alla Camera per "Le città del futuro"

       

       

      Seicento sindaci alla Camera per "Le città del futuro"

      13 nov 17 Le note dell'Inno di Mameli, eseguito da una banda interforze, hanno aperto nell'Aula di Montecitorio l'incontro 'Le città del futuro' con seicento sindaci italiani. Dopo l'intervento della presidente della Camera Laura Boldrini prenderanno la parola dodici sindaci, tra cui quelli di Roma, Napoli e Reggio Calabria. Seguiranno gli interventi del presidente della commissione Bilancio di Montecitorio Francesco Boccia, del presidente dell'Anci Antonio Decaro e del ministro per la Coesione Claudio de Vincenti.

      "Oggi è un momento importante di incontro e confronto con le istituzioni, i sindaci vogliono essere ascoltati perché rappresentano il terminale più esposto sui problemi che arrivano dalle comunità che noi amministriamo". Lo ha detto il presidente dell'Anci Antonio Decaro parlando alla Camera a margine dell'incontro in aula 'Le citta' del futuro'. "Dalla nuova legge di bilancio abbiamo avuto già risposte positive in termini di investimenti, ci aspettiamo - ha sottolineato - proposte positive in termini di spesa corrente, vogliamo mantenere salvi i servizi che oggi offriamo ai cittadini". Da ultimo Decaro ha ringraziato "la presidente della Camera Boldrini, perché ancora una volta ci dà la possibilità di raccontare le storie dei nostri comuni".

      "Il ripristino e il mantenimento della legalità sul territorio per un sindaco del Mezzogiorno, deve essere la madre di tutte le battaglie. Noi, dobbiamo combattere questa battaglia con le uniche armi possibili: la cultura e la bellezza". Lo ha sottolineato Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria e delegato Anci ai beni confiscati e al Mezzogiorno. "A questo punto solo una vera rivoluzione culturale libererà i nostri territori dal giogo della criminalità organizzata, ma coscienti anche - ha aggiunto - che solo la dignità del lavoro ci libererà dallo stato di bisogno". "Il bene comune non è tale poiché di proprietà del Comune, ma perché appartiene alla collettività e alla collettività viene restituito, consentendo di riqualificare spazi e aree degradate e insicure".

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