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      Sculco "Su questione migranti regioni meridionali si facciano sentire"

       

       

      Sculco "Su questione migranti regioni meridionali si facciano sentire"

      16 lug 17 "Le Regioni dell'Italia meridionale su cui si sta scaricando il pesante, sempre più difficile e complesso fardello dell'accoglienza dei migranti, debbono trovare il modo di reagire congiuntamente. Insistendo, magari facendosi sentire in sede di Conferenza Stato-Regioni, sull'idea di realizzare una road map volta a fare dell'Italia l'hub delle relazioni commerciali con l'Africa e il Mediterraneo". Lo afferma in una nota la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco. "In questa progettualità che pure, benché lentamente, si va profilando - prosegue - le Regioni del Mezzogiorno, proprio per la loro peculiare collocazione geografica e per l'esperienza maturata con il fenomeno migratorio, debbono essere protagoniste propositive e incalzanti e vanno assolutamente coinvolte. L'Italia quale hub degli investimenti in Africa, un continente che nel 2050 avrà 2.5 miliardi di persone con la metà della popolazione al di sotto dei 25 anni, e nel Mediterraneo, è un percorso politico obbligato, di cui a tratti si discute, ma ancora non in maniera sistematica. In ogni caso, perché possa funzionare non può prescindere dal pieno coinvolgimento sia di tutti gli attori dello sviluppo del Paese che delle Regioni come la Calabria e la Sicilia che hanno l'interesse a fermare le fughe e, nel contempo, a rilanciare il proprio sviluppo nell'ottica di un Mediterraneo di pace. L'immigrazione non è solo un problema, e al momento lo è diventato in maniera gigantesca, al punto che rischia di sconvolgere, se non si individuano soluzioni efficaci, quel poco di equilibrio sociale e di tenuta democratica che vi è nell'Italia meridionale, è anche una possibile risorsa. Ma se non si vuole che la frase sia retoricamente banale, occorre uno scatto di responsabilità e di coraggio, costruendo ponti commerciali condivisi e organizzati con metodo rigoroso, i soli che, nel medio termine, possono dare risposte in coerenza con i valori occidentali della solidarietà e della crescita nel rispetto dell'autonomia dei territori e della dignità delle persone. Non è più sufficiente ribadire che l'Europa non si assume le proprie responsabilità, questo lo constatiamo ormai quotidianamente. Né possiamo immaginare che un fenomeno come quello migratorio, con cui occorrerà fare i conti per almeno due decenni, possa essere lasciato in balia del caso e delle gestioni approssimative. Stato, Regioni, imprese, università, debbono cooperare per lo sviluppo dell'Africa, realizzando investimenti come stanno facendo Germania, Olanda, Francia e soprattutto la Cina. Uno sviluppo che porta con sé, contemporaneamente, se ben strutturato, per esempio organizzando dei corridoi commerciali per le nostre imprese nei settori più fertili e innovativi per fare sviluppo e produrre ricchezza generale, anche sviluppo per l'Italia e la sua parte più svantaggiata come il Mezzogiorno: un'area del Paese in cui, purtroppo, allo storico disagio sociale e alle povertà in forte recrudescenza - come documenta l'Istat -, si sta pericolosamente sommando l'emergenza migranti". "Se non vogliamo che la miscela di disagi nelle nostre città esploda - conclude Flora Sculco - dobbiamo trovare il modo di risvegliare le nostre migliori energie, metterle in sinergia e renderle propositive all'interno di una strategia che possa risultare vantaggiosa per tutti. Non c'è altro modo e non ci sono scorciatoie. Di sicuro, in fondo alla strada delle polemiche e delle proteste demagogiche che spesso caratterizzano il dibattito sui migranti non c'è nulla d'interessante".

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