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      Ferrara "Dubbi sullo stato di balneazione a Salea"

       

       

      Ferrara "Dubbi sullo stato di balneazione a Salea"

      25 ago 17 "Nonostante l'esito conforme delle analisi suppletive eseguite sui campioni prelevati il 23 agosto nei tre punti denominati '100m DX canale Revoce', '100m SX canale Revoce' e '100m SX canale Varchera', rimangono non pochi dubbi sul reale stato delle acque di balneazione di Scalea". E' quanto affermano, in una nota congiunta, l'europarlamentare di M5s Laura Ferrara e il consigliere comunale cinquestelle di Scalea, Renato Bruno. "Già nello scorso mese di luglio - proseguono Ferrara e Russo - i risultati dei campionamenti nei tre punti in oggetto risultavano essere al limite della conformità normativa ma soltanto la scorsa settimana, con comunicati del 18 e del 21 agosto, l'Arpacal segnalava la presenza di 'Enterococchi intestinali' per un valore superiore a quello imposto dalla normativa vigente. Venivano così purtroppo confermate le palesi criticità già evidenziate dalle proteste dei cittadini e dei bagnanti nelle scorse settimane. Eppure già qualche mese fa Renato Bruno, attraverso facebook e stampa a più riprese - sostiene l'europarlamentare - aveva segnalato tale stato di cose. Il costante monitoraggio del territorio, effettuato dal consigliere M5s, faceva in modo altresì che saltassero fuori alcuni scarichi fognari all'interno di canali e, a completare l'opera, anche un non funzionamento del depuratore che aveva provocato per alcune ore lo sversamento in mare di liquami. Eppure è da evidenziare che ingenti somme di denaro sono state erogate negli anni per il risanamento del sistema depurativo dell'agglomerato di Scalea: quasi 9 milioni di euro furono stanziati con la programmazione europea 2000-2006 e con alcune delibere CIPE tra il 2004 ed il 2005, altresì ulteriori finanziamenti di piccola entità sono stati poi concessi nell'ambito dei Programmi regionali di riefficientamento e rifunzionalizzazione dei sistemi depurativi dei comuni costieri calabresi tra 2015 e 2016. Ci sarebbe da chiedersi , quindi, come siano stati spesi questi fondi, visto che Scalea rientrò tra gli agglomerati calabresi condannati dalla Corte di Giustizia Europea al termine della procedura d'infrazione europea 2004 - 2034 per violazione dell'art. 3 della Direttiva 91/271/CEE." "Il monitoraggio del territorio di Scalea, e dei comuni calabresi - conclude Ferrara - è già partito da tempo attraverso l'opera dei portavoce M5s calabresi. Coerentemente a ciò, per risolvere le problematiche connesse al sistema depurativo regionale, attraverso un'apposita petizione presentata al Parlamento Europeo (visibile sul sito depuriamolacalabria.it), stiamo portando all'attenzione delle istituzioni comunitarie tali criticità per cercare di sanare le negligenze ed i ritardi prodotti negli anni dalle amministrazioni locali e regionali".

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