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      Maggioranza Cosenza: No a lezioni di gestione da chi ha provocato dissesto

       

       

      Maggioranza Cosenza: No a lezioni di gestione da chi ha provocato dissesto

      19 ott 19 "È davvero strano che a dare lezioni di gestione della cosa pubblica e ad attribuire responsabilità siano proprio coloro i quali hanno causato, sin dal 2010, lo stato di deficit che ha determinato la dichiarazione di dissesto finanziario del Comune di Cosenza. È invece consueto che la parte politica rappresentata da Guccione & Co. annunci di non presentarsi in Consiglio per discutere un tema delicato come quello del dissesto". E' quanto si afferma in una nota dei consiglieri di maggioranza del Comune di Cosenza in replica alle posizioni espresse dalla minoranza nella conferenza stampa sulla deliberazione delle Sezioni Riunite della Corte dei Conti di dissesto del Comune di Cosenza. "Un modo semplicistico - è detto nel documento - per addossare ad altri responsabilità che invece sono ascrivibili solo ed esclusivamente a coloro i quali oggi sono in minoranza e che da molti lustri hanno gestito le casse del comune di Cosenza creando danni irreversibili. Noi consiglieri di maggioranza siamo fieri di avere sostenuto il sindaco Mario Occhiuto in questi 8 anni di Amministrazione, durante i quali Cosenza ha conosciuto un nuova stagione di rinascimento sotto diversi profili. Sono state realizzate opere, è stato posto fine alla selvaggia speculazione edilizia, sono stati creati spazi di aggregazione ed elevata la qualità dei servizi offerti ai cittadini, nonostante il taglio consistente dei trasferimenti dallo Stato al Comune. Cosenza è assurta a città faro del Mezzogiorno d'Italia, apprezzata per la vivacità culturale, per la capacità di attrarre turisti, per essere riuscita a diventare più accogliente ed ospitale". "Ovviamente, il modus operandi di chi è dedito ad atti di sciacallaggio politico o che, come nel caso di specie, utilizza le sentenze per rimettere le proprie mani sulla città dei Bruzi - riporta ancora il testo - sarà punito severamente dai cittadini che sapranno ben discernere chi realmente ha provocato il disavanzo strutturale che ha danneggiato Cosenza. Gli apprezzamenti che Cosenza ha suscitato in Italia e all'estero stanno facendo rosicare i tristi esponenti della minoranza abituati a gioire non per i propri successi, ma per gli altrui presunti insuccessi". "E' per questo che, prescindendo da quelle che potranno essere le conseguenze del dissesto - è detto nel documento dei consiglieri di maggioranza - consideriamo gli anni dell'Amministrazione Occhiuto come anni fecondi nel corso dei quali l'economia della città si è risollevata. Ora quel processo di rigenerazione che il Sindaco Occhiuto ha in animo di estendere alla Calabria potrebbe subire un pericoloso stop e noi dobbiamo impedirlo. La nostra regione si trova di fronte ad un bivio. Occorre dare una svolta e questa non può che avere un nome, quello di Mario Occhiuto".

      Questa la nota dell'opposizione:

      "Mario Occhiuto, inevitabilmente, sarà ricordato come il sindaco del dissesto di Cosenza. Il sindaco dovrebbe prendere atto del suo fallimento e rimettere il mandato. Nonostante il parere negativo del Collegio dei revisori, la maggioranza in Consiglio approva debiti fuori bilancio e questo a nostro giudizio determina una gestione poco oculata della macchina amministrativa". Lo ha detto Enrico Morcavallo, capogruppo a Palazzo dei Bruzi de La Grande Cosenza, durante la conferenza stampa degli esponenti dei gruppi di minoranza del Consiglio comunale sulla conferma dalle Sezioni Riunite della Corte dei Conti con la deliberazione di dissesto del Comune. "L'iter procedurale da parte della Corte dei Conti - ha spiegato Morcavallo - è stato già avviato e dopo aver decretato il dissesto stabilirà a chi attribuire le responsabilità. Inoltre, secondo la legge, gli amministratori individuati come responsabili da parte della Corte del dissesto sono incandidabili per 10 anni. Già nel 2016 avevamo lanciato l'allarme e inviato tutto alla Corte dei conti e oggi siamo arrivati al dunque. Avevamo chiesto di tagliere le spese per i dirigenti esterni, gli innumerevoli consulenti e le spese extra, per evitare il dissesto, ma non è successo. È lodevole voler spendere per migliorare la città, ma lo si fa se ci sono i soldi altrimenti non si spende". La minoranza ha anche annunciato di disertare il prossimo Consiglio comunale. "Ognuno - ha detto Carlo Guccione - deve prendersi le proprie responsabilità e al Consiglio per l'adozione della delibera di dissesto pensiamo di non presentarci e auspichiamo non si presenti neanche la maggioranza perché questo possa avviare lo scioglimento del Consiglio comunale" "La fine del modello Cosenza - ha proseguito Guccione - è evidente, così come il modello Reggio Calabria. È la fine di quei modelli che hanno portato ad un'espansione della spesa pubblica comunale senza le dovute coperture, che pur avendo avuto le risorse per ripianare i debiti delle vecchie amministrazioni ha accumulato ulteriori debiti per 250 milioni di euro, portando il totale a 350 milioni di euro ai quali si aggiungono, come specificato dalla Corte dei conti nella delibera 66/2019 di Catanzaro, debiti occulti per 30 milioni di euro. Un quadro preoccupante che secondo noi nasconde altro. A livello locale e anche nazionale ci batteremo per una via d'uscita per evitare che comuni come Cosenza possano rimanere schiacciati da debiti e perché la favola che per i cittadini non cambia nulla è veramente una favola, ma anzi conosceranno una serie di misure lacrime e sangue. Se chiudiamo gli asili comunali, o riduciamo le corse dell'Amaco, o aboliamo i servizi alle persone, a rimetterci è solo la parte più debole della città".

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