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      UIL Calabria "Governo e Regione incapaci di dare risposte"

       

       

      UIL Calabria "Governo e Regione incapaci di dare risposte"

      26 lug 17 "Il Consiglio confederale regionale della Uil Calabria, riunitosi presso l'Hotel Lamezia, ha affrontato i temi di più pregnante interesse regionale e, cogliendo l'occasione offerta dalla presenza del segretario nazionale della Uilp Romano Bellissima, ha messo al centro delle proprie attenzioni argomenti di caratura più nazionale, dal ruolo del sindacato, ai temi della previdenza, passando per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego. La discussione è stata importante e molto partecipata. Sono stati numerosi gli interventi che si sono registrati e che hanno messo in particolare evidenza la necessità di una strategia sindacale che sappia portare fuori la Calabria dalle secche di una crisi perdurante". Lo afferma, in una nota, il segretario generale della Uil Calabria, Santo Biondo. "Il Consiglio confederale regionale della Uil Calabria, alla luce dei dati economici e sociali messi in evidenza dagli istituti di statistica in riferimento al territorio calabrese e, tenuto conto delle tante criticità irrisolte presenti sul territorio - aggiunge Biondo - ha ribadito il giudizio negativo precedentemente espresso sul Governo nazionale e sulla Giunta regionale. La politica romana e quella locale è stata incapace, sino ad oggi, di dare risposte concrete ai cittadini calabresi e di trovare le risposte corrette per rilanciare l'economia regionale e sottrarre la cittadinanza al crescente disagio sociale. Prova ne siano i ritardi con i quali si sta dando esecuzione al Masterplan ed agli interventi programmati che, se applicati con maggiore celerità nella fase di attuazione, possono ancora, dispiegare effetti positivi sullo stato economico, produttivo e sociale dell'intero territorio regionale. E ancora le condizioni di assoluta criticità in cui versa il settore della sanità, i ritardi di programmazione in settori strategici quali turismo, agroalimentare, forestazione, la mancanza di una politica industriale a valenza regionale. Sono criticità che frenano la ripresa economica e occupazionale del territorio. Dall'amministrazione regionale, poi, non sono arrivate le attese risposte sull'applicazione di moderne ed efficienti politiche attive per il lavoro, sull'attesa riforma della partecipazione pubblica, il cui ritardo nel vedere la luce esplica i suoi effetti negativi sulla gestione di società regionali importanti quali sono Fincalabra, Sorical. Il Consiglio confederale regionale, poi, ha messo in evidenza l'incoerenza di una politica di investimenti che non riesce a mettere in moto processi produttivi nel settore dei trasporti, con questa regione che continua ad essere sempre più isolata dal resto del Paese, e, soprattutto, non è in grado di fare del porto di Gioia Tauro lo snodo portuale più importante del Mediterraneo e di portare questo hub portuale definitivamente al primo posto dell'agenda politica nazionale. Una situazione drammatica, al limite dell'esplosione di una bomba sociale devastante, che è aggravata ancora di più dall'assenza di quel Piano regionale per il lavoro che era stato promesso ma che tarda ad arrivare e dall'assoluta mancanza di una strategia di medio e lungo termine. Un limite che è stato evidenziato anche durante i lavori del Comitato di sorveglianza durante i quali sono emersi i ritardi nell'applicazione delle provvidenze previste dal Fse che, se spese correttamente, potrebbero far invertire la rotta su temi delicati quali possono essere quelli afferenti al mondo del lavoro dell'inclusione sociale e dei pensionati a basso reddito". "Il Governo nazionale e quello regionale, sino ad oggi - dice ancora Biondo - non sono riusciti a mantenere le loro promesse in termini di discontinuità con il passato. La lontananza dei partiti, sia di destra che di sinistra, dai problemi del territorio marca ancora di più l'incapacità di trovare soluzioni concrete per far ripartire la Calabria. Siamo convinti che la Calabria ha bisogno di fare sinergia. Dalla Calabria parte una richiesta di unità che veda coinvolta tutta la società impegnata e metta in primo piano la "questione calabrese". Questo perché la Calabria, è bene ricordarlo, è la regione che più di altre stenta a imboccare la strada della crescita, dello sviluppo e dell'innovazione. Questo messaggio, infine, deve essere recepito convintamente dalla deputazione calabrese che, nei prossimi mesi, deve fare propria la battaglia finalizzata a trasformare la clausola investimenti per il Sud in interventi concreti di spesa in conto capitale che il Documento di economia e finanza ha messo a disposizione del Mezzogiorno e della Calabria per facilitarne la ripartenza economica, produttiva e sociale".

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