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      Cittadini Spezzano Piccolo "No a Comune unico, ci rivolgeremo al Tar"

       

       

      Cittadini Spezzano Piccolo "No a Comune unico, ci rivolgeremo al Tar"

      26 ago 17 "Rimasto ormai ultimo dei mohicani, a difendere il comune unico in presila, il consigliere Giudiceandrea, in una nota apparsa sulla stampa, continua a non voler vedere il papocchio che è sotto gli occhi di tutti". Lo scrivono in una nota i 'Liberi cittadini di Spezzano Piccolo'. "Cosa ancora più strana -è scritto nella nota- è come ci si ostini a ripetere affermazioni che indirettamente evidenziano le difficoltà esistenti a difendere l’indifendibile. Al di la dell’ammissione dei problemi, nati dalla previsione della legge regionale 9/2016, della immediata decadenza dei sindaci, sancita dall’estinzione immediata dei comuni, restano aperte una serie di problematiche sicuramente non secondarie. Come si possa affermare che la mancata richiesta di esame di costituzionalità, da parte del Governo, abbia sancito il rispetto di tutti i principi costituzionali, resta un mistero. Come spiega il consigliere, i numerosi pronunciamenti della Corte Costituzionale su leggi, sia nazionali che regionali, anche a distanza di anni dalla loro approvazione? Se fosse vero, quanto da lui affermato, la Corte Costituzionale sarebbe inutile. Ci dispiace contraddirlo ma le cose stanno in maniera diversa. Per fortuna esistono più organi della Giustizia chiamati a svolgere questo delicato compito a tutela della democrazia della Costituzione e della volontà popolare. Nella nota si esalta la bontà della legge regionale chiamando in causa il Vice presidente prof. Viscomi, quale estensore della legge 9/2016 “ sottoscritta e perorata” dai consiglieri Giudiceandrea e Romeo. Ci chiediamo, però, come mai lo stesso Prof Viscomi, nove mesi dopo l’approvazione della legge, propose la sua modifica dichiarando, nella prima commissione consiliare : “……. A tal riguardo, anticipo fin d’ora la volontà della Giunta di intervenire, oggi stesso, con un emendamento al collegato alla legge di stabilità che sarà discussa in Commissione Bilancio, al fine di riassegnare un ruolo centrale alla volontà popolare espressa in ognuno dei comuni interessati al processo di fusione al fine di evitare che quest’ultimo possa tradursi in una sorta di annessione forzosa”. Non solo, ma il consiglio regionale, nella seduta del 21 dicembre 2016, con il voto favorevole anche dei consiglieri Giudiceandrea e Romeo approvò le modifiche, dopo l’intervento in aula del relatore di maggioranza, consigliere Aieta, che dichiarò: “ La modifica di cui all'articolo 13, si rende necessaria per evitare che nelle consultazioni referendarie, per la fusione di due o più Comuni, si possa verificare che i Comuni più grandi prevarichino la volontà popolare dei Comuni più piccoli. Detta modifica consiste nella soppressione dell'inciso che, attualmente, prevede il computo dei voti, non nell'ambito di ogni singolo Comune interessato, ma complessivamente nell'intero bacino elettorale”. Aver votato dopo queste affermazioni e pretendere di applicare la legge in maniera contraria per noi è una truffa ai danni dei cittadini. Il consigliere Giudiceandrea, nella sua nota, in un totale stato confusionario sostiene il contrario. Parla di replicare, l’obbrobrioso e antidemocratico principio del conteggio dei voti sull’intero bacino, anche al referendum di Corigliano e Rossano (cittadini interessati in bocca al lupo! ), così come, con la testa che continua a guardare indietro, tira fuori nuovamente Valsamoggia ( ormai non vede altro ) e non vede quello che in Emilia Romagna è successo dopo e di cui abbiamo parlato in altre occasioni. L’augurio e la speranza è che i consiglieri regionali, sia di maggioranza che di opposizione, magari interrompendo le ferie, escano fuori e assumano delle posizioni nette in merito a quanto sta avvenendo. Continuiamo ad avallare la politica stile Venezuela o vogliamo diventare una regione normale dove improvvisazione e altro si archivino definitivamente? Noi, di fronte a queste affermazioni, siamo sempre più convinti che, solo una giustizia giusta, oggi rappresentata dal TAR Calabria, può ripristinare i basilari principi democratici contro l’applicazione di una legge truffa".

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